Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con NOW TV.
Dall’inizio di questa stagione la Sampdoria alterna prestazioni luminosissime ad altre piuttosto mediocri. È ormai un’andatura cristallizzata e, con un campionato definito nelle sue posizioni, la squadra sembra aver smesso di preoccuparsi e gioca libera di esprimere la propria discontinuità. Ma per rivalutare una stagione così ambigua basta pensare a Patrik Schick, da mesi idolo dei tifosi blucerchiati, motivo più che valido per cui guardare una partita della Samp dall’inizio alla fine anche se i 3 punti in palio valgono poco o niente.
Arrivato per pochi milioni dal Bohemian Praga, Schick era, tra i tanti giovani della Samp, quello con meno aspettative. Rispetto ai più conosciuti Linetty, Bruno Fernandes, Praet, Torreira, Schick, col suo corpo da cigno, sembrava davvero un oggetto esotico e misterioso.
La facilità con cui è diventato un fattore nel nostro campionato fa impressione, specie per un giocatore di 20 anni con meno di 30 presenze nel campionato ceco. Delle 24 presenze in Serie A di quest’anno solo 6 sono arrivate dal primo minuto. Eppure, ogni volta che è entrato a partita in corso, Schick ha avuto un impatto devastante. Schierato spesso come trequartista al posto di Bruno Fernandes, il ceco ha potuto sfruttare la sua elegante conduzione palla al piede tagliando centralmente tra le linee come un coltello nel burro delle difese avversarie.
Una situazione che ha generato un’anomalia statistica: Schick ha segnato 7 gol partendo dalla panchina, più di qualunque altro giocatore in Europa. Per questo in molti si sono chiesti per quale ragione Giampaolo non schierasse Schick da titolare. Una questione legittima - considerando che davanti a lui non ci sono due forze della natura ma Quagliarella e Muriel - a cui ho provato a rispondere qualche settimana fa nella rubrica della posta del cuore. Per farla breve, Schick non sembra avere ancora l’intensità mentale per esprimersi lungo i novanta minuti ed è ancora troppo attratto dal pallone per giocare da prima punta davanti a Muriel (il ruolo che, in sostanza, molti vorrebbero).
Qualche giorno fa Muriel ha subìto un infortunio che lo terrà lontano dal campo fino almeno a maggio, il lato positivo della cosa è che Schick ha finalmente la possibilità di dimostrare di non essere solo un supersub, bravo ad approfittare della stanchezza degli avversari.
Lunedì, nella prima prova del fuoco, contro l’Inter a San Siro, ha giocato una delle sue migliori partite stagionali, di sicuro la migliore quando è partito dal primo minuto. Il senso di dominio tecnico espresso da Schick in campo è stato davvero impressionante: la facilità con cui realizza giocate complesse è ciò che lascia immaginare dei margini di miglioramento ancora impronosticabili.
Eccone alcune dalla partita di ieri, in cui ha mostrato anche dei miglioramenti senza palla e nella continuità lungo i novanta minuti.
00:58:
È molto difficile togliere palla a Schick, anche dopo un solo minuto di gioco. Col primo controllo prende in controtempo Gagliardini, facendolo cadere, poi salta Ansaldi con un piccolo scavetto. Schick sembra sempre sul punto di perdere il pallone, troppo grande e macchinoso per un gioco davvero tecnico, ma poi arriva sempre a fare un piccolo tocco per toglierlo dalla disponibilità degli avversari. Si era infilato in una trappola di maglie dell’Inter, ma è sempre molto difficile togliergli palla.
05:06
Qui si nota la sua bravura nell’uso del corpo: calcola la traiettoria meglio di Medel, lo sposta con l’anca e prende posizione, al limite della regolarità. La visuale del pallone è teoricamente coperta da Medel, ma Schick ha un grande intuito e una dolcezza che si applica anche ai palloni più inverosimili. In quest’azione anche un buon esempio di quanto possono essere diversi gli esseri umani e il loro modo di stare al mondo: Schick fa due cose contemporaneamente, Medel non si accorge neanche che non è il solo in campo a volere la palla.
06:51
Ma nelle sue incredibili doti tecniche, nella sua sensazione di controllo onnipotente, si annidano anche delle scorie tossiche: a volte sembra troppo sicuro di sé e va sulla palla con troppa poca intensità. Diciamo anche che a volte sembra assentarsi. Assente a se stesso.
18:20
La sensibilità di Schick per le sponde. Una sensibilità tanto tecnica, con un pallone che si muove come sfiorato, quanto puramente calcistica - che consiste in pensare giocate estremamente efficaci senza sforzo, come se si muovesse con un bicchiere di champagne sopra la testa.
31:10
Girando attorno a una prima punta, Schick può assecondare il suo istinto ad avvicinarsi il pallone per aiutare la squadra. Qui si nota la pulizia del suo gioco tra le linee. Quando vuole, Schick può anche essere semplice.
33:10
Non riesce a indirizzare in modo pulito questo colpo di testa verso la porta, ma è da segnalare il tempismo con cui carica lo stacco e arriva, comunque, prima sul pallone, nonostante il difensore fosse in anticipo. Con qualche chilo di muscoli in più potrebbe schiacciare il difensore come fosse un chiodo, e lui un martello; per ora Schick ruota su stesso come un aeroplano di carta fatto non benissimo.
36:20
Nella partita di ieri Schick è stato meno pigro del solito nei tagli oltre la difesa avversaria. I suoi scatti senza palla sono stati fondamentali per dare profondità a una squadra che fatica sempre molto ad avvicinarsi alla porta avversaria. In questo caso Bruno Fernandes lancia un po’ casualmente verso Schick, Miranda è in anticipo ma protegge male il pallone e lui è molto bravo a usare il corpo per prendere posizione.
Ma è la giocata successiva che è quasi umiliante, con il ceco che con la suola si fa rimbalzare la palla sul piede per superare in dribbling, con un tunnel, il diretto avversario. Poi, con poco sostegno, e in una situazione difficile, riesce ancora a dare fondo alla propria creatività pescando un filtrante cervellotico verso Barreto, in un bosco di gambe avversarie. E per poco non gli riusciva.
40:40
Un altro esempio di taglio interno-esterno: un movimento fondamentale per dare ampiezza al rombo di Giampaolo. Schick è molto bravo a girarsi subito fronte alla porta con un passo di milonga. La sua temibilità nell’uno contro uno porta i difensori a temporeggiare. Ieri la sua capacità di dribblare è stata un elemento chiave per dare una “pausa” alla squadra e a farla avvicinare in zona palla.
43:15
La sensibilità del suo sinistro, oltre a una discreta visione di gioco, gli permettono di fare rifiniture oltre che sponde. Qui legge una traccia complessa verso Bruno Fernandes, che esegue leggermente corta ma in modo comunque efficace.
46:05
Spesso Schick non riesce a trovare equilibrio tra eleganza e praticità. Qui il suo calcio ha una pulizia tecnica da figurina Panini, ma la palla finisce tre metri a lato, con la porta quasi vuota. Riguardandola meglio, la palla effettivamente gli va molto velocemente incontro. Avrebbe potuto prenderla in anticipo col piatto? In ogni caso la velocità con cui riesce a caricare il tiro di collo è notevole. Un’occasione in fondo sprecata, ma con eleganza. E l’eleganza ha un suo valore anche nel calcio.
04:10 (secondo tempo)
Il gol in realtà è abbastanza casuale. Schick non fa altro che chiudere il naturale movimento verso la porta e, dopo la sponda, si ritrova la palla sul piede sulla riga.
06:30 (s.t.)
Qui approfitta dello spazio troppo ampio tra i difensori dell’Inter, si infila nel corridoio spalancatosi tra Miranda e D’Ambrosio, sceglie anche il tempo giusto per la rifinitura, ma non riesce a mettere la palla tra la porta e Quagliarella.
22:50 (s.t.)
Sbaglia uno stop: una notizia.
24:50 (s.t.)
Ieri Brozovic ha giocato così male che i tifosi dell’Inter oggi ne chiedono la cessione (l’Italia è l’unico paese in cui si chiede la cessione di un giocatore dopo una cattiva prestazione). Questa busta che gli ha fatto Schick rappresenta bene la sua partita. Casuale o no, mi sembra più importante che bisogna riguardare la gif almeno 4 volte anche solo per capire il gioco di gambe di Schick.
32:20 (s.t.)
Col passare dei minuti Schick sembra perdere un po’ di presa mentale e forse anche fisica sulla partita. Ecco un altro controllo eseguito con troppa leggerezza (appunto, fisica e mentale).
46:00 (s.t.)
Schick probabilmente si troverebbe più a suo agio giocando per squadra che attacca su un campo più grande. Nello spazio può essere davvero devastante: non subisce minimamente la pressione fisica di Medel e riesce a girarsi con grande leggerezza, facendolo annaspare nell’uno contro uno. Quest’azione rappresenta bene il senso di dominio e di controllo che Schick esprime sul campo da calcio: un giocatore che sembra correre con i piedi alati in un mondo di giocatori con i sacchi di sabbia alle caviglie.
Un talento ancora da sgrezzare, ma con un bagaglio tecnico, tattico e atletico di alto livello. La partita di ieri è stata impreziosita da un paio di giocate di grande classe, ma è stata soprattutto una prestazione completa, di sostanza. Schick è sembrato meno pigro di Muriel nei movimenti senza palla, meno desideroso del solito di ricevere palla sui piedi. Una prestazione, insomma, che lascia immaginare con un po’ di concretezza in più i suoi margini di miglioramento. È paradossale, per certi versi, che Schick abbia giocato così contro la squadra che sembra volerlo più di tutti - e che, si dice, abbia già trovato una specie di accordo di massima col giocatore.
Qualche settimana fa, con un po’ di ironia, Giampaolo ha dichiarato che non mette Schick titolare sennò glielo vendono. Ora però l’assenza di Muriel lo costringe a fargli accumulare minutaggio, esponendolo ancora di più sotto ai riflettori. Le prossime partite saranno importanti non solo per capire più in profondità il valore di Schick, ma anche per determinare cosa ci sarà nel suo futuro più immediato.
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