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L'Inter è ancora superiore
17 mar 2025
La vittoria contro l'Atalanta è frutto della superiorità tattica e tecnica della squadra di Inzaghi.
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6 min
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IMAGO / Buzzi
(copertina) IMAGO / Buzzi
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Delle nove stagioni di Gasperini all'Atalanta, questa è sicuramente quella in cui più concretamente la sua squadra è arrivata a poter competere per lo Scudetto. Lo stesso allenatore, spesso restio a parlare di obiettivi, nelle ultime settimane era sembrato accettare questa possibilità, tanto che prima della partita con l'Inter la tifoseria aveva esposto in curva uno striscione decisamente anti-scaramantico: «Ago e filo sono nel cassetto… 10 finali per cucirlo sul petto!». In 90 minuti l'Atalanta poteva colmare il divario dalla squadra d'Inzaghi e candidarsi a seconda forza nella corsa al titolo, sopra a un Napoli uscito ridimensionato dal pareggio con il Venezia.

Se l'Atalanta di Gasperini ci ha dimostrato in questi anni di non essere una squadra che soffre le pressioni, la partita di ieri non è stata una prova brillante. L’Inter ha portato in campo fin da subito tutta la sua consapevolezza e solidità, trovando le giocate che non hanno permesso agli avversari di aggredire la partita come amano fare. La vittoria finale è il risultato di questa capacità che è andata anche oltre i problemi: l'Inter ha dovuto rinunciare a Dimarco, poi a Dumfries a gara in corso, e i suoi attaccanti sembrano ancora lontani dalla forma migliore.

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Nonostante ciò, si può dire che l’Inter abbia avuto tutto sotto controllo per la maggior parte del tempo, e non solo per una partita difensiva pressoché perfetta (notevole la prestazione di Acerbi) o una gestione dei ritmi ideale, ma anche per la possibilità di sfruttare la qualità delle proprie punte contro l’atteggiamento aggressivo dei difensori centrali di Gasperini, attaccando poi lo spazio alle loro spalle. Questo è stato uno dei fattori che inizialmente hanno portato la squadra di Inzaghi a creare delle occasioni pericolose, sfiorando il gol già dopo sei minuti, quando Thuram ha colpito il palo alla sinistra di Carnesecchi.

In diverse situazioni l’Inter è riuscita ad approfittare del movimento incontro di una punta per "tirare fuori" uno dei centrali dell’Atalanta, o comunque per dare un’accelerata propedeutica all’attacco della profondità. Anche se l’Inter non è riuscita a segnare da questa situazione di gioco, è interessante da analizzare perché ci dice qualcosa di rilevante, oltre che sulle qualità della squadra di Inzaghi, anche sui rischi che può comportare l’interpretazione difensiva di Hien e compagni.

Nella prima immagine qui sopra vedete l'istantanea che crea l'occasione del palo di Thuram: il numero 9 dell’Inter fa un velo su una verticalizzazione di Pavard, la palla colpisce il piede di Hien e finisce a Lautaro che, con Kolasinac alle sue spalle, serve subito Thuram in profondità, pronto a infilarsi nello spazio apertosi, con un passaggio di prima assolutamente non banale (quanti attaccanti in Serie A riuscirebbero a farlo con quella naturalezza e precisione?).

Pochi minuti, un’altra situazione simile (seconda immagine): questa volta Lautaro raccoglie una palla contesa da Thuram a Kolasinac su un passaggio di de Roon. L'olandese cerca poi di contrastare subito Lautaro, ma Barella è bravo a inserirsi velocemente alle sue spalle, così come è notevole la giocata di Lautaro per servire subito il compagno con il tacco. Infine, appena un minuto dopo (terza immagine), sempre Lautaro raccoglie un passaggio in diagonale di Bastoni e girandosi con una piroetta allunga di prima verso Thuram, già all’ennesimo scontro corpo a corpo con Hien, arrivando poi al tiro da centro area.

Sono dei vantaggi “tattici”, perché arrivano grazie alla disposizione delle punte di Inzaghi e i movimenti “da dietro in avanti” per sfruttare lo spazio alle spalle dei difensori di Gasperini, ma sono anche "tecnici", perché sono frutto della superiorità tecnica della squadra di Inzaghi, sia a livello di pulizia nelle scelte e nelle esecuzioni, che in termini di percezione condivisa, di intesa tra i compagni.

Il modo in cui Lautaro o Thuram si intendono e riescono a trovarsi anche senza “vedersi” è dovuto a come si incastrano bene le loro caratteristiche, ma è anche un bell’esempio di intenzionalità collettiva, così come lo sono i movimenti sempre perfetti di Barella a compensare questo o quello spazio, oltre che a creare opportunità col pallone (come nel gol del raddoppio).

A parte questo, però, neanche per l’Inter è stata la miglior partita: la tipica fluidità posizionale è stata meno presente rispetto ai giorni migliori, salvo le alternanze continue dei due attaccanti, qualche accentramento di Dumfries e qualche movimento incontro ai difensori di Calhanoglu. Contro l’atteggiamento difensivo dell'Atalanta potevamo aspettarci ancora più fluidità da parte dell'Inter e in altre circostanze è stata proprio questa capacità della squadra di Inzaghi a mandare fuori giri quella di Gasperini regalandogli pesanti vittorie. Questa insolita rigidità può essere figlia sia della poca brillantezza di queste settimane, sia della necessità di non "dare tutto", visto che la squadra è ancora impegnata in tutte le competizioni e dopo la sosta sarà chiamata a un calendario particolarmente fitto in cui si deciderà tutto.

Intorno alla metà del primo tempo, l’Atalanta è riuscita a occupare meglio la trequarti dell'Inter, trovando la sua migliore occasione della partita con un colpo di testa di Pasalic su un cross dalla trequarti, al termine di un possesso più paziente da un lato all’altro del campo. Per l’Atalanta è stato molto difficile scardinare il blocco difensivo dell’Inter, forse principalmente per la scarsa creatività dei suoi giocatori, che non sono mai riusciti a trovare con continuità né delle associazioni rapide tra la trequarti e gli esterni, né delle giocate convincenti a ridosso dell’area. Qualcosa di positivo in questo senso si è visto con l'ingresso di De Ketelaere, ma a quel punto l’Inter aveva già trovato il vantaggio con un corner un po’ surreale, calciato dopo sei minuti di attesa e preoccupazione per un malore a un tifoso dell’Atalanta che ha richiesto l’intervento dei soccorsi.

Da lì in poi, l’Atalanta col pallone è stata abbastanza sporca e nervosa. Anche se l’Inter ha perso continuità nella gestione del possesso, non sono arrivati grandi pericoli per Sommer e l'espulsione di Ederson ha spento ancora di più l'Atalanta, che è sembrata uscire dalla partita. Lo dimostra anche il gol del 2-0: Lautaro ha potuto ricevere da solo in area il filtrante di Barella dopo essersi rialzato da terra, senza che nessuno si accorgesse del suo movimento (il più vicino era Hien).

Insomma, una partita abbastanza avara di emozioni, che ci ha comunque confermato come l’Inter, nonostante un campionato meno dominante di quello precedente, e in un momento di forma non eccezionale, abbia ancora qualcosa in più rispetto all'Atalanta. La squadra di Gasperini, paradossalmente, si è trovata davvero in corsa per lo Scudetto in una delle stagioni forse meno entusiasmanti dal punto di vista della creazione delle occasioni e della competitività negli scontri diretti.

Il campionato però non è ancora finito e il distacco non è così incolmabile: per la squadra di Inzaghi sarà fondamentale recuperare brillantezza e infortunati per non perdere più la vetta, cogliendo l’occasione per qualche riflessione più profonda sulla composizione della rosa in vista della prossima stagione.

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