Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Romelu Lukaku sposta le montagne
11 ago 2020
In Europa League il centravanti belga si sta caricando l'Inter sulle spalle.
(articolo)
8 min
Dark mode
(ON)

Per gli osservatori calcistici la fisicità di Lukaku è sempre stata un mistero, sin da quando ancora minorenne ha esordito con la maglia dell’Anderlecht. Aveva le treccine, gli occhi dolci e infantili e una muscolatura troppo sviluppata per un sedicenne. Al West Bromwich i suoi capelli si sono aperti a sipario mentre al Chelsea li ha stirati all’indietro. La sua silhouette era già potente, ma ancora piuttosto snella. All’Everton è arrivato con la pancia piatta e i pettorali in vista; le spalle ancora quelle di un uccellino se confrontate a quelle di oggi. Poi i suoi quadricipiti hanno cominciato a ingrossarsi, la testa si è incassata dentro spalle lievitate. È cresciuto ancora con la maestosità di un Dio. Al Manchester United dietro la sua nuca sono spuntate delle pieghe che sarebbe sbagliato definire grasso: è piuttosto come se il corpo di Lukaku producesse pelle e carne in eccesso.

Il suo corpo è spesso l’inizio e la fine dei discorsi su di lui. Lo si indica per esaltarlo o per criticarlo. Anche la sua presunta scarsa tecnica sarebbe spiegabile anatomicamente visto il suo piede abnorme, 48,5. È al Manchester United che hanno cominciato a definirlo “grasso”. Dopo il suo passaggio all’Inter, ad agosto, Gary Neville ha detto che Lukaku è “sovrappeso” e che il suo comportamento era imperdonabile, la sua non professionalità “contagiosa”. Arrivato all’Inter, Lukaku ha ammesso che in Inghilterra era sovrappeso per problemi all’apparato digerente, con Conte ha seguito una dieta specifica ed è tornato in forma. Ha postato una foto del suo torso nudo allo specchio scrivendo: “Non male per un ciccione”.

Sarebbe assurdo definire Lukaku grasso, ma guardando lo scorrere delle sue foto nel tempo vediamo il suo corpo diventare più grande e spesso. Un corpo diverso dagli standard di eccellenza che ci aspettiamo da un calciatore di altissimo livello. Un canone fissato dalla spigolosità unta di Cristiano Ronaldo, asciutto e definitissimo, vicino a raggiungere l’utopia dello zero percento di massa grassa. Il corpo di Lukaku è massiccio e grandioso come quella di un rugbista. I suoi muscoli sembrano protetti da un’armatura di carne tesa e soda, è pesante e solenne senza perdere atletismo.

È impossibile parlare del gioco di Lukaku senza parlare dell’eccezionalità del suo corpo, la sua stranezza, il suo miracolo. Oggi sulle sue spalle enormi e sulle sue gambe potenti Lukaku si sta caricando il peso dell’Inter in Europa League. Ha segnato due gol in due partite di cui è stato indiscutibilmente il migliore in campo, e ha modificato ancora la percezione su di lui e sulla sua stagione. Un’annata già positiva ma che sta raggiungendo proporzioni storiche per un giocatore dell’Inter. Con 31 gol stagionali è a solo 3 dal record di Ronaldo Il Fenomeno con la maglia nerazzurra.

In questa Europa League per l’Inter è un talismano. Nei primi minuti della partita contro il Getafe, per esempio, i nerazzurri erano in difficoltà. Contro una squadra che è riuscita a elevare ad arte la distruzione del gioco avversario, non riuscivano a uscire dal basso come suo solito, soffocati dalle riaggressioni della squadra di Bordalas. Poi la palla è arrivata a Bastoni, una delle rare volte in cui ha avuto il tempo per alzare la testa, e vede Lukaku chiamare palla. È solo contro la difesa avversaria, la palla è buona ma sembra comunque innocua. Tra Lukaku e la porta ci sono diversi metri, tre difensori e una palla difficile da controllare. Lui la fa scorrere, lasciando che sia il prato ad aggiustargliela; a quel punto ha solo un difensore vicino, Exteita, e si concentra sul proteggere il pallone. C’è un momento in cui i due sono corpo a corpo, attaccati l’uno all’altro, ma appena un momento dopo il difensore è un metro più a destra, lo spazio che serve a Lukaku per incrociare il sinistro sul secondo palo.

Guardando il replay si può apprezzare il momento in cui con il braccio l’attaccante ha manipolato il difensore con una spinta quasi impercettibile, che nella realtà fisica del campo da calcio è sufficiente per toglierlo di mezzo. Guardando giocare Lukaku non è semplice capire l’impatto del suo atletismo sugli altri esseri umani, qualcosa ci sfugge.

È un gol che spiega bene la dimensione e l’importanza ciclopica di Romelu Lukaku per l’Inter in questo momento storico, in queste strane finaline di Europa League.

Un uomo che sta riducendo il gioco del calcio alla lotta atavica tra un centravanti gigante e i difensori che non riescono a marcarlo. Non è così, ovviamente. L’Inter sta giocando delle partite di livello: non brillantissime sul piano del gioco ma attente in difesa e solide nella gestione dei momenti. L’influenza di Lukaku è sempre più pervasiva in ogni aspetto del gioco col pallone. Nella partita di ieri, contro il Leverkusen, anche in mezzo a prestazioni di livello - Godin, De Vrij, Barella sono da menzionare, almeno - Lukaku è stato il migliore.

Innanzitutto ha piegato la partita dalla parte dell’Inter dopo 13 minuti con una giocata decisiva. È una grande azione dell’Inter, nata da un colpo di tacco geniale di Lautaro per Young. Quando la palla è sull’esterno Lukaku prende posizione sul difensore e gli chiede palla sui piedi.

«Quella palla l’ha giocata per me altre volte», dirà l’attaccante nell’intervista post-partita. Tapsoba fa l’errore che nessun difensore dovrebbe mai fare con Lukaku: gli concede l’appoggio, e come nel ju-jitsu, il belga sfrutta i pesi e leve per trarre anche le situazioni più compromesse a proprio vantaggio. In modo contro-intuitivo, si gira sul destro, poi (e anche in questo c’è molto di Lukaku) perde l’attimo per tirare. La palla fuori dall’area viene raccolta da Barella, che segna con un esterno piede a fil di palo di gran classe.

Nel secondo gol la palla di Young è identica a quella di prima; e Tapsoba commette precisamente lo stesso errore: concede a Lukaku il corpo, quello gli si gira, stavolta sul sinistro, e cadendo mette il pallone sul secondo palo. Un tiro che Radecky non riesce a veder partire, oscurato dal corpo dello stesso Lukaku.

Per tutta la partita ha manipolato col corpo i due difensori centrali del Leverkusen, usando il sedere, le braccia e le spalle. Non sono mai riusciti a fermarlo. Lukaku era esaltato. Ha toccato 25 palloni e ha provato a fare qualcosa di decisivo o spettacolare con ciascuno di questi. Gli sono riusciti almeno due tacchi smarcanti in transizione.

[gallery columns="5" ids="60245,60246,60247"]

In quest'occasione Brozovic gli restituisce la palla e Lukaku non riesce poi a segnare, fermato da un’ottima uscita del portiere del Leverkusen.

Ha segnato due gol in queste due partite e avrebbe potuto farne di più, ma Lukaku non sarà mai quel tipo di attaccante chirurgico che gioca in maniera pulita ed essenziale. Non sarà mai Lewandowski o Benzema, per capirci. È un attaccante che crea e distrugge in continuazione all’interno di una partita, e che alterna prodezze tecniche fenomenali a errori imbarazzanti. Capace di letture ordinate e utili, e poi di momenti di estro da numero 10 che non sempre può permettersi. Ieri nel primo tempo ha provato uno scavino d’esterno dietro la difesa verso D’Ambrosio morto sul fondo; nel secondo è tornato indietro fino al centrocampo e ha tentato un lancio di 30 metri sbagliato di 20. Ha chiuso la partita con poco più della metà di passaggi riusciti.

Lukaku è capace di quei colpi di tacco raffinatissimi, ma anche di controlli duri e imprecisi o conduzioni palla in cui sembra avere la rigidità e la mancanza di grazia del peggior difensore centrale. A un certo punto del secondo tempo, ad esempio, dopo essere di nuovo girato attorno a Tapsoba, aveva il campo spalancato, ma ha sbagliato il tocco più semplice, e non di poco.

In settimana l’Inter ha ironizzato su quei tifosi, soprattutto del Manchester United, che dicevano che Lukaku non aveva un buon primo controllo. Lo ha fatto postando il video di uno stop preciso ed elegante contro l’Atalanta. Eppure Lukaku è proprio questo tipo di giocatore: quello che dopo un tocco felpato può sbagliare il controllo su una palla molto più semplice, come se il suo corpo non riuscisse per un momento a riprodurre la grazia miracolosa su cui si sostiene sempre.

Ma non è questa imprevedibilità ad aver causato lo scetticismo di molti la scorsa estate, quando l’Inter lo ha acquistato per 65 milioni di euro più bonus. È più per la pelle nera e il fisico pesante, che in molti hanno attivato tutti gli stereotipi più logori della nostra cultura calcistica: Lukaku doveva essere un centravanti grezzo e un po’ scemo, mentre si sta dimostrando tutto il contrario.

In giornate come quella di ieri è evidente quanto il suo apporto possa essere decisivo in partite di quel livello. I difensori, anche due dalla fisicità così spiccata, non sono riusciti a trovare un modo per limitarlo. Avrebbero forse dovuto evitare di concedergli il contatto, scansarsi da lui di un metro per lasciargli fare le sue cose e murargli il tiro, ma non è detto che facendolo girare le cose poi sarebbero andate meglio: anche fronte alla porta Lukaku è veloce ed estroso. L’importanza tattica di Lukaku la conosciamo, la giocata in verticale su di lui è essenziale per l’Inter per risalire il campo, senza di lui, semplicemente, quella di Conte diventa una squadra diversa.

E Lukaku pare felice di tutte queste responsabilità: gode nel giocare per la squadra e nel semplice fatto che tutti si aspettino che segni almeno un gol a partita. Nessuna squadra in Europa, almeno di questo livello, gli avrebbe affidato tante responsabilità. Nessun allenatore possiede un sistema di gioco così cucito sulle sue migliori caratteristiche, e che gli permette quella libertà. «Romelu non si è mai espresso così neanche nel passato», ha detto Conte ieri sera.

Al termine del campionato Lukaku su Instagram ha postato una foto in cui bacia la maglia con trasporto, nelle interviste non fa che ripetere che darebbe tutto per l’Inter. Parla da leader carismatico, scansa i complimenti e ne dispensa agli altri - «Barella è un grande giocatore». Non sembrava potesse volere qualcosa di meglio: una squadra che gira attorno a lui. Dopo aver segnato quasi 150 gol in carriera (prima di venire all'Inter) senza che il suo valore venisse mai riconosciuto pienamente, Lukaku sembra finalmente felice.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura