
Agosto. Tempo di primi calci, in Italia e nel resto d'Europa, col resto d'Europa che spesso e volentieri si sintonizza sull'Italia. La Serie A non sarà più il campionato più bello del mondo, ma il suo appeal all'estero non ha perso fascino. Solo che appena al di fuori dei confini nazionali, c'è chi non ha potuto vedere in diretta (in maniera legale) i primi gol di Retegui con l'Atalanta, il primo Napoli di Conte affondare a Verona - e riemergere al Maradona - o la neonata Juventus di Thiago Motta, giusto per fare qualche nome.
In Francia, la Serie A non è andata in onda nelle prime due giornate di campionato, così come in Danimarca, dove l'accordo per la cessione dei diritti è stato ufficializzato giusto all'indomani del secondo turno. Ma basta fare un giro sulla pagina "broadcaster" sul sito della Lega Serie A per accorgersi che ancora c'è qualche tassello mancante, nel resto del mondo. Il che fa sorgere un quesito sul valore dei diritti internazionali del calcio italiano: in un periodo che vede Premier League e Liga siglare accordi all'estero tra i più remunerativi di sempre, in che circolo si colloca la Serie A?
Sembra passato il tempo in cui prima delle partite di cartello i telecronisti parlavano di 190 paesi collegati e miliardi di spettatori.
Quanto valgono i diritti tv esteri della Serie A rispetto al resto d’Europa?
La Serie A è reduce da un triennio in cui i diritti tv esteri sono stati ceduti a cifre inferiori rispetto al periodo precedente. Il dato è stato pubblicato nel report UEFA "The European Club Finance and Investment Landscape", citato anche dalla FIGC nell'edizione 2024 dell'annuale Reportcalcio. Per le tre stagioni che vanno dal 2021/22 al 2023/24, il massimo campionato di calcio del nostro Paese ha raccolto in totale 615 milioni di euro di base fissa, mediamente 205 milioni all'anno, senza tener conto di eventuali variabili legate al revenue sharing (su cui torneremo in seguito). Nel precedente triennio, il totale dei proventi televisivi internazionali per la Serie A è stato di 1,02 miliardi di euro, pari a 340 milioni di euro a stagione. Accordi presi prima che il Covid-19 sconquassasse il mondo, vero, ma questo passo indietro non si è visto né in Premier League, né tantomeno nella Liga spagnola: 6,3 miliardi in tre anni per il campionato inglese, 4,175 miliardi per quello spagnolo (per un periodo che va dai 3 ai 5 anni).
Come la Serie A, ha fatto un passo indietro la Bundesliga, che ha venduto i diritti all'estero per 4 anni a 683 milioni di euro, ottenendo annualmente meno di quanto fatto dalla massima serie italiana fino allo scorso campionato. Gli accordi fuori dai confini nazionali, per i club tedeschi, scadranno al termine di questa stagione. I club italiani, invece, aspettano ancora di rinnovare o di siglare nuovi contratti con broadcaster di nazioni che al momento non stanno trasmettendo la Serie A. Un caso su tutti: la Francia, appunto. Giunti quasi alla quarta giornata di campionato, nessuna tv d'Oltralpe ha acquisito i diritti per trasmettere la massima serie italiana, che fosse anche solo per una questione di vicinanza geografica, ha sempre avuto il suo appeal in territorio francese. Eppure, la A è l'unica delle top five leagues a non trovare spazio: la Premier League va su Canal+, accordo siglato nel 2023 per prolungare il contratto già in essere fino al 2028, mentre Bundesliga e Liga sono trasmesse da beIn Sports. Per il campionato tedesco, questa stagione è quella che chiude il quadriennio dell'ultimo contratto. Per la massima serie spagnola, invece, l'annuncio è arrivato a giugno tramite Twitter dal direttore editoriale di beIn Sports France, Florent Houzot, contestualmente all'ufficialità del passaggio di Kylian Mbappé al Real Madrid.
La stessa beIn, fino alla passata stagione, trasmetteva le partite del campionato italiano, grazie ad un'intesa raggiunta dal network di Doha con Infront, partner della Lega Serie A. Secondo quanto riportato dall'Équipe, beIn Sports sarebbe ancora al tavolo delle trattative per i diritti tv del calcio italiano, ma «la distanza è ancora troppo grande tra la domanda della Lega Serie A e l'offerta dei canali francesi». Inoltre, sarebbe in corsa anche DAZN, che detiene i diritti nazionali della Serie A e anche alcuni diritti esteri, tra cui quelli per le trasmissioni in Belgio, Giappone e nei cosiddetti Paesi "DACH", ovvero Germania, Austria e Svizzera, per la messa in onda dei match in lingua tedesca. Ma il quotidiano francese ha anche lasciato aperta l'ipotesi di un terzo contendente per poter mandare in onda la A in Francia, ovvero l'unico grande mercato europeo dove ancora non si possono seguire le partite del campionato italiano.
Gli accordi della Serie A per i diritti negli USA e in Medio Oriente
Nell'assemblea di Lega dello scorso 16 agosto, dunque a 24 ore dal primo fischio d'inizio del campionato di Serie A, è stato comunicato ufficialmente un nuovo accordo per i diritti tv nel Regno Unito e in Irlanda con OneFootball, ad integrare «l'offerta già finalizzata lo scorso 19 luglio con TNT». Il precedente accordo, quando ancora l'emittente si chiamava BT Sports, si aggirava sui 4,2 milioni di euro annui (4,75 milioni di dollari) secondo le stime di GlobalData Sports, come riportato da Sportcal. Le cifre relative al contratto attuale non sono state riportate, né sono state pubblicate indiscrezioni in merito ad un possibile aumento o una possibile diminuzione dell'importo. Dovrebbe essere al ribasso, invece, l'accordo trovato dalla Lega Serie A per i diritti internazionali negli Stati Uniti. Così almeno scrive The Athletic, nell'articolo riguardante il passaggio del campionato italiano su CBS Sports. Sempre nell'assemblea del 16 agosto, sono stati assegnati i diritti per gli USA a Fox Deportes (per le dirette in lingua spagnola) e Sirius XM (per le trasmissioni radiofoniche).
Ma torniamo un attimo all'importo «notevolmente inferiore al precedente accordo», come scritto su The Athletic. Stando a quanto riportato sul sito del Nasdaq, Paramount - la controllante di CBS, quotata nel listino americano - ha ottenuto nel 2021 i diritti triennali per Serie A, Supercoppa Italiana e Coppa Italia ad un valore pari a 195 milioni di dollari, ovvero 65 milioni di dollari a stagione. Al cambio attuale, sarebbero poco meno di 60 milioni all'anno per un'audience storicamente legata alle radici italiane come quella statunitense. Non è semplicemente un accordo chiave per l'appeal del calcio italiano all'estero, è di fatto il contratto di maggior peso quando si parla di cessione dei diritti in territorio straniero: su un totale di 205 milioni di euro annui raccolti dai proventi tv extra-Italia nella stagione 2022/23, il mercato televisivo nordamericano vale all'incirca il 28-30% di questa somma, dando per buone queste cifre che, vale sempre la pena di ricordare, non sono ufficiali.
Ora, se così fosse, non sarebbe solo questa (grossa) fetta di diritti tv esteri ad essere andata al ribasso. Riavvolgendo il nastro al luglio 2022, torniamo alla vendita dei diritti televisivi della Serie A nella regione MENA, ovvero Medio Oriente e Nord Africa, ad Abu Dhabi Media. Nel precedente triennio, beIn Sports aveva garantito alla Serie A circa 112 milioni di euro a stagione. Le cifre del nuovo accordo, con scadenza al termine di questa stagione, sono state rese note da Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A dopo l'assemblea che ha portato alla votazione favorevole per l'assegnazione di questi diritti: 23 milioni di dollari al primo anno, 25 milioni al secondo e 31 milioni al terzo, ma «ci sono stime che dicono che in base al bacino d'utenza si possono avere altri 20 milioni» sotto forma di revenue sharing. Non un concetto del tutto inedito, dato che già se ne parla dall'ultimo accordo domestico tra Serie A e DAZN: si fissa una soglia di ricavi per l’emittente (dagli abbonamenti o da altre fonti) e una volta superata quella soglia, si suddividono i proventi con la lega.
Dove vedere la Serie A nel mondo
Calcolatrici alla mano, l'accordo triennale con Abu Dhabi Media ha dunque una base fissa di 79 milioni di euro complessivi e anche aggiungendo la cifra stimata per il revenue sharing, non si arriverebbe certo ai 112 milioni annui previsti dal precedente contratto con beIn Sports. Prendendo per buona la stima massima indicata da Casini, dunque 20 milioni di base variabile sui tre anni, ma anche aumentandola a 30 milioni, la somma per il terzo e ultimo anno di contratto per i diritti tv in area MENA si aggirerebbe così tra i 37 e i 41 milioni. Negli USA, non si sa effettivamente quanto, ma i report sull'intesa tra Lega Serie A e Paramount per trasmettere il campionato su CBS indicano un accordo meno remunerativo rispetto a quello precedente. E per gli altri Paesi?
Non si hanno dati (né ufficiali, né stimati) relativi agli accordi per le trasmissioni in Spagna, in UK/Irlanda e per i diritti DACH in lingua tedesca. In Portogallo, sembra che il rinnovo dell'accordo con SportTv fino alla stagione 2026/27 abbia registrato un aumento nelle cifre (come riporta SportBusiness), ma non è dato sapere di quanto. Non sono note nemmeno le cifre del contratto siglato con Saran Media per 15 nazioni tra Europa orientale e Asia centrale, così come quelle dell'accordo con Galaxy Racer, società con base a Dubai che ha ottenuto i diritti per trasmettere il campionato di Serie A in Afghanistan, Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka. Oltre a questi accordi, si segnalano quelli per l'America Latina e nei Caraibi con ESPN e quelli siglati nell'Africa Subsahariana per la trasmissione delle partite tramite operatori multi territoriali tra cui Azam Tv, NWTV, Supersport e Sporty.
Le partite della massima serie italiana vanno in onda anche su Match Tv, la tv russa nel bouquet di Gazprom, fino alla stagione 2028/29. Ma pure qui, stime sulla valutazione dell'accordo non ne circolano. Sarebbe invece di 20 milioni di euro, secondo quanto riportato a febbraio da Calcio & Finanza, l'accordo trovato con Infront per la gestione esclusiva dei diritti media di Serie A, Coppa Italia e Supercoppa in 36 territori tra Asia e Oceania, a cui aggiungere sempre eventuali ricavi extra derivanti dal meccanismo di revenue sharing. I big market di questa lista non mancano: Australia su beIn Sports, Cina su Migu Video, Giappone su DAZN, giusto per citarne alcuni. Sempre dalla pagina broadcaster sul sito ufficiale della lega, però, si nota come manchino alcune delle nazioni incluse nell’accordo - per lo più i Paesi del Sud-est asiatico (immancabili nell'elenco dei partner della Premier League).
Aspettando nuovi accordi a campionato già iniziato, come quello ufficializzato per la Danimarca al termine dell’assemblea di Lega del 26 agosto, resta una certezza: che le prime due giornate di Serie A non sono andate in onda in Francia, il mercato di prima fascia più vicino ai nostri confini, dopo aver visto ridurre gli introiti sia dal mercato mediorientale/nordafricano che - probabilmente - dagli USA.