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Steph Curry logora chi non ce l'ha
08 nov 2016
Le 13 triple con cui l'MVP ha riscritto la storia della NBA.
(articolo)
7 min
(copertina)
Foto di Ezra Shaw/Getty Images
(copertina) Foto di Ezra Shaw/Getty Images
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Stephen Curry ha segnato almeno una tripla per centocinquantasette partite consecutive. È pleonastico dire che fosse un record NBA, era così naturale che segnasse almeno una tripla a partita che a nessuno veniva da informarsi con gli amici al bar «ma per caso stanotte Curry ha segnato almeno una tripla?». Sarebbe stato come chiedersi quanto è grande il verde, quanto è bello il mare, quanto è dura una stanza (cit.) se segnare triple non fosse così maledettamente difficile. E invece il 4 novembre, contro i Los Angeles Lakers, Curry ha tirato 0 su 10 da tre punti (7 di queste 10 senza il difensore addosso) interrompendo la striscia positiva. È stato uno shock: siamo evidentemente tutti fallibili, se lui è fallibile.

Alla fallibilità – però – Steph ha dimostrato di saper abbinare la resilienza, andando ad aggiungere una qualità ad una lista già piuttosto lunga. Ieri notte contro New Orleans, al primo tentativo disponibile dopo aver totalizzato zero triple, si è preso un altro record, quello del maggior numero di triple segnate in una singola partita: 13. A 12 si erano fermati Kobe Bryant nel 2003, Donyell Marshall nel 2005 e lo stesso Curry l’anno scorso lasciando tutti senza parole.

Non è poi il semplice fatto di esserci riuscito con soli diciassette tentativi, quello paradossalmente potremmo spingerci a dire che è una cosa che può accadere (anche se, oh, guarda caso non era ancora mai accaduto), è il modo in cui ha segnato le sue tredici triple ieri sera. C’è infatti almeno un grado di separazione tra il modo in cui Steph Curry manda a bersaglio una conclusione valida tre punti e il modo in cui tutto il resto del mondo lo fa. E non sto parlando solo di bellezza, parlo di come e da dove arrivano questi tiri da tre punti, dell’importanza in cui arrivano. Parlo di difficoltà: c’è infatti un coefficiente di difficoltà assegnato a Curry ed uno assegnato a tutti gli altri esseri umani ed è profondamente differente. Queste tredici triple, a mio avviso, segnano anche un nuovo record di scarto tra quello che possiamo fare noi e quello che può fare lui.

Tripla 1 (difficoltà per lui 2.1/ difficoltà per gli altri 7.5)

In questo momento Curry ha segnato ancora zero triple in due partite. Forse per questo Buddy Hield, uno che di triple dovrebbe comunque capirne, invece di incollarsi a lui in transizione crede sia sufficiente indicarlo a Solomon Hill, che nello stesso momento invece di incollarsi a Klay Thompson in transizione copre il lento ritorno di Asik e si limita ad indicarlo a Buddy Hield. Ecco, vedete questo è uno dei problemi cui ti costringono gli Warriors in attacco: a chi ti incolli per primo? Poi c’è l’esecuzione: il passaggio di Durant sarebbe sbagliato se lì ci fosse qualcun altro. Al mini-basket ti insegnano che al tiratore la palla gliela devi passare al petto, precisa, dove lui tiene le mani, perché al mini-basket non lo sanno che puoi segnare una tripla così, andando a riceve il passaggio con il braccio sinistro che la recupera ad un metro dal corpo e nello stesso momento sta aggiustando i piedi a cinquanta centimetri dall’arco e poi sta già segnando, ha già segnato, tutto nello stesso lasso di tempo in cui un tiratore normale riceve al petto con le mani già pronte e si prepara a tirare.

Tripla 2 (difficoltà per lui 2.9/ difficoltà per gli altri 8.5)

Qui forse la difesa di New Orleans ha iniziato a capire che sarebbe stata una serataccia. È solo la seconda delle tredici triple, ma rende bene il concetto di essere in ritmo anche per uno come Curry, semplicemente perché il ritmo non c’è. Riceve da fermo, finta il passaggio senza spostare i piedi, muove le braccia in maniera impercettibile per mettersi in ritmo da solo e poi segna. È come un direttore d’orchestra che muove impercettibilmente la bacchetta e poi inizia a dirigere.

Tripla 3 (difficoltà per lui 0.3/ difficoltà per gli altri 6.5)

Dall’angolo sinistro in transizione, con il tempo di guardare l’anima di Terrence Jones e mandarlo dallo psicologo per poi tirare con il la visuale sgombra. Queste per lui non sono triple, sono animali veloci e bambini lenti.

Tripla 4 (difficoltà per lui 4.1/ difficoltà per gli altri 9.9)

Qui siamo al paradosso in cui Draymond Green gli fa un assist col ginocchio, e se si trattasse di calcio non sarebbe neppure un cattivo assist. È semplicemente ridicola la sua abilità nel trasformare una palla vagante in un meraviglioso tiro da tre punti: "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior".

Tripla 5 (difficoltà per lui 1.5/ difficoltà per gli altri 8.4)

Curry non ha neanche più bisogno di scappare dietro a dei blocchi o di uscite particolarmente elaborate: sceglie una mattonella a 9 metri dal canestro e si mette ad aspettare che il pallone gli arrivi come se fosse un autobus particolarmente puntuale. Che infatti arriva e porta ovviamente tre punti, mentre E'Twaun Moore prova disperatamente a prenderlo come uno che deve arrivare a lavoro alle 8 e 30 e sono già le 8 e 15, ma che inevitabilmente arriverà tardi.

P.s.: Steph, non è bello esultare in faccia a chi arriverà tardi al lavoro.

Tripla 6 (difficoltà per lui 5.5/ difficoltà per gli altri n.d.)

Queste sono le sue triple, se esistessero triple sue e triple di altri e non, come invece succede alla fine dei conti, che fossero comunque tutte sue.

Riceve poco prima di metà campo un passaggio leggermente lungo, spezza il raddoppio con un palleggio forzato di sinistro, si trascina Tim Frazier fino alla linea da tre punti e poi tira saltando in avanti in equilibrio estremamente precario: dopotutto con 19 centesimi di secondo rimanenti sul cronometro era l’unico modo per prendersi un tiro. Ah no, scusate, sono 19 i secondi. Solo lui può e non puoi neanche dirgli niente, anzi.

Tripla 7 (difficoltà per lui 0.1/ difficoltà per gli altri 6.0)

Da bravo Tim, spiegami chi o cosa ti ha detto di seguire Green e non rimanere su Curry. Hai un solo compito: anche se uscissero dalle fottute pareti, tu DEVI RIMANERE SU CURRY. Che poi, Tim, non è bello fare la figura dello scemo proprio oggi.

Tripla 8 (difficoltà per lui 4.1/ difficoltà per gli altri 9.9)

Donyell Marshall: “Oh, un dejà vu”

Kobe Bryant: “Che cosa?”

Donyell Marshall: “Un dejà vu. È un'imperfezione di Matrix, capita quando cambiano qualcosa.”

Questo è il momento in cui Donyell Marshall e Kobe Bryant, che detenevano con lo stesso Curry il record per triple segnate in una partita, e che guardano tutte le partite di Curry insieme, capiscono che è finita.

P.s: Green al secondo assist di interno destro, probabile che pure questo sia un record NBA.

Tripla 9 (difficoltà per lui 2.0/ difficoltà per gli altri 8.0)

A metà del terzo quarto, nonostante tutto, New Orleans rientra in partita. Le sue triple quindi non sono solo la dimostrazione che può segnare ogni volta, le sue triple sono il modo in cui Golden State vince questa partita. Questa è di cattiveria per il +4, più per i compagni che per gli avversari, si fa dare il pallone da rimessa, elude la marcatura di Galloway con un palleggio, e tira la tripla come se stesse schiacciando.

Tripla 10 (difficoltà per lui 0.2/ difficoltà per gli altri 6.8)

Qui, invece, facciamo fare la figura dello scemo a Buddy Hield.

Tripla 11 (difficoltà per lui 0.2/ difficoltà per gli altri 7.1)

Qui lo scemo lo fa di nuovo Tim Frazier.

Bisogna però dare credito alle finte di Steph Curry, alla sua esecuzione e ai problemi che porta quando riceve con i piedi dietro la linea. Perché se non salti e lui tira è canestro, ma se salti rischi che non tira e allora è sicuramente canestro. Marcare Curry è la via più facile tra te e il mal di testa.

Tripla 12 (difficoltà per lui 0.3/ difficoltà per gli altri 8.9)

Qui Tim Frazier non vuole più fare lo scemo e allora puniamo il fatto che non abbia saltato sulla finta, facendo la finta di fare la finta, una mezza finta. Siamo tutti con te Tim.

Tripla 13 (difficoltà per lui 5.6/ difficoltà per gli altri 9.8)

L’azione è quella successiva alla dodicesima tripla ed è ovvio che Green non ha in mente altro che passare il pallone a Curry ed è ovvio che oramai i Pelicans possono fare una sola cosa per non entrare nella storia dalla parte sbagliata, e più o meno la fanno, tranne Frazier che se ne è andato nell’angolo da Klay Thompson e non vuole più saperne nulla di questa storia. Moore non gli toglie gli occhi di dosso eppure Curry è troppo rapido nei movimenti, non puoi non farlo tirare. Quello che puoi fare è il tuo meglio, ovvero saltargli addosso in due, e questo è quello che hanno fatto e che non è bastato. La tredicesima tripla, quella che segna un nuovo record, arriva in sospensione – e notate che salta come un grillo – e con l’inerzia del corpo completamente spostata verso destra.

Notizie sparse su Stephen Curry dopo questa partita:

- Nelle ultime due partite ha tirato 13 su 27 da tre, che è più o meno la sua media in carriera (44.4%, è preciso pure nella media)

- Ieri notte lui e Klay Thompson hanno combinato per 15 triple, che è più o meno quello che fanno ogni notte.

- Delle 4 triple sbagliate una è una preghiera da metà campo.

- Striscia di gare con almeno una tripla segnata da Steph Curry: 1 and counting (again).

- “That’s a pretty cool record to have” le parole di Steph Curry dopo aver messo a registri quello è che proprio un record cool.

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