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Lo spogliatoio: sesta puntata
14 giu 2014
Diario dell'esperienza del calciotto a Roma. In questa puntata: tre litigate, un gol in mezza rovesciata, la faccia di Marquinhos, finalmente una vittoria, ma manca il fiato per esultare.
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Vittoria 4-3 (fine primo tempo 1-0; poi 1-1, 2-1, 2-2, 2-3, e a due minuti dalla fine 3-3 e 4-3)

Mercoledì ore 21, caldo. Tor di Quinto.

DANIELE

È partita la mia ragazza per stare due settimane con la sua famiglia francese. Di solito facciamo la spesa insieme ma io accompagno solo e trascino un carrello piccolo e arancione con le rotelle e un manico lungo. Mi distraggo controllo l'iPhone anche se so che dopo il frigo con le insalate si perde il segnale, rileggo mail già caricate, scrivo sulle note. È lei che sceglie le cose e adesso che sono solo guardo la spesa delle altre persone per capire cosa mi manca. Spero di poter migliorare perché la mia prima spesa è: lattughino in busta, pomodori verdi lunghi, wurstel di pollo, una scamorza, patatine fritte surgelate, una mozzarella, pane in cassetta, prosciutto, mortadella, pesto e un sugo pronto pomodoro e ricotta. Dopo un po' che sono solo imparo a farmi la spesa, ma tra una partenza e l'altra della mia ragazza mi dimentico tutto di nuovo.

FRANCESCO

Abbiamo vinto in rimonta eppure abbiamo litigato in tre: io con Daniele, Teo con Daniele, io con Teo. La dinamica della mia litigata con Teo è incredibile: lui ce l’aveva con Daniele, io pure, perché ci urlava, poi Teo ha urlato a me per una cosa stupida che ho fatto e che non ricordo, ricordo solo che ero a centrocampo, io gli ho urlato di non urlarmi, lui ha lasciato il campo come se la misura fosse colma. Sono sbalordito da quanto la vittoria ci abbia messi di cattivo umore. Certamente, nella vita adulta non basta un’ora di calciotto a scordarsi i problemi: bisogna bere guardando per due ore una partita, e poi bere anche una terza ora.

DANIELE

Mangio sul divano guardando partite di calcio. Non metto l'acqua in frigo. Per qualche motivo quando sono solo non lo faccio e quando c'è la mia ragazza ci sto attentissimo e anzi la rimprovero perché lei a volte lo dimentica. Ho spostato uno dei due sgabelli arancioni di Ikea dalla cucina al bagno: mi faccio la barba e mi lavo i denti seduto. Mi dimentico di puntare la sveglia. Mentre quando c'è lei mi sveglio prestissimo, tipo alle sette meno un quarto a volte, esco a prenderle i cornetti e a preparare la colazione. Adesso in cinque notti ho dimenticato di mettere la sveglia per tre volte e mi sono alzato alle otto e mezza.

Non so se è questo il vero me o se era quello di prima.

FRANCESCO

La rubrica funziona così: Daniele mi manda i suoi paragrafi già separati, io controllo che non abbia fatto il grafomane e scrivo tra i suoi paragrafi i miei. Questa volta, visto che abbiamo litigato, gli dico che se non mi chiede scusa non scrivo la rubrica e non gli parlo. Aggiungo che io stavolta non devo chiedergli scusa. Lui mi concede quel che gli chiedo, io apprezzo molto, e anche se oggi, a due giorni della partita, sono ancora arrabbiato, continuo ad ammirare il nostro senso dell’onore. Il nostro senso dell’onore, per la prima volta nella mia vita, è più interessante ai miei occhi dei Mondiali di calcio: non ho visto, credo per la prima volta da Messico '86, la partita inaugurale. Negli ultimi anni la disponibilità dell’offerta sportiva ha creato in me due diverse personalità: una che la gradisce, e un’altra che la trova pelosa. La prima emerge quando ci impacchettano alla perfezione le semifinali di Champions e poi la finale, e godiamo l’extravaganza del trionfo del capitale; stesso capita in queste notti con le finali NBA, trionfo di marchi, statistiche, replay HD, pubblicità, date di uscita delle scarpe di LeBron, sondaggi del Leaguepass NBA sulla customer satisfaction. La seconda emerge quando fingono che i Mondiali si giochino per amore del mondo unito e della fantasia e per la ricerca della gloria e spingono gli stessi giocatori, solo molto più stanchi, con gli stessi scarpini già pubblicizzati nella più sincera impresa corporate della Champions, e ci chiedono di usare gli stessi identici ingredienti con tutt’altro spirito (poi però Diego Costa gioca per la Spagna). Perché lo scrivo qui? Perché il vero spirito del gioco è litigare a cazzo di cane con Teo e tirare fuori i soldi per il campo anche quando ti rode. Cosa che non ho fatto: me ne sono andato incazzato senza pagare. È incredibile: scrivo la rubrica e mi sento ancora incazzato a morte con Daniele, e allo stesso tempo, alla Tavola Rotonda dell’Aik Solna, sento in questa rabbia la stessa natura dell’amore per le assenze di AL neo-padre, dell’amore per quell’imbecille di GDA che ho insultato mentre ero in panchina perché prova a saltare l’uomo e perde palla, e che poi difende pieno di sensi di colpa picchiando gli avversari per compiacere (spero) me.

DANIELE

Con Francesco ce l'ho dall'inizio, da quando mi viene a prendere in macchina. Lui sostiene che dovrei scendere all'ora fissata, io aspetto uno squillo per non aspettare sotto e lui invece di farmi uno squillo mi manda un WhatsApp dicendo che non mi deve avvertire lui. Poi in macchina mi dice che avrei potuto farmi trovare un paio di incroci più in là. Come spiegavo qualche puntata fa quello del farsi dare i passaggi è un mio tic mentale ma almeno adesso so riconoscere quando uno me lo fa pesare. Francesco era nervoso in generale, ha detto, e in macchina abbiamo parlato pochissimo. Una settimana fa è successa una cosa nuova per il nostro rapporto: dopo che io gli avevo occupato casa un pomeriggio perché avevo bisogno di parlare è venuto lui una sera sotto casa mia, sempre per parlare. Erano le dieci di sera ed ero in pigiama ma non ci ho pensato un secondo e sono sceso. Stavolta invece c'era uno strato invisibile di qualche umore che probabilmente emanavamo entrambi che ci separava. Siamo passati a prendere VC, nuovo acquisto, un altro lettore della rubrica.

FRANCESCO

Rileggendo attentamente i suoi interventi, mi chiedo come faccia Daniele a passare dalle frasi in cui descrive tutte le colpe dei suoi compagni a quelle in cui descrive la sua solitudine senza incappare nella fase “forse non ci ho capito un cazzo”. Il terrore che ho è che l’alternanza rabbia-pentimento sia un gran circuito tossico che si riprodurrà a vita. Non sembra aver capito, per dire, che io mi sono stranito perché non capisce che come io allungo per accompagnarlo lui deve scendere e farsi trovare sotto senza farmi passare altri cinque minuti: e non deve pretendere che io gli scriva di scendere su WhatsApp. E non sembra aver capito che l’idea che si allunghi di duecento metri per risparmiarmi due semafori non l’ho proposta con un “avresti dovuto” ma con un “forse in futuro dovremmo” che fa la differenza. È però importante ricordare che ho giocato male. Analizziamo la mia prestazione. Ho avuto più di cinque palle gol e, anche se ho preso tre pali e quindi dovrei pensare che se fossero entrate quelle palle ora sarei io l’eroe e non il piccolo alpino CF che mi ha anche scritto per chiedermi se mi fosse passata la rabbia, so bene che ho tirato molto male perché ero senza fiato sottoporta. La cosa che ero troppo senza fiato per capire, ma che mi hanno detto in spogliatoio, è che non ho scaricato mai per i centrocampisti in penetrazione. Il che mi fa rabbia, e chiedo scusa alla squadra, visto che poi passo le ore a guardarmi i San Antonio Spurs che sono i maghi del penetra e scarica e hanno un interior passing commovente con la manona di Boris Diaw che ricorda Sabonis, per non parlare di Duncan e Ginobili e Parker, scaricatori straordinari. Mi fa rabbia non avere fiato, e non avere l’intelligenza calcistica per fare certe cose in automatico, sulla fiducia, quando non ho il fiato per letteralmente vedere i compagni.

DANIELE

La mattina prima della partita avevo preparato il modulo unico in un CAF, con una commercialista tra i quaranta e i cinquanta molto simpatica, forse meno tonda di come la ricordo adesso, abbronzata, con i capelli corti tinti di biondo ma già con la ricrescita e tatuaggi forse all'henné, forse fatti in una spiaggia tipo Ostia o Fregene. È durata un minuto. Le ho chiesto se è il caso che apra la partita IVA: “No, con un fatturato così ci rimetti solo altri soldi”.

FRANCESCO

Ho sviluppato un amore istantaneo per le incursioni sulla fascia di VC, e già amo in modo maturo le sovrapposizioni di GG, l’altro acquisto dalla sezione commenti dello Spogliatoio, alla sua seconda partita (le nostre due partite migliori). Sogno una squadra tutta di lettori di Ultimo Uomo, allenata da noi invecchiati, senza capelli. Una specie di fantacalcio dei lettori, un Football Manager, con pure le groupie, che vengono a motivare i ragazzi come ha fatto la fidanzata di CF con CF: non si segna in mezza rovesciata collassante (peraltro su mia spizzata minimalista di testa che in pochi hanno capito) se non ti sta guardando una donna. CF dopo quel gol del pareggio è rimasto per terra e ha stretto i pugni e drizzato le braccia per festeggiare: la sua fidanzata mi ha detto, mentre annaspavo col Gatorade in gola, “Guarda come se la tira, neanche festeggia”. Le ho spiegato che è un problema di fiato, non ne abbiamo abbastanza per esultare. Approfitto per dire alla mia fidanzata che la fidanzata di CF si è divertita molto: in un’ora si è goduta tre litigate, bestemmie indignate, lanci di borracce, un gol in mezza rovesciata, esultanze sfiatate, rovesciamenti continui, insulti tra squadre, insulti all’arbitro, il tutto nella splendida cornice di una scuola calcio occupata dai fascisti. Per zero lire, e le è servito per distrarsi in una settimana in cui ha una deadline letale.

DANIELE

Giocavamo con la sola altra squadra che ha perso tutte le partite. Il capitano avversario, un tipo piccolo con l'apparecchio che adesso ricordo con la faccia di Marquinhos mi dice di giocare “per divertirci”, forse hanno preso le botte in qualche partita passata. La partita prima di noi è finita quasi in rissa. Con TL iniziamo ad innervosirci a vicenda quando parte in pressing solitario (il 4-2-1 esclude formalmente la possibilità di pressing alto, passiamo al 3-3-1). Segno il gol dell'1-0 con un tiro al volo su respinta da calcio d'angolo. All'inizio del secondo tempo gli avversari pareggiano e su un calcio d'angolo poco dopo il tipo che somiglia a Marquinhos colpisce al volo di sinistro dal centro dell'area completamente solo. Vedo TL fuori area, oltre a Francesco che resta alto a fare la punta anche se all'inizio dell'anno avevamo preparato una difesa a zona in cui lui saltava al centro. Sbrocco a TL, che mi risponde, chiamo il time-out per continuare a sbroccargli. Dopo due minuti litiga anche con Francesco ed esce dal campo. Il tempo di mettersi la felpa e lo vediamo allontanarsi con la bicicletta. Avevamo spostato la partita a mercoledì anche perché lui non ci sarebbe stato di lunedì.

FRANCESCO

1) La prossima settimana sono a Venezia per lavoro e perciò non scriverò la rubrica. Vorrei che fosse già settembre, per cominciare il prossimo torneo: arriveremo preparati, saremo un’altra cosa. 2) Gli uomini amano tutti vedere le donne che litigano, invece solo certe donne amano vedere gli uomini che litigano. Per la parità fra i sessi, questa grave disparità dev’essere affrontata. 3) Io l’anno prossimo magari farò l’accompagnatore, nemmeno giocherò, e dalla panchina esibirò il cartello “GAY FOR GDA”.

DANIELE

La partita la vinciamo grazie al carattere di GDA e CF (che segna due gol splendidi, davanti alla sua fidanzata seduta in panchina). Eravamo sotto 2-3 a due minuti dalla fine. Io ero sotto shock per TL e avevo anche chiesto il cambio ma qualcuno aveva detto: “No, dai”. Negli spogliatoi litigo con Francesco che mi dice che non so motivare la gente. Francesco sorrideva in un modo che ho percepito come una provocazione dato che stavo male (ma avevo voglia di parlarne). All'andata in macchina avevamo detto di mangiare una cosa insieme ma se ne è andato senza aspettarmi. GDA dice che aveva chiesto a lui di riaccompagnare sia me che VC.

A questo punto non so quanto è grave la cosa. Ho mandato un messaggio di scuse a TL, FF è amico suo e se ne è andato senza dire una parola. Non so neanche se Francesco farà la sua parte di questa rubrica o se sto scrivendo per niente. Non ho molti amici e non esco la sera, il calciotto è quasi l'unica situazione sociale che ho. Non è la prima volta che faccio cose del genere, qualche mese fa sono finito a farmi la doccia in uno spogliatoio a parte e non parlavo con nessuno. E in quell'occasione sono tornato in macchina con TL che ha provato a parlarmi. Non posso lamentarmi se TL e FF non vengono più a giocare.

FRANCESCO

Alla fine scrivere la rubrica mi ha rasserenato. Sono su un treno diretto a Milano, c’è il sole ma pure una bollente foschia cui l’aria condizionata a temperatura perfetta del vagone impedisce di raggiungerci. Abbiamo passato anche Bologna, è il treno che non fa fermate. Siamo partiti alle otto, la caviglia sta bene, ho sonno.

DANIELE

GDA in macchina mi racconta di quando faceva l'allenatore-giocatore a pallavolo in serie B e poi ha preferito giocare e basta perché non si divertiva e litigava con amici di vecchia data. Poi mi racconta di quando era infortunato, per farmi capire come magari si sentiva Francesco a stare fuori fino alla settimana scorsa. Una volta a casa GDA ha postato sulla pagina FB della squadra una serie di foto per sdrammatizzare la situazione e festeggiare la vittoria.

Ho dormito male e mi sono svegliato senza sveglia alle sette meno un quarto. Adesso è l'una e sto per mandare la mia parte di rubrica a Francesco.

FRANCESCO

O capitano, mio capitano!, il tremendo viaggio è compiuto, la nostra nave ha rotto tutte le tempeste: abbiamo conseguito il premio desiderato.

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