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La Serie A del mondo parallelo vol. 1
17 mar 2020
Il campionato prosegue su FIFA.
(articolo)
18 min
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Come i più attenti di voi si saranno accorti, il campionato di Serie A è fermo. O meglio: il calcio intero è ormai fermo. Sabato, per dire, si sono giocate 44 partite di calcio nel mondo, meno di quante se ne giocano in un normale weekend di Serie C italiana. Lo sappiamo: quando l’offerta cala ma la domanda di un bene rimane alta, questa è costretta a diventare meno schizzinosa, a cominciare ad apprezzare cose a cui prima non si sarebbe nemmeno avvicinata.

Alzi la mano chi sabato pomeriggio ha buttato un occhio su Pozdovac-Partizan del campionato serbo.

Ma il campionato serbo o quello marocchino non sono semplici da trovare neanche per i più iniziati allo streaming illegale, e anche trovandoli, con tutta la buona volontà, è difficile farseli andare bene. Le ultime partite che molti di noi hanno visto sono quelle di Champions League, dove persone iperdotate giocavano un calcio fantascientifico. Il nostro palato ormai è viziato, sarebbe come passare dal kebab di Mustafa a Berlino a quello che mangiate post-serata vicino la Stazione Tiburtina.

Per questo abbiamo fatto di meglio: abbiamo provato a sostituire il calcio vero con quello di FIFA 20. Abbiamo cioè fatto quello che prima o poi dovremo fare tutti quando la crisi climatica renderà impossibile giocare ancora a calcio sul pianeta terra. Almeno prima che riusciremo a esportare tutto su Marte. In quel momento il calcio dei videogiochi sarà l’unico possibile.

Alla fine del campionato italiano mancano 12 giornate, 120 partite, e negli ultimi due giorni di quarantena ci metteremo a simularle tutte, e vi descriveremo come è andata. Abbiamo deciso di non giocare noi le partite per lasciare che gli algoritmi di FIFA ci restituiscano un andamento coerente e asettico di come potrebbe andare a finire. Abbiamo simulato condizioni meteo e orari di gioco (secondo una calendarizzazione fatta da noi ma che prova a seguire i normali criteri della Serie A). Abbiamo settato due tempi da 5 minuti e tenuto “campione” come difficoltà. Abbiamo però abbassato leggermente la capacità dei portieri e alzato la precisione dei tiri degli attaccanti. Il realismo di FIFA ha finito infatti per far diventare il gioco più noioso della realtà e ci è voluta una spintarella per non far finire tutte le partite zero a zero, in un delirio utopico uscito dalla testa di Brera. Per quanto riguarda le formazioni, purtroppo, non abbiamo potuto fare scelte: se lasci che sia il computer a giocare vuole il diritto a scegliersi la sua formazione, e mi pare giusto.

Un saluto a Matteo Barzaghi, interpellato da Pierluigi Pardo solo per sapere quanto manca alla fine: un professionista ridotto a orologio vivente.

Sabato alle 15: Udinese-Atalanta 1-1

Non sempre una pausa fa bene, rinfrescando gambe e idee. Per l’Atalanta, anzi, è stata una doccia fredda all’indemoniato stato di forma mostrato agli ottavi di finale contro il Valencia. Contro l’Udinese la furia della squadra di Gasperini si è spenta di fronte all’ordine senza fantasia della squadra di Gotti.

Ilicic, che viene dai quattro gol in Champions League, è in una condizione di forma prodigiosa e veniva giustamente segnalato come “Il giocatore da seguire”, ma la sua prestazione è stata sciapa.

Nel primo tempo l’Udinese si è confermata una delle squadre più fisiche del campionato e ha sorpreso la squadra di Gasperini con una difesa aggressiva e con ripartenze sempre precise (chiuderà la partita col 77% di passaggi riusciti, a testimonianza dello spirito verticale dei friulani). Fofana è stato fondamentale nel mezzo spazio di destra. Lasagna ha sfiorato il gol per due volte, costringendo Gollini a un grande intervento (come ha notato Stefano Nava in telecronaca: “Istinto, riflesso, senso della posizione, c’è tutto in questa parata”). La grande prestazione dell’Udinese è stata coronata nel primo tempo dal bel gol di De Paul, imbeccato da un grande cross basso da sinistra di Sema, dominante sulla sua fascia. Il primo tempo si è quindi chiuso inaspettatamente con il vantaggio dell’Udinese, che deve ringraziare un Musso in condizioni forse mai viste in questo campionato. Il portiere argentino ha permesso alla squadra di Gotti di chiudere la prima frazione di gioco con la porta inviolata, nonostante i 5 tiri in porta degli avversari.

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Nel secondo tempo, però, è tornata l’Atalanta che conosciamo, con i centrali che finalmente vincevano i duelli individuali con gli attaccanti dell’Udinese e il Papu che è salito in cattedra dopo un primo tempo grigio. L’Atalanta ha migliorato il suo controllo tecnico sul possesso (appena al 62% la precisione di passaggi nel primo tempo) e a metà del secondo tempo è riuscita finalmente a pareggiare, con una gran girata di Zapata dal limite dell’area, su assist di Pasalic, entrato pochi minuti prima al posto di De Roon (curiosa la scelta di Gasperini di dare la fascia di capitano proprio a lui, dopo l’uscita di Gomez).

Laddove quindi non erano riuscite le difese d’Italia in Europa, ci ha pensato il virus a fermare l’attacco della squadra di Gasperini, che è riuscita a segnare solo un gol dai nove tiri in porta prodotti. Fondamentale l’abnegazione della squadra di Gotti, che nel secondo tempo ha sigillato il risultato passando a un 5-4-1 da battaglia.

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Ora capiamo di più le dichiarazioni del tecnico piemontese, che avrebbe voluto continuare a giocare senza mai fermare il campionato.




Sabato alle 18: Sampdoria-Bologna 1-2

Cosa segnalare di questo Bologna-Sampdoria giocato alle 18? Questa partita che ha trattenuto gli italiani in casa nonostante siano freschi di una lunga quarantena? Eccovi una lista:

- La splendida coreografia dei tifosi della Sampdoria, assiepati sugli spalti dello Stadion Europa. Atmosfera fantastica, dice Stefano Nava.

- I giocatori della Sampdoria segnalati come positivi al Coronavirus sono tutti in campo.

- La foto di Quagliarella come “Giocatore da seguire”, che conferma quella vecchia domanda che si faceva un articolo di VICE: “Gli italiani sono bianchi?”.

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- I capelli emo di Gaston Ramirez.

- L’incredibile parata a croce iberica di Audero su un tiro a botta sicura di Orsolini alla fine del primo tempo.

- La grande azione dello 0-1 del Bologna, dopo un doppio passo alla Neymar di Soriano.

- La classe infinita di Nico Dominguez, che ha servito l’assist felpatissimo per il raddoppio di Palacio.

- L’atteggiamento imbarazzante, secondo Pierluigi Pardo, della difesa del Bologna sull’1-2 della Samp, che riesce a pescare Viera solo in mezzo all’area dopo aver colpito un palo da fuori area.


Sabato alle 20:45: Lazio-Fiorentina 2-1

Allo Stadio Olimpico c’era voglia di vivere, dopo giorni di paura e di sofferenza. In coordinazione con il resto degli ultras della Serie A anche quelli della Curva Nord avevano organizzato una coreografia maestosa, con un enorme telone biancoazzurro a coprire l’intero settore occupato dagli occhi di un’aquila e sotto per qualche ragione scritto 100. Stefano Nava, però, era più concentrato sul campo e chiedeva spettacolo a due squadre che avevano vissuto il periodo di quarantena in modi diametralmente opposti: se la Fiorentina era stata costretta a fermare gli allenamenti per giorni per via dei diversi casi di coronavirus registrati in squadra, la Lazio aveva continuato come nulla fosse. Anche la partita in realtà ha fin da subito seguito lo spartito che ci si aspettava nei giorni della vigilia.

La Fiorentina è partita controllando il gioco, con una maggiore intensità nel recupero immediato del possesso, ma la Lazio nel primo tempo sembrava arrivare più facilmente in area, con il gioco a folate tipico di Simone Inzaghi. La squadra di Iachini, sorprendentemente senza cappellino, è sembrata in difficoltà nel difendere lo spazio tra le linee, concedendo molte ricezioni nei mezzi spazi, soprattutto a Milinkovic-Savic, le cui raffinate conduzioni palla al piede hanno fatto a pezzi a compattezza posizionale avversaria. Il registro della partita ha raggiunto il culmine alla fine del primo tempo quando, con la Fiorentina sempre più in difficoltà a gestire la palla, Luis Alberto è riuscito a ricevere in area e a servire Immobile, lasciato inspiegabilmente libero da Caceres di battere a rete. La Lazio ha chiuso così il primo tempo in vantaggio, grazie al suo unico tiro in porta.

Al rientro negli spogliatoi da segnalare anche il battibecco tra Iachini e Castrovilli, che alla ripresa è stata sostituito da Badelj. A quanto pare il tecnico viola lo aveva ripreso in maniera troppo energica dopo il gol sbagliato banalmente a metà del primo tempo dal suo centrocampista, che da dentro l’area era riuscito a non prendere la porta. La Fiorentina è però rientrata in campo ancora più anemica e ha permesso gradualmente alla Lazio di prendersi il campo. Al 59esimo la squadra di Inzaghi era già sul 2-0 con un’azione classica dei suoi due attaccanti, Immobile e Correa, che hanno sfaldato la difesa avversaria muovendosi in maniera inedita: il primo a venire incontro e a servire l’assist, il secondo a tagliare in profondità e a segnare.

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La grande prestazione di Ciro Immobile, sempre più leader tecnico della Lazio. Nel secondo tempo, con la fascia da capitano al braccio, si prenderà d’autorità addirittura una punizione dal limite, fino di poco al lato.

Iachini comunque è sembrato aver preparato bene la partita, dimostrando che non sempre allenarsi aiuta. La Fiorentina è riuscita ad entrare in area sempre più facilmente, soprattutto con gli inserimenti delle mezzali, e dopo pochi minuti è riuscita a riaprire la partita, complice un madornale in impostazione di Radu che ha permesso a Chiesa di battere Strakosha da pochi passi. Proprio nel momento in cui la partita sembrava poter prendere un’altra piega, soprattutto per la crescita esponenziale proprio di Chiesa dopo il gol (solito gioco anfetaminico per lui: 100% di passaggi riusciti, 3 tiri in porta, ma anche 6 palle perse), la giovane stella dei Viola si è infortunato alla caviglia, la cui distorsione verrà valutata nei prossimi giorni dagli esami strumentali. La partita così si è spenta nella seconda metà del secondo tempo, e in questo senso è strana l’indifferenza di Dragowski, che nei minuti finali, con un gol da recuperare, si permetteva strani trick in area piccola prima di rimettere il pallone in gioco.

Nel post-partita Simone Inzaghi ha dichiarato di non aver visto parate di Strakosha ma ha comunque invitato i suoi a una maggiore attenzione. «Mi sarebbe dispiaciuto per i ragazzi se avessero perso questi tre punti per una disattenzione simile», ha dichiarato il tecnico della Lazio.




Domenica alle 12:30: Brescia-Genoa 0-2

Il Brescia era praticamente all’ultima chiamata per la salvezza, al punto che Diego Lopez in conferenza l’aveva definita “La partita più importante della storia del Brescia”. Ma dopo un buon inizio le “rondinelle” si sono spente e diciamo che se il calcio doveva essere quello che abbiamo visto oggi, beh, potevamo anche farne a meno. 5 tiri in totale, di cui appena uno in porta vi dà l’idea di che partita è stata per il club lombardo.

A coronare quella che sembra la condanna finale sulle speranze del Brescia a rimanere in Serie A anche la brutta scena nel finale quando Romulo (sostituito nel finale da Skrabb) ha fatto volare parole grosse verso Lopez. «Sono cose che ci stanno in cambio, l’importante è che finiscano lì» ha chiosato il tecnico.

Per il Genoa invece una prestazione da grande squadra condita da una sontuosa partita di Lasse Schöne a centrocampo, a tratti dominante tecnicamente. Il centrocampista danese ha anche segnato lo 0-2 con una punizione elegantissima dal limite dell’area ma poi è stato beccato dal pubblico con fischi pesanti, per aver esultato sotto la curva del Brescia, con cui si dice avesse contrasti già ai tempi dell’Ajax.

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Una nota sulla cornice: dispiace che il Brescia, in seguito ai disagi causati dal Covid-19, abbia dovuto abbandonare lo storico stadio Mario Rigamonti in favore del più anonimo Stadion 23 maja, nei dintorni di Manerbio, di cui si potevano vedere gli infernali palazzi brutalisti sullo sfondo.




Domenica alle 15: Sassuolo-Verona 3-0

Allo stadio “Forest Park” di Glasgow, che la Mapei ha deciso di comprare per avere un altro stadio ospitante al di fuori dell’Italia, l’atmosfera è incandescente, i pannelli verdi della coreografia dei tifosi creano un clima surreale: sembra di vivere all’interno di un kiwi. L’incredibile atmosfera creata all’interno dello stadio è ben riassunta dalla faccia tesa e concentrata di Domenico Berardi.

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Si sfidavano due delle squadre più in forma del campionato, anche se agli antipodi come identità tattica. Da una parte il calcio intenso e verticale del Verona; dall’altra il gioco di posizione del Sassuolo di De Zerbi. Per sintetizzare: la miglior fase senza palla nella classe media del calcio italiano, contro il miglior possesso palla. La partita, però, è andata contro ciò che credevamo di sapere, con il Sassuolo che è andata in vantaggio al primo tempo in transizione con il suo unico tiro. Un gran gol di Obiang che ha fatto gridare a Stefano Nava: «Mamma mia, cosa ho visto! lucidità, freddezza, lunga cavalcata per battere il portiere, fisico, tecnica: spettacolo».

A livello individuale da segnalare un’altra grande partita di Ciccio Caputo, che con i suoi movimenti senza palla ha fatto impazzire Kumbulla, che è sembrato particolarmente in imbarazzo sul suo gol del 2-0 con un’uscita fuori tempo ai limiti del dilettantismo. L’attaccante pugliese sta legittimando ogni giorno che passa gli osservatori che lo vorrebbero in Nazionale, anche se lui nel post-partita non si è sbilanciato, sottolineando, se ce ne fosse bisogno, che “alla fine è Mancini a decidere”.

Brutta sconfitta per il Verona, che è sembrata l’ombra della squadra che stava mettendo a ferro e fuoco il campionato prima della pausa. Secondo Juric un problema fisico principalmente: «La paura di questi giorni ci ha tolto il fuoco dentro».




Domenica alle 15: Piemonte Calcio-Lecce 6-0

La sfida tra Piemonte Calcio e Lecce è iniziata prima sugli spalti che sul campo, con i tifosi salentini che alla coreografia coordinata dei tifosi del Piemonte Calcio, che ha colorato di rosa e nero lo stadio, ha risposto con uno striscione dedicato al Presidente del Consiglio: “L’unico Conte che non tradisce”. Inedita la scelta cromatica delle due squadre, con il Lecce in bianco per permettere al Piemonte Calcio di sfoggiare il suo nuovo home kit nero a bande rosa, nato dal rebranding totale voluto dalla famiglia Agnelli per mantenere la competitività del club nella nuova era autarchica nata dalla rivoluzione economica post-coronavirus. Via gli accordi globali con Adidas e Jeep, via il nome dal suono internazionalista; sì a magliette autoprodotte e riferimenti regionali (da qui la scelta di rispolverare come seconda maglia quella bianca col tricolore).

Sul campo, invece, non c’è stata storia: la Juventus ha confermato i progressi visti prima che il mondo del calcio si fermasse. Sarri è tornato al rombo, con Dybala dietro Higuain e Ronaldo, e il tridente, per una volta, ha fatto sognare, segnando 5 dei 6 gol bianconeri. Higuain e Ronaldo si sono trovati come mai prima d’ora, che la quarantena li abbia resi più disponibili all’ascolto reciproco?

“El Pipita” dopo il primo gol ci ha tenuto ad andare a battere le mani ai tifosi, «È per loro che giochiamo, non per i record, non per i trofei. È per loro. È una cosa che l’emergenza mi ha fatto capire». È per amore dei tifosi e dello spettacolo, quindi, il gol in cui si è alzato la palla in area di rigore con un leggero tocco di tacco.

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I movimenti e elastico di CR7 hanno messo in grande imbarazzo la difesa del Lecce, con Lucioni forse il peggiore in campo. Dopo la partita ci sono state grosse critiche al giochista Liverani, e al suo gioco definito troppo spregiudicato, “O si gioca o si muore” ha detto con enfasi il tecnico al termine della partita.

Dopo il primo gol di Cristiano Ronaldo è tornato a risuonare quell’urlo che era mancato a tutti noi, quando eravamo a casa e sognavamo di poter tornare alla nostra vita di sempre. Quando dai balconi, tra un inno di mameli e un Renato Zero a tutto volume, ci spingevamo l’un l’altro a resistere al grido di SIUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU.

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Domenica alle 15: Cagliari-Torino 2-0

Il Torino non vince una partita da 4 mesi e il Cagliari da 3. È la prima partita dei rossoblù con Walter Zenga in panchina, che per il disappunto di molti si è presentato senza barba disegnata.

È una sfida tra due delle squadre più fisiche del campionato, a cui il Cagliari però sin dalle prime battute ha aggiunto la qualità dei suoi migliori singoli: la sensibilità per gli smarcamenti di Joao Pedro, il gioco tra le linee di Nainggolan - con la difesa a tre del Torino sempre indecisa su quando salire per andarlo a prendere - le corse palla al piede di Rog, tra i centrocampisti della Serie A che dribblano di più. Il Cagliari ha dominato il possesso (57% a fine partita), ma si è fatta attrarre nell’imbuto centrale su cui il Torino faceva densità e alla fine la sua manovra ha finito più delle volte per essere inconcludente. Secondo Pierluigi Pardo il Cagliari “ricorre al Tiqui-Taka, scambi corti e veloci per trarre in inganno i difensori”.

Per il suo esordio stagionale Walter Zenga deve ringraziare soprattutto le qualità dei suoi giocatori migliori: Nandez, con le sue conduzioni palla al piede (suo il bel gol dalla distanza che ha aperto la gara), Nainggolan, con la sua pulizia tecnica, ma soprattutto Olsen, che ha dimostrato una volta di più di essere uno dei portieri più in forma del campionato (fondamentali le sue due parate su De Silvestri nel primo tempo).

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«Sì, è vero: mi ricorda come reattività tra i pali», ha detto Zenga nel post-partita, consapevole di quanto deve al suo portiere questa vittoria.


Domenica alle 18: Parma-Inter 1-0

All’andata era finita 2-2: il Parma era tra le poche squadre a riuscire a fermare l’Inter a San Siro nel girone d’andata. Da quel gol di Karamoh sembra passata un’eternità. Era il peggior momento dell’Inter, in quella settimana in cui arrivò anche il compromettente pareggio contro lo Slavia Praga, e anche questa partita non è arrivata in un momento positivo per la squadra di Conte.

L’Inter ha controllato poco il contesto, accettando una partita da “battere e levare” che ha fatto più comodo al Parma che a lei. La squadra di D’Aversa si è confermata maestra delle transizioni, e dopo alcuni tentativi ha trovato infine il gol con Brugman proprio agli sgoccioli del primo tempo. Chi lo avrebbe detto che alla ripresa del campionato ci saremmo ritrovati a celebrare il talento di Gaston Brugman da Rosario, Uruguay. La sua prestazione è stata dominante, FIFA lo ha definito “Un incubo per i difensori”.

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Ai microfoni, al termine della partita, dopo aver fatto i complimenti a D’Aversa, Antonio Conte ha rimproverato i suoi ragazzi in modo non troppo sibilino «Qua qualcuno si pensa di stare ancora in quarantena».




Domenica alle 20:45: Milan-Roma 3-0

Il big match della giornata onora il suo nome con lo spettacolo sugli spalti, con un’immensa coreografia della Curva Sud dedicata a Ronaldinho, per stargli vicino in questi giorni duri passati in carcere in Paraguay. La sera stessa una fonte vicina al fuoriclasse brasiliano parlerà al quotidiano O Globo della sua commozione dopo aver saputo del gesto dei tifosi rossoneri, a cui avrebbe voluto dedicare il maiale appena vinto.

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Il primo tempo ha mostrato i progressi nel gioco di posizione di Fonseca, che nella conferenza stampa prepartita aveva ironizzato sulle ore di riposo finalmente concesse alla sua squadra per via della pausa forzata. Solo i miracoli di Donnarumma, soprattutto su Kluivert, hanno impedito alla Roma di passare in vantaggio. L’inconcludenza dei giallorossi, però, è stata duramente pagata già alla fine del primo tempo, quando il Milan è passato in vantaggio con Rebic dopo un delizioso assist di tacco di Calhanoglu.

Proprio l’ala croata, con le sue conduzioni poderose sulla sinistra, hanno distrutto le velleità della Roma, che con Santon e Ünder da quella parte imbarcavano acqua in continuazione. Il croato servirà anche gli assist per i gol successivi di Paquetà e Ibrahimovic, che sfrutteranno le solite amnesie difensive di Mancini e Smalling.

La partita si è chiusa con un palo su punizione di Calhanoglu e la soddisfazione di Pioli in conferenza, che ha lanciato una stoccata al tecnico portoghese dichiarando che «a questi livelli il ritmo è più importante del riposo». La serata amara per i tifosi della Roma si è chiusa in maniera ancora più buia su Twitter, dove in poche ore è diventato virale il meme di Fonseca che, in balcone mentre sorseggia un caffé, invita i suoi giocatori a rimanere a casa.


Lunedì alle 20:45: Napoli-SPAL 0-1

Il Napoli, insieme alla Lazio, è la squadra che non ha mai interrotto gli allenamenti durante tutta l’emergenza per il Covid-19. Avevano fatto il giro del mondo le immagini dei giocatori che facevano il torello dotati di guanti e mascherine: «Venissero a dirmi qualcosa, sto rispettando tutte le norme di sicurezza» aveva tuonato il presidente De Laurentiis.

La continuità però ha finito per non aiutare la squadra, che ha perso contro una SPAL lanciatissima, alla seconda vittoria consecutiva, entrambe per 1-0. La “cura Di Biagio” funziona, e la SPAL, che ha il peggior attacco del campionato, non si è scomposta di fronte al troppo scolastico 4-3-3 di Gattuso.

Con la palla la SPAL ha sempre le idee chiare, e ci mette letteralmente un passaggio per mandare in porta Di Francesco. Sull’uno contro uno, poi, Di Lorenzo è troppo molle, ma l’esterno della SPAL fa un gran gol.

Sul risultato pesa ovviamente l’errore di Insigne a 10’ dalla fine, o sarebbe meglio dire la grande parata di Berisha. Ma dipende dalla vostra filosofia, se siete tra chi esalta i gesti tecnici o tra chi preferisce sottolineare gli errori.

Duro Gattuso a fine partita: «Non voglio sentire alibi non voglio sentire niente la SPAL c’ha avuto più veleno qua qualcuno s’è montato la testa dopo due risultati buoni c’è da lavorare tanto».

Piccola nota a margine. Si è discusso molto del rigore negato al Napoli per un intempestivo intervento in area di rigore di Vicari su Milik. L’arbitro Gustavo Apollonio non ha ritenuto necessario neanche andare al VAR a controllare, “Scelta sostanzialmente corretta per il regolamento” ha commentato l’ex arbitro Luca Marelli sul suo blog. A noi de l’Ultimo Uomo, lo sapete, non piace invece commentare gli episodi arbitrali.


Classifica aggiornata

Piemonte calcio 66

Lazio 65

Inter 54

Atalanta 49

Roma 45

Napoli 39

Milan 39

Parma 38

Bologna 37

Verona 35

Sassuolo 35

Cagliari 35

Fiorentina 30

Udinese 29

Torino 27

Genoa 28

Sampdoria 26

Lecce 25

SPAL 21

Brescia 16




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