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Se l'NBA fosse come Game of Thrones
14 lug 2017
5 giocatori che non sfigurerebbero a fianco di Cersei Lannister e Jon Snow.
(articolo)
7 min
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La settima, attesissima stagione di Game of Thrones è in arrivo e sugli sviluppi di trama vige il più stretto riserbo. Tuttavia, i pochi indizi forniti dal trailer o emersi da qualche incursione più o meno clandestina sul set hanno scatenato le fantasie degli appassionati, e il turbinio di spoiler che attraversa la rete in questi giorni è un concentrato di audace creatività. Noi de l’Ultimo Uomo non vogliamo certo essere da meno: questa è la lista dei cinque giocatori NBA che potreste vedere schierati a fianco dei possibili candidati al trono durante le prossime settimane.

Steven Adams

La somiglianza con Jason Momoa, il Khal Drogo nelle prime due stagioni della serie, ha già procurato spassosi equivoci al giocatore neozelandese. Difficile quindi non immaginario al fianco di Daenerys Targaryen in viaggio verso la conquista del Continente Occidentale. Impersonificazione esemplare della vocazione selvaggia dei Dothraki, su Adams ricadrebbe l’onere di tenere a bada le ingombranti personalità dell’aspirante regina e del suo alleato Tyrion Lannister. Volendo vedere, si tratta di un compito non troppo dissimile da quello che lo attenderà a fine ottobre nelle nuova versione dei Thunder, caratterizzata dal complesso incrocio di ego tra l’MVP Russell Westbrook e il nuovo arrivato Paul George. La buona riuscita dell’attacco ad Approdo del Re, così come il successo della stagione di OKC, dipenderà anche dalla volontà di sacrificio di Steven Adams. Fin qui, quando c’è stato da giocare sporco e usare mani e gomiti, il ragazzo non si è mai tirato indietro.

Blake Griffin

Ora che, dopo l’addio di Chris Paul, è rimasto solo ad agitare lo stendardo dei Clippers, Blake Griffin può ambire a nuovi obiettivi. Personaggio controverso ma pur sempre fedele a se stesso e alla propria bandiera, il contratto appena firmato appare viatico a una carriera da trascorrere interamente sulla sponda meno luminosa di L.A., Griffin risulterebbe rinforzo ambito da tutte le parti in causa. A far propendere l’ala dei Clippers verso i Lannister potrebbe essere l’affinità con Jaime, lo Sterminatore di Re. Ad accomunarli, oltre al complicato rapporto di amore/odio con le persone più vicine (la gemella Cersei per Jaime, l’ex-sodale CP3 per Blake), c’è la mano destra. Amputata a tradimento da Locke durante la prigionia al giogo di Roose Bolton, Jaime ha dovuto adattarsi e combattere avvalendosi solo della sinistra, laddove Blake Griffin, ai margini di un incidente avvenuto nel gennaio del 2016 e mai del tutto chiarito, si è procurato una frattura che lo ha tenuto fuori per sei settimane. Memore della recente, dolorosa dipartita di Paul, Griffin avrà l’onere di aiutare Jaime affinché gli screzi con Cersei non degenerino, sfociando in un altra separazione — anche perché in Game of Thrones non esiste niente di simile a un sign & trade e le diatribe, soprattutto quelle tra famigliari e amici fraterni, si risolvono con abbondante spargimento di sangue.

Derrick Rose

Solo chi ha varcato il confine tra la vita e la morte, riuscendo a tornare indietro, può comprendere la fragilità dell’esistenza. Sportivamente parlando, Derrick Rose ha attraversato quel confine, e non una volta sola. La prima nell’aprile 2012, dopo essere stato il più giovane MVP della storia, e poi ancora nel novembre 2013, dopo diciotto mesi di sosta forzata. A tradirlo, prima il ginocchio sinistro e in seguito quello destro, un doppio intervento a cui ne è seguito un terzo, più blando, a inizio 2015. Da lì in poi, la vita sul parquet non è stata più la stessa per il ragazzo del South Side. A tradire Jon Snow, invece, è risultata una vile congiura dei Guardiani della Notte, ovvero la confraternita a cui aveva consacrato la propria esistenza. Per riportarne in vita il corpo esangue non poteva bastare un banale intervento in artroscopia, è stato quindi necessario ricorrere a un rituale magico di resurrezione. Una volta riprese le forze, Jon Snow è riuscito in breve tempo a riconquistare Grande Inverno per poi venire acclamato Re del Nord. A Rose, lasciata la natia Chicago per vestire la gloriosa maglia dei New York Knicks, non è andata altrettanto bene: senza contratto e senza uno straccio di squadra interessata a ingaggiarlo, l’ex-scelta numero 1 al Draft del 2008 potrebbe perciò decidere di arruolarsi nel multiforme esercito riunitosi con l’obbiettivo di far sedere Jon Snow sul Trono di Spade. In fondo, ormai abituati al ruolo di cani sciolti, hanno entrambi sprezzo della disciplina. La propensione a considerarsi fuori dagli schemi è spesso sfociata in decisioni repentine che hanno lasciato di stucco i compagni di viaggio, come quella di Jon Snow di abbandonare i Guardiani della Notte o le fughe clandestine di Rose. I problemi comunicativi, di conseguenza, potrebbero rappresentare un ostacolo. Tuttavia, Jon Snow e Derrick Rose, due che non hanno niente da perdere perché hanno già perso tutto, affronterebbero la battaglia con la medesima disposizione, che si tratti di sguainare la spada o attaccare il ferro: avanti a testa bassa, senza paura.

Markieff & Marcus Morris

Succede, nella vita come nello sport: all’interno di una contesa, quando nessuno se l’aspetta, ecco spuntare un outsider che spariglia il gioco. Anche se le quotazioni dei soliti, lungimiranti bookmakers inglesi delineano una corsa a tre Cersei Lannister-Daenerys Targaryen-Jon Snow, non è detto che alla fine non sia qualcuno altro a sedere sul Trono di Spade. Arya Stark, dopo un tortuoso pellegrinaggio che a tratti sembrava non poter finire mai, è ora diretta verso casa: quale sia il suo piano, una volta giunta a Grande Inverno, non è dato sapere. Di certo c’è il fatto che, rispetto ai tre contendenti più accreditati, la giovane Stark non dispone di eserciti o alleanze. L’esperienza maturata nella Casa del Bianco e del Nero, però, le ha insegnato a sfruttare l’artificio e le sue mille potenzialità illusorie. Nel tentativo di provare a farsi strada tra rivali ben più numerosi e attrezzati, Arya potrebbe essere affiancata dall’ibrido gemellare Markieff-Marcus Morris. Entità ambigua, a volte in forma di un uomo solo, spesso di due esemplari perfettamente identici. I primi, diabolici esperimenti sono andati in scena durante gli scorsi playoff. Voci insistenti riportano come i gemelli Morris, separati o in uno, abbiano trascorso l’estate al cospetto degli Uomini Senza Volto, onde perfezionare l’arte del camuffamento e le loro abilità trasformiste. Prima dell’annunciato incrocio ai piani alti della Eastern Conference sull’asse Boston-Washington, è quindi probabile che li vedremo sbucare alle spalle dei nemici, pronti a dar manforte alla furia vendicatrice di Arya.

Thon Maker

In un ambiente come quello della NBA, che spesso considera abiura il passaggio a un’altra squadra da parte di un giocatore, il tradimento è qualcosa di quasi inconcepibile. Viceversa, quando la posta in gioco è il potere assoluto sui Sette Regni, tutto appare lecito. I tre maggiori schieramenti mostrano crepe al loro interno, rivalità e vecchi attriti pronti a riaffiorare, gelosie che potrebbero sabotare il tentativo di dominio. Sansa Stark, ad esempio, combattuta tra la fedeltà promessa alla causa del fratellastro Jon Snow e l’allettante possibilità di sedere lei stessa sul trono prospettatagli dal sibillino Ditocorto, potrebbe infine decidere di tentare il rovesciamento. Ovviamente il colpo di mano richiederebbe un tempismo perfetto e l’utilizzo del fattore sorpresa, magari supportato da un espediente segreto. Thon Maker, vero e proprio mistero in una NBA dove si sa tutto di tutti fin nei minimi particolari, sembrerebbe fare al caso di Sansa e Ditocorto. Dalle origini misteriose a un percorso di vita in transito tra Sud Sudan, Australia, Canada e Stati Uniti , la storia personale del centro dei Bucks è un evidente prologo all’entrata in scena nel Trono di Spade. Quel nome, poi, sembra uscito dalla penna di George R.R. Martin, così come l’incollocabilità temporale della sua venuta al mondo. Qualora tutto questo non bastasse, ci sarebbe comunque la fisicità del tutto fuori dalla norma: 216 centimetri d’altezza per 220 abbondanti d’apertura alare, a renderlo degno rimpiazzo del compianto Wun Wun. Non potendo ricorrere a rituali magici e in mancanza di draghi da addomesticare, Sansa e Ditocorto potrebbero puntare proprio sul discendente della tribù dei Dinka per sbaragliare il campo. Dovesse andar male, Thon Maker potrà sempre tornare a Milwaukee, dove un altro scherzo della natura ancor più bizzarro di lui lo aspetta con trepidazione. Forgiati dai gelidi inverni del Wisconsin, gli Estranei guidati da Jason Kidd sembrano pronti a sfondare la Barriera e sconvolgere l’NBA.

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