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9 curiosità dalla seconda giornata
03 set 2019
Fatti strani da rivendervi nelle conversazioni in ascensore.
(articolo)
10 min
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«È incredibile come ogni giorno succedano esattamente tante notizie quante ne servono per riempire un intero giornale», recitava una vecchia battuta di Daniele Luttazzi (o chi per lui). Allo stesso modo è incredibile come in ogni giornata di serie A accada un numero di fatti curiosi sufficienti da riempire questa rubrica e, quindi, almeno un paio di incontri in ascensore con il vostro vicino.

Speedy Danilo

Iniziamo naturalmente dal record di Danilo, di cui si è già parlato dappertutto. In breve: portando in vantaggio la Juventus dopo 29 secondi dall’ingresso in campo, il terzino brasiliano è diventato lo straniero più veloce di sempre a segnare il suo primo gol in A. Ma c'è un "ma", e ce lo fa notare nei commenti l'attentissimo Francesco Maria Rinaldi: in Salernitana-Bologna 4-0 del 25 aprile 1999 il serbo Aleksandar Kristic debuttò in serie A al 92' e href="https://www.youtube.com/watch?v=XMp96RaWEt4&t=267s" target="_blank" rel="noopener" data-saferedirecturl="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3DXMp96RaWEt4%26t%3D267s&source=gmail&ust=1567668973433000&usg=AFQjCNEgdQnX1ePiVtkLe35gwgUTIjqrQA">segnò sugli sviluppi di un corner al 93'. Quanti secondi passarono? Tutte le fonti dell'epoca riportano 20 secondi, ma rivedendo la partita online sembrano circa una trentina, il che lo collocherebbe alle spalle di Danilo. Si contendono il terzo gradino del podio l’australiano John Aloisi, in rete dopo circa 80 secondi di Cremonese-Padova del 26 novembre 1995, ed Ernesto Javier Chevanton, che aveva beffato così Sebastien Frey dopo 1’54” di Lecce-Parma del 26 agosto 2001 – sia Aloisi che Chevanton avevano segnato al secondo minuto.

Danilo diventa anche il secondo giocatore più veloce in assoluto in questa speciale classifica, alle spalle del solo Alberto Paloschi il cui gol dopo 18” dall'ingresso in campo in Milan-Siena del 10 febbraio 2008 sarà veramente difficile da scalzare dal primo posto. Grazie a Danilo la serie A ha anche migliorato il record della Premier League (appartenente al congolese Thievy Bifouma del WBA, in rete dopo 34” dall'ingresso in campo in Crystal Palace-WBA, 8 febbraio 2014), pur rimanendo dietro alla Bundesliga, visto che in Borussia Dortmund-Eintracht Francoforte del 15 febbraio 2014 il serbo Milos Jojic andò in gol dopo 17” dal debutto in prima squadra.

Resiste invece il record di gol più veloce dalla panchina in serie A, debuttanti o non debuttanti, che appartiene al georgiano Levan Mchedlidze, in rete dopo 13 secondi in Empoli-Sassuolo del 22 marzo 2015. Ma i fatti strani sono come le ciliegie, uno tira l'altro e come per magia, se allarghiamo il raggio e tiriamo dentro anche la Coppa Italia, spunta un altro Napoli-Juventus! Precisamente la semifinale di ritorno della Coppa Italia 2016-2017, quando Mertens entrò nella ripresa e a beffare lo sprovveduto Neto ci mise appena undici secondi – record per il calcio italiano, dunque!




The Mexican

Fatti curiosi che non sono terminati con il gol lampo di Danilo, in quanto “El Chucky” Hirving Lozano è diventato il primo messicano a segnare in serie A, riuscendo laddove avevano fallito suoi connazionali ancora più illustri come “El Gran Capitan” Rafa Marquez, trentacinque dimenticabili presenze in due stagioni al Verona senza mai segnare. Erano rimasti a secco altri tre difensori provenienti dal Messico: "El Titán" Carlos Salcedo, 18 presenze nella Fiorentina 2016-2017; “El Tractor” Hector Moreno, cinque presenze nella Roma 2018-2019; “El Expreso de Córdoba” Miguel Layun, 33 minuti al servizio di Antonio Conte nell'Atalanta 2009-2010.

(Per il bolsissimo Rafa Marquez anche tre espulsioni nella sua prima stagione all'Hellas, tra cui questa contro il Milan)




Le follie di Carletto

Record che non mancano al Napoli di Ancelotti, partito con uno score che non ha precedenti nella serie A repubblicana. Per trovare chi ha fatto meglio (o peggio, a seconda dei punti di vista) dei quattordici gol (7 fatti e 7 subiti) dei partenopei nelle prime due giornate bisogna tornare ai tempi dei Savoia. Arrivarono a 15 gol la Pro Patria 1932-1933 (5 fatti e 10 subiti) e la Cremonese 1929-1930 (2 fatti e addirittura 13 subiti): tutte e due comunque non portarono a casa che zero punti, a differenza del Napoli.




Perché perché, 3-1 3-2 3-3

L'autogol di Koulibaly ha impedito ad Ancelotti di vendicare la famigerata notte di Istanbul 2005, vestendo i panni del rimontante e non del rimontato. Una Juventus che spreca un vantaggio di tre gol in casa fa senza dubbio scalpore, eppure è addirittura la quarta volta che le succede. La più famosa è certamente il derby “della buca di Maspero”, ottobre 2001, quando il Torino aveva rimontato da 3-0 a 3-3 prima che Marcelo Salas sparasse sulla Luna il rigore del nuovo vantaggio.

La più recente è un 3-3 del marzo 2010, quando il derelitto Siena di Malesani riuscì nell'impresa contro una Juventus quasi altrettanto derelitta, che a fine anno finì settima e condannata ai preliminari di Europa League. La più romantica è un 3-3 contro l'Avellino all'ultima giornata del campionato 1978-1979, quando Trapattoni sostituì Dino Zoff a metà ripresa regalando al fedele numero 12 Giancarlo Alessandrelli il sospirato esordio in bianconero, festeggiato (si fa per dire) subendo tre gol in un quarto d'ora dai famelici lupi irpini a caccia del punto che valeva la salvezza.




Pali e traverse

Ma gli dei del calcio si erano conservati piani ancora più diabolici per il derby di Roma, già consegnato alla leggenda per l'incredibile bottino di pali (4) e traverse (2): in particolare, cinque legni concentrati nella prima mezz'ora è un record che sospettiamo non abbia precedenti in alcun Paese occidentale. Per quanto riguarda il nostro campionato, vista la quantità sempre più rarefatta di fonti e immagini andando indietro nel tempo, ci limiteremo al Ventunesimo secolo, epoca in cui non c'era mai stata una partita con sei pali. Se vi accontentate, dal 2000 in poi esistono solo tre precedenti di partite di serie A con cinque legni a testa.

Inter-Atalanta 1-2 del 23 marzo 2014: i bergamaschi colpiscono una traversa con Denis e poi sbancano San Siro con una doppietta di Jack Bonaventura dopo aver ringraziato San Siro in persona per i legni timbrati da Guarin, Palacio, Jonathan e Icardi (questi ultimi due nella stessa azione). E proprio Icardi, dopo il gol del momentaneo 1-1, esulta mostrando una t-shirt con su scritto “Wan Te Amo” dedicata all'allora neo-fidanzata, provocando lo sdegno del suo allenatore Mazzarri sottilmente espresso nelle interviste post-partita: «Quando giocavamo noi c'erano dei codici diversi, oggi devi convivere con certi personaggi».

Juventus-Sampdoria 1-1 del 15 febbraio 2009: un palo della Sampdoria (su cross di Cassano deviato da un difensore) e quattro legni della Juve, due di Nedved più un'incredibile punizione di Del Piero, più unica che rara, che colpisce la traversa e ricade sul palo sottostante.

Venezia-Torino 1-1 del 28 aprile 2002: partita assai rocambolesca in cui il Torino sbaglia due rigori con Ferrante e colpisce quattro pali prima di trovare il pareggio a tempo scaduto con Galante. Il quinto legno, del Venezia, è timbrato su punizione dall'uruguaiano Pablo Garcia.

Meno rara la circostanza di quattro legni colpiti da un'unica squadra: la stessa Lazio di Simone Inzaghi riuscì nell'impresa due anni fa a Bologna, colpendo quattro pali nel solo primo tempo (tre di Immobile e uno di Lucas Leiva) ma vincendo ugualmente per 2-1. Anche se l'impresa più notevole va ascritta probabilmente a Marco Giampaolo, che nella sua brevissima esperienza in serie B a Brescia incappò in un rocambolesco 0-0 a Bari condito da quattro pali in dieci minuti, di cui tre nel giro di 60 secondi: colpo di testa di Caracciolo, traversa, la riprende di testa Caracciolo, traversa, calcio d'angolo, colpo di testa di Mitrovic, palo.




Over 2,5 Donnarumma

Ed è stato anche il weekend della partita più attesa dai genealogisti di tutta Italia, il giorno in cui Donnarumma ha affrontato Donnarumma. Gigio è uscito vincitore dal duello con Alfredo, ma c'è di più e naturalmente ci riferiamo alla presenza del terzo Donnarumma ovvero il fratellone Antonio, in panchina come terzo portiere del Milan. Questo ha fatto sì che in Milan-Brescia fossero presenti in distinta tre giocatori con lo stesso cognome: curiosamente la prima volta dal 2012, da quando cioè il numero massimo di panchinari è stato aumentato a dodici, facendo crescere esponenzialmente le possibilità di omonimie. L'ultimo precedente risaliva infatti al 21 dicembre 2005, un Inter-Empoli 4-1 altrimenti dimenticabile in cui erano scesi in campo Paolo Zanetti (Empoli), Cristiano Zanetti (Inter) e Javier Zanetti (Inter) - circostanza ancora più rimarchevole, visto che tra i tre Zanetti non c'era neanche una minima parentela e uno di loro era addirittura straniero.

Le varie fratellanze avevano invece reso il triplo cognome quasi una consuetudine soprattutto agli albori del nostro calcio, quando imperversavano i cinque fratelli Sentimenti con i loro nomi psichedelici: Ennio, Arnaldo, Vittorio, Lucidio e Primo che peraltro era l'ultimo, essendo il più piccolo. In tempi più recenti, invece, vi segnaliamo anche un Verona-Brescia del 2001 in cui i due gemelli Filippini fecero la conoscenza con il mediano dell'Hellas Giancarlo Filippini. E per il futuro, come in quegli articoli di giornale in cui ci si lamenta che a Milano gli Han sono ormai più dei Brambilla, attendiamo il sorpasso dei cognomi stranieri: per esempio, già nel 2012-2013 in serie A c'erano ben sei Rodriguez, purtroppo sparpagliati in sei squadre diverse. Riuscite a ricordarli tutti?

https://twitter.com/gippu1/status/1167820423494606860


L'Abisso scruterà dentro di te

Spetta a Hakan Calhanoglu l'ambito premio di primo giocatore di serie A ammonito per aver lasciato il campo dal lato più lontano al momento della sostituzione, come da nuovo protocollo IFAB in vigore dal 1° luglio. Abisso l'ha richiamato una prima volta, il turco ha fatto finta di non capire o non ha proprio capito e, di fronte al secondo avviso dell'arbitro («Guarda che ti devo ammonire!») non ha fatto un plissé, prendendosi l'inevitabile giallo. Nel derby di Roma un po' di umano buon senso invece è venuto in soccorso dell'arbitro Guida che si è limitato a una semplice ramanzina verso Florenzi, già ammonito, al momento della sua uscita dal campo.

Domenico bestiale

E ora una statistica nuda e cruda: contro la Sampdoria Domenico Berardi ha segnato la sua quinta tripletta in serie A (tra cui un poker al Milan nel gennaio 2014 che costò l'esonero a Massimiliano Allegri). Bene, tra i giocatori con almeno 5 triplette in tutta la storia della serie A, Berardi è l'unico che ha segnato più triplette che doppiette (solo due, l'ultima delle quali contro il Genoa nel gennaio 2015).

(La colonna sonora di questo video ci suggerisce che Berardi affronta certe partite come un ragazzo di 17 anni affronta il Sensation White ad Amsterdam)




Armeno tu, nell'universo

Una curiosità finale legata all'ultimo giorno di mercato che ha visto sbarcare a Roma Henrikh Mkhitaryan, il primo calciatore armeno della storia d'Italia. Perciò, gironi di qualificazione a Euro 2020 alla mano, scendono a otto i Paesi europei che non hanno mai avuto un loro rappresentante in serie A: Andorra, Azerbaijan, Far Oer, Gibilterra, Irlanda del Nord, Lettonia, Lussemburgo, Malta. Alcuni di loro sono arrivati al massimo in serie B: a Palermo ricordano ancora con gratitudine l'unica stagione del nord-irlandese Kyle Lafferty, 11 gol nell'anno dell'ultima promozione in A, mentre l'andorrano Ildefons Lima ha giocato nella Triestina per cinque stagioni tra B e Lega Pro. E c'è un lettone, il centrocampista Sergejs Vorobjovs, capace di 44 minuti in B nell'Albinoleffe 2011-2012. L'utente @Aleignoto su Twitter ci segnala infine la peculiarità di Miralem Pjanic, bosniaco ma in possesso della cittadinanza lussemburghese, tanto da vantare anche alcune presenze nelle Nazionali giovanili del gioviale Granducato.




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