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I migliori gol di ottobre 2021
02 nov 2021
Molte bombe da fuori ma anche punizioni sublimi e scavetti geniali.
(articolo)
8 min
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Ottobre è stato indiscutibilmente il mese di Simeone. Con 7 gol in 5 partite, l’attaccante argentino del Verona ci ha svelato diverse facce di sé che non conoscevamo: quella di attaccante che segna a quasi ogni tiro e quella di attaccante che fa gol stupendi, per esempio. Per dire, in questa classifica ce ne sarebbero potuti essere almeno due, quello di potenza contro la Lazio e quello di precisione contro la Juventus. Alla fine ha prevalso il primo, che forse ha finito per influenzarci anche nella scelta degli altri. Ci sono infatti altri due tiri di potenza da fuori area o dal limite che si vanno a infilare sotto al sette: quello magico di Daniele Verde contro la Sampdoria e quello armonico di Antonio Candreva contro l’Udinese. Forse avremmo potuto dare più spazio a gol diversi - gol leggeri come la pizzicata di testa di D’Ambrosio contro l’Empoli, o gol affettati come la preparazione al tiro di quello al volo di Bennacer contro il Bologna. Alla fine, però, abbiamo deciso per l’eleganza di Pellegrini, per la sinuosità di Ilicic e l’insolenza di Maxime Lopez. Tre gol belli e pesanti come questo ottobre, che ha dato una svolta decisiva alla classifica della Serie A.

Simeone vs Lazio

https://www.instagram.com/p/CVc2nCngoYt/

Nel mese di fuoco di Giovanni Simeone le statistiche sembrano in grado di mangiarsi tutto il resto. È quasi più spettacolare parlare del suo indice di conversione, della sua efficienza sotto porta, che dei modi che ha trovato per segnare. Simeone non è mai stato un attaccante da gol spettacolari: è un faticatore, un mediano che gioca in attacco, segna gol disperati ed enfatici. In questo periodo però è in un tale stato di grazia che prova a segnare in tutti i modi, del resto ogni suo tiro è gol. Questo è il secondo gol segnato alla Lazio: gli è arrivata una palla come un’altra, con lo stop gli si è alzata un po’, e a quel punto ha lasciato andare la gamba colpendo il pallone con un leggero esterno. Il tiro è violento, ma è soprattutto improvviso, e Reina se lo guarda senza muoversi troppo, già sconsolato. Abbiamo preferito questo al gol segnato alla Juventus: un tiro che prende una traiettoria più complessa, ma anche meno soddisfacente di un altro che lascia il portiere completamente fermo, arreso.


Pellegrini vs Cagliari

https://www.instagram.com/p/CVkZAbSKHFA/

Dopo 26 tentativi alla fine Pellegrini ce l’ha fatta. Il fatto che il trequartista giallorosso non segnasse su punizione diretta nonostante ci provasse come un vero specialista era diventata una di quelle cose irrilevanti che il sarcasmo rende pesanti come macigni, a Roma. Di cui si parla anche se non se ne può parlare, che scatena faide nelle chat su Whatsapp, e che erode la legittimità di un giocatore che da molti non è ancora percepito come forte o carismatico abbastanza per essere davvero un capitano. Pellegrini, nella sua opera superomistica di dimostrare di non essere fuori posto anche a quelli che non glielo riconosceranno mai, ha segnato la punizione più difficile nel momento in cui più ce n’era più bisogno. Leggermente decentrato sulla destra rispetto alla porta, e quindi con un angolo molto più stretto per metterla sopra la barriera, ha fatto girare la palla poco prima che sbattesse sul palo e ha completato la rimonta della squadra di Mourinho, che era andata sotto su un campo maledetto come quello di Cagliari. Dopo si è tolto la maglia ed è andato a esultare sotto lo spicchio di tifosi romanisti. Quando l’ha lanciata in aria sembrava più leggera di quando ce l’aveva addosso.


Maxime Lopez vs Juve

La sconfitta della Juventus contro il Sassuolo è stata uno shock, certo, ma non solo per il risultato. Sono sicuro che questo gol abbia contribuito a creare una sensazione di sconvolgimento di fronte a quello che è successo. Certo, c’è una bella dinamica da contrappasso nel subire, per la Juve di Allegri, il gol della sconfitta all’ultimo minuto in contropiede. Il Sassuolo, però, non si limita a imbastire un contropiede diretto e cinico, e anzi si scrolla di dosso la fretta e l’urgenza di una situazione simile. Ci sono due giocatori che scartano le opzioni più semplici per fare cose difficili con una calma ispirata che ha del sovrannaturale. Guardate Berardi, il suo stop di suola ad allontanarsi il pallone. De Ligt forse avrebbe dovuto stargli più attaccato, c’è un compagno vicino che gli chiama palla: un passaggio che avrebbe tagliato fuori la difesa della Juventus in un uno contro due. Berardi però ha già pensato una cosa ben più complessa, e cioè un lancio a cambiare gioco su Maxime Lopez. È un lancio difficile, ma la cosa più difficile è soprattutto mettergliela sulla corsa e non addosso. Gliel’avesse messa sui piedi, Maxime Lopez avrebbe dovuto superare McKennie in dribbling, con la porta distante, ma questo è un lavoro che fa direttamente il lancio di Berardi. Maxime Lopez non è velocissimo quando gli spazi diventano così grandi da coprire, e avrebbe di nuovo un compagno da servire a porta vuota. Ma ha già la testa bassa, freddissimo, aspetta che Perin gli cada ai piedi, per superarlo con un pallonetto. Dopodiché non possiamo non parlare dell’esultanza di Maxime Lopez, che minuto fino al rachitismo, corricchia alla bandierina per esultare come Cristiano Ronaldo, sfoggiando il suo petto da passerotto.


Ilicic vs Sampdoria

Un mondo in cui Ilicic era il miglior calciatore al mondo era un mondo migliore. Se vi ricordate è successo prima dello scoppio della pandemia, neanche troppo tempo fa. Ilicic sembra benedetto dal dio del calcio, dopo una carriera strana - fatta di stagioni ambigue, svogliate - a Bergamo il suo talento è lievitato come una torta fino a raggiungere picchi inaspettati. Poi il calcio si era fermato e anche Ilicic. Senza entrare nei dettagli di una storia personale, la scorsa stagione a volte in campo era sembrato un fantasma a cui Gasperini non voleva concedere nulla. Allora non possiamo che celebrare questo lento ritorno: forse Ilicic non tornerà mai più la sua versione 2019/20, ma nelle ultime settimane sta inanellando prestazioni sempre più à la Ilicic, partite sporcate da piccoli lampi di genio. Contro la Sampdoria, a un certo punto, fa un tunnel di tacco per servire Maehle sulla corsa che dovrebbe stare in un museo. Probabilmente più gli riescono cose, più Ilicic si sente a suo agio col suo calcio, un calcio diverso da quello di tutti gli altri. Questo gol, segnato pochi minuti dopo quel colpo di tacco, ne è la dimostrazione. Lo sloveno riceve un pallone senza velleità sull’esterno destro, è marcato da due avversari, il campo sta finendo. Per un attimo si gira alla sua destra, come se volesse tornare indietro, riciclare il possesso, ma è solo una finta: con una rapidità inaspettata per il suo corpo pesante, Ilicic sterza verso sinistra, manda a vuoto la pressione di Yoshida e dal fondo punta verso la porta. Qualche tocco con l’esterno per sistemare il pallone e poi lascia partire un tiro di sinistro che non ha neanche bisogno dell’effetto. Ilicic può calciare quasi diritto per diritto, mirare un punto appena alla destra della faccia del portiere, per mettere il pallone sotto la traversa, imparabile, e ricordarci che razza di giocatore è.


Verde vs Sampdoria

Daniele Verde sembra ormai giocare a calcio solo per riapparire periodicamente nelle nostre vite con gol che ci fanno fare versi gutturali o esclamazioni che chiamano in causa senza giusta causa il divino. Seriamente: quante volte capita in una stagione di vedere un gol come questo? È anche difficile da dire come sia, un gol come questo. Verde tira senza preavviso dallo spigolo destro dell’area avversaria, con una coordinazione che a un primo sguardo lo fa assomigliare a un sinistro a giro - in un modo cioè che normalmente, da quella posizione, darebbe tutto il tempo al portiere di arrivarci anche con due mani. Ma riguardandolo meglio ci si rende conto che in realtà è talmente potente e preciso al tempo stesso che non può essere un tiro a giro (in quel caso si sarebbe trattato di uno dei bug dell’ultimo PES). In realtà è un tiro di collo pieno, che fende l’aria e finisce per infilarsi sotto quel punto della porta che porta i portieri a inchinarsi con deferenza esattamente come fa Audero. Dopo aver segnato, Verde non ha letteralmente nessuna espressione in volto: non è un’esultanza alla Mark Bresciano, non sta provando ad apparire come qualcuno che ha appena fatto una magia senza alcuno sforzo. Semplicemente si limita a girarsi su se stesso e tornare dietro la linea del centrocampo, come se avesse segnato un compagno. Magari voleva solo cercare di affrettare i tempi per recuperare il risultato, ma da fuori sembra semplicemente che non stia capendo. Dopo che il suo corpo è stato attraversato senza preavviso da un genio ultraterreno, forse sta cercando la conferma con gli occhi di quello che è appena successo.


Candreva vs Udinese

Un altro gol potente da fuori area che si va ad infilare in luoghi della porta che non siamo abituati a vedere attraversati da palloni così spesso, ma un gol più semplice, lineare, comprensibile: Candreva che, con la palla che gli rimbalza leggermente davanti sulla trequarti, trova la pace dei sensi colpendo perfettamente con le ultime tre dita del sinistro e mette la palla in rete. Un gol che dà una certa soddisfazione estetica agli occhi, bisogna dirlo: non solo perché si-infila-precisamente-all’angolino ma anche perché, dopo essere entrato in porta, scorre sulla rete come una carezza. Dopo una vita ad essere discusso per la sua megalomania in squadre che si sentivano troppo grandi per lui, Candreva ha trovato il suo posto alla Sampdoria, che si sta aggrappando disperatamente al suo talento per rimanere a galla, riuscendoci solo a volte. Guardate com’è felice, circondato dall’abbraccio dei suoi compagni: loro hanno bisogno di lui almeno tanto quanto lui ha bisogno di loro.




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