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6 tricks di Steph e Kyrie
10 giu 2016
6 modi per umiliare i vostri avversari al campetto quest'estate.
(articolo)
5 min
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Ok le percentuali, ok le lavagne tattiche, ok gli aggiustamenti difensivi, ma ricordiamoci il primo e fondamentale motivo per cui guardiamo l’NBA: copiare i trick dei giocatori e rifarli al campetto in faccia a nostro cugino. Queste finali fortunatamente mettono sul piatto due play ipnotizzanti, due maghi del ball-handling, i soggetti preferiti dai normali giocatori di basket poiché ti fanno illudere che conti solo la tecnica e non la stazza, l'altezza o il fatto di poter schiacciare tomahawk in faccia al centro altrui.

Steph Curry e Kyrie Irving, 191 cm x 86 kg entrambi (almeno ufficialmente), sono dotati di una tecnica individuale aliena ma soprattutto sono poco inclini a nasconderla al resto del mondo. Ho scelto sei momenti di basket meraviglioso che ci hanno regalato Curry e Irving in questa stagione, sei trick che possiamo portare al campetto per guadagnarci il rispetto dell’oratorio quest’estate e dare un impatto reale a queste Finals nella vita di tutti i giorni. Di seguito riporterò dei brevi tutorial per impararli.

Fresh Prince Shaking

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Lo Shake & Bake è uno dei piatti preferiti da Irving. In sostanza si tratta di un dietroschiena-dietroschiena, ovverosia un classico crossover in cui si incrocia la palla davanti al difensore, però fatto dietro la schiena. Allora: puntate in corsa l'avversario, passatevela dietro schiena con la mano destra verso sinistra e poi subito con la sinistra verso destra; se lo fate alla velocità di Irving, avrete guadagnato lo spazio giusto per buttarvi dentro (per calcolare il "velocissimo" di Irving, pensate al massimo della velocità a cui potreste fare il trick e poi fatelo più veloce). A quel punto il difensore, punto nell’orgoglio, vi correrà dietro all'impazzata per impedirvi di appoggiare al ferro; è proprio in quel momento che dovete inchiodare e tornare indietro con un sotto gamba. Vostro cugino andrà dritto fuori dal campo e voi vi sarete costruiti la vostra comoda tripla. (Mettere la tripla, poi, è un altro paio di maniche e non è compreso in questo tutorial).

Helter Skelter Diablo

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Al contrario del trick precedente questo non è un classico shake and bake, ma una sua versione leggermente diversa. Prendete appunti: la palla parte sulla mano sinistra, che dopo una impercettibile finta di corpo a sinistra, va dietro la schiena a destra. Il difensore, che non è un fesso, a quel punto si sposta con voi a destra, ma voi non vi buttate dentro: riportare la palla sulla mano sinistra incrociandola davanti ai piedi del difensore, praticamente ritornando al punto di partenza. Ed è qui che questo trick si fa diabolico, perché si ripete identico — una cosa abbastanza inaspettata che farà sbroccare il vostro avversario, che infatti rimane un attimo inchiodato per terra. Il tutto, chiaramente, va fatto alla velocità di questi due schiocchi di dita: snap snap. Non dimenticate, per chiudere l'azione, di appoggiare di sinistro alla parte più alta del tabellone, per evitare la stoppata del centro in aiuto (siete fortunati che i centri al campetto sono 1.85 massimo).

Traffic Snake Veleno

Per Kyrie Irving, campetto-della-chiesa-con-le-linee-del-campo-cancellate o palazzetto NBA con 20.000 paganti è lo stesso — lui può arrivare al ferro da solo, mangiandosi un'intera difesa schierata. In questo caso ci mostra di nuovo lo shake and bake però nella sua traffic version, ovvero 1 contro 4. Dopo il primo smarcamento che ormai sappiamo fare (no?), tiene la palla bassa e la controlla con la sinistra dalle smanacciate altrui; poi punta dritto al ferro, ma invece di andare ad appoggiare sul lato sinistro, finge di tirare subito la palla portandola in alto e poi la riabbassa e appoggia dall'altra parte con la destra. Quell'ultima parte sarebbe stata persino alla nostra portata, visto che a difendere c'era James Harden.

Fossa delle Marianne Escape

Saliamo di difficoltà, perché questo trick si fa in due. Chiamate un vostro amico — non è necessario che sappia giocare a basket perché non deve fare niente, deve solo seguire il vostro movimento. Quello che dovete fare voi è proprio ciò che la scuola basket insegna a evitare, ovvero di mettersi nei casini. Puntate dritto 3-4 difensori schierati e buttatevici nel mezzo: la loro reazione naturale sarà quella di chiudersi su di voi come una pianta carnivora. A quel punto mettetevi a palleggiare velocissimo sinistra-destra-sinistra-destra e poi con l'ultimo briciolo di energia, quando la palla vi è tornata sulla mano sinistra, recapitatela al volo al vostro amico libero con un movimento secco, quasi uno schiaffo al pallone, mentre vi voltate e andate verso la fontanella. Se sentite un «ARGH!» gli è arrivata in faccia.

Forever Spinning Nightmare

A vederlo sul divano mangiando Pringles alla paprika è più facile che farlo per davvero, perché poi quando uno prova questi mega-spin si trova sempre mezzo giro in meno, con la palla troppo dietro, e allora non serve a niente. Intanto la prima lezione che ci dà Irving è questa: metti un'esca per il difensore. Irving va con un palleggio deciso a destra, con la mano sinistra, di modo che il difensore si sposti subito su quel lato e di modo che lui già si trovi parzialmente in torsione, con la spalla sinistra avanti e con quella destra indietro. A quel punto pensate forte a Taz-Taz-Tazmania e, con la palla sistemata tra il palmo e il polso, girate come se non ci fosse un domani. Per evitare di fare passi e allo stesso tempo per sistemare i piedi dopo la giravolta: palleggiate, proprio alla fine dello spin. Avrete il tempo di mettere i piedi a posto e segnare. Se vi viene un giramento di testa stendetevi un attivo con una pezza bagnata sulla fronte prima di tirare, che con sto caldo è un attimo.

Third Eye Inverno

Ultimo livello. Tripla senza guardare. Non è così difficile, bisogna trovare un campetto con un canestro particolarmente morbido, quelli che ammortizzano e fanno entrare tutto, poi giocarci per 5-6 anni di seguito. Chi gioca al campetto sa bene che quando ci si abitua al campo e ai ferri è possibile anche infilare serie di tiri insperate e mortifere per gli avversari: è il nostro piccolo modo per provare la mitologica trance agonistica. Quando si è in una giornata particolarmente propizia si sceglie un tiro dall'angolo sullo scarico, si lascia partire la palla e subito ci si volta verso quelli che aspettano di giocare, appoggiati alla rete, e li si imbruttisce per bene: tuo cugino, il tuo vicino di casa, quel tizio antipatico con la maglia di Jordan agli Wizards, un genitore che è venuto a portare il figlio di 8 anni, il parroco che spazza le foglie, e poi si prega che quella palla entri.

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