
Alla fine dell’agosto 2019, Gianluca Vialli si presentava a Genova come uomo-immagine di una cordata composta dagli imprenditori Jamie Dinan e Alex Knaster, proprietari rispettivamente dei fondi d’investimento York Capital e Pamplona Capital. Sul tavolo c’era un’offerta da 65 milioni per rilevare la Sampdoria da Massimo Ferrero, mai amato dal pubblico blucerchiato, e un investimento complessivo da 120 milioni per ristrutturare la società. La trattativa sembrava in discesa: Ferrero, in condizioni economiche non solidissime, pareva destinato a vendere, i tifosi volevano un cambio, e la cessione era caldeggiata anche dalla famiglia Garrone, socia di minoranza del club.
All’inizio di ottobre, però, il cosiddetto “gruppo Vialli” comunicava il suo ritiro dall’operazione: Dinan e Knaster erano arrivati a mettere sul piatto 102 milioni per l’acquisizione, ma Ferrero ne chiedeva 140, una cifra fuori scala per ciò che era la Samp in quel momento. Il resto è storia: nel gennaio 2021 Knaster comprava il Pisa - con cui in questo momento sta meritatamente conquistando la Serie A - mentre alla fine dell’anno Ferrero veniva arrestato dalla Guardia di Finanza. Iniziava così l’epoca oscura della Sampdoria, che di recente è divenuta un tema degno di un articolo addirittura sulla BBC.
Se questo fosse un romanzo, la mancata cessione al “gruppo Vialli” sarebbe il turning point ideale dell’intera vicenda. Ovviamente, però, le cose sono molto più complicate di così.
Nonostante la retrocessione del 2023 e il concreto rischio fallimento, la società blucerchiata venne salvata e affidata a una proprietà che a detta di tutti era solida e promettente, con un garante di prestigio come Andrea Radrizzani, l’uomo che aveva riportato il Leeds United in Premier League. Neppure due anni dopo la Sampdoria rischia seriamente di retrocedere in Serie C per la prima volta nella sua storia, e oggi sembra sempre più un club allo sbando sotto tutti i punti di vista, con una proprietà che alimenta molti dubbi e alcuni tifosi che, dopo lo 0-3 casalingo contro il Frosinone, hanno preso a sassate il pullman della squadra.
LA SOCIETÀ FANTASMA
Per capire il clima deprimente che gravita attorno ai blucerchiati bisogna partire dal vertice. Quando, in seguito alla retrocessione, è divenuto impellente un cambio di proprietà, era stato Radrizzani a farsi avanti, assistito dal socio Matteo Manfredi, a capo di un fondo con sede a Londra chiamato Gestio Capital. Un quadro che appariva del tutto chiaro, ma che presto avrebbe iniziato a sollevare diverse perplessità. Infatti, dopo i primi passi della nuova gestione, Radrizzani si era rapidamente eclissato, e questo cambio ai vertici era stato ufficializzato nel marzo del 2024 con la nomina di Manfredi a presidente del club.
Alcuni retroscena sono stati rivelati solo nel gennaio 2025 dalla testata d'inchiesta norvegese Josimar: nell’ottobre 2023 il 58% di Gestio Capital era passato sotto il controllo di una società con appena due anni di vita, Kick Off Ventures, che risulta essere di proprietà - attraverso un sistema quasi di scatole cinesi - di un’azienda di scommesse di nome Fun88, con sede sull’isola di Man ma in realtà nelle mani di un trio di investitori di Singapore. Il più noto di questi è Tey Wei Jin, che da qualche mese appare occasionalmente sugli spalti del Ferraris e che secondo il Secolo XIX sarebbe in effetti il vero proprietario della Sampdoria.
Questa reale proprietà, però, non si è mai palesata ufficialmente, e ciò ha dato adito a numerosi sospetti tra i tifosi. Uno dei più chiacchierati è Andy Nine, che ha un piccolo canale YouTube divenuto però abbastanza popolare negli ultimi mesi nel sottobosco blucerchiato, specialmente per via di alcuni video dietrologisti sulla proprietà della Sampdoria, dove si denuncia in particolare la presenza di Tey e dei suoi due soci (Pang Sze Khai e Lee Kok Leong) nei Panama Papers.
Come sottolinea Josimar, però, il vero problema sarebbe un altro: Fun88 è una società di scommesse che opera illegalmente in alcuni paesi dell’Asia meridionale, e viene da domandarsi se la cessione della Samp avrebbe potuto ricevere il via libera dal Tribunale di Genova se si fosse saputo fin da subito il suo coinvolgimento. Dal canto suo, Tey ha spiegato lunedì a Channel NewsAsia di essere subentrato come investitore solo dopo l’arrivo della nuova proprietà, prendendo contatti con Radrizzani tramite un amico comune (l’ex-proprietario del Leeds ha lavorato a lungo in Asia).
Sta di fatto che, con l’emergere del trio di Singapore nel club doriano, in società sono comparsi nuovi nomi altrettanto enigmatici. L’unico con un ruolo ufficiale - quello di consigliere - è Maheta Molango, ex-calciatore e avvocato svizzero di origini congolesi, che è contemporaneamente anche Chief Executive della PFA, il sindacato dei calciatori inglesi. Poi c’è Nathan Walker, imprenditore inglese residente sull’Isola di Man, ex-dirigente di Fun88 e da tutti considerato l’intermediario tra Tey e la Sampdoria. Infine c’è Alessandro Messina, titolare dell’agenzia di procuratori ACM e consigliere personale di Manfredi: di fatto, viste le frequenti assenze del presidente, è lui a farne le veci a Genova.
AMBIZIONI E CAOS
Nella Sampdoria di oggi non si capisce bene chi rivesta quali ruoli. In un contesto del genere, e davanti a risultati profondamente deludenti, gli stessi tifosi faticano a capire con chi prendersela, finendo per incolpare principalmente i giocatori in campo. Il progetto Sampdoria è partito però con mani e piedi legati: per salvare il club dalla bancarotta, Radrizzani e Manfredi avevano dovuto ricorrere a un concordato con il tribunale, che ha imposto dei limiti di spesa al fine di garantire il ripagamento dei creditori. L’unico grande investimento della prima stagione è stato dunque Andrea Pirlo in panchina, «Un nome noto in grado di attirare interesse mediatico e nuovi potenziali investitori» ha spiegato Simone Galdi, giornalista dell’emittente genovese Telenord.
Intanto, però, la rosa della squadra - già pesantemente indebolita l’anno prima per evitare la messa in mora - è stata smantellata. Per affrontare la stagione 2023/24 la Sampdoria ha rinunciato a giocatori di qualità ed esperienza come Audero, Candreva, Gabbiadini, Nuytinck, Augello, Caputo, Chabot, Léris e Falcone. Questo esodo è stato compensato con parametri zero (Borini) e prestiti (Pedrola, Facundo González, Stojanović, Sebastiano Esposito, Stanković), soprattutto molti giovani: la Samp lo scorso anno era la seconda squadra più giovane della Serie B dopo lo Spezia. Questo ha sicuramente influito sul rendimento della squadra in campionato, che è arrivata solo settima in classifica, uscendo presto dai playoff.
Perciò, nell’estate del 2024, la proprietà ha cercato di alzare il tiro. Innanzitutto con l’ambiziosa scelta di Pietro Accardi come direttore sportivo. Ex-difensore blucerchiato, Accardi si è fatto un nome grazie all’ottimo lavoro con l’Empoli a partire dal 2016, al punto che nel 2023 si era parlato di lui come possibile erede di Cristiano Giuntoli al Napoli, nella stagione successiva allo scudetto. E il lavoro manageriale di Accardi a Genova è stato all'apparenza sorprendente: pur con tutti i limiti dettati dal concordato, è riuscito a portare in rosa sia giocatori promettenti che altri con esperienza di Serie A, ovvero Silvestri, Meulensteen, Akinsanmiro, Venuti, Coda e Tutino.
All’inizio della stagione, la Sampdoria era ritenuta dai media una delle grandi favorite per la promozione, se non proprio per vincere il campionato di Serie B (ha il secondo monte ingaggi della categoria). Ma lontano dagli occhi della stampa, i problemi già stavano covando. Accardi e Pirlo non sono mai andati d’accordo, come prima cosa: il direttore sportivo avrebbe voluto sostituirlo in estate, ma l’ex-centrocampista di Milan e Juventus aveva un peso mediatico a cui la proprietà non intendeva rinunciare (oltre a uno stipendio da 650.000 euro a stagione in scadenza a giugno 2025). I nodi sono venuti al pettine dopo tre partite, nelle quali la Samp ha raccolto appena un punto.
Pirlo e Accardi hanno rotto del tutto i rapporti e il tecnico è stato esonerato. E a questo punto la confusione della società ha preso il sopravvento: costretto a contenere le spese, il ds ha scelto un nuovo allenatore completamente differente sul piano tattico, Andrea Sottil. Il suo impatto sullo spogliatoio - che ancora sosteneva Pirlo - è stato traumatico: l’epoca Sottil è iniziata con alti e bassi, ha toccato l’apice con la vittoria nel derby di Coppa Italia del 25 settembre, ed è poi crollata. Dopo la sconfitta per 5-1 in casa del Sassuolo, e appena 16 punti in 13 partite, l’8 dicembre anche l’ex-Udinese è stato esonerato. «Cambiare Sottil era un problema finanziario» ci spiega ancora Galdi «così si è andati su un profilo economico». È toccato a Leonardo Semplici, un allenatore che non disputava una stagione completa in panchina dal 2018/19. Come si poteva fermare la caduta?
IL CATACLISMA BLUCERCHIATO
Il mercato di gennaio 2025 è stato il primo senza più i limiti imposti dal Tribunale, e la rosa è stata nuovamente stravolta. 13 giocatori hanno lasciato Bogliasco (compreso il talento spagnolo Pedrola, uno dei profili più promettenti della squadra) e 12 sono arrivati, tra cui anche nomi importanti come Oudin, Cragno e Niang. Quasi tutti i nuovi acquisti, però, hanno raggiunto la Sampdoria solo alla fine della finestra invernale, dando ancora meno tempo a Semplici per costruire e amalgamare la squadra. Un obiettivo che, come è ormai sotto gli occhi di tutti, due mesi dopo non è ancora stato raggiunto.
Ma sarebbe sbagliato pensare che il problema della Sampdoria sia unicamente di natura tecnica: è l’intera società che sta franando. Se la squadra maschile guarda da vicino una storica caduta in terza divisione, la Primavera è penultima in campionato e a sua volta quasi retrocessa. Nel 2021 i ragazzi della Samp chiudevano la stagione da primi in classifica, arrendendosi solo nella semifinale dei playoff scudetto, ma tre anni dopo si erano salvati per un soffio dalla retrocessione. La scorsa estate la società aveva chiamato come responsabile del settore giovanile l’ex-Atalanta Luca Silvani, che a ottobre parlava di importare lo storico metodo del club bergamasco in Liguria e ventilava addirittura l’ipotesi di costituire una squadra B.
Non è diversa la situazione della sezione femminile, attualmente ultima nella poule retrocessione, con una sola vittoria in 22 partite, 12 gol fatti e 51 subiti: l’unica speranza è vincere lo scontro diretto a Napoli il 26 aprile. A ben vedere, Radrizzani e Manfredi nemmeno la volevano, una squadra femminile: al loro arrivo a Bogliasco era stato deciso di scioglierla, ma le successive proteste avevano costretto la nuova proprietà a un passo indietro. Sopravvissute sì, ma con investimenti estremamente ridotti. La scorsa estate se n’è andata la brasiliana Taty, ceduta al Braga, ed è stato formalizzato il passaggio alla Roma della ventenne Victoria Della Peruta, capocannoniera della Samp nella stagione precedente e miglior talento mai passato dalla femminile blucerchiata. Della Peruta è rimasta a Genova in prestito per la prima metà del campionato, ma a gennaio si è trasferita definitivamente alla Fiorentina.
La disastrosa sconfitta nel derby contro lo Spezia di domenica 6 aprile, ha rappresentato il traguardo anche per Semplici. Al suo posto si era ipotizzato nei giorni scorsi il ritorno di Pirlo, che sarebbe però stato subordinato al licenziamento di Accardi: un'eventualità che a un certo punto pareva essere stata giudicata economicamente insostenibile, considerando che il ds percepiva 650.000 euro netti a stagione e ha un contratto fino al 2027. Ma di ipotesi ne sono state fatte, compresa anche quella di Andrea Mancini, ex-osservatore blucerchiato e oggi collaboratore di Deco al Barcellona, in qualità di direttore sportivo.
Un’idea che veniva vista come propedeutica all’affascinante ritorno a Genova, stavolta da allenatore, di suo padre Roberto. Ma il primo sembrava intenzionato a rimanere in Spagna, mentre il secondo ha declinato la proposta fatta dalla Samp.
È così emersa l’opzione di chiamare Beppe Iachini, affidando invece a Roberto Mancini un ruolo dirigenziale. In un caotico lunedì pomeriggio ci si è ritrovati all’improvviso naufragio dell’ipotesi Iachini e alla scelta a sorpresa di Alberico Evani come allenatore. Non guida un club dal 2009/10 (con il San Marino), ma è stato il vice in Nazionale di Mancini, il quale rivestirà il ruolo di consulente tecnico esterno. Attilio Lombardo sarà il vice-allenatore, e nella società dovrebbero entrare anche Giovanni Invernizzi e il già citato Andrea Mancini, con conseguente licenziamento di Accardi. Fino a sabato si era parlato di un cambio di allenatore in caso di sconfitta, mentre lunedì ci si è trovati con una rivoluzione societaria quasi totale.
Anche quest’ultima vicenda, però, racconta bene la confusione all’interno della società genovese, disperatamente alla ricerca di un grande nome che possa fare da frontman di un progetto che, altrimenti, risulta privo di personalità, se non proprio di anima. Il proprietario è un misterioso signore che sta dall’altra parte del mondo, e usa come volto un presidente che non è quasi mai a Genova, il quale pertanto si fa sostituire da un consulente senza ruoli ufficiali nel club. È dunque perfettamente logico che oggi la Sampdoria sia una squadra senza volto, che ha cambiato quattro allenatori in un anno e ha stravolto la rosa per tre volte in due stagioni. È un brand vuoto che non si sa con cosa riempire: si è provato a farlo con Pirlo, poi con un ds stimato come Accardi, in seguito con una leggenda del calibro di Mancini, e alla fine con un quartetto di ex-giocatori blucerchiati.
Questa confusione ha finito per trasmettersi come un virus anche all’ambiente del tifo, frustrato e incredulo prima ancora che arrabbiato. La colpa della crisi blucerchiata è sicuramente di qualcuno, ma di chi è impossibile capirlo: dei responsabili si scorgono a malapena le ombre. A sei partite dalla fine, la salvezza è tutt’altro che impossibile, con tre scontri diretti da disputare. Ma il clima è surreale: domenica la squadra ha deciso di non rientrare a Genova per ragioni di sicurezza, ed è partita per un ritiro in località segreta, addirittura fuori regione (a Coverciano, ha rivelato RaiNews), dove verrà raggiunta dal nuovo allenatore. A Bogliasco sono comparse scritte contro tutti, dalla dirigenza ai giocatori, e un messaggio che, nella sua minacciosità, probabilmente dice tutto dell’intera annata: “Se non ci salviamo non vi salva nessuno!”.