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Chi ci guadagna dallo scambio Abraham-Saelemaekers?
30 ago 2024
30 ago 2024
Roma e Milan si fanno un favore reciproco?
(copertina)
Foto di IMAGO / Insidefoto
(copertina) Foto di IMAGO / Insidefoto
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Non capita spesso che due squadre di alto livello dello stesso campionato si scambino due giocatori più o meno alla pari. Quando succede, specie nei giorni alla fine del mercato, è sempre per trovare una convenienza comune.


Possono davvero essere contente, allora, Roma e Milan dello scambio fra Tammy Abraham e Alexis Saelemaekers? I due si sono praticamente scambiati la maglia, non più con uno scambio definitivo ma in prestito.

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Lo scambio si è mosso su un base di convenienza reciproca: al Milan serviva un centravanti di riserva da alternare a Morata, visto che al momento né Jovic né Okafor - per motivi diversi - rassicurano molto. La Roma compra un potenziale esterno sinistro, una casella rimasta vuota nell’undici di De Rossi, e che Ghisolfi, il ds giallorosso, è sembrato finora essersi dimenticato - come se fosse stato impegnato in troppe altre operazioni.


Saelemaekers e Abraham erano in due situazioni simili: il loro ciclo nel club si è esaurito, non hanno molto spazio per giocare e sono sul mercato praticamente da giugno.


A dire il vero queste ultime settimane d’agosto sembravano aver cambiato le prospettive. Se Abraham ha giocato pochi, terrificanti, minuti all’esordio contro il Cagliari; Saelemaekers è stato schierato titolare da Fonseca nell’esordio contro il Torino e ha giocato 90 minuti. È quel tipo di giocatore le cui possibilità vengono sempre un po’ sottostimate a inizio stagione: lo si dà fuori dagli undici titolari ma la sua influenza durante l’anno finisce per crescere. Sa fare un po’ tutto, piace agli allenatori, gioca dove gli chiedi. Il Bologna lo scorso anno lo ha ceduto al Milan, e poi ha giudicato troppo alta la cifra per il suo riscatto (9,5 milioni). Eppure era stato importante per i rossoneri nelle scorse stagioni, e lo è stato per la squadra di Thiago Motta lo scorso anno. Dopo un inizio complicato, e condizionato da problemi alla caviglia, pian piano è diventato il titolare della fascia sinistra dell’attacco rossoblù, portando il suo contributo peculiare e vivendo nel finale un paio di mesi da assoluto protagonista. Il cucchiaio segnato all’Olimpico contro la Roma e la punizione segnata contro l’Udinese sono stati due gol fondamentali nella corsa Champions del Bologna.


Abraham invece è rientrato pochi mesi fa da un grave infortunio al legamento crociato del ginocchio. De Rossi al termine della scorsa stagione aveva detto di volerlo provare, forse immaginando già Lukaku lontano da Roma. È arrivata, evidentemente, una bocciatura, visto che la Roma ha investito molto su un centravanti come Dovbyk.


Saelemaekers alla Roma per giocare sulla fascia sinistra (e altrove)

Saelemaekers è un giocatore singolare. Il dribbling forse è la sua qualità migliore, ma non è un giocatore di strappi; è creativo, ma la solidità è forse il suo pregio più grande. Sembra gracile, ma ama il contatto fisico. È fumantino, ha un suo particolare carisma, litiga spesso con gli avversari.


Per quanto abbia un certo gusto tecnico per il gioco, è un giocatore che gli allenatori apprezzano per la sua generosità e per una certa intelligenza nelle letture in possesso. Perde pochi palloni, ha un gioco tecnico e pulito quando si associa con i compagni. È stato schierato un po’ in tutti i ruoli e questo è il suo punto di forza e anche il suo limite: Saelemaekers fa più o meno tutto bene ma non eccelle in niente di particolare. Ha un istinto troppo offensivo per giocare a centrocampo, ma produce poco per giocare davanti. I suoi numeri di gol e assist durante gli anni sono stati sempre bassi.

Però è un giocatore utile. Sta bene in squadre di dominio, si esalta quando può toccare molti palloni; assicura tanto controllo tecnico alle proprie squadre quando gli spazi si restringono. Ha la tecnica e la creatività per rallentare, associarsi nello stretto, trovare un filtrante vincente. Sembra adatto alla squadra che vuole diventare la Roma. Sembra, cioè, un giocatore che può migliorare ulteriormente il controllo tecnico della squadra che sulla trequarti ha già molta qualità. In spazi stretti tiene palla meglio di El Shaarawy e Zalewski.

Queste sue qualità, però, non sembrano aggiungere esattamente ciò di cui dovrebbe aver bisogno la Roma sulla fascia sinistra del suo 4-3-3 (o 4-2-3-1, o chissà?). Con rifinitori come Dybala e Soulè, che amano verticalizzare entrando dentro il campo, serviva un giocatore più verticale, con e senza il pallone. Un esterno bravo a dare profondità senza palla e a riempire l’area: un aspetto su cui la Roma difetta già dalla scorsa stagione. Oppure un giocatore bravo nell’uno contro uno per andare sul fondo con strappi verticali. Saelemaekers è solo nel 69esimo percentile per dribbling.

Radar di Statsbomb.

Saelemaekers si aggiunge a una squadra già piena di palleggiatori, e non offre caratteristiche troppo diverse da quelle già presenti. Anche se la Roma dovesse passare al 3-4-2-1 - o comunque a un modulo più ibrido con due trequartisti più accentrati - il problema di chi attacca la profondità rimarrebbe. Anzi, forse aumenterebbe, considerando i limiti atletici e tecnici degli eventuali quinti di centrocampo della Roma.

Abraham come vice-Morata?

Abraham tre anni fa arrivava alla Roma come il grande colpo dei Friedkin. Il volto del nuovo ciclo di José Mourinho. Arrivato per 40 milioni, era un attaccante di grande atletismo e con margini interessanti da finalizzatore. Il primo anno chiuso a 27 reti stagionali (anche se 10 in Conference League, competizione poco affidabile sul livello dei centravanti) prometteva tanto, ma già al secondo anno Abraham si è incartato sui limiti suoi e della Roma, che lo ha usato come fosse un giocatore diverso. Col suo gioco di transizioni lunghe la Roma provava a usare Abraham come un centravanti sgobbone che poteva far risalire la squadra tenendo palla e lavorando estenuanti duelli fisici con i difensori. Mourinho, insomma, lo ha usato come fosse Lukaku. La cosa non ha funzionato e la Roma ha quindi dovuto comprare Lukaku.


Abraham è un centravanti istintivo e con un gioco altalenante. Se in giornata è difficile da marcare, ha grandi intuizioni tecniche, quando tira o prepara il tiro. Un attaccante fisico, difficile da spostare in area di rigore, e che sa trovare soluzioni anche geniali per fare gol. Quando non è in giornata - non si sente sicuro, la partita è un po’ scarica a livello nervoso, magari ha sbagliato i primi palloni - sa essere impreciso e pasticcione fino a livelli quasi tragicomici. Circola in queste ore un video su X che racconta questo lato grottesco di Abraham davanti alla porta.

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È un video ingeneroso per cui se ne potrebbe fare uno speculare sui suoi grandi gol e le sue grandi azioni, specie della stagione 2021/22. E infatti eccolo:

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Esistono entrambi i lati di Abraham. Quello goffo e ridicolo, in cui non si limita a sbagliare i gol ma a sbagliarli in modo spettacolare, incartandosi su un corpo da gnù, troppo lungo per poterlo coordinare. E poi un lato luminoso, di un attaccante alto, dinoccolato, in realtà agile e con un istinto creativo genuinamente bello nel concludere a rete.

Al Milan troverà una squadra che lo aiuterà a nascondere meglio i propri limiti. Abraham dà il meglio quando riceve negli ultimi metri, meglio ancora se fronte alla porta. Deve concentrarsi sulla definizione dell’azione e non sprecare energie che lui - per generosità e per disordine - tende a disperdere. In una squadra strapiena di trequartisti dovrà muoversi in profondità, avere una buona presenza in area ed essere preciso sotto porta. Sulle prime due non ci sono dubbi, sulla terza dipende molto dalle sicurezze che riuscirà a recuperare. Abraham non è tornato lo stesso dai problemi al ginocchio, ma non è chiaro se questi problemi siano di origine più fisica o mentale. Fisicamente è sembrato a posto, anche se la mancanza di continuità gli ha tolto brillantezza. Negli ultimi anni ha segnato poco: 1 gol lo scorso anno e 8 quello prima. Anche nella sua migliore stagione in A, però, quella da 17 gol, ha segnato meno di quanto avrebbe dovuto calcolando i suoi xG. Insomma: non sarà mai un attaccante preciso, ma uno da grandi fiammate estemporanee, anche in partite importanti. Con la maglia della Roma ha segnato spesso negli scontri diretti, quando la squadra faticava di più - certo, ha anche sbagliato un gol fatto contro il Leverkusen nella semifinale di Europa League.

Abraham è un giocatore emotivo: ha bisogno di sentirsi amato, al centro del progetto e in connessione con i compagni. All’inizio sicuramente giocherà con grande energia, ma il Milan e Fonseca dovranno costruirgli il contesto giusto, non solo tattico, per dare continuità e consistenza al suo entusiasmo iniziale, che fa presto a spegnersi.

Chi ci guadagna?

L’operazione doveva chiudersi con un conguaglio di 7 o 10 milioni a favore della Roma, ma alla fine le due squadre non si sono accordate sulla cifra e l’operazione si è fatta con uno scambio di prestiti. Un movimento che sicuramente ha lasciato meno insoddisfatti i tifosi del Milan, e forse ha tolto alla Roma un po’ di potere nelle operazioni di fine mercato.

Quindi tutti contenti?

Nell’immediato forse la Roma è la squadra che guadagna di più da questo scambio: prende un giocatore pronto, solido, versatile, utile nell’undici titolare potenzialmente da subito. Un giocatore di livello e maturo, che viene da una grande stagione e la cui fiducia sembra in crescita.

Il Milan con Abraham fa una scommessa ed è per questo probabilmente che alla fine i rossoneri hanno preferito fare un prestito. Un'operazione che li toglie dai rischi di un giocatore con un ingaggio pesante. Abraham viene da un grosso infortunio e da due stagioni negative; non ha mai chiarito del tutto il proprio valore. Se una squadra come il Milan lo ricerca è soprattutto una questione di mercato: ci sono pochi centravanti di livello al mondo, e il suo potenziale è allettante per un club come il Milan. Abraham ha già dimostrato di avere un talento e delle intuizioni che, se aggiustate, possono essere da numero nove di livello.

A essere onesti nessuna delle due squadre sembra poter guadagnare più di tanto da questo scambio: Saelemaekers è un ripiego rispetto al tipo d'esterno che serviva alla Roma, e Abraham forse non offre un'alternativa così interessante nel ruolo per il Milan. Entrambi sembrano finiti in queste squadre per inerzia: starà a loro dimostrare di essere più utili di quanto lo scetticismo generale lasci immaginare.

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