Nell'Inghilterra altomedioevale la famiglia dei Lancaster regnò consecutivamente per 62 anni, dal 1399 al 1461. Enrico VI salì al potere nel 1422 e vi rimase saldamente fino al momento in cui, nel 1455, scoppiò la "guerra delle due rose" tra le famiglie dei Lancaster e degli York per la successione al trono. Enrico fu deposto nel 1461 e da lì ebbe inizio una lunga alternanza al potere tra le due casate.
Al momento dell'ipotizzabile ritiro di Gianluigi Buffon dalla maglia azzurra, dopo i Mondiali di Russia del 2018, è molto probabile che si crei una guerra di successione simile a quella inglese del quindicesimo secolo per ereditare il suo trono. Dal biennio 1998-2000 Buffon è infatti ininterrottamente considerato l'indiscusso portiere titolare della Nazionale italiana. La sua presenza in campo ha negli anni travalicato i meriti sportivi fino a diventare una figura sempre più mitizzata e rassicurante nel pacchetto difensivo e nello spogliatoio della Nazionale. Buffon ha assorbito le attenzioni dei giovani talenti della porta e ha polverizzato un'intera Lost generation di tutti i Numero Uno azzurri nati prima degli anni Novanta.
Le nuove rivelazioni
La stagione 2015-16 ha permesso a due nuove figure di inserirsi nell'ambiziosa lotta al titolo platonico - e abusato - di "Buffon del futuro". Pierluigi Gollini aveva già esordito in Serie A con il Verona nella quarta giornata della stagione precedente (sostituendo gli indisponibili Rafael e Benussi nel match casalingo contro il Genoa), ma il campionato in corso ha permesso a Gollini di affermarsi come titolare dopo le sole 3 presenze del 2014-15. Il grande shock l'opinione pubblica lo ha però subito con il debutto e l'esplosione di Gianluigi Donnarumma, chiamato a proteggere la porta del Milan a 16 anni.
L'impatto che Donnarumma ha avuto con il calcio italiano ha messo in crisi la pletora di portieri che si erano messi in fila. Il campano ha sgomitato tra i vari Bardi, Leali, Scuffet, Cragno (al quale ha recentemente tolto il posto di titolare nell'Under 21), Sportiello, fino a diventare una minaccia per Mattia Perin che molti consideravano già Il Futuro.
Anche Youtube si chiede chi tra Donnarumma e Perin sarà il "nuovo Buffon".
Donnarumma è nato a Castellammare di Stabia il 25 febbraio 1999 ed è concittadino di Fabio Quagliarella. Suo fratello maggiore Antonio - anche lui portiere - ha avuto una brillante carriera nel settore giovanile del Milan con lo scudetto Allievi nel 2007 fino ad esordire in Serie A a Bologna con la maglia del Genoa, e attualmente è riserva di Perin proprio nel Genoa. Gianluigi si è invece allontanato da casa a 14 anni, prelevato anche lui dal Milan dopo essere stato a un passo dalle giovanili dell'Inter.
Donnarumma senior risponde così a Diamanti. Buon sangue di famiglia.
Daniele Morrone aveva opportunamente preso le parole di Vincenzo Fiorillo per spiegare le difficoltà che un giovane portiere italiano deve fronteggiare ai suoi esordi: «All’inizio ho peccato di troppa sicurezza. Quando sei giovane pensi che tutto sia dovuto. Ai primi errori, poi, ho perso la tranquillità. In Italia facciamo troppo presto ad appiccicare etichette come questa. Poi, al primo errore, è chiaro che non puoi essere l’erede di Buffon e passi da tutto a niente. Ti cancellano». Non è stato così per Donnarumma che dopo il primo errore nel match di esordio ha reagito inanellando una serie di prestazioni decisive per una crescita progressiva sotto tutti gli aspetti.
La punizione di Berardi, con gol subito sul proprio palo, è il battesimo del fuoco in Serie A per Donnarumma.
Pierluigi Gollini è nato a Bologna il 18 marzo 1995 e ha invece scelto l'Inghilterra per completare la propria formazione giovanile calcistica iniziata nella Spal e nella Fiorentina. Dal 2011 al 2014 Gollini ha vestito la maglia del Manchester United senza debuttare in prima squadra, ma a 19 anni ha deciso di tornare in Italia. In questa intervista, nel suo primo ritiro con il Verona, gli viene chiesto come faccia ad affrontare la rivalità con un "monumento" come Rafael, fedele agli scaligeri dalla Lega Pro. Con sicurezza di sé Gollini risponde che ha molto da imparare da un portiere con più esperienza di lui e che con lui si è comportato bene, dandogli consigli. Anche questi saranno decisivi per far sì che, dopo un anno, Gollini si sia preso definitivamente in mano le chiavi della porta del Verona.
Chiudere lo specchio della porta
Un malizioso dietrologista avrebbe potuto pensare che, per togliere dalla porta del Milan un fuoriclasse come Diego Lopez, Donnarumma abbia in realtà usufruito della potenza del suo agente Mino Raiola. Il Milan avrebbe così valorizzato un calciatore del vivaio ed eventualmente realizzato una discreta plusvalenza. Osservando le qualità che il portiere minorenne ha fatto gradualmente emergere si capisce quanto sia invece legittima la scelta di Mihajlovic.
Donnarumma è alto 1,96 metri per 90 chilogrammi di peso, sufficienti per ipotizzare che il lavoro di massa muscolare sul suo corpo sia pressoché terminato, nonostante l’età. Un eventuale aumento di forza e di peso rischierebbe oltretutto di atrofizzare quella straordinaria agilità di cui dispone e che dovrà conservare in ogni modo.
Donnarumma non solo possiede capacità di riflessi e di reazione fuori dal comune, ma il suo corpo estremamente snodato gli permette di far fronte ai suoi centimetri e nonostante tutto di essere molto abile ad accartocciarsi per "cercare" le palle rasoterra o comunque basse. In tutto questo il portiere campano è aiutato anche da una grande sensibilità sul terreno e contemporaneamente capacità di far scivolare nel modo giusto sia le braccia che il corpo.
Due esempi leggermente differenti di reattività di Donnarumma sulle palle basse, rispettivamente contro Atalanta e Inter. Soprattutto quello contro l'Atalanta (sopra) sul colpo di testa schiacciato di Cigarini (che gli rimbalza davanti) è un intervento veramente impressionante.
L'abilità che Donnarumma ha nel far scivolare il corpo a terra è molto importante anche nelle uscite basse. Riuscire a scorrere bene sull'erba è fondamentale per avere un leggero tempo di anticipo sull'attaccante lanciato in corsa e per controllare la palla rasoterra, allo stesso modo in cui i tennisti scivolano con i piedi per recuperare una palla corta.
Un discreto scatto.
Il portiere campano è dotato anche di una forza esplosiva nelle gambe unica per la sua età e raramente rintracciabile in molti altri colleghi. Le gambe-molla producono un'energia cinetica che permette a Donnarumma di coprire ampie distanze attraverso dei balzi rapidi e a lunga gittata. Ovviamente questa caratteristica è fondamentale per compiere interventi in cui la palla è lontana dal corpo, sia da distanza ravvicinata come nella famosa doppia parata contro l'Udinese (in occasione del gol di Armero), sia per neutralizzare conclusioni dal limite dirette in prossimità dell'incrocio dei pali.
Surplus di allungo dato dalla mano di richiamo.
Pierluigi Gollini, dal canto suo, è in possesso di ottimi riflessi e agilità ma rispetto al portiere del Milan sembra meno abile nella gestione di spazi più ampi, con un'esplosività sulle gambe e una rapidità di piedi (quella che nel tennis viene chiamata footwork) inferiori. Gollini è una delle poche note felici di una squadra alla deriva, le cui difficoltà difensive hanno permesso al portiere di sfoggiare una serie di interventi di istinto, spesso da distanza ravvicinata, molto spettacolari.
Quelle su Salah (sopra) e Kalinic (sotto) sono le parate-copertina della stagione di Gollini. Valse un punto ciascuna, strappati all'Olimpico e a Firenze.
Una caratteristica tecnica che accomuna Gollini e Donnarumma è la capacità di allungare il corpo, e quindi le braccia, per coprire più specchio della porta possibile. In particolar modo il portiere del Verona la utilizza per compensare la rapidità dei suoi piedi non sempre eccezionale e i conseguenti spostamenti laterali a volte macchinosi.
La situazione si capovolge prendendo in considerazione la gestione degli uno contro uno. Gollini si rifugia molto spesso in una posizione tipica da calcio a 5 - con il busto eretto, le braccia aperte e le ginocchia piegate da un lato - potenzialmente efficace in situazioni di "tu per tu" ravvicinato, e tendenzialmente è molto più aggressivo di Donnarumma ad andare incontro al portatore di palla. La postura "a croce" non sempre dà successo a Gollini e va in qualche modo leggermente migliorata, anche se con una buona base alle spalle. Donnarumma rimane invece in una posizione simmetrica ma che teoricamente gli permette di coprire una parte inferiore dello specchio della porta e di essere più facilmente battuto rasoterra. Non è un caso che il portiere del Verona sembrerebbe più a proprio agio di quello del Milan nelle parate di istinto con i piedi.
Gollini (sopra) e Donnarumma (sotto) nei loro differenti assetti.
Il nuovo Neuer?
La posizione del calcio a 5 nell'uno contro uno è tipica di Manuel Neuer, che Donnarumma ha detto di seguire come esempio, chiamando però in causa altri fattori: «Nel gioco con i piedi e nelle uscite Neuer è fantastico. Guardo tantissime sue partite e a volte gioco come lui».
La caratteristica più sbalorditiva di Donnarumma è infatti probabilmente l'abilità nelle uscite in avanti, se necessario direttamente fuori area. Mauro Bianchessi, responsabile scouting delle giovanili del Milan, scriveva già così sul suo taccuino nel febbraio 2013: «Lettura della partita e copertura della porta e del campo: impressionante». Già nelle giovanili Donnarumma colpiva per la capacità di prendersi la responsabilità di uscire tempestivamente fuori dall'area, caratteristica che ha trapiantato in Serie A e sulla quale è già forse il miglior portiere italiano e uno dei migliori in Europa.
La cosa più bella dell'ultimo derby: l'uscita di petto fuori area di Donnarumma in leggero anticipo su Jovetic lanciato da un errore di lettura di Alex. Un intervento di una difficoltà mostruosa.
Già quando il portatore avversario sta per compiere la giocata, Donnarumma è subito pronto in posizione avanzata ad intervenire eventualmente, leggendo il gioco. Un portiere così coraggioso e sempre tempestivo regala una sicurezza enorme all'intero pacchetto difensivo, permettendo magari ai centrali di tentare ogni tanto qualche anticipo un po' più azzardato del solito, consapevoli di avere le spalle coperte. Dal punto di vista tattico consente anche alla linea difensiva di stare più alta, accompagnando l'aggressione alta ai primi portatori di palla avversari o cercando di mettere il centravanti nemico nella trappola del fuorigioco con più sicurezza.
Romagnoli infatti applaude compiaciuto.
Nella partita di San Siro contro la Fiorentina, ad esempio, il Milan ha approfittato dell'assenza del regista arretrato dei viola (Gonzalo Rodriguez) per alzare il pressing e far arrivare meno rifornimenti possibili al famoso "quadrato", composto in quel match da Vecino, Mario Suarez, Ilicic e Borja Valero. Con il passare dei minuti il Milan ha progressivamente abbassato il baricentro fino a rintanarsi in un 4-5-1 in fase di non possesso con Niang quinto esterno di destra, ma nelle fasi iniziali sia del primo che del secondo tempo i rossoneri hanno sporcato efficacemente la manovra bassa dei viola. Alzare contemporaneamente la linea difensiva e concedere la profondità a Kalinic (molto abile ad attaccarla) è più semplice con un portiere aggressivo e preciso nelle uscite verticali come Donnarumma.
A Kalinic non sembrava vero di essere in posizione regolare oltre la linea dei difensori del Milan, ma in porta c'è Donnarumma.
Il Verona è invece una squadra che difende mediamente più bassa rispetto al Milan, con una linea piuttosto stretta in ampiezza, giocandosi la carta delle palle alte sulle quali i centrali (Moras, Helander, Samir) sono molto forti. In questo senso Gollini non ha molte opportunità per essere sollecitato a chiudere lo spazio uscendo in avanti o fuori area come spesso decide di fare Donnarumma, e anche nei pochi casi in cui è stato chiamato a farlo non ha mostrato lo stesso tempismo e la stessa precisione del portiere del Milan.
In questo caso Gollini è stato graziato da Martinez, altrimenti il Verona avrebbe conosciuto un'altra sconfitta.
Donnarumma partecipa al giro palla come un vero e proprio elemento della costruzione bassa. È ormai consuetudine, specialmente per le squadre che si schierano con una linea difensiva a 4, allargare i centrali di difesa per iniziare l'impostazione, abbassando un mediano per completare la famosa salida lavolpiana e avere superiorità numerica. A volte il Milan, così come l'Inter con Handanovic, avvicina leggermente Donnarumma in mezzo ai difensori centrali quando non ha l'opportunità di arretrare un mediano (Montolivo nella maggior parte dei casi, ma a volte Bertolacci).
Donnarumma è chiamato in causa nell'impostazione. Montolivo arriva in ritardo e si porta dietro un avversario. Nonostante la formazione di un rombo, Donnarumma si ritrova con un pericoloso 3 contro 3 davanti a sé. Per uscire da questa situazione effettua un laser-pass dettato da Bertolacci (lontano). Un passaggio rischioso ma efficace, da regista vero, che taglia 20 metri di campo e sterilizza il pressing dei 3 attaccanti dell'Udinese, tagliati fuori. Un po' come quando nel rombo dell'impostazione juventina il vertice alto è efficacemente schermato, la responsabilità passa al vertice basso (Bonucci nei bianconeri), che in questo caso è un portiere.
Il Verona non si prende invece il rischio di responsabilizzare Gollini nella prima impostazione, anche e soprattutto perché il suo calcio è spesso diretto a cercare le punte (Toni in particolare) con palle lunghe.
Il Milan non ha un attaccante efficace come Toni nella conquista dei rinvii lunghi: con Bacca preferibilmente da servire a terra, Donnarumma ha cercato quasi sempre Niang fin quando è stato disponibile, Luiz Adriano e Balotelli dopo l'infortunio del francese. Quando cerca invece di effettuare un lancio non troppo diretto al centro, e quindi di smistare in diagonale (con più spazio) verso una fascia laterale, Donnarumma sceglie quasi sempre di rinviare verso l'esterno destro alto. Il portiere campano non è però sempre stato costante nella precisione dei propri lanci lunghi.
Donnarumma quando decide di smistare verso l'esterno un rilancio lungo lo fa sempre verso il lato destro, anche nei casi in cui è evidente che il Milan abbia poche chance di vincere il duello aereo (come in questo caso, con De Sciglio facile preda di Dramé).
Nel match di Napoli, ad esempio, il rinvio lungo di Donnarumma avrebbe dovuto essere (e così poi è stato) una delle poche occasioni per il Milan per poter costruire un possesso, con la squadra di Sarri sempre aggressiva ed efficace nel proprio pressing alto. L'incostanza nella precisione del portiere ha impedito al Milan di sfruttare questa situazione di gioco. Donnarumma ha tempo e margine per lavorare anche sulla tecnica di calcio, rendendo più tesi e penetranti i propri rinvii: generalmente i lanci "a campanile" favoriscono il difensore, che ha tempo per spostarsi sulla zona della palla e non è chiamato come l'attaccante a spizzare più scomodamente spalle alla porta.
Donnarumma su questo rinvio pesca il mismatch aereo Honda-Koulibaly, improbabile per il milanista. Il Napoli riconquista subito il pallone.
Tra i portieri con almeno 10 presenze in questa stagione, Gollini ha la più alta lunghezza media dei propri passaggi con 47 metri, davanti a Karnezis e Belec con 46 metri. La percentuale di passaggi totali riusciti è però nettamente superiore agli altri due estremi difensori, con un 57% che prevale molto nettamente sul 48% di Karnezis e addirittura sul 34% di Belec. Ovviamente Toni è una sponda molto più efficace rispetto agli attaccanti più fisicati dell'Udinese (Zapata, Thereau, Perica) o del Carpi (Mbakogu, Borriello prima del trasferimento).
In questo modo il rinvio lungo di Gollini è estremamente facilitato e al momento sufficiente. Sarà invece più interessante valutarlo dopo il ritiro dal calcio di Toni, se Gollini decidesse di rimanere a Verona in Serie B, anche se il suo calcio appare comunque più secco, teso e costantemente profondo (e centrale) di quello di Donnarumma. Eppure non è un caso che dopo la partita di Bologna - nella quale Toni era indisponibile - la percentuale stagionale di successo dei passaggi di Gollini sia scesa di un punto percentuale, da 61% a 60% - con invariata lunghezza media dei passaggi - scendendo fino al 57% attuale dopo il minutaggio molto ridotto di Toni nelle ultime partite e dopo la partita contro la Juventus in cui vincere i duelli aerei contro i 3 centrali (Barzagli, Bonucci e Rugani in questo caso) è sempre molto complicato.
Anche con una buona gittata come quella di Gollini, è difficile uscire dalla pressione del Napoli con un lancio lungo se a raccogliere il rinvio c'è Pazzini anziché Toni.
Le vie aeree
Parlando degli aspetti tecnici sui quali Donnarumma ha margini di miglioramento, Daniele Morrone aveva giustamente puntato l'indice anche sulla presa. Il portiere campano non ha ancora mostrato una presa di ferro capace di inchiodare il pallone, con le sue braccia che rimangono ancora un po' contratte. La carenza di sicurezza in questo fondamentale ha messo anche a nudo una certa inesperienza - ampiamente giustificabile a quell'età - nella gestione delle respinte laterali, che almeno un paio di volte sono costate care a Donnarumma, anche se poi è sembrato aver imparato la lezione. Al momento attuale anche Gollini sembrerebbe accusare lo stesso problema, palesato in almeno un paio di occasioni.
Questa respinta imprecisa di Donnarumma costa 2 punti al Milan a Empoli. Per fortuna dei rossoneri un episodio simile contro il Genoa si è dimostrato irrilevante sul risultato finale.
I limiti nella capacità di bloccare il pallone sono evidenti nelle uscite alte, nelle quali Donnarumma raramente riesce a distendere le braccia e fermare la palla con sicurezza in un'area affollata. Il Numero Uno del Milan si rifugia a volte in respinte di pugno su palle alte mediamente agevoli per un portiere medio della categoria, risultando il terzo in Serie A (con almeno 10 presenze) come numero di uscite di pugno per 90 minuti (0,85) contro le 0,44 di Gollini, che pure effettua più uscite alte totali rispetto a Donnarumma (2,54 contro 2,42 per 90 minuti). In altri casi il portiere rossonero rimane tra i pali senza la spavalderia che lo contraddistingue nelle uscite verticali a chiudere lo spazio in avanti, in altri ancora esegue un tipo di uscita di pugno in tuffo che gli riesce particolarmente bene, nascondendo i propri limiti nella presa ma esaltando l'elasticità delle proprie gambe.
Nelle ultime partite sta perfino aumentando la sicurezza di Donnarumma in questi tipi di intervento.
Gollini e Donnarumma sono stati in parte fortunati a battezzare la loro prima stagione da titolari in Serie A difendendo la porta di due squadre mediamente forti in fase difensiva sulle palle inattive. Sarebbe stato molto più complicato per il portiere del Milan esordire nella stagione di Inzaghi, a fronteggiare una preoccupante emorragia di gol subiti sui calci piazzati.
Entrambi i giovani Numeri Uno escono infatti meno spesso rispetto ai rispettivi, più esperti, predecessori. Diego Lopez, nonostante qualche errore di troppo, ha una media di 3,13 uscite per 90 minuti contro le 2,42 di Donnarumma. Rafael invece si attesta sulle 3,3 uscite positive e 0,18 fallite sui 90 minuti, con Gollini che ha il 100% di trasformazione positiva delle proprie uscite alte ma con soli 2,54 interventi nello stesso intervallo di tempo.
Ovviamente il Verona, una squadra con fasi di possesso ridotte rispetto al Milan (47% medio contro il 52% medio dei rossoneri), è maggiormente soggetto alla pressione dell'avversario e inevitabilmente anche ai cross, con i suoi portieri chiamati più spesso alle uscite alte rispetto a quelli del Milan. Probabilmente i giovani estremi difensori, abituati nelle giovanili a traversoni molto meno tagliati e velenosi di quelli della Serie A, hanno ancora bisogno di esperienza per trovare il giusto ritmo sulle palle alte. Non è un caso che Gollini nel 2014-15 effettuasse 2 uscite per 90 minuti contro le 2,91 di Benussi e le 3,28 di Rafael, e abbia quindi aumentato gli interventi aerei in questa stagione molto più del brasiliano.
Quale futuro?
In un ruolo come quello del portiere, che richiede continue responsabilità e una creatività decisamente limitata, la solidità mentale è un fattore ancora più determinante. Sia Gollini che Donnarumma hanno dimostrato una certa fermezza e tranquillità che potrebbe portarli lontano.
Intervistato alla vigilia della sfida contro il Milan Gollini ha speso grandi parole su Donnarumma ma anche (in parte) su se stesso: «Non lo conosco molto ma mi sembra un ragazzo molto a posto, genuino, ed è un grande talento. Per difendere la porta del Milan a 17 anni ci vogliono qualità e personalità importanti. È sempre sereno pur conscio della maglia che porta. Penso che sia anche una mia qualità, sono sempre tranquillo e lucido, e spero che la nostra "sfida" vada avanti negli anni». Marco Amelia ha aggiunto un altro elemento fondamentale parlando di Donnarumma, ma che potrebbe essere facilmente riconducibile anche a Gollini: «Quest'anno, trascinato dall'entusiasmo, è un po' più facile giocare. L'anno prossimo, quando si dovrà riconfermare, sarà chiamato a dare molte risposte. Deve rimanere con questo atteggiamento».
Si potrebbe indubbiamente dedurre che Gollini sia un portiere più classico e Donnarumma invece più futuristico, superiore al Numero Uno del Verona anche in svariati fondamentali tradizionali. L'accostamento abbozzato a Neuer lo rende un giocatore dal potenziale altissimo e ancora ampiamente esplorabile. Soprattutto perché il ruolo del portiere potrebbe subire una trasformazione nel corso degli anni, con l'estremo difensore sempre più partecipe nella costruzione del gioco per creare maggiore superiorità numerica possibile in impostazione. Un po' come nella filosofia guardioliana del suo Bayern, dove Neuer è attivamente coinvolto in un blocco di 8 giocatori deputati all'uscita della palla in determinate situazioni.
Il Bayer Leverkusen, con la sua sofisticata struttura, sporca la costruzione orizzontale del Bayern. Neuer detta il gioco e guida una transizione più verticale passando per Lahm, in posizione di terzino vero, eludendo la pressione centrale delle aspirine.
Oltre all'abilità nell'uno contro uno, a Donnarumma manca (per avvicinarsi a Neuer) anche un altro elemento tecnico e tattico fondamentale che è quello del rilancio penetrante con le mani. Il portierone tedesco lo esegue spesso a seguito di un'uscita alta, innescando così l'improvviso contropiede dopo aver liberato la propria area. Le imprecisioni di Donnarumma nella presa alta e nella tecnica del rinvio con le mani lo rendono ancora inefficace in queste potenziali situazioni di gioco.
Tra qualche anno il portiere del Milan potrebbe avere successo anche in queste giocate.
Daniele Morrone aveva invece paragonato Donnarumma a Toldo, giustamente (anche in questo caso) e per altri motivi. Forse al giovane portiere del Milan non interessa essere "nuovo Buffon", "nuovo Neuer", "nuovo Toldo". Forse se fosse concessa più libertà di sincerità nelle interviste, senza cercare polemiche anguste, Donnarumma risponderebbe nello stesso modo in cui Mats Wilander freddò un giornalista che gli chiese se si sentisse l'erede di Bjorn Borg: «Io non sono Borg n.2, ma Wilander n.1».