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Samu Castillejo, oltre i dribbling c'è di più
28 ago 2018
Che giocatore è quello arrivato al Milan dal Villareal.
(articolo)
8 min
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Per 18 milioni di euro il Milan ha acquistato uno dei migliori giovani esterni della Liga. Samu Castillejo è un ex bimbo prodigio della costa andalusa. Aveva rifiutato l’Atlético Madrid per continuare nelle giovanili del Malaga in cui è cresciuto; a 19 anni si era visto sia in Tercera, dove ridicolizzava gli avversari, che in prima squadra.

Dopo i problemi economici del Malaga, dati dalla chiusura dei rubinetti del presidente sceicco, Castillejo è stato venduto al Villarreal: una delle tappe di passaggio preferite per i giovani che non riescono ad arrivare subito nelle grandi. Col Villarreal ha potuto giocare da subito con continuità (a 23 anni ha già fatto 125 presenze in Liga) anche in Europa League, con una squadra in cui comunque sempre c'era sempre competizione per il posto da titolare. Prima con Marcelino, poi con Escribá e infine con Calleja, negli ultimi 3 anni Castillejo è cresciuto passando da ala dribblomane a esterno completo, riempiendo le lacune tattiche del suo gioco e migliorando tecnicamente nell’esecuzione di alcuni fondamentali inizialmente trascurati - proprio perché si accontentava della sua facilità di dribbling in conduzione. Pur non essendo un fenomeno in grado di modificare il contesto in cui si trova, Castillejo con il tempo è diventato uno di quei giocatori capaci, se in giornata, di indirizzare la singola azione. Per creatività e tecnica ha sempre un vantaggio diretto sull’avversario che lo affronta.

La scorsa stagione ha giocato esterno a destra all’interno di un modulo con il centrocampo a rombo, in cui si muoveva per ricevere tra la fascia e il mezzo spazio di destra a seconda dell’ampiezza richiesta. Rispetto alla stagione ancora precedente c’era meno spazio da poter percorrere in conduzione perché la squadra aveva un baricentro più alto: «Con il rombo giochiamo più dentro il campo e ci permette di avere più possesso. Apriamo il gioco con i terzini che salgono molto».

Segnato nominalmente come esterno destro, il sistema del Villarreal non gli permetteva troppe ricezioni nei pressi dell’area e gli chiedeva più gioco tra le linee. Un gioco di questo tipo lo ha stimolato nel suo gioco associativo, invece che isolarlo nella ricerca della superiorità numerica attraverso il dribbling (specialità in cui già eccelleva: ne ha tentati comunque 4.6 per 90’, record personale nella breve carriera Liga). Nella stessa partita Castillejo poteva farsi vedere come una mezzala in appoggio all’uscita del pallone, per poi ricevere alto a destra e puntare l’uomo. Grazie forse anche al nuovo contesto che gli ha chiesto di crescere come calciatore, Castillejo nell’ultima stagione ha compiuto un netto salto in avanti nel suo rendimento globale, mostrandosi come uno dei migliori rifinitori della Liga.

Un giocatore diretto

Ma attenzione: il fatto che non sempre abbia ricevuto il pallone accanto alla linea laterale con un giocatore da dover puntare non significa che Castillejo sia diventato un giocatore meno verticale. Indipendentemente da dove riceva palla, il suo primo pensiero è sempre quello di partire in conduzione, saltare l’uomo o effettuare una verticalizzazione. Solo se queste tre opzioni non sono fattibili si adegua al passaggio conservativo.

La passata stagione, dei 37.5 passaggi per 90’ effettuati (di cui 81.5% a buon fine), 9.5 sono in avanti (verticale o diagonale). Come sempre le statistiche di passaggio dipendono sia dalle caratteristiche dei giocatori che dal sistema di gioco e dalla strategia utilizzata dalla squadra. Bisogna sempre riflettere su come alcune caratteristiche si possono adattare in un contesto diverso, in questo senso va sottolineato ancora che per Castillejo, se le indicazioni e gli stimoli esterni non sono diversi, la prima opzione è sempre quella di andare in verticale: passare subito da 0 a 100 in una frazione di secondo. Il che lo rende un giocatore eccitante e divertente, anche se gli ha impedito di apprendere a utilizzare al meglio la pausa, un peccato perché le sue caratteristiche tecniche gli permetterebbero un controllo totale dei tempi di gioco anche lontano dall’area di rigore.

Durante la stagione scorsa, però, è cresciuta la sua consapevolezza, adesso Castillejo sa di poter indirizzare la partita con una giocata. All’inizio della scorsa stagione lui stesso diceva di voler diventare un giocatore più determinante: «È vero che non ci sono molti giocatori che posso andare in 1 contro 1. Questo è il mio calcio e se funziona mi permette di saltare all’occhio. Però ho bisogno di fare più gol. Partendo dal mio gioco, arrivare a segnare 6 o 7 gol farebbe di me un giocatore migliore». A 23 anni è riuscito a fare quel salto in avanti nella consapevolezza del proprio gioco che lo ha reso sempre più efficace: Castillejo ha chiuso con 6 gol e 7 assist, entrambi massimi in carriera ovviamente.

La tipologia di conclusione più comune di Castillejo è esattamente la stessa di Suso: riceve da destra, punta l’avversario, sinistro a giro sul secondo palo.

Rifinitore o finalizzatore?

Con i grandi giocatori andalusi si nota spesso un’impostazione da giocatore di strada che gli permette di reagire alle diverse situazioni in una frazione di secondo. Castillejo fa tutto con il suo sinistro: la conduzione, il dribbling, il passaggio e il tiro. Solo nei pressi dell’area può pensare di usare il destro se la posizione del corpo non permette l’esterno sinistro. In area ci è arrivato comunque poco vista la posizione di partenza: arrivando a 2.2 tocchi in area di rigore ogni 90’, e solo 2.3 tiri (con 1 tiro su 3 che ha colpito lo specchio). Una cifra che ne attesta la maggiore facilità di rifinitura che di definizione: in media 3.3 passaggi ogni 90' finiscono ad un compagno in area di rigore. Non che non sappia concludere se messo davanti alla porta, ma Castillejo è naturalmente più predisposto alla rifinitura.

Negli ultimi due anni la sua posizione del corpo al momento di ricevere la palla è migliorata tantissimo e l’ottimo controllo orientato lo mette subito in condizione di giocare il pallone. Dopo il primo controllo Castillejo può quindi partire in conduzione o provare un filtrante (ne tenta 1.8 per 90’). Non è comunque un giocatore prevedibile: i movimenti dinoccolati sono come delle finte con cui porta fuori strada gli avversari, a cui si aggiunge una creatività fuori dal comune, che lo porta a non essere più un giocatore binario dal dribbling+tiro a rientrare.

Quello che salta veramente all’occhio, però, più che la tecnica di dribbling e la fantasia nell’esecuzione, sono le gambe lunghe che non gli impediscono di tenere sempre il pallone a contatto, anche ad alta velocità. Castillejo ha due gambe da fenicottero e una struttura muscolare leggerissima, con il tempo ha imparato a sfruttare questa leggerezza nei movimenti senza sfuggire al contrasto, preferendo volare in aria e prendersi il fallo piuttosto che evitare la botta. In queste azioni, nella teatralità del volo, ricorda il primo Neymar, un giocatore a cui francamente sembra ispirarsi in molti fondamentali del suo gioco. Ovviamente Neymar è irraggiungibile come influenza nella partita e capacità di esecuzione, però tanti tic del brasiliano possono essere rivisti anche in Castillejo: ad esempio, i 3 falli subiti per 90’ testimoniano la sua ricerca del contatto con gli avversari.

La creatività e la capacità di mantenere l’equilibrio dopo il contatto lo rendono un giocatore mortifero nell’uno contro uno. La sua azione standard parte da lì.

Il contributo senza palla e l’ingresso nel Milan

Un altro aspetto che non può essere trascurato del gioco di Castillejo, e che probabilmente ha a che fare con la posizione più vicina alla linea di centrocampo avuta la passata stagione, è il suo impegno in fase di transizione. Il Villarreal voleva avere un baricentro alto con la palla, ma più basso quando la palla l'avevano gli avversari, in fase di transizione difensiva, quindi, i centrocampisti dovevano di ripiegare in modo ordinato. Castillejo si è dimostrato più che diligente nell’interpretare questi compiti senza il pallone, ripiegando pur trovandosi nell’area avversaria e arrivando anche in aiuto del terzino destro. Tra contrasti, intercetti e duelli su palle contesse vinti Castillejo ha recuperato 6.78 palloni per 90’. Non un atteggiamento classico da ala estrosa andalusa, anzi si può dire che l'impegno senza palla lo consumi anche più del necessario.

L’aspetto difensivo, nonostante il fisico da ballerino e la capacità di inventare la giocata, sono due caratteristiche del gioco di Castillejo che lo rendono, se in giornata, un giocatore utile in qualunque contesto.

Quello che non sappiamo ancora è dove Gattuso vuole inserire Castillejo nel 4-3-3 provato nel precampionato. La sua collocazione immediata è quella di esterno destro, dove farebbe la riserva di Suso, almeno sulla carta. Un’altra opzione potrebbe essere quella di vederlo a sinistra, un ritorno alle origini, dove potrebbe utilizzare il piede forte per arrivare sul fondo e crossare per Higuain: la scorsa stagione, pur partendo maggiormente da destra, ha effettuato 2.3 cross per 90’ di cui 1 su 3 a buon fine (sui cross ovviamente la precisione dipende tanto da chi calcia quanto da chi riceve).

Le sue caratteristiche tecniche ne fanno - almeno in teoria - un ottimo complemento per la nuova punta del Milan proprio giocando a sinistra con Suso a destra: uno più verticale e dedito al dribbling per il fondo e l’altro più impegnato nella circolazione e a rientrare dentro al campo.

Castillejo, insomma, è un giocatore tecnicamente formato e già in grado di cambiare registro di gioco a seconda del sistema richiesto. Non un’ala dribblomane, ma un giocatore che partendo da suo dribbling può costruire per sé e per la squadra. Non è un acquisto da copertina e probabilmente ci impiegherà del tempo per entrare in un sistema più meccanico come quello di Gattuso, ma saprà modellarsi.

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