Prima che lo scorso campionato si fermasse per la prima ondata della pandemia di Covid-19, Alexis Saelemaekers aveva giocato solo due volte, e solo per pochi minuti entrando dalla panchina contro Verona e Fiorentina. Al Milan era arrivato da poco, circa un mese prima nell’ultimo giorno della finestra invernale di mercato, non si sapeva bene che giocatore fosse e non era nemmeno chiaro in che ruolo avrebbe giocato. In un’intervista di inizio dicembre Paolo Maldini ha rivelato di averlo preso con l’idea di farlo giocare da terzino destro: «Saelemaekers è stato frutto del nostro scouting, non conoscevo Alexis. Noi cercavamo un terzino destro in quel momento lì, o uno che in previsione un giorno potesse giocarci. Abbiamo visto questo ragazzo che giocava a destra, a sinistra, come terzino, da numero dieci, con un'intensità tale che dopo che gli dai la palla lui c'è».
E in effetti Saelemaekers ha esordito da terzino destro, ma in una situazione particolare. Nei minuti finali della partita contro il Verona, sul risultato di 1-1 e con il Milan in superiorità numerica per l’espulsione di Amrabat. In una situazione, cioè, in cui poteva attaccare senza preoccuparsi troppo di difendere. A parte quel momento, Saelemaekers è stato subito schierato in una posizione di campo più avanzata, a destra sulla trequarti nel 4-2-3-1, come alternativa a Castillejo fino a quando lo spagnolo non si è infortunato contro la SPAL.
Nelle ultime partite di campionato il belga ha quindi giocato da titolare come esterno a destra, ma all’inizio di questa stagione la sua posizione non era così solida come appare oggi. Nella finestra estiva di mercato il Milan aveva provato a rinforzarsi proprio sulla trequarti, prendendo Brahim Díaz in prestito dal Real Madrid. Un trequartista molto diverso da Saelemaekers che però poteva togliere spazio al belga. «Può variare nelle tre posizioni davanti, è un giocatore in grado di fare la differenza», aveva detto Maldini presentando Díaz. Considerata l’importanza avuta nella seconda parte della scorsa stagione da Calhanoglu al centro e da Rebic a sinistra, era proprio a destra che Díaz avrebbe in teoria potuto trovare più spazio, giocandosi il posto con Saelemaekers e Castillejo.
Invece finora Díaz è stato prevalentemente utilizzato da trequartista centrale, come alternativa a Calhanoglu, e il posto a destra sulla trequarti è stato occupato in pianta stabile da Saelemaekers, titolare in dieci partite su tredici da inizio campionato.
Nei piani della società la fascia destra era forse la zona del campo che aveva più bisogno di rinforzi, e invece è bastato dare fiducia a Calabria e a Saelemaekers per renderla affidabile e trovare un incastro quasi perfetto con quanto prodotto dalla fascia sinistra. Oggi il Milan ha un lato con più talento offensivo, più portato a creare occasioni e pericoli, a sinistra con Theo Hernández e chi gli gioca davanti - durante la stagione si sono alternati Leão, Rebic, Hauge e Calhanoglu -, e uno più prudente e attento agli equilibri, a destra appunto con Calabria e Saelemaekers.
Ovviamente non è una distinzione rigida e, se è vero che la combinazione a destra è la più solida a livello difensivo, è anche per quello che riescono a dare quando il Milan attacca che Calabria e Saelemaekers sono diventati così importanti. E non è solo per il fatto che entrambi hanno segnato nelle ultime due partite. Calabria ha trovato un gran gol dalla distanza in un momento delicato della sfida contro il Genoa, poco dopo il primo gol di Destro. Saelemaekers, rientrato tra i titolari dopo aver lasciato per due partite la fascia destra a Castillejo per un problema fisico, ha invece appoggiato in rete la palla del 2-0 contro il Sassuolo, dopo la solita azione travolgente di Hernández.
Il loro contributo è determinante anche in altri modi. Prendiamo per esempio l’azione che ha originato il primo rigore nella partita contro la Fiorentina. Calabria è sulla trequarti offensiva, in una zona interna sulla destra, e dosa un bel passaggio in diagonale nello spazio liberato da Pezzella al centro della difesa viola. In quello spazio si è inserito proprio Saelemaekers che, ricevuto il passaggio del compagno, controlla la palla con qualche difficoltà - non riesce a portarla avanti in modo pulito con il primo tocco di sinistro ma recupera subito con il destro mostrando una grande reattività - e poi viene disturbato al momento del tiro dall’intervento in scivolata da dietro di Pezzella. L’arbitro assegna il rigore, che verrà trasformato da Kessié.
Anche Calabria e Saelemaekers, insomma, sono in grado di produrre giocate complesse, e anzi la loro intesa è essenziale per rendere meno prevedibile la manovra, per distribuirla in ogni zona del campo e avere uno sbocco sicuro a destra anche quando sul lato opposto il Milan viene controllato con più attenzione. È capitato ad esempio contro la Sampdoria, una partita che Ranieri aveva preparato invertendo gli esterni a centrocampo, spostando Candreva a sinistra e Jankto a destra, proprio per difendere meglio sul lato di Theo Hernández.
Non è andata come sperava Ranieri, visto che è stato proprio un incrocio tra il terzino francese e Jankto a causare il rigore che ha sbloccato la partita, ma in generale il Milan non aveva prodotto molto a sinistra e aveva trovato le combinazioni migliori sul lato destro. A guidarle erano ovviamente Saelemaekers e Calabria, in una versione più offensiva del solito. La prudenza della Samp, chiusa in un blocco basso che lasciava arrivare il Milan con una certa facilità nella metà campo avversaria, permetteva infatti a Calabria di alzarsi in contemporanea con Hernández. Con l’ampiezza occupata dai due terzini, gli esterni si stringevano nei corridoi interni, e Saelemaekers poteva quindi tagliare di continuo tra il difensore centrale e il terzino sinistro della Samp.
Qui sotto c’è un esempio. Calabria ha la palla in una zona avanzata a destra, dopo aver ricevuto il passaggio di Gabbia alle spalle di Candreva, Saelemaekers si inserisce per ricevere sul lato corto dell’area e sceglie di crossare di prima, rasoterra e leggermente all’indietro, per servire Rebic. Al Milan sono bastati tre passaggi per creare un’occasione ma il tiro dell’attaccante croato viene respinto da un grande intervento di Ferrari.
Quando il Milan non affronta squadre chiuse come la Samp, di norma Calabria è il terzino più bloccato a inizio azione - mentre Hernández a sinistra ha più libertà di spingere - e a Saelemaekers tocca quindi restare più aperto e vicino alla linea laterale a dare ampiezza. Anche in quei casi comunque le loro combinazioni possono prendere forme non scontate. Il belga non si limita a correre senza sosta, a proporre diverse linee di passaggio con i suoi scatti continui. Quando si muove è lucido e intelligente, e se va in una certa direzione non lo fa sempre per ricevere il primo passaggio ma per farsi trovare libero per quello successivo. È capace insomma di leggere le azioni con una mossa di anticipo, come nel caso qui sotto, dalla partita contro la Fiorentina.
Calabria ha il compito di far uscire in modo pulito la palla dalla metà campo difensiva e sceglie di alzarla, non però per sorprendere Biraghi e servire il taglio di Saelemaekers alle sue spalle ma per raggiungere Díaz. Con il suo movimento, il belga ha liberato lo spazio per far ricevere Díaz e qualche secondo dopo è vicino alla linea laterale, pronto a controllare il passaggio comodo in orizzontale del trequartista spagnolo. A quel punto Saelemaekers fa qualche passo all’indietro verso l’interno e dosa una palla precisa con il sinistro che mette Díaz sul lato corto dell’area. Lo spagnolo non riuscirà a crossare per un compagno, ma a destra il Milan troverà più volte nel resto della partita il modo per rendersi pericoloso.
L’intesa tra Saelemaekers e Calabria non funziona quindi solo in senso difensivo. Certo, la facilità con cui il belga copre l’intera fascia, la sua aggressività, i suoi rientri puntuali e costanti quando il Milan perde la palla, sono una parte essenziale del suo gioco e spiegano come mai Pioli sia arrivato a fidarsi così tanto di lui. Quando ha Saelemaekers davanti, difficilmente Calabria finisce in situazioni scomode, a dover gestire più di un avversario nella sua zona. Se è necessario, Saelemaekers ripiega fino ad abbassarsi sulla linea difensiva, e permette a Calabria di stare in una posizione più stretta, vicino al difensore centrale.
In questo caso ha seguito Augello fino a formare una linea difensiva a cinque.
Per le statistiche il lato destro del Milan è quello che ha accumulato i numeri più alti dal punto di vista difensivo. Secondo i dati di FBref, Calabria è il migliore nella somma di tackle e intercetti, mentre Saelemaekers è poco dietro, dopo Theo Hernández. I due hanno poi i dati più alti tra i rossoneri per quantità di pressioni.
Limitandoci al belga, sarebbe però superficiale guardare solo alle sue corse, ai suoi ripiegamenti difensivi, alle decine di scatti che fa in ogni partita. Se è vero che non è molto creativo, che non prende molte iniziative e fatica a incidere sulla partita con gol o assist, Saelemaekers ha però una tecnica sobria e abbastanza pulita che gli consente di essere utile in diverse zone, sia quando gioca più largo sia quando si muove in spazi più stretti al centro del campo. Non colpisce per i dribbling raffinati, per la qualità con cui crossa o la visione di gioco illuminata quando si sposta tra le linee, ma ha una sensibilità notevole per i movimenti senza palla, sa come farsi trovare a seconda delle situazioni, se dare un appoggio sicuro o andare in profondità, e quando ha il pallone è quasi sempre lucido. Magari lascia ad altri la responsabilità della giocata decisiva, e ogni tanto non è preciso, ma in generale riesce a far continuare la manovra anche in situazioni scomode, anche quando è necessario alzare il livello ad esempio giocando a un tocco per non far perdere velocità all’azione o quando è circondato da avversari e deve far passare la palla in spazi stretti.
Insomma, fa giocare meglio gli altri, libera spazi con i suoi movimenti continui, dà sempre una soluzione a chi ha la palla e quando partecipa al palleggio sa creare le condizioni ideali per la giocata successiva, anche con intuizioni non banali in situazioni difficili. Parte del merito del rendimento sorprendente di Calabria va a lui, non solo per come lo aiuta in fase difensiva, ma per l’intesa trovata quando il Milan ha la palla, per la quantità di soluzioni che gli offre in uscita dalla difesa e la pulizia negli scambi sulla fascia.
Oggi è facile guardare alla finestra invernale di mercato della scorsa stagione come a un momento di svolta per le sorti del Milan. C’entrano ovviamente gli acquisti di Simon Kjaer e Zlatan Ibrahimovic, entrambi subito titolari e capaci di fare la differenza, ma non va nemmeno sottovalutato l’impatto avuto da Saelemaekers. Di certo ci ha messo di più a entrare in squadra e il suo contributo è meno visibile e celebrato, ma è comunque importante per gli equilibri attuali della squadra di Pioli.