Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Tutto l'assurdo di Sangiovannese-Grosseto
21 mar 2023
In Serie D sono successe cose mai viste.
(articolo)
6 min
Dark mode
(ON)

Ho iniziato a fare questo mestiere nel 2013 seguendo il Cosenza. In dieci anni di calcio dal vivo ne ho viste tante, dai dodici giocatori in campo di Cosenza-Salernitana del 2020 a un esordio in Serie B perso a tavolino per impraticabilità di campo (Cosenza-Verona, 2018/’19), passando per gol leggendari al 94’ di una semifinale playoff (grazie ancora, Allan Baclet, ti voglio bene). Ma mai nella mia vita mi sono trovato in difficoltà a scrivere un pezzo come dopo Sangiovannese-Grosseto, la partita del "porte-gate", se così possiamo chiamarlo.

Cerchiamo di fare chiarezza. Siamo in Serie D, durante la partita tra Sangiovannese, piccolo club con sede a San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo, e Grosseto. Partiamo dal presupposto che fra le tifoserie di Sangiovannese e Grosseto non corre buon sangue, per varie ragioni. C'entrano precedenti agguati fra le tifoserie ma, soprattutto, un ricorso presentato nella stagione 2003/04 dalla Sangiovannese contro il Grosseto: i biancorossi avevano appena vinto il campionato di C2, proprio davanti ai rivali, che chiesero alla lega di intervenire per il tesseramento, avvenuto nell’estate 2002, di Andrea Parola, arrivato in compartecipazione dal Pisa (secondo i dirigenti della Sangiovannese il tesseramento era stato chiuso utilizzando una scrittura privata e non un modulo delle Lega Calcio). Fino a domenica però il campo non era mai stato coinvolto nelle beghe tra le due società. Domenica, però, anche questo limite è stato sorpassato, e nel più grottesco dei modi.

Durante il riscaldamento il portiere del Grosseto, Tommaso Nannetti, nota qualcosa di strano: la porta gli sembra troppo bassa. Nannetti, classe ‘03 di proprietà dell’Imolese, è alto un metro e novanta, quindi ci mette poco a rendersi conto se mancano dei centimetri su una porta di 2 metri e 44. Se saltando una trentina di centimetri arriva quasi a toccare la traversa con la testa, qualcosa non va. Il grande mistero è come abbiano fatto finora a non rendersene conto gli altri portieri prima di Nannetti: la Sangiovannese sta giocando così da inizio campionato o le porte sono magicamente scese di dieci centimetri soltanto nella partita contro il Grosseto? Ancora non si è capito, ma a quanto pare il Grosseto in realtà aveva presentato regolare riserva scritta prima della partita.

Un confronto della stessa porta, prima durante la partita contro l'Orvietana poi durante la partita contro il Grosseto.

Fatto sta che l’arbitro chiama un collaboratore della Sangiovannese e iniziano a misurare le porte. E dopo la misurazione il responso è che, in effetti, le porte sono più basse di una decina di centimetri. È qui che la partita, già cominciata in maniera assurda, diventa tragicomica. L’arbitro va a colloquio coi due capitani, Riccardo Cretella del Grosseto e Nicolò Rosseti della Sangiovannese, e decide di dare una chance ai padroni di casa. La Sangiovannese dovrà alzare la porta dei centimetri che mancano o perderà la partita a tavolino.

Il problema è che al fischio d'inizio mancano appena 45 minuti. E come come si fa ad alzare una porta che è piantata nel terreno di un campo da gioco in appena tre quarti d'ora? Praticamente impossibile, la logica direbbe che la partita è persa a tavolino. Ma questo, lo sapete, non è il Paese della logica. Di lì a pochi minuti ecco apparire dal tunnel degli spogliatoi tutto lo staff della Sangiovannese che, mentre i calciatori delle due squadre si stanno scaldando, scava sulla linea per recuperare quei centimetri mancanti: vanghe, picconi, zappe. Vale tutto in quel momento. Tutto. Le immagini sono piuttosto eloquenti.

A un certo punto, dopo circa cinque minuti dall’inizio delle operazioni, vengono chiamati a dare una mano anche i panchinari della Sangiovannese, uno dei quali inizia a scavare la terra a mani nude. Il tutto procede come se nulla fosse: le tifoserie continuano con i classici sfottò da stadio, i calciatori che procedono col riscaldamento. È trascorsa mezz’ora, c’è già stato un altro check, è una corsa contro il tempo: la dirigenza del Grosseto, per l’occasione nel settore ospiti, osserva impietrita sotto di sé i calciatori della squadra avversaria che, con mani e piedi, cercano di rimuovere quante più zolle possibili. Siamo forse già oltre al teatro dell’assurdo di Beckett. Solo che qui Godot arriva ed è il direttore di gara, Signor Gabriele Caggiari della sezione di Cagliari, che coi due capitani misura l’altezza della traversa. C'è un momento di attesa, la tensione è palpabile. I centimetri, annuncia l'arbitro, sono stati recuperati: si gioca. La Sangiovannese esulta.

Il Grosseto invece è sgomento. Non solo per l'immagine dei calciatori intenti letteralmente a zappare - e chissà la soddisfazione dei tifosi che in innumerevoli partite hanno gridato ai loro calciatori di farlo - ma anche perché il risultato pratico di questa specie di scavo archeologico è sconcertante: si tratta letteralmente di un canale di scolo sulla linea di porta, anche irregolare come dimensione, sul quale è stata buttata una linea di gesso per delimitare il gol/non gol.

I giocatori del Grosseto provano a dimostrare che il pallone così rischia di fermarsi sulla linea, infossato in questa nuova trincea che delimita la fine del campo (qui una prova video effettuata direttamente sul campo, se non vi fidate), ma per l'arbitro va tutto bene: si gioca. Forse l'aspetto ancora più surreale di questa vicenda è che la partita successiva, che si gioca in queste condizioni, è anche bella, o per lo meno spettacolare. Nonostante i canali di scolo dietro le porte cerchino di aiutare i portieri si segnalano ben due gol, tre rigori (due dei quali piuttosto generosi) e altrettante espulsioni prima del triplice fischio.

Il primo rigore arriva alla mezz’ora, quando Bruno, difensore del Grosseto, e Boix, attaccante della Sangio, vengono a contatto in area: l’arbitro indica il dischetto fra le proteste biancorosse e Sacchini spiazza Nannetti rasoterra. Cinque minuti dopo, altro contatto, stavolta fra Vanni (attaccante Sangio) e Carannante (centrocampista del Grosseto impiegato come terzo centrale), ancora rigore: Vanni tira ma la manda fuori. Secondo tempo, Vanni protesta e viene espulso dopo un quarto d’ora circa dall’inizio della ripresa; stessa sorte tocca all’allenatore del Grosseto, Roberto Cretaz, e al preparatore atletico maremmano, Nicola Stagnaro, entrambi buttati fuori dall’arbitro per proteste. Al 30’ arriva anche il terzo rigore di giornata per un contatto nell'area della Sangiovannese fra Rotondo, attaccante degli ospiti, e Lorenzoni: dovrebbe tirare Cretella, invece va Gomes che calcia in bocca al portiere della Sangiovannese. Il Grosseto però trova comunque il pari a dieci minuti dal 90’ grazie a Giustarini, che becca il piattone giusto sotto la traversa (ironico).

Finisce 1-1. Il Grosseto, poche ore dopo la fine della partita, annuncia il ricorso. Forse riuscirà a cancellare questo ricorso, forse no, lo sapremo solo tra qualche settimana. Di sicuro non cancellerà questo grande momento che mi ha ricordato perché ho cominciato a fare questo mestiere.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura