Juventus-Napoli è stata, fin qui, la partita più importante dell’intera stagione di Serie A. Uno scontro diretto a cui le due squadre sono arrivate con percorsi diversi: lo scorso 28 ottobre la Juventus aveva raccolto appena 12 punti ed era distante ben 11 punti dall’allora capolista Roma, prima che cominciasse la rimonta che l’ha riportata al vertice della classifica; mentre le le difficoltà iniziali del Napoli sono durate appena due partite, un ragionevolissimo periodo di adattamento alla rivoluzione tattica portata in dote dal nuovo allenatore azzurro Maurizio Sarri.
Con i partenopei in vantaggio di 2 punti sui bianconeri, si è trattato dello scontro tra le due squadre indubbiamente più forti e in forma del campionato: entrambe arrivavano dalla striscia di vittorie consecutive in campionato più lunga delle loro rispettive storie: 14 per la Juventus (a cominciare dal 2-1 in extremis nel derby della Mole del 31 ottobre) e 8 per il Napoli (dall’1-3 di Bergamo con l’Atalanta al recente 1-0 con il Carpi al San Paolo).
La gara dello Stadium era anche la sfida tra quelli che prima dell’inizio di questa venticinquesima giornata di campionato erano il primo e il secondo migliore attacco e la prima e la seconda miglior difesa. Da una parte i 53 gol segnati dal Napoli, di cui 24 a firma di Gonzalo Higuaín, dall'altra i 45 della Juve, che ha potuto contare sui 13 gol del vice-capocannoniere Paulo Dybala. La squadra di Allegri ha concesso appena 15 gol e non ne subiva da 7 giornate; mentre il Napoli al momento del fischio d’inizio aveva subìto appena 19 gol, con Reina imbattuto da 2 partite.
Lo stesso Sarri in conferenza stampa si è era soffermato sulla solidità delle due squadre definendo quella della Juventus “solidità storica” e quella della sua squadra “solidità in divenire”. Come spesso accade quando la posta in gioco è così importante, è stato proprio l’aspetto più tattico e difensivo a prevalere durante la gara tanto che l’unico gol, quello firmato da Zaza, è arrivato solo all’88esimo minuto di gioco. In questo senso, la partita è stata un saggio da parte di entrambe le squadre di quella solidità di cui parlava Sarri. Solidità che però risiede in meccanismi difensivi alquanto diversi.
A tal proposito è interessante rileggere le parole di Daniele Rugani, giocatore di Allegri che fino alla scorsa stagione giocava nell’Empoli di Sarri, che aveva sottolineato questo aspetto già in agosto: «Con Sarri era il pallone a determinare i movimenti della linea difensiva, mentre con Allegri si lavora molto di più sull'uomo. È diverso anche il modo di difendere a quattro».
La solidità storica della Juventus
Costretto a rinunciare a Chiellini, e non ritenendo Rugani ancora pronto a giocare in una difesa a tre in una sfida di tale livello, Allegri ha schierato un 4-4-2 asimmetrico. Davanti alla porta difesa da Buffon, quindi, Lichtsteiner, Bonucci, Barzagli ed Evra. A centrocampo Marchisio e Khedira centrali, con Cuadrado largo a destra e Pogba sul centro-sinistra. In avanti coppia d’attacco Dybala-Morata.
Nonostante il modulo sostanzialmente inedito, la Juventus non ha cambiato di una virgola il proprio sistema difensivo. La squadra di Allegri difende a zona con l’uomo come punto riferimento. Partendo dalla formazione iniziale, i giocatori bianconeri si orientano flessibilmente sull’avversario all’interno della loro zona di competenza, in maniera da poterlo controllare da vicino. Ed è la differenza fondamentale tra questo tipo di marcatura a zona e la marcatura a uomo: i giocatori bianconeri non seguono il proprio uomo per tutto il campo, ma si orientano su un avversario (non necessariamente sempre lo stesso) e sul suo raggio d’azione, solo quando questo entra all’interno della loro zona di competenza.
La marcatura della Juventus ha comunque un certo grado di riferimento verso la posizione della palla, ma le distanze tra gli uomini del blocco difensivo sono in maggioranza determinate dalla posizione degli avversari. Rispetto al Napoli, la Juventus cerca di più il duello e la pressione individuale sul singolo avversario.
Nell’immagine possiamo notare il sistema difensivo della Juve in azione all’interno della propria metà-campo. Come si può ben vedere, di fatto i bianconeri non sono particolarmente allineati né orizzontalmente né verticalmente ma è chiaro come anche l’allineamento in sé dipenda dalla posizione degli avversari all’interno del blocco difensivo. Nell’esempio si vede come Cuadrado porti pressione sul portatore di palla Ghoulam, coperto da Lichtsteiner in controllo Insigne, che difficilmente avrebbe spazio per girarsi nel caso in cui ricevesse palla. Come del resto Hamsík che è sia posto in zona ombra da Khedira che marcato da Bonucci e Marchisio, in quanto senza compagni vicini e all’interno della zona di competenza di entrambi.
Al centro della difesa si è formata invece la coppia Barzagli-Higuaín: un duello che è stato uno dei temi della partita e che è terminato in favore del difensore della Juventus, visto che il Pipita non ha toccato nemmeno un pallone all’interno dell’area di rigore dei padroni di casa. Sul lato debole si nota come Pogba sia quasi staccato dagli altri tre centrocampisti, poiché controlla la posizione di Callejón allo scopo di evitare la possibilità di un cambio di gioco.
La scelta di Allegri di avere l’uomo come principale punto di riferimento diventa ancora più evidente durante il pressing nella metà-campo avversaria.
Nell’immagine vediamo quella che è stata la strategia di pressing più comune durante il match. Dybala e Morata si orientano sui difensori centrali del Napoli (rispettivamente Koulibaly e Albiol), ma non li seguono a uomo nel loro movimento ad allargarsi preferendo controllare l’accesso al centro del campo. Khedira a sua volta si alza per impedire a Jorginho di ricevere il pallone.
Il pressing della Juventus ha causato difficoltà al Napoli, forse più che in tutto il resto della stagione, tanto che i quattro difensori del Napoli hanno perso ben 44 palloni complessivi a fronte di soli 17 persi dai difensori juventini. Entrambe le squadre hanno però recuperato 13 palloni nella metà-campo avversaria.
Durante il pressing, oltre ai tre uomini deputati al controllo del triangolo di impostazione bassa del Napoli, anche il resto della squadra si alzava, creando una serie di uno contro uno a tutto campo. Nell’immagine si vede Cuadrado su Ghoulam, giocatore a cui il colombiano ha dedicato particolare attenzione visto che la fascia sinistra degli azzurri era indubbiamente il settore più pericoloso. Molto spesso, nel controllare il propositivo terzino algerino, Cuadrado scivolava fino a posizionarsi in linea con i difensori. La coordinazione con Lichtsteiner nel gestire la coppia Ghoulam e Insigne è stata davvero eccellente e né il terzino né l’esterno offensivo hanno creato occasioni da gol, oltre ad avere complessivamente scagliato un solo tiro verso la porta (uno splendido spunto individuale di Insigne).
Con Jorginho bloccato anche Hamsík si abbassa per aiutare l’uscita degli ospiti, ma Marchisio lo segue prontamente. Fuori inquadratura Pogba è ancora una volta sul lato debole in controllo di Allan e Callejón, mentre i difensori centrali collaborano nell’anticipo di Higuaín sfruttando la propria superiorità numerica: quando uno esce, l’altro lo copre alle spalle. Un meccanismo che ha rivestito un ruolo chiave nel cancellare dal campo il capocannoniere del campionato.
Ghoulam serve Higuaín in verticale, ma Bonucci, forte della copertura di Barzagli, lo anticipa con grande tempismo.
Nemmeno in situazioni di pressing negli spazi stretti la Juve cambiava strategia. Nell’esempio sottostante la Juve costringe Ghoulam a calciare in fallo laterale, non restringendo lo spazio a disposizione del portatore come avrebbe fatto il Napoli.
La solidità in divenire del Napoli
Maurizio Sarri, che per l’ennesima volta ha schierato il suo undici tipo, è riuscito a organizzare la fase difensiva del Napoli come aveva fatto ad Empoli, al di là delle fisiologiche variazioni dovute al differente sistema di gioco (da 4-3-1-2 a 4-3-3). Proprio come aveva sottolineato Rugani, i principali riferimenti nel sistema difensivo di Sarri sono la palla e i compagni. Solo in ultima ipotesi l’uomo.
Il blocco difensivo del Napoli si muove orizzontalmente, scorrendo in relazione alla posizione della palla, cercando di mantenere sempre le stesse distanze tra gli uomini, in modo che la squadra risulti stretta e corta, rendendo molto complicate le giocate tra le linee. Ciò avviene a discapito dell’occupazione delle corsie, che solitamente vengono lasciate libere. A causa della coordinazione e della rapidità con cui il blocco del Napoli si muove orizzontalmente, gli azzurri sono comunque in grado di soffocare anche il gioco in fascia, soprattutto se il giro-palla avversario non è abbastanza veloce. Scelta condivisibile visto che è dimostrato statisticamente quanto sia molto più complicato convertire un’occasione da gol creata su un cross, o comunque sugli esterni, rispetto a quelle generate al centro del campo.
Nell’immagine vediamo il comportamento del blocco Napoli quando gli avversari muovono il pallone sull’esterno. Evra smista il pallone su Pogba largo a sinistra e tutto il blocco difensivo del Napoli scivola verso il proprio lato destro. È ben evidente come gli uomini di Sarri si mantengano tutti alla stessa distanza, sia orizzontale che verticale (la lunghezza media della squadra è risultata essere di 28,1 metri), l’uno dall’altro, escluso Allan che sta riguadagnando la sua posizione nel blocco dopo essere uscito in pressione, prima che il pallone giungesse al terzino sinistro della Juventus.
Se gli scorrimenti sono compiuti con la necessaria tempestività, anche le azioni sulla fascia vengono rese vane. Nell’esempio successivo vediamo una situazione in cui il Napoli, con le linee al completo organizzate nel tipico 4-1-4-1 difensivo, riesce a neutralizzare il possesso lungo la corsia della Juve.
Lichtsteiner riceve palla all’indietro e il Napoli ne approfitta per riguadagnare campo. Anche se lo svizzero fosse stato orientato correttamente verso la porta di Reina, non sarebbe probabilmente riuscito a penetrare le linee del Napoli, con Dybala e Morata irraggiungibili all’interno del blocco difensivo e solo opzioni di passaggio orizzontali tutt’altro che confortevoli.
Il Napoli costringe quindi il portatore a giocare spesso all’indietro, in modo da poter alzare il proprio baricentro. Inoltre, ogniqualvolta un avversario si trova a dare alle spalle alla porta, a controllare male il pallone o a riceverlo in isolamento gli azzurri scatenano il pressing, con percentuali di recupero palla davvero significative.
Nemmeno quando il Napoli esercita il proprio pressing offensivo o ultra-offensivo, gli uomini di Sarri si orientano in prima istanza all’uomo, bensì gli azzurri attuano una strategia mista in cui limitazione delle linee di passaggio e riduzione dello spazio d’azione hanno la prevalenza.
Nell’immagine vediamo una situazione di pressing ultraoffensivo. Callejón affronta Barzagli in quanto portatore della palla, mentre Higuain compie un intelligentissimo movimento a tagliare il campo in modo da porre Rugani in zona ombra e chiudere l’eventuale linea di passaggio per Buffon. In questo caso Hamsík è l’unico che effettivamente va sull’uomo, posizionandosi su Khedira.
La differenza con l’approccio della Juventus è evidente anche nelle trappole di pressing sulle corsie, situazioni particolarmente vantaggiose con lo spazio a disposizione naturalmente ristretto di 180 gradi dalla linea laterale.
Nell’esempio Allan e Callejón restringono ulteriormente la porzione di campo a disposizione di Evra. Lo spagnolo copre anche il passaggio a Pogba, a sua volta marcato da Jorginho, mentre Higuaín ed Hamsík si trovano in una posizione intermedia che gli permette di intercettare contemporaneamente più linee di passaggio, anche all’indietro.
Equilibrio spezzato
È stato davvero coinvolgente assistere allo scontro tra due unità difensive tanto organizzate: per larghi tratti della partita le squadre si sono annullate a vicenda, a causa della grandissima densità nelle zone centrali del campo e alla intensità della pressione portata da entrambe le squadre.
Se il Napoli aveva scelto il suo classico 4-3-3 con i soliti interpreti, l’inusuale 4-4-2 asimmetrico della Juventus merita un approfondimento.
Conscio della delle difficoltà che la sua squadra avrebbe incontrato nello scardinare la difesa del Napoli, Allegri aveva preparato la partita sulla falsariga della gara di andata contro il Siviglia, squadra che difende in maniera similare al Napoli, in cui Cuadrado in particolare e l’ampiezza in generale, erano stati gli elementi decisivi nella vittoria sugli uomini di Emery.
Il 4-4-2 asimmetrico della Juventus in cui Pogba fa praticamente l’interno sul centro-sinistra e Cuadrado si mantiene larghissimo sulla destra.
Di fatto Pogba ha agito in una posizione intermedia tra l’interno e l’esterno di centrocampo. In questo ruolo poteva sia sfruttare le sue abilità di playmaking diagonale, necessarie a muovere con continuità la difesa del Napoli, sia offrire ampiezza in prima persona rendendosi disponibile a ricevere il pallone sui cambi di gioco dei compagni.
Lo stesso Marchisio (assieme a Khedira) si è più volte reso disponibile a cambiare il fronte di gioco, nel tentativo di isolare uno tra Pogba e Cuadrado, e metterli in condizione di sfruttare la propria comune, ma diversa, superiorità qualitativa.
Cuadrado viene isolato sulla destra e messo in condizione di puntare Ghoulam in uno contro uno. Il colombiano prende però una decisione affrettata e calcia sul primo palo senza rendersi particolarmente pericoloso.
In una partita così tattica la sensazione era che solo una prodezza o un errore individuale avrebbero potuto rompere l’equilibrio. E di fatto così è stato. Su un passaggio troppo pigro di Mertens la Juve è ripartita in contropiede: Khedira ha per l’ennesima volta usato l’arma del cambio di gioco, stavolta affidandosi alla fisicità di Alex Sandro. Il brasiliano ha servito Zaza, che liberatosi di Koulibaly ha approfittato della mancata pressione del resto della difesa del Napoli per calciare in rete anche grazie ad una deviazione.
xG map for Juve-Napoli. Shutting down Napoli's attack is a massive accomplishment, but Juve didn't create much. pic.twitter.com/Kq7uUOn4pD
— Michael Caley (@MC_of_A) 14 Febbraio 2016
Mai visto il Napoli senza occasioni da gol in questo campionato.
Grazie al gol del suo quarto attaccante, la Juventus, che aveva comunque creato più occasioni (12 a 6) e calciato più volte in porta (4 a 1), è riuscita in extremis a superare il Napoli, anche in classifica. Lo scudetto si deciderà nelle tredici partite che mancano alla fine del campionato, ma comunque vada quella dello Stadium è una delle pagine più importanti del libro di questa Serie A, sia perché ha determinato il riequilibrio negli scontri diretti, sia per le ripercussioni che potrebbe avere sul morale di entrambe le squadre.