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Chi ha segnato il gol più bello della quarta giornata di Serie A?
21 set 2021
Una giornata con almeno 4 gol spettacolari.
(articolo)
7 min
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Nell’ultima di Serie A si sono segnati un discreto numero di gol, 33, e i più nostalgici lo indicheranno come un segno di decadenza della nostra arte difensiva, rimpiangendo l’epoca dorata degli zero a zero al Bentegodi. Ogni anno l’impressione è che si segni di più. L’anno scorso si dava colpa - come se i gol fossero una colpa, in una visione calvinista del calcio - all’assenza di pubblico, che abbassava troppo la tensione nervosa delle partite. «Il silenzio degli stadi rende dura la vita dei difensori» scriveva Il Corriere dello Sport; «Calcio offensivo o difese deboli?» si chiedeva Eurosport. Quest’anno alla prima giornata sono stati segnati 36 gol: un record nell’epoca dei tre punti. E chi si può incolpare? Forse i calciatori stanno migliorando, a guardare i gol segnati.

Dentro partite spettacolari, piene di altalene drammatiche come quelle di Verona-Roma, sono stati segnati gol incredibili. Forse ho una pessima memoria, ma non ricordo giornate al cui interno è possibile trovare almeno quattro candidati al gol dell’anno. I gol di Bastoni, Cataldi e Faraoni hanno tutti l’estetica violenta del giocatore che arriva da fuori e tira la bomba; quello di Pellegrini, di tacco, ha invece più a che fare con un'eleganza sbruffona tipicamente romana. Ma è stata una giornata di grande abbondanza, e devo per forza citare il gol di Joao Pedro: un passaggio da scacchista di Razvan Marin e poi un colpo di testa beffardo a pallonetto su Reina; ci sono stati anche i due tiri molto simili di Candreva e Saponara, oltre al tiro cattivissimo di Mehdi Bourabia all’ultimo minuto. Nessuno di loro però è all’altezza dei quattro gol citati prima: li abbiamo messi in classifica per stabilire quale fosse il più bello della quarta giornata della Serie A 2021/22.

Simone Bastoni vs Venezia

Difficoltà: 8

Estetica: 7

Esultanza: 5

Candidato a gol dell’anno: no

Chi avrebbe potuto farlo uguale: Toni Kroos.

Simone Bastoni ha iniziato la carriera come mezzala. Era il leader tecnico dello Spezia primavera: calciava punizioni e rigori con la fascia di capitano al braccio. È stata un’idea di Vincenzo Italiano quella di spostarlo sull’esterno, l’anno della promozione in Serie B. Non che Bastoni abbia giocato poi molto, una decina di presenze. Aveva ammesso di soffrire l’innalzamento dei ritmi di gioco: «Il passaggio di categoria per me si è fatto sentire soprattutto nei ritmi di gioco, quelli della serie B sono molto più sostenuti e cadenzati rispetto a quelli della C».

È quindi piuttosto incredibile che oggi Simone Bastoni sia uno degli esterni bassi più interessanti della Serie A. Lo scorso anno ci ha messo un po’ a prendere le misure, poi è diventato uno dei giocatori più influenti della squadra rivelazione del campionato. Bastoni ha mantenuto un’interpretazione da centrocampista nel ruolo di esterno basso, e quindi un’interpretazione in linea con le esigenze contemporanee - dove da anni ormai si parla di terzini registi.

Come una specie di Marcelo ligure, Bastoni ama palleggiare negli spazi stretti per eludere il pressing avversario, portare palla con l’esterno ma anche venire in mezzo. A inizio stagione le assenze nello Spezia lo hanno portato a giocare direttamente in mezzo al campo. Bastoni però sull’esterno ha imparato soprattutto a sfruttare il suo sinistro per mettere cross tagliati dalla trequarti tra portiere e difesa, come quelli di Trent Alexander Arnold.

Nel gol di domenica contro il Venezia c’è tutto. Bastoni si sovrappone mentre la palla è a Gyasi, poi si accentra sornione verso il centro del campo, in attesa di una palla rimbalzata fuori dalla difesa. Prova un primo tiro balisticamente complesso, con l’esterno del piede; poi la palla gli ritorna e lui ci riprova, stavolta con l’interno. Il corpo di Bastoni ruota un po’, per dare rotazione alla palla. Il tiro gira e gira fino e baciare il palo interno ed entrare. Una specie di calcio di punizione da fermo.

Non è il primo gol notevole di Simone Bastoni in Serie A. Nel capolavoro dello Spezia contro il Milan lo scorso anno segnò con un tiro di prima su schema. Un tiro secco e forte che anche in quel caso colpì l’interno del palo. A rendere meno interessante questo gol, rispetto agli altri, è che Bastoni può calciare da fermo una palla che gli cade perfetta sul piede, senza nessun disturbo degli avversari. Una situazione quasi artefatta.

Danilo Cataldi vs Cagliari

Difficoltà: 8

Estetica: 7

Esultanza: 8

Candidato a gol dell’anno: no

Chi avrebbe potuto farlo uguale: Erling Haaland.

Quando Danilo Cataldi è entrato in campo poco dopo l’ora di gioco, ci siamo meravigliati che stesse ancora alla Lazio. In un calciomercato sempre più pazzo, con giocatori ridotti a valori finanziari che si spostano da una squadra all’altra, Cataldi è alla Lazio senza infamia o gloria da anni. Si fa le sue quindici/venti presenze, segna uno o due gol, poi ce lo scordiamo. Non è mai diventato il giocatore che la Lazio sperava potesse diventare, ma ha la capacità di scegliere i momenti migliori per segnare i suoi pochi gol. Al derby, un paio di stagioni fa, il tiro da fuori del 3-0, quello dell’apoteosi biancoceleste; il gol su calcio di punizione in Supercoppa italiana contro la Juventus; e infine domenica, contro il Cagliari, il gol del pareggio in una partita incredibilmente sofferta per la Lazio. Un gol che ha evitato la terza sconfitta in una settimana.

Se questo non vince il premio di gol della giornata, vince senz’altro il premio “palla che avrei voluto calciare io”. Gli arriva incontro alla velocità giusta, né forte né piano. Uno di quei palloni su cui serve davvero poco per farli volare. Cataldi non sembra colpirlo nemmeno con una violenza particolare: lo colpisce un po’ sotto, e la palla prende una traiettoria ascendente che senza la porta forse sarebbe finita fuori dallo stadio, ma che invece prende la parte interna della traversa ed entra in rete. Esultanza con bacio allo stemma, orecchio mostrato al pubblico.

Lorenzo Pellegrini vs Verona

Difficoltà: 9

Estetica: 10

Esultanza: 7

Candidato a gol dell’anno: sì

Chi avrebbe potuto farlo uguale: Memphis Depay

José Mourinho non ha affidato a Pellegrini una posizione di campo e dei compiti tattici specifici. Desiderando averne tre in campo, gli ha solo detto di andare e moltiplicarsi. Spargersi per il campo cercando di dare un’impressione più vicina possibile all’onnipresenza. Aiutato da una condizione fisica forse mai così brillante, Pellegrini sta volando, e con la fascia da capitano al braccio, da qualche settimana regala momenti di eleganza e onnipotenza, culminati in questo gol principesco segnato al Verona.

Karsdorp crossa una palla bassa all’indietro probabilmente per Abraham; il campo è bagnato e il rimbalzo infido. La particolarità del colpo di tacco di Pellegrini è che prende la palla di controbalzo, in salto. C’è qualcosa di deliberato nel suo gesto tecnico rispetto ad altri gol di questo tipo, in cui gli attaccanti sembrano più che altro costretti a colpire di tacco dallo sviluppo dell’azione, del cross, dalla postura del corpo. Quello di Pellegrini ha tutta l’aria di un gesto puramente artistico, come altri di queste settimane, tipo il sombrero contro la Fiorentina, o il pallonetto sul secondo palo contro il CSKA Sofia. Poi c’è tutta l’epica della scivolata sul campo bagnato, con gli occhi ancora rivolti verso la porta a controllare che la palla sia entrata, l’esultanza sotto la pioggia scrosciante. Ma quello di Pellegrini non è né il gol più bello della giornata, né quello più bello di Verona-Roma.

Davide Faraoni vs Roma

Difficoltà: 10

Estetica: 10

Esultanza: 6

Candidato a gol dell’anno: sì

Chi avrebbe potuto farlo uguale: Zinedine Zidane

Questa rete di Faraoni non ha senso da qualsiasi punto la si voglia guardare. La Roma aveva appena pareggiato con un autogol fortunoso, il Verona quindi aveva l’inerzia psicologica contraria; la palla che arriva a Faraoni al limite non promette semplicemente niente. È un pallone come un altro. Davide Faraoni, che in carriera ha segnato qualche gol ma quasi tutti sporchi, non è certo noto per la sua tecnica da ballerino. E infatti stoppa male il pallone; lo prende con l’interno sinistro e la palla gli rimane addosso. Forse è per quello, forse è per quel controllo sbagliato, che decide all’improvviso di tirare. Uno di quei tiri in cui i giocatori sembrano solo volersi togliere la palla di dosso. Più che un tiro, una pedata, col collo rigido e la gamba che oscilla in avanti. La palla va sotto la traversa, angolatissima. Un gol segnato con una coordinazione corporea alla Lewandovski, alla van Basten, alla Zidane. Il più difficile, assurdo e complesso tra i gol di questa ricchissima giornata di Serie A.

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