
La Serie B, si dice, è un campionato molto complicato, un torneo caotico e difficile da leggere e prevedere. Le squadre che investono di più o che partono da favorite non sempre riescono a lottare per la promozione diretta, mentre non è raro vedere neopromosse che raggiungono subito i playoff o retrocesse dalla Serie A che che si avvicinano pericolosamente al fondo della classifica. Negli ultimi anni abbiamo anche assistito a più di un caso di doppie promozioni consecutive dalla Serie C alla A, oppure di doppie retrocessioni.
In un contesto così imprevedibile può diventare ancora più utile integrare nel dibattito e nelle analisi tradizionali il supporto delle statistiche avanzate. Finora in Serie B si sono giocate otto partite, ancora poche per trarre indicazioni solide, ma comunque un numero sufficientemente grande per far emergere i primi spunti. Qui sotto trovate quelli più interessanti secondo me.
Il Cesena è la squadra più pazza della Serie B
Capita spesso di vedere grafici che mettono in relazione non-penalty expected goals creati e concessi, e nonostante tra le due metriche non esista una stretta correlazione - almeno nel senso matematico del termine - spesso esiste una certa linearità nella relazione tra le due metriche. Il motivo è abbastanza intuitivo: le squadre più dominanti e che creano più occasioni riescono anche a concederne meno agli avversari, mentre quelle meno performanti faticano sia in fase difensiva che offensiva.
Certo, le cose spesso sono più complicate di così e non è raro che una squadra attacchi bene ma faccia fatica a difendere o viceversa. Molto più anomalo è invece un rendimento simile a quello del Cesena in questo inizio di stagione. La squadra romagnola , secondo i dai Opta pubblicati da Fbref, al momento ha il secondo miglior valore di non-penalty xG creati, e il 20° di quelli concessi: è insomma una squadra che coniuga una fase offensiva brillante ed efficace con una difensiva al limite del disastroso.

La combinazione di questi due dati - stranamente così distanti - si traduce nella 15esima differenza tra npxG creati e concessi, cosa che non ha impedito al Cesena di avere un avvio di stagione discreto, considerando gli 11 punti raccolti da neopromossa. Le difficoltà dal punto di vista difensivo non devono però essere sottovalutate, e in particolare il Cesena nelle prime giornate ha faticato molto nel limitare il numero di buone occasioni concesse agli avversari, producendo il peggior valore di xG per tiro concesso del campionato, al pari di Salernitana e Frosinone. Un’altra lacuna dei bianconeri apparsa abbastanza evidente nelle prime giornate è la difesa delle palle inattive, che sono ad esempio costati due gol molto simili nella sconfitta contro il Sassuolo: il Cesena infatti ha già incassato 5 gol da questo tipo di situazioni che finora hanno pesato per oltre il 40% sul totale dei gol subìti escludendo i rigori.

La buona notizia per la squadra di Mignani può essere che tra i tanti aspetti da migliorare della fase difensiva ce n’è uno molto specifico e allenabile su cui lavorare.
L’anomalia del Pisa
Dopo i primi due mesi di stagione a guidare la classifica è il Pisa che, vincendo sei partite su otto, ha raccolto 19 punti. Le statistiche avanzate suggeriscono che i risultati raccolti siano sostanzialmente coerenti con le performance messe in campo: la squadra di Inzaghi ha la miglior differenza tra xG creati e concessi su azione, grazie soprattutto all’alto volume di occasioni create (come dimostra anche il dato sulla qualità delle occasioni costruite, cioè il numero di xG per tiro).
La particolarità, ben evidenziata dalle statistiche, è sul come - in termini stilistici e di approccio - il Pisa ha costruito queste performance e risultati. Chiaramente non esiste un solo modo possibile per arrivare alla vittoria, ma tendenzialmente c’è una certa relazione statistica tra i livelli di performance delle squadre - misurati ad esempio attraverso gli xG - e i dati sul possesso. La semplice percentuale di possesso viene spesso - e giustamente - giudicata come poco attendibile, perchè dice di per sé poco di come e dove le squadre esercitano questo possesso, e negli ultimi anni hanno trovato spazio indicatori più specifici e dettagliati, in particolare quelli che cercano di misurare il “dominio territoriale”. Un esempio è il field tilt, cioè la differenza nei passaggi effettuati nell’ultimo terzo di campo tra una squadra e l'altra. Se il field tilt è superiore al 50% tendenzialmente la squadra riesce a essere più dominante nel possesso nelle zone cruciali del campo, riuscendo a tenere il pallone nel terzo offensivo più di quanto facciano gli avversari.
Nelle ultime stagioni abbiamo visto squadre anche piuttosto dominanti nel possesso ma non così efficaci, come la Fiorentina di Italiano, o al contrario altre molto performanti pur lasciando spesso il controllo del pallone agli avversari, ma è curioso che il Pisa abbia fin qui i più bassi valori di possesso palla (40.3%) e field tilt (34.9%) del campionato.

Il Pisa sta riuscendo a costruire un ottimo volume di occasioni e tutto sommato a limitare quelle avversarie - nono per npxG concessi - pur non mantenendo il possesso per la maggior parte del tempo e occupando con una frequenza relativamente bassa l’ultimo terzo di campo, e lo sta facendo attraverso un approccio pragmatico e diretto. Un primo fattore da non sottovalutare è quello delle palle inattive, visto che il Pisa è secondo - dietro allo Spezia - per percentuale di occasioni da tiro costruire da questo tipo di situazioni, ma non è l’unico. Il Pisa è infatti ai primissimi posti tra le squadre di Serie B per molti indicatori legati al gioco diretto: secondo per percentuale di passaggi lunghi sul totale di quelli tentati, secondo per lunghezza media dei passaggi progressivi, quarto per lunghezza media dei passaggi del portiere. Un approccio verticale che finora si è dimostrato piuttosto efficace, visto che il Pisa ha creato occasioni di buona qualità - primo assieme allo Spezia per npxG per tiro - e efficiente.

Messa in termini numerici, il Pisa tocca pochi palloni nel terzo offensivo (20° valore) ma in proporzione molti all’interno dell’area avversaria (5° valore), e di conseguenza ha nettamente il miglior indice di penetrazione in area della Serie B, calcolato come rapporto tra i palloni toccati in area sul totale di quelli nell’ultimo terzo. Le statistiche confermano quindi le buone prestazioni del Pisa nelle prime giornate, in linea con gli ottimi risultati conquistati, ma anche la peculiarità di un approccio che i numeri fanno apparire forse ancora più netto. Sarà interessante vedere se Inzaghi terrà questa linea per tutta la stagione o se sarà chiamato a modificare qualcosa.
L’underperformance del Cosenza
In questo momento il Cosenza si trova all’ultimo posto in classifica con 5 punti, dovendone scontare 4 di penalizzazione. Con i 9 punti conquistati sul campo sarebbe comunque virtualmente al 13° posto in classifica, al pari di Modena e Reggiana. Una situazione sulla carta non preoccupante ma comunque piuttosto distante dal quadro delineato dalle statistiche avanzate.
La squadra calabrese è stata fin qui una delle migliori secondo i parametri degli expected goals creati e concessi, in particolare con la seconda miglior differenza del campionato - escludendo i rigori - alle spalle del Pisa. Le cause di queste difficoltà possono essere diverse, e magari non tutte legate a questioni di campo, vista anche la penalizzazione, ma dal punto di vista statistico quello che sta pesando maggiormente per il Cosenza è la difficoltà a convertire le proprie occasioni. Con 9.9 npxG creati il Cosenza ha il sesto miglior valore del campionato, ma ha segnato soltanto 6 gol rigori esclusi, gli stessi del Cittadella - che però ha creato 5.5 npxG - e meglio soltanto dei 5 del Frosinone.

L’underperformance di -3.9 è la più pesante finora, sia in termini assoluti che in proporzione agli xG creati, che fa segnare un -39.39% di non-penalty gol segnati rispetto alle attese del modello. A questi numeri si aggiunge anche un’underperformance difensiva - anche se non così pronunciata - con 9 non-penalty gol incassati a fronte di 7.3 npxG concessi, e in questo senso incidono anche le prestazioni finora non brillanti del portiere Micai, che secondo il modello dei post-shot expected goals di Opta finora ha incassato circa il 21% di gol in più rispetto alle attese.

Insomma, al di là della penalizzazione il Cosenza potrebbe anche attraversare un periodo un po’ sfortunato, ma le statistiche lasciano spazio per immaginare un miglioramento dei risultati se le prestazioni rimarranno così solide.
Coda è ancora il CR7 della B?
A volte ci si scherza su, ma è vero che negli ultimi anni mettere sotto contratto Massimo Coda ha significato per lo meno aumentare le proprie possibilità di salire in Serie A. Negli ultimi anni hanno avuto modo di constatarlo Benevento, Lecce e Genoa, mentre nella scorsa stagione il percorso della Cremonese si è fermato nella finale playoff. Non è quindi sorprendente che Coda sia stato preso da una squadra che negli ultimi anni ha avuto molti problemi ma che per blasone non può che avere una certa fretta di ritornare in Serie A, la Sampdoria.
Anche in questa stagione, però, i blucerchiati non hanno avuto un buon inizio, esonerando Pirlo dopo tre partite, ma come se la sta cavando Coda? Al momento è undicesimo in Serie B per non-penalty xG per 90 minuti, 0.39, non pochi ma un po’ meno della media tenuta nelle ultime stagioni. Coda, comunque, non sta facendo sentire questa piccola flessione, e ha segnato più di quanto atteso: 4 non-penalty gol da 2.9 npxG. Può sembrare strano ma si tratta di un’anomalia per lo storico di Coda, che nelle stagioni passate ha più spesso segnato meno delle previsioni statistiche che non il contrario. Un aspetto interessante sull’inizio di stagione del centravanti della Sampdoria è invece quello della rifinitura e del coinvolgimento nella manovra negli ultimi metri di campo.

Nelle prime otto giornate Coda ha fornito 0.33 xG per 90 minuti, il sesto miglior valore del campionato, circa il triplo rispetto ai numeri registrati nella scorsa stagione alla Cremonese e più o meno il 50% in più di quanto fatto nelle annate al Genoa e Lecce. Su un campione di partite ancora ristretto questo scostamento può essere in parte anche casuale, ma quasi tutte le metriche sui passaggi evidenziano un maggior coinvolgimento rispetto al recente passato: passaggi chiave, passaggi nell’ultimo terzo di campo, in area, e in generale quelli tentati sono tutti in aumento, in una squadra che non fa tantissimo possesso. In Serie B quest’anno sembrano esserci diversi attaccanti interessanti, alcuni giovani come Esposito, Nasti e Shpendi, e altri più esperti, da Pedro Mendes a Soleri e Brunori: nessuno di loro supera i 30 anni, mentre Coda ne compirà presto 36. Alla sua età è già notevole che venga ancora citato nella categoria dei migliori attaccanti della categoria, ma adesso Coda sembra poter imboccare un’altra strada, oltre a quella dei gol, per poterci rimanere ancora più a lungo.
I giocatori più influenti di inizio stagione
Confrontare le statistiche individuali dei giocatori è utile ma sempre un po’ complicato: bisogna sempre trovare i corretti aggiustamenti per i dati, magari per 90 minuti, o ancora meglio normalizzandoli in base al possesso o i tocchi della squadra o degli avversari. Un punto di vista diverso ma comunque interessante lo possono dare le percentuali di incidenza di ogni giocatore all’interno della propria squadra. Qui ho scelto tre metriche per isolare altrettanti compiti in campo: i passaggi progressivi per la risalita del campo, gli xG assistiti per la rifinitura, e i non-penalty xG per la finalizzazione.
Una possibile interpretazione per questo tipo di dati è quella di una misura dell’influenza di ciascun giocatore all’interno delle squadre in un certo aspetto del gioco, con l’approssimazione data dalla scelta di una singola statistica.
Le chiavi di lettura possono essere diverse, a partire dal tipo di giocatore che risulta più influente in ogni squadra, ma è interessante anche la distribuzione di questi numeri tra uno o più elementi.

Prendendo come esempio la risalita del campo attraverso i passaggi progressivi, nella maggior parte delle squadre la percentuale più alta è quella dei registi o centrocampisti centrali - Salvatore Esposito, Capezzi, Boloca - ma ci sono anche delle eccezioni. La Cremonese passa soprattutto per un difensore, Antov, e per il Mudo Vazquez, mentre nel Frosinone è soprattutto Marchizza a giocare passaggi progressivi. In altri contesti, come il Cesena e il Cosenza, la distribuzione di questi passaggi è suddivisa in modo più equilibrato tra diversi giocatori, mentre nel Sudtirol il giocatore a tentare più passaggi progressivi è un trequartista, Casiraghi.
Guardando invece agli xG assistiti come dato rappresentativo della rifinitura, molte distribuzioni si dilatano ulteriormente, e mentre in alcune squadre le responsabilità si spostano verso i giocatori offensivi, come Coda, Johnsen e Fumagalli, in diversi contesti i più influenti restano i centrocampisti centrali, ad esempio Esposito e Ranocchia.

La distribuzione dei non-penalty xG (posto che, con un campione così ristretto, pochi tiri hanno un peso molto elevato) è probabilmente quella più influenzata dal tipo di assetto e sistema di gioco delle squadre.

Dal grafico qui sopra potete vedere quali squadre accentrano i tiri - e gli xG - su un unico riferimento offensivo (come Mulattieri per il Sassuolo o Iemmello nel Catanzaro) e quelle che invece giocano a due punte, distribuendo le responsabilità offensive (ad esempio le coppie Shpendi-Kargbo, Coda-Tutino e Soleri-Esposito).
Che dire: di certo non si può dire che sia un campionato monotono, nemmeno da un punto di vista tattico. In attesa di capire quali tra questi dati si consolideranno e quali invece cambieranno o verranno smentiti dal tempo: buona Serie B.