Abbiamo imparato a conoscere Gabriel Strefezza nel 2019, nella sua stagione di esordio in Serie A con la SPAL: l’italo-brasiliano si era messo in mostra come un calciatore duttile, tecnico e dinamico, capace di giocare sia a destra che a sinistra, con la qualità per incidere e la forza di coprire tutta la fascia, nonostante non arrivasse al metro e settanta. Strefezza era arrivato alla SPAL nel 2016, ma ha dovuto aspettare tre anni per arrivare nel giro della prima squadra: dopo un anno nella Primavera biancazzurra era stato mandato in prestito in C, alla Juve Stabia, e la stagione successiva è passato in B alla Cremonese. Con i grigiorossi la carriera di Strefezza arriva a una piccola svolta: Rastelli ne abbassa il suo raggio e da trequartista un po’ fumoso (a cui si rimproverava la scarsa vena realizzativa) inizia a trasformarsi in un giocatore più completo, come evidenziato dallo stesso tecnico: «Non segna ma per noi sta risultando indispensabile, è bravissimo anche in fase di ripiegamento. Cosa gli volete dire a questo ragazzo?».
L’esperienza di Cremona diventa il trampolino per l’esordio in A con la SPAL. L’occasione era arrivata per una serie di coincidenze (la partenza di Lazzari, l’infortunio di Fares, le lungaggini del calciomercato) ma in poco tempo Strefezza era riuscito a prendersi una maglia da titolare, in un ruolo – quello di esterno a tutta fascia nel 3-5-2 – che non sembrava poter essere suo.
I dubbi sulla tenuta fisica sono stati una costante dell’inizio carriera di Strefezza, che dopo essere stato scaricato dal Corinthians (in cui aveva fatto tutto il percorso delle giovanili) era stato scartato da Palermo e Lazio per via della scarsa altezza; discorsi che avevano accompagnato anche il suo esordio, anche se poi in campo Strefezza aveva dimostrato il suo valore. In quella brutta stagione della SPAL, retrocessi con l’ultimo posto in classifica, l’italo-brasiliano era stata una delle poche note liete.
Due estati fa si era parlato di Strefezza in relazione a diverse squadre – tra le altre Fiorentina, Torino, Sampdoria e Spezia - ma alla fine è rimasto in Serie B, facendo un’altra buona stagione in biancazzurro prima di passare al Lecce questa estate. In questi primi mesi in Salento Strefezza sembra aver fatto un salto di qualità che in molti si aspettavano, aiutato da un contesto tattico più congeniale alle sue qualità. Dopo aver giocato per due stagioni un po’ in tutti i ruoli (esterno a quattro, a cinque o nel tridente, sia a destra che a sinistra, occasionalmente trequartista e seconda punta), con compiti che spesso ne presupponevano un impegno costante nello sviluppo dell’azione, da un’area all’altra del campo; quest’anno Baroni lo sta impiegando in un ruolo più definito (esterno destro nel tridente), chiedendogli di concentrarsi nella fase di rifinitura, nell’ultimo terzo di campo.
Nel 4-3-3 del Lecce Strefezza parte da posizione defilata, ma grazie alle discese del terzino sul suo lato (Gendrey o Calabresi) ha la libertà di stringere verso il centro del campo per ricevere nel semispazio di destra, da dove può tentare l’affondo scambiando corto coi compagni, provare la conclusione da fuori o un filtrante in area di rigore.
La heatmap della scorsa stagione a confronto con quella delle prime giornate: Strefezza ha giocato 9 partite su 10 a destra, e tocca palla in una zona più centrale e più avanzata rispetto allo scorso anno (dati Wyscout, anche i seguenti).
Il campionato è iniziato solo da dieci giornate, ma la differenza è tangibile: rispetto alla scorsa stagione Strefezza tocca meno palloni, ma li tocca più avanti e in posizione più centrale, e tenta più giocate rispetto allo scorso anno. In questo scampolo di stagione Strefezza sta ricevendo e giocando meno passaggi rispetto alla scorsa stagione (la media del 2020-21 era di 25.3 passaggi ricevuti e 38.6 fatti ogni 90’, ora è sceso a 19.7 ricevuti e 27.5 fatti), ma ha aumentato il numero di tiri (da 2.1 a 3) e passaggi filtranti (da 0.9 a 2) tentati, e ha raddoppiato il numero di tocchi in area avversaria (da 2.2 a 4.4). Rispetto alla scorsa stagione il calciatore classe ’97 sbaglia di più (l’accuratezza dei passaggi, ad esempio, è crollata dall’80% al 70%), ma questi rischi gli stanno permettendo di essere più centrale nella fase conclusiva della manovra, e quindi più decisivo.
Tre tentativi molto ambiziosi dalla partita contro il Cosenza: i primi due non vanno a buon fine, ma il terzo innesca il gol del 3 a 0.
Dopo un inizio di campionato a rilento il Lecce ha iniziato a ingranare, e con la squadra è cresciuto anche Strefezza. Dopo il primo gol in campionato contro il Crotone, a fine settembre, il rendimento dell’italo-brasiliano è cresciuto esponenzialmente: nelle cinque giornate giocate tra ottobre e inizio novembre Strefezza ha segnato tre gol, sbloccando le partite con Monza, Ascoli e Cosenza, che sono valse 7 dei 9 punti conquistati dai giallorossi. Strefezza si è ripetuto questo weekend, segnando uno dei 4 gol con cui il Lecce ha battuto il Parma. Nella stessa partita si è guadagnato anche un rigore. Le reti segnate testimoniano la centralità trovata da Strefezza nel contesto di squadra: nel gol contro il Monza era finito a centro area per ricevere il cross in mezzo di Gendrey ed era stato premiato da un rimpallo fortunato; contro l’Ascoli parte al centro della trequarti, nello spazio liberato da Coda, e quando la palla arriva sui piedi di Barreca è il primo a inserirsi in area, con un movimento da attaccante vero. Da una situazione simile è arrivato anche il gol contro il Cosenza, con Coda a venire incontro e Strefezza a tagliare verso il centro per ricevere il pallone in una zona dove creare pericoli. Lo stato di forma dell’esterno giallorosso è testimoniato da quello che succede appena ricevuta palla, perché Strefezza abbassa la testa e pensa solo al tiro, trovando una palla che supera i quattro giocatori in traiettoria e si infila vicino al palo alla destra del portiere.
Con la rete al Parma Strefezza è arrivato a quota 5 gol in campionato (di cui tre segnati ad ottobre), superando già quelli segnati in tutta la scorsa stagione, la più prolifica. Dopo aver sempre segnato poco – 10 nelle quattro stagioni tra SPAL, Cremonese e Juve Stabia – Strefezza sembra sbocciato, e i numeri stanno crescendo con lui. Il salto è stato tecnico e mentale, ma anche tattico. All’inizio della sua carriera, per trovare spazio, l’italo-brasiliano aveva dovuto adattarsi a una posizione più arretrata, dove la sua partecipazione al gioco e il suo spirito di sacrificio potevano compensare quello che non garantiva in fase offensiva. Ora sta percorrendo il percorso inverso, avvicinandosi alla porta, e trasformandosi in un giocatore capace di cambiare le partite. Coi gol, ma anche con tutto il resto, perché il suo gioco – spesso aggressivo e ambizioso – si sta rivelando un tassello importante della squadra di Baroni. In questa stagione non sono cresciuti soltanto i gol, ma anche il contributo per i compagni: quello contro il Cosenza è stato il terzo assist della sua stagione, da una produzione totale di 2.17 xA (lo scorso anno, in tutta la stagione, ne aveva accumulati 2.61).
Quattro cross di Strefezza, leggeri e lisci come un cucchiaio di panna.
Il miglioramento in questa stagione di Strefezza è stato esponenziale, ma la stagione è ancora lunga e confermarsi a questi livelli non sarà facile. In ogni caso resta questo splendido mese giocato col Lecce, che ci ha mostrato la profondità di un talento che finora era passato troppo inosservato.