Come ogni anno, la sosta per le nazionali di novembre è la prima buona occasione di fare un punto sul campionato con l’aiuto delle statistiche. Come sempre va tenuto conto che le valutazioni fatte in questo momento sono da prendere con le pinze, sette partite giocate sono comunque poche perché un indicatore statistico sia affidabile. Gli Expected Goals, però, offrono garanzie maggiori nonostante le poche giornate disputate, rispetto alle altre statistiche. Per ognuna delle prime squadre della classifica di Serie A cercherò di fornire sinteticamente pregi e difetti secondo le statistiche: i numeri per queste sette, così come per tutte le altre, andranno monitorati ulteriormente in seguito, e potranno offrire spunti per un maggiore approfondimento (le classifiche aggiornate sono consultabili qui).
Reggerà la difesa del Milan?
Le linee continue verde e nera rappresentano la media mobile nel tempo degli Expected Goals offensivi e difensivi. I tratteggi rappresentano le linee di trend.
Il grafico mette bene in mostra quanto siano migliorate le prestazioni offensive del Milan sotto la guida di Stefano Pioli. Stando ai numeri, però, ciò che ha portato i rossoneri così in alto in questo avvio di campionato non è l’attacco, bensì la difesa. Il Milan ha subito solo 4 reti da 8,4 xG totali ed è, attualmente, la squadra che in campionato concede il minor numero di Expected Goals agli avversari su azione manovrata: 0,84 a partita, a pari merito con il Napoli.
Non è però tutto oro quel che luccica. Gli avversari affrontati dal Milan finora in campionato sono stati estremamente imprecisi, hanno convertito in gol solo 2% delle occasioni che hanno avuto, contro una media del campionato del 13%. Il Milan, inoltre, concede tiri mediamente più pericolosi rispetto alle altre squadre di alta classifica: i rossoneri sono soltanto noni per il valore medio degli xG di ogni tiro. E concede troppo spazio negli ultimi sedici metri: è undicesimo per il numero di passaggi concessi nella propria area. Riassumendo, la performance difensiva del Milan è stata buona anche per demeriti degli avversari.
Offensivamente il Milan è la terza forza del campionato, con 15,8 xG prodotti, ma i 12 gol segnati la portano nel territorio di una underperformance piuttosto spinta, dato che solo altre tre squadre in campionato fanno peggio (nel rapporto gol/xG: davanti, cioè si può fare meglio). È una situazione simile a quella che nel 2019 si è prolungata fino a fine campionato e che il Milan non riesce a cambiare, nonostante Zlatan Ibrahimovic.
Un’altra cosa, invece, i numeri ce la dicono rispetto alla manovra della squadra di Pioli. Viene solitamente sottolineato come Ibra abbia risolto molti problemi al Milan, che spesso alza la palla verso di lui bypassando la zona di sviluppo di centrocampo per saltare dalla zona di costruzione a quella di finalizzazione; va però reso merito anche ai due terzini, Theo Hernandez e Davide Calabria, che sono due vere e proprie fonti di gioco: entrambi sono tra i giocatori del campionato che guadagnano più metri con una conduzione di palla e il loro apporto nella manovra rossonera non va sottovalutato.
Il Sassuolo continuerà a volare alto?
Il grafico qui sopra rende merito al lavoro di Roberto De Zerbi. La linea di trend tratteggiata in verde mostra quanto il Sassuolo sia cresciuto nell’ultimo triennio dal punto di vista offensivo. Le attuali prestazioni paragonabili a quello dello scorso giugno, sintomo che il Sassuolo è salito su un livello differente, che è probabilmente in grado di sostenere anche per il futuro.
I dati offrono conferme in tal senso: in sette partite il Sassuolo ha accumulato 13,6 xG, sesta prestazione del campionato; e la differenza con i gol segnati, 14, è minima. Ovvero, il Sassuolo sta andando così bene anche se non ha attaccanti che battono le attese o che hanno precisioni al tiro fuori norma. L’unica eccezione è Djuricic, che dovrà confermare i livelli attuali: per ora il giocatore serbo ha segnato 3 gol da 2 xG ed è il solo giocatore del Sassuolo che supera di così tanto la media statistica; ha anche una precisione al tiro del 23%, lo stesso dato nella scorsa stagione era molto più basso, al 13%.
Se da un lato c’è incertezza sulle continuità delle prestazioni di Djuricic nel futuro, ancora non abbiamo visto cosa potrà dirci questa stagione su Jeremie Boga, appena rientrato; inoltre Francesco Caputo sembra capace di mantenere il livello su cui è salito lo scorso anno: la precisione è calata di poco, dal 24% al 22%; l’efficienza è rimasta sopra all’unità: da 1,21 a 1,11.
Dal punto di vista difensivo, il trend triennale del Sassuolo (il tratteggio in nero nel grafico precedente) è anch’esso in risalita. All’inizio di ogni stagione, il Sassuolo sembra avere un impatto negativo sul campionato e poi va via via migliorando: nelle prime sette partite ha incassato 8 reti da 10,8 xG, l’ottava prestazione difensiva del campionato (con un rapporto d’efficienza pari a 1,35: il Sassuolo ha chiuso lo scorso anno con un rate persino peggiore, di 1,21). I numeri sugli ingressi in area di rigore e gli xG concessi per tiro sono sullo stesso livello (rispettivamente ottava e sesta prestazione del campionato).
In sostanza, i numeri fin qui non sembrano spiegare il secondo posto del Sassuolo, anche se la squadra di De Zerbi sembra comunque avere la qualità per ambire a un posto che vale un qualificazione europea.
Il Napoli è la miglior difesa del campionato
Il ruolino di marcia difensivo del Napoli sotto Gattuso è stato eccezionale: è primo per xG concessi (cioè è la squadra che ne concede meno di tutte) sia in open-play che da calcio piazzato. Anche gli azzurri, come il Milan, hanno una forte overperformance difensiva, a fronte dei soli 3 gol incassati per 5,4 xG concessi, ma gli azzurri sostengono la loro prestazione con altri numeri complementari. Sono secondi in Serie A per la minore pericolosità media dei tiri concessi e secondi anche per il numero di ingressi in area di rigore lasciati agli avversari.
Il trend offensivo del Napoli è in ribasso dall’inizio della scorsa stagione ma si tiene ancora su livelli di eccellenza, anche grazie alla prolificità e alla precisione dei suoi attaccanti. Nessuna squadra ha tirato più del Napoli nelle prime sei partite giocate, e nessuna ha messo più tiri nello specchio. Tra gli attaccanti del Napoli, Dries Mertens e Lorenzo Insigne hanno precisioni in media con quelle degli altri attaccanti del campionato (entrambi mettono in rete il 13% dei tentativi), e al di sopra di quelle da loro tenute nel periodo di reggenza di Carlo Ancelotti. Sarà difficile invece che Hirving Lozano riesca a mantenere l’attuale precisione sotto porta (29%), ma un suo prevedibile calo potrebbe essere compensato da un miglioramento da parte di Victor Osimhen. Il nigeriano ha segnato 2 gol da 3,2 xG e ha una bassa precisione del 7%. Osimhen ha chiuso il suo ultimo anno a Lille con 11 reti da 13,8 xG e una precisione sotto porta del 13%.
I numeri del Napoli hanno un’altra particolarità: da un lato il valore del PPDA, la statistica che misura la continuità del pressing, è scarso (quartultima prestazione del campionato); dall’altro il numero di recuperi offensivi è piuttosto elevato (quarta migliore squadra del campionato). Ciò significa che il Napoli sa scegliere i momenti all’interno della partita, capisce quando è necessario creare pressione all’avversario e quando è sufficiente chiudersi bassi a difesa della propria area di rigore. È una caratteristica che la squadra aveva anche l’anno scorso, ma solo da quando è arrivato Gattuso. Questa capacità di lettura dei momenti della partita potrebbe tornare al Napoli molto utile nel corso della stagione.
Una Roma contraddittoria
Osservando il grafico si potrebbe dire che la Roma di Paulo Fonseca ha raggiunto una certa stabilità, sia per quanto riguarda la performance offensiva sia per quella difensiva. In realtà i numeri di questo avvio di campionato sono molto contraddittori, si potrebbe dire che al di sotto di una superficie apparentemente calma, forti correnti vanno formandosi: oggi è complicatissimo dire che direzione prenderà la stagione della Roma.
La Roma tira verso la porta con un volume più che sufficiente (è la quarta squadra del campionato per numero di tiri) con la miglior shot location della Serie A, cioè sceglie le posizioni di tiro e le azioni meglio di altre squadre: nessuno ha una pericolosità media per tiro maggiore della Roma. Questi due dati permettono alla Roma di salire fino al secondo posto per il numero di xG prodotti. Al tempo stesso, però, i 17,5 xG sono serviti alla Roma per procurarsi solo 13 gol.
Questa scarsità di reti non è dovuta all’imprecisione di chi è andato al tiro, anche se la Roma è quindicesima per il numero di tiri convertiti in gol, con una precisione (11,9%) comunque superiore a quella dello scorso anno (10,6%). In questo momento ci sono squadre che stanno andando oltre le aspettative e solo per questo la Roma è molto indietro.
La scarsità di reti è dovuta semmai all’inefficienza delle punte della Roma: in questo momento il solo Pedro supera le attese (3 gol da 2,1 xG). Edin Dzeko è storicamente uno degli attaccanti più inefficienti della Serie A: da quando è in Italia ed escludendo i rigori, Dzeko ha segnato 70 reti da 104 xG, con un'efficienza media di 0,67, troppo pochi i gol segnati dall’altissimo numero di xG che riesce a produrre in ogni stagione. Per quanto riguarda Mkhitaryan, è il secondo del campionato per xG su azione (dopo Lukaku), con 5.4 xG creati e solo 3 gol.
Dal punto di vista difensivo, i numeri confondono le idee anche di più. La Roma è la seconda migliore squadra del campionato per numero di tiri concessi, ed è la terza per xG concessi in azioni di gioco manovrate, dopo Napoli e Milan. I pochi tiri che concede la Roma sono però mediamente troppo pericolosi, 14 squadre in Serie A fanno meglio nella statistica dell’xG medio per tiro. In generale la Roma è una squadra troppo passiva (tredicesima per duelli vinti, dodicesima per recuperi nella metà campo avversaria) e che concede l’ingresso nella propria area ancora troppo facilmente (ottava per numero di passaggi riusciti da un avversario verso la propria area di rigore).
Come stanno cambiando Atalanta e Inter
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Le statistiche di questo inizio di campionato legano a doppio filo le storie dell’Atalanta e dell’Inter. Entrambe hanno una spiccata vocazione offensiva, tanti indicatori la testimoniano. Sono le due squadre del campionato che riescono a stare più alte sul campo quando hanno il pallone (il baricentro medio dei loro tocchi palla è rispettivamente di 51,2 e 52,6 metri). Sono le due squadre con maggior dominio territoriale e sono le uniche due in tutta la Serie A che giocano nella metà campo avversaria la maggior parte dei passaggi che fanno in una partita (rispettivamente 53,5% e 52,3%). Sono le due squadre che mettono più volte la palla in area di rigore di tutta la Serie A (rispettivamente 13,6 e 11,7 passaggi a partita).
Guardando ai grafici, gli andamenti degli Expected Goals delle due sono però agli antipodi. L’Atalanta è tornata oggi sui livelli del periodo agosto-ottobre 2019. Nel mezzo c’è stato un ottovolante che ha portato l’Atalanta ad essere una delle squadre più pericolose e divertenti di tutta Europa, un trend positivo calato solo lo scorso luglio.
Oggi l’Atalanta si assesta su un più basso ma dignitoso rate di 2,1 xG prodotti a partita. Nel mentre, i ragazzi di Giampiero Gasperini hanno migliorato la performance difensiva, che è calata nel breve periodo di questo inizio campionato, ma che è invece cresciuta guardandola su un arco temporale maggiore.
L’Inter invece, ha percorso l’ottovolante degli xG in senso opposto. Il trend delle prestazioni difensive è in netto peggioramento. Su azione di gioco manovrata, l’Inter in tutto lo scorso campionato ha concesso una media di 0,94 xG a partita, ad oggi dopo le prime sette ne concede 1,03 xG a partita. Al contrario, offensivamente, l’Inter di Antonio Conte ha avuto una crescita monstre, passando dalla media di 1,5 xG a partita dello scorso anno a quella odierna di 2,2 xG a partita.
La Juventus è ancora indietro
Quello che si deduce dalla lettura del grafico è che le prestazioni della Juventus nell’ultimo anno con Massimiliano Allegri erano crollate sia dal punto di vista offensivo che da quello difensivo. Maurizio Sarri, seppur con continue e fortissime oscillazioni, era riuscito a tirar su la competitività generale dei bianconeri. Oggi la Juventus di Andrea Pirlo, dopo sette partite disputate, è la settima squadra del campionato per pericolosità offensiva e dai 10,9 xG accumulati ha ricavato 10 reti, rigori esclusi.
In questo momento, il problema della produzione offensiva della Juventus è soprattutto nei volumi, piuttosto che nelle scelte. I bianconeri sono la decima squadra per numero di tiri effettuati su azioni manovrate (9,3 tiri a partita); al contrario, la Juventus è la quarta squadra per la pericolosità media delle occasioni create (0,14 xG per ogni tiro), e anche per la precisione al tiro è ben posizionata, dato che il 16% dei tiri presi finiscono in gol e solo Atalanta e Fiorentina fanno meglio in Serie A.
Nelle prime interviste concesse, Pirlo ha posto l’accento sulla fase di riconquista del pallone. Per il numero di palloni recuperati nella metà campo offensiva, la Juventus ha l’undicesima prestazione del campionato con 14,2 recuperi a partita, una media che l’anno scorso era più alta e di 15,6 recuperi a partita. Anche per il PPDA la Juventus è piuttosto indietro, è undicesima, sintomo di un atteggiamento nel portare la pressione e nel recupero palla ancora troppo passivo. Per palloni recuperati e per PPDA, lo scorso anno la Juventus era rispettivamente al terzo e al settimo posto in campionato.
Tre statistiche pazze da tenere d’occhio
L’Udinese di Gotti è la squadra che concede meno passaggi in area di rigore di tutto il campionato, è una sorta di Burnley all’italiana. I friulani non temono di difendersi molto bassi, grazie anche alla imponente fisicità dei suoi difensori centrali e alla velocità in campo aperto dei suoi attaccanti.
L’overperformance offensiva del Cagliari di ogni inizio di campionato prosegue nonostante il cambio di guida tecnica, da Rolando Maran a Eusebio Di Francesco. Finora gli isolani hanno segnato 13 gol, rigori esclusi, da 9,9 xG. Negli scorsi tre campionati, il tesoretto di gol prodotti in eccesso nel girone di andata è stato dilapidato, per così dire, nel girone di ritorno.
Matteo Gabbia è il quarto miglior giocatore del campionato per la statistica detta degli “Expected Goals plus/minus”, ovvero quando Gabbia è in campo il Milan massimizza la differenza tra gli xG prodotti e quelli concessi, fino ad arrivare a un differenziale di +1,74 xG. Quando invece il Milan schiera in campo Alessio Romagnoli, la differenza tra gli xG prodotti e quelli concessi dalla squadra si assottiglia fino a un +0,23 xG.