Non ci stancheremo mai dei bei gol, e quindi delle rubriche dedicate ai bei gol. Per questa ragione, anche quest'anno, continua la nostra rubrica dedicata ai migliori gol del mese, e alla fine della stagione decideremo quale tra questi è stato il più bel gol dell’anno. Cominciamo.
7. Il tiro perfetto di Pjanic contro la SPAL
Pjanic è stato forse uno dei migliori giocatori della Juventus a settembre, forse il più decisivo in assoluto. Per una volta per sottolineare il livello della sua prestazione non serve citare il volume dei suoi passaggi, quanto piuttosto la loro qualità. «Pjanic verticalizza di più» ha dichiarato Sarri; e lui ha fatto presto a spiegare che non è tanto cambiato il suo modo di pensare calcio, ma il fatto che ha davanti a sé molti più riferimenti centrali a cui passare la palla.
In questo mese, però, Pjanic ha anche segnato due splendidi gol da fuori area, con cui ha già eguagliato il proprio record di gol della scorsa stagione. Quella dei gol non è mai stata una parte evidente del suo gioco, anche se ogni anno ne ha segnato qualcuno - e sarebbe strano se non lo facesse, con quella capacità di calcio sia da fermo che in movimento.
Pjanic ha segnato in due partite consecutive, entrambe le volte il fondamentale gol del vantaggio, sbloccando una squadra che è sembrata contratta finché non si è trovata avanti nel punteggio.
Se il gol col Brescia impressiona per la forza con cui la palla è riuscita a bucare un infinito incrocio di gambe; questo con la SPAL è bello per la traiettoria del pallone, che infila il portiere all’angolo lontano facendo sembrare la porta semplicemente più grande; e anche per la difficoltà del tiro.
Pjanic impatta una palla appoggiata da Khedira che gli va leggermente indietro, rimbalza, e lui deve tenere la gamba rigida e dare una torsione che la faccia finire sul secondo palo. La traiettoria è leggermente deviata da Valdifiori, ma se vi basta questo per considerare intossicata la bellezza di questo gol forse in realtà non vi piace il calcio.
Guardatelo e riguardatelo per ammirare la perfezione balistica del calcio di Pjanic, la cui gamba pare una specie di arnese da guerra fatto per sparare palle agli angoli delle porte.
6. Ribery in caduta contro l'Atalanta
Da quando Ribery è entrato nell’undici titolare della Fiorentina, la squadra di Montella ha trovato una logica in campo. Il 3-5-2 sembra cucito attorno alla capacità in transizione negli spazi di Ribery e Chiesa, e se l’italiano continua a esercitare la sua forza centripeta alla partita, la sua capacità di fare e disfare di continuo, Ribery si sta rivelando un formidabile cucitore di gioco, capace di dare alla squadra la “pausa” che è mancata alla Fiorentina nelle ultime stagioni. Che era una squadra sempre col fiatone.
Ribery e Chiesa, insieme come lo yin e lo yang, hanno costruito questo splendido gol contro l’Atalanta. Chiesa riconquista palla su Palomino e lo brucia in velocità. fin qui tutto ok. Poi però disegna una traiettoria nel cross non proprio da lui, che di solito non spicca per precisione nelle esecuzioni.
Dall’altra parte Ribery sacrifica un po’ d’estetica per scegliere la conclusione più efficace possibile, che è anche la più difficile. L’impatto di prima intenzione col sinistro è molto complesso e il francese deve stendersi a terra per tenere basso il pallone, piegano il proprio corpo nell'angolo esatto perché il pallone finisca sul secondo palo.
5. Sensi in tuffo di testa contro l’Udinese
Ammetto che questo gol è stato inserito in classifica per premiare in un altro modo possibile lo strabiliante mese di Stefano Sensi. La dimostrazione che basta davvero un mese per far cambiare radicalmente la percezione di sé nel calcio di alti livelli: da mezzala interessante e peculiare a centrocampista totale.
Sotto la guida di Antonio Conte - da sempre un moltiplicatore di forze per i suoi centrocampisti - Sensi è diventato onnipotente: 3 gol, 2 assist, 2.8 passaggi chiave per 90 minuti. A questi numeri va sommata la sua capacità di incidere sulla partita in momenti decisivi, spesso con tiri da fuori che sinceramente non erano mai sembrati così efficaci.
Questo gol segnato all’Udinese - importante visto che si tratta dell’1-0 - è un’anomalia che non dovrei neanche stare qui a sottolineare. Un gol di testa di un essere umano alto meno di un metro e 70. Soprattutto, è un gol complicatissimo, visto che Sensi riceve un cross corto di Godìn e che non è certo uno specialista del colpo di testa. Sensi inoltre ha l’uomo addosso - Troost-Ekong, alto venti centimetri più di lui - e riesce comunque a trovare l’inclinazione del corpo per indirizzare la palla sotto la traversa.
Forse non il gol più bello del mese, di certo quello più difficile.
4. Duvan Zapata di potenza contro il Genoa
L’Atalanta ha avuto un gran mese in campionato, il cui punto più alto è stato senz’altro la vittoria in casa della Roma all’Olimpico. Eppure settembre era cominciato con una brutta sconfitta, il primo del mese, contro il Torino.
Una settimana dopo, le cose si erano messe di nuovo male: la “Dea” si era incagliata in un pareggio in casa del Genoa. Nella nuova prospettiva dell’Atalanta - che punta ogni anno ad arrivare nelle prime quattro - due punti persi. Finché Zapata non ha deciso di vincere la partita da solo di pura forza di volontà.
Questo tiro da fuori all’ultimo minuto, che prende la traversa prima di ricadere 5 centimetri oltre la riga, è la manifestazione della crescita di Duvan Zapata: a livello tecnico-tattico, certo (ricordiamoci che prima che arrivasse da Gasperini era un centravanti sgobbone che segnava poco), ma anche come carisma e personalità. Zapata è uno di quei giocatori che quando è in giornata e si mette in testa di fare gol, semplicemente, lo fa. Il dato più assurdo di questa rete al Genoa è il fatto che si tratta del primo gol da fuori area di Duvan Zapata in Serie A.
Come gol manifesto della volontà di potenza di un centravanti bisogna per forza segnalare anche il secondo di Belotti al Milan. Una delle reti più sgangherate e paradossali degli ultimi anni, cominciata con un tap-in facile ciccato a porta vuota, trasformato in un auto-assist per una rovesciata sulla riga di porta.
Grazie, Serie A.
3. Caputo con un gol da allenamento
A volte il Sassuolo gioca così bene col pallone tra i piedi, con uno scaglionamento così esatto dei giocatori, che le partite di Serie A sembrano trasformarsi in sessioni d’allenamento giusto un po’ più agonostiche.
Tra tutti, questo gol di Caputo alla SPAL è quello che più somiglia a un allenamento. Berardi si trova in una strana posizione a sinistra, e taglia verso il centro suggerendo il passaggio a Duncan. “Mimmo” arriva sulla palla e le dà un colpo di spalla cadendo a terra, come in una “tedesca” sulla spiaggia. Da dietro arriva Caputo, che tira una bomba di sinistro sotto l’incrocio dei pali.
Uno di quei tiri con una precisione e una potenza esagerati per la posizione da cui sono partiti (un altro è quello di Gosens contro il Sassuolo, che è entrato nella parte superiore della rete viaggiando verticalmente). Tutto troppo facile, ma per questo bello.
2. Rafael Leao salta mezza Fiorentina
Stavamo cominciando a dubitare dell’acquisto di Rafael Leao, arrivato in estate per una cifra importante ma con un talento tanto evidente quanto difficile da definire. Un attaccante grezzo di cui si notano già qualità e limiti, ma di cui non si capisce esattamente la forma: per Giampaolo è un’ala, ma lui ha giocato sempre centravanti in carriera.
In maglia rossonera sembrava poter far bene tutto, ma niente ottimamente - forse semplicemente perché lo abbiamo ancora visto troppo poco per farci un’idea più chiara. Nelle due partite in cui è partito titolare, contro Inter e Fiorentina, è stato il migliore dei rossoneri in una situazione generalmente disastrosa, suggerendo se non altro un futuro migliore.
Il suo gol alla Fiorentina, poi, è stupendo come pochi gol del Milan ultimamente - anche se un attaccante che deve dribblare tutta la difesa avversaria per segnare è, a voler cercare il pelo nell'uovo, un indicatore della scarsa qualità del gioco offensivo collettivo (il Milan è la squadra che ha tirato meno in porta in Serie A finora).
Leao parte in conduzione da sinistra rientrando verso il centro con l’esterno, a testa bassa, quasi perdendo l’equilibrio. Quando arriva al limite dell’area ha una rapidità di piedi impressionante: con una croqueta salta Pezzella, a quel punto sembra essersi incartato, ma se la sposta ancora con l’interno destro, e conclude di sinistro a incrociare. Quei tiri lenti lenti che vogliono sottolineare la bellezza del gol appena segnato.
È impossibile non paragonare Leao a un grosso felino che si muove con una velocità miracolosa in rapporto al suo peso. E che manda la palla piano piano all'angolino.
1. La discesa libera di Gomez contro il Sassuolo
Per godere al meglio di questo gol di Gomez bisogna innanzitutto fare attenzione alla posizione da cui prende palla e parte in progressione, scendendo in discesa libera verso la difesa del Sassuolo. Negli anni Gomez è diventato un calciatore sempre più associativo, sempre più intelligente nelle piccole cose preziose di cui riempie le sue partite - come quei quadri di Brughel in cui a contare è la ricchezza dei dettagli.
Ma in quest’azione tira fuori una giocata istintiva, individualista, più vicina all’idea del “Papu” Gomez quando è arrivato in Italia, al Catania, ed era un’ala dribblomane che rientrava da sinistra verso destra per tirare a giro sul secondo palo.
L’altro modo per goderlo al meglio è contare i giocatori del Sassuolo che gli si frappongono, solo dal suo lato, tra lui e la porta. Io ne conto cinque.
Gomez sceglie con cura la sua traiettoria di corsa, approfittando della passività della difesa neroverde per trovarsi di fronte di fatto un solo giocatore, Toljan. Nell’inquadratura dal basso si nota il guizzo del “Papu”, che fa passare la palla sotto le gambe del difensore e poi si precipita sul pallone per anticipare tutti di punta, alzando la traiettoria il tanto che basta per non farci arrivare Consigli.
Questo di Gomez, mi sento di dire, è il più bel gol del mese. Poche cose sono più affascinanti di un uomo basso che batte da solo, con rapidità e astuzia, un gruppo di persone più grandi. L’unico che avrebbe potuto batterlo sarebbe stato Ribery, se avesse segnato a Donnarumma dopo quella giocata da strapparsi gli occhi contro la difesa del Milan. È andata così, ci rivediamo il mese prossimo.