Nomen omen? Può essere. Timothy Neocartes Shorts II (T.J. per brevità) ha imparato a fare i conti con una statura ridotta - 175 centimetri per 73 chili, almeno secondo internet - in uno sport in cui l'altezza è inevitabilmente un fattore. Dagli esordi in Lettonia fino all'esordio in Eurolega a 27 anni, la sua scalata è stata lenta ma inesorabile. Eppure, il Paris Basketball non poteva mettersi in mani migliori per iniziare questa nuova avventura.
UN PASSO ALLA VOLTA
Una parola che ritorna costantemente nelle interviste degli atleti è “costanza”, soprattutto questo è vero per quelli che arrivano dagli Stati Uniti, e che si trovano a dover costruire da zero una carriera al di là dell’Oceano, in paesi anni luce lontani da quello che hanno appena lasciato. In questo T.J. Shorts non fa differenza: la madre gli mise in mano un pallone da basket a 4 anni, e lui capì che quella poteva e doveva essere la sua vita. Di certo non poteva sapere che, per le evidenti limitazioni fisiche, avrebbe dovuto lavorare più degli altri, ma quello lo avrebbe scoperto presto. Ad esempio in uscita dal liceo, quando nessun college di Division I gli offrì una borsa di studio. Oggi il peso di questa scimmia sulla spalla si è attenuato, ma il numero 0 sulla maglia ci ricorda che, qualche anno fa, letteralmente zero squadre avevano creduto in lui. A questo punto, come succede in questi casi, l’unica alternativa era accontentarsi di un junior college: un’università che, in sostanza, prepara lo studente a un eventuale approdo in un college major.
Per due anni, quindi, Shorts gioca al Saddleback College di Mission Viejo, California, non esattamente un trampolino di lancio per il basket professionistico. Per capirci, nemmeno nei tentacolari meandri dell’internet si trovano le statistiche anno per anno di quelle due stagioni. C’è solo un articolo a pagamento dell’Orange County Register a firma Mirin Fader, giornalista che – anche lei – ha fatto notevoli passi avanti nella sua professione; il titolo è “Saddleback College’s T.J. Shorts lights up the scoreboard”, e da lì capiamo che le cose, alla fine, non è che siano cambiate poi più di tanto rispetto a oggi.
Dopo le due stagioni a UC Davis (anche qui, non certo Kentucky…) Shorts iniziò la propria avventura tra i professionisti, con molta calma. Nessuno bussò alla sua porta, e fu lui a doversi adoperare per cercare un lavoro: «Per i primi tre mesi, nessuno mi cercò. Andai in Cina due settimane a fare dei provini, dopodiché il mio agente mi comunicò l’offerta dalla Lettonia. Non era però un contratto garantito, ma un altro periodo di prova di due settimane. Così sono andato, ho fatto vedere loro quello che sapevo fare e mi confermarono».
Il successivo approdo in Germania si rivelò la scelta migliore che il numero 0 potesse fare. Un po’ perché tra Amburgo, Creilsheim e Bonn vincerà una miriade di premi individuali (MVP, top scorer del campionato, inclusione nei migliori quintetti), un po' per l’incontro con uno dei due allenatori che ne ha saputo plasmarne il talento, il finlandese Tuomas Iisalo. I due si erano solo sfiorati ai Merlins (Iisalo se ne era andato nel 2021 poco prima che Shorts arrivasse) per poi ritrovarsi a Bonn. Con la squadra sponsorizzata da Telekom Germania, il play ha vinto la Basketball Champions League nel 2023 e il premio di MVP delle finali, e ha raggiunto una storica finale di Bundesliga, persa contro Ulm. Da lì, il passaggio a Parigi assieme a una colonia della squadra tedesca (anche Leon Kratzer, Sebastiàn Herrera, Tyson Ward, Michael Kessens e Collin Malcolm si sono trasferiti nell’estate 2023) per trionfare di nuovo in Europa: la conquista dell’Eurocup è arrivata grazie a un sistema di gioco particolarmente spettacolare che non si vede spesso ad alti livelli in Europa, ma che si addice perfettamente al modo di giocare del playmaker.
TIMOTHY, THE CREATOR
Vista la stazza e la scarsa esperienza ad altissimi livelli, era lecito attendersi da Shorts un periodo di adattamento al gioco di Eurolega. Non è successo. In queste prime 5 giornate, Shorts sta tenendo medie di 16.5 punti (quarto), 3.2 rimbalzi e 7.5 assist (primo) con il 51.6% da 2 ma anche l’11% da 3, frutto di un 2/15. Nella quinta giornata, nel derby francese contro il Monaco, è arrivato anche il suo career high: 28 punti in altrettanti minuti.
La maggior parte dei danni Shorts li fa tramite pick and roll, situazione che finora ha usato nel 54% abbondante dei propri possessi offensivi in Europa, producendo 1.1 punti per possesso. L’arte dei giochi a due Shorts ha imparato a padroneggiarla anche grazie a coach Jim Les, suo allenatore a UC Davis nonché ex play NBA: qualche appassionato non giovanissimo potrebbe ricordarlo ai Jazz come cambio di John Stockton. Ora in panchina non c’è più Iisalo, che in estate ha accettato l’offerta dei Grizzlies per fare da assistente a Taylor Jenkins: al suo posto è arrivato Tiago Splitter. L’ex centro degli Spurs non ha comunque snaturato l’anima della squadra, fatta di contropiede, triple e penetra-e-scarica. Nella scorsa stagione, Paris aveva chiuso al primissimo posto in Eurocup per offensive rating con oltre 128 punti su 100 possessi; in questa stagione, i numeri sono ovviamente più bassi, ma comunque in top 10 (114.9). Lo stesso dicasi per il pace, classifica in cui i francesi sono quarti con 72 possessi per 48 minuti.
Shorts è un maestro nell’arte del pick and roll; i suoi difensori sanno che può facilmente rigettare il blocco e attaccare il ferro dalla parte opposta, mandando totalmente in malora le marcature, e sa proteggersi benissimo dal difensore con il corpo, creandosi lo spazio per il tiro o per il passaggio. La nuova e la vecchia Parigi, come detto, dà grande importanza alle triple, e infatti è prima per tiri da 3 tentati di media finora (30.4); a parte Nadir Hifi, giovane francese molto poco timido quando c’è da prendersi responsabilità, la squadra di Splitter non ha tanti giocatori in grado di creare dal palleggio, e quindi Shorts ha il compito di armare la mano dei compagni.
Il penetra e scarica è aspetto fondamentale dell’attacco della squadra: avere buoni tiratori e, soprattutto, un play in grado di creare superiorità numerica è fondamentale.