In attesa della nascita della superlega europea, il campionato francese ha già deciso di perdere del tutto il suo senso. Il PSG ha vinto il suo quarto campionato consecutivo con un distacco dalla seconda (Lione) di 31 punti, con i giocatori che hanno festeggiato la conquista aritmetica del titolo, in maniera nemmeno troppo convinta, il 13 marzo, circa due mesi prima della fina effettiva del campionato. Ormai per il PSG il campionato è solo una formalità da sbrigare il giovedì pomeriggio alle poste.
Le altre concorrenti al titolo si sono arrese a questo dominio al punto che quest’anno hanno deciso di sabotarsi da sole. La dirigenza del Marsiglia, dopo aver smantellato la squadra, ha fatto fuggire Bielsa, autore dell’incredibile prima metà di stagione l’anno passato, dopo aver perso la prima partita contro il Caen. Il Lione ha dovuto fare i conti con il lento fallimento di Fournier, esonerato a dicembre dell’anno scorso. Il Monaco, invece, non è riuscito a replicare il miracolo del mercato estivo della stagione passata ritrovandosi, dopo le cessioni di Kondogbia, Ferreira-Carrasco, Abdennour, Martial e Kurzawa, con una squadra notevolmente indebolita.
All’interno di questa Top XI non troverete quindi il PSG, perché finirebbe per dominare anche qui e comunque di fatto è già fuori del campionato francese. Allo stesso modo, non troverete nemmeno il prospetto più interessante uscito fuori da questa stagione, Ousmane Dembelé, che a sua volta ha smesso di far parte della Ligue1 posando per i fotografi con la maglia numero 7 del Borussia Dortmund (se siete interessati, trovate comunque un suo ritratto all’interno della rubrica “Preferiti”).
Tatticamente la squadra sarà impostata su un 4-2-3-1 molto offensivo, vista la grande varietà di scelta nell’ultima trequarti.
Portiere: Anthony Lopes (Lione)
In Ligue 1 è quasi impossibile trovare un portiere più reattivo di Anthony Lopes, uno dei tanti prodotti del mitologico centro Tola Vologe, il laboratorio del talento del Lione. Nato in Francia ma naturalizzato portoghese, Lopes difende la porta della squadra francese da ormai tre anni.
Pur non essendo particolarmente alto per essere un portiere (184 centimetri), Lopes compensa con dei riflessi e un’esplosività nelle gambe fuori dal comune. Discreto nel gioco a terra, il portiere portoghese ha saputo anche riscoprire un fondamentale in via d’estinzione nel calcio moderno e cioè la parata con i piedi. E nonostante non abbia ancora compiuto 26 anni è decisamente raro vederlo avere dei cali di concentrazione.
Quest’anno, nonostante sia stato costretto agli straordinari dalle drammatiche performance difensive della sua squadra (il Lione ha subito ben 43 gol, addirittura ottava difesa della Ligue1), Lopes ha comunque parato il 68% dei tiri diretti verso la sua porta.
Terzino sinistro: Raphaël Guerreiro (Lorient)
Altro portoghese nato in Francia, Guerreiro sta crescendo al Lorient come una torta in forno, confermandosi anno dopo anno come uno dei terzini sinistri più interessanti del campionato francese.
Dotato di grande progressione palla al piede, ottima visione di gioco e un sinistro speciale, capace di saper tirare anche delle ottime punizioni sopra la barriera, Guerreiro sa farsi apprezzare soprattutto nella metà campo avversaria. Tra i difensori della Ligue 1 con almeno 10 partite disputate, il terzino portoghese è infatti secondo per dribbling riusciti (1,94 ogni 90 minuti), terzo per tiri effettuati (1,40 ogni 90 minuti, con un’ottima accuratezza del 46%) e tredicesimo per passaggi chiave (0,79 ogni 90 minuti).
Dove Guerreiro ha grossi margini di miglioramento è invece nella difesa della porta. A volte accompagna troppo l’avversario all’interno della propria area ed è molto debole nei duelli aerei, a causa di una fisicità minuta. Ma c’è tempo per crescere, a 22 anni.
Difensore centrale di sinistra: Samuel Umtiti (Lione)
Nonostante abbia solo 22 anni, Umtiti sta al centro della difesa di una delle squadre più importanti di Francia da più di tre stagioni. E lo fa con una sicurezza e una concentrazione che è raro vedere in un difensore centrale, figuriamoci di quest’età.
Quando si parla di Umtiti si fa quasi sempre riferimento alla sua forza fisica, ed effettivamente non si può dire che al difensore francese manchi la velocità e la dominanza nei duelli aerei (ne vince 3.05 ogni 90 minuti, ben il 72% di quelli che tenta), ma poche volte invece viene messa in luce la sua eleganza, o almeno la sua pulizia nei movimenti, che lo rendono un difensore molto bello da vedere. Raramente compie gesti tecnici difficili, è vero, ma è anche vero che è ancor più raro vederlo sbagliare, e questo è già tanto calcolando la posizione che occupa (quest’anno ha commesso un errore non decisivo in 30 partite disputate, contro i 6 in 27 partite del suo compagno di reparto, Yanga-Mbiwa).
Non bisogna dimenticare, infine, che Umtiti è anche preciso nell’impostazione bassa, essendo il quinto difensore in Ligue 1 per passaggi completati (55,34 ogni 90 minuti, dopo Thiago Silva, Marquinhos, David Luiz e Yanga-Mbiwa).
Difensore centrale di destra: Aïssa Mandi (Reims)
Aïssa Mandi è un altro membro dell’altra Francia, avendo scelto la nazionale algerina dopo esser nato e cresciuto nel paese transalpino. Difensore centrale del Reims, Mandi nasce in realtà come terzino destro. Questo lo rende un giocatore estremamente polivalente potendo ricoprire con la stessa disinvoltura praticamente tutte e quattro le posizioni di difesa.
Il passato da terzino ha forgiato alcune delle caratteristiche migliori di Mandi come il gran destro, con cui smista il pallone sugli esterni con lanci lunghi precisissimi, e l’anticipo, che è forse il fondamentale in cui eccelle di più (compie ben 3,43 intercetti ogni 90 minuti). Paradossalmente, però, il difensore algerino non è velocissimo rendendolo abbastanza vulnerabile nella copertura della profondità.
Non bisogna dimenticare, infine, il suo grande tempismo nelle mischie in area. Quest’anno Mandi ha segnato ben 5 gol, rendendolo il secondo difensore più prolifico di tutta la Ligue 1 dopo Fabinho.
Terzino destro: Djibril Sidibé (Lille)
Sidibé rientra, insieme ad Aurier e Kurzawa, nella ristretta cerchia dei migliori terzini della Ligue 1. Quest’anno ha ricoperto principalmente la posizione di terzino sinistro ma, grazie alla sua ambidestria quasi perfetta, può giocare con disinvoltura anche a destra.
Proprio la sua scioltezza nell’usare entrambi i piedi è ciò che rende il giovane terzino francese così imprevedibile per gli avversari: può decidere di rientrare sul destro, teoricamente il suo piede naturale, e tentare la triangolazione stretta o direttamente il tiro (è sesto tra i difensori del campionato francese per tiri tentati, 1,13 ogni 90 minuti) oppure portarsela sul sinistro ed andare sul fondo per il cross (particolarmente precisi, tra l’altro: con 0,96 passaggi chiave ogni 90 minuti è quinto tra i difensori della Ligue 1 in questa statistica).
Ma non solo questo. Sidibé ha infatti anche una forza fisica fuori dal comune con una corsa da centometrista che gli permette di bruciare l’avversario quando si ritrova nella metà campo avversaria o di recuperare la posizione anche se in ritardo di diversi metri. Affrontare Sidibé è insomma piuttosto complicato, sia offensivamente che difensivamente.
Mediano sinistro: Jean Seri (Nizza)
Mezzala sinistra ivoriana, Jean Seri è un aspirante tuttocampista. Dotato di grande corsa e visione di gioco nell’ultima trequarti, Seri unisce lo swag nell’ultimo passaggio (6 assist per lui in stagione, 1,33 passaggi chiave ogni 90 minuti) al sacrificio nel recupero del pallone.
Seri è estremamente elegante nelle movenze ed è capace di gestire il possesso in maniera precisa anche sotto pressione avversaria (è decimo tra tutti i giocatori della Ligue 1 per passaggi riusciti) ed ha una grande capacità di muoversi senza il pallone, andandosi ad inserire alle spalle della difesa avversaria mentre quest’ultima è occupata a marcare gli attaccanti.
Da non dimenticare, poi, che il destro del centrocampista ivoriano non è utile solo per la testa dei compagni sulle palle inattive ma anche per tirare direttamente in porta, con delle deliziose punizioni a giro sopra la barriera.
Mediano destro: Nampalys Mendy (Nizza)
Se Mendy potesse firmarsi con un pallone sono sicuro che lo farebbe con un lancio interno-esterno. Questo piccolo centrocampista di origini senegalesi è quello che una volta veniva chiamato metronomo. Primo giocatore in Ligue 1 non del PSG per accuratezza di passaggi (92%), Mendy sa sempre come trovare l’uomo libero (tra i centrocampisti con un accuratezza superiore al 90%, tra l’altro, è il primo per lunghezza media dei passaggi).
Un’altra caratteristica che rende Mendy speciale è la progressione in fase di possesso. Il baricentro basso, infatti, gli permette di essere estremamente veloce col pallone tra i piedi, essendo quindi molto difficile da interpretare per gli avversari sia in marcatura stretta che in campo aperto. La velocità, inoltre, gli permette di non perdere mai il tempo nemmeno senza palla, facendosi ritrovare sempre al posto giusto al momento giusto sia in ricezione che in marcatura.
Da non dimenticare, infine, il fattore carisma, che lo ha fatto diventare capitano della squadra alla tenera età di 23 anni.
Ala sinistra: Sofiane Boufal (Lille)
Con i suoi 11 gol e 4 assist, Sofiane Boufal è forse, dopo Dembelé, il talento che è più sbocciato in questa stagione di Ligue 1. Marocchino classe ’93, Boufal ha quell’andamento ciondolante e quella tecnica di dribbling a singhiozzo che sembra far parte dello stesso DNA del calcio nord-africano.
Tra i giocatori con almeno mille minuti di gioco nei cinque principali campionati europei (includendo quindi la Francia ed eslcudendo il Portogallo, che da ranking UEFA dovrebbe essere il quinto campionato europeo), Boufal è secondo per dribbling effettuati (4,79 ogni 90 minuti, il 67% di quelli tentati), dietro proprio a Dembelé e davanti a Ben Arfa.
Ma al di là della dribblomania, quest’anno il talento marocchino ha dimostrato di saper crescere in direzione associativa (è settimo tra tutti i giocatori di Ligue 1 con almeno mille minuti di gioco per passaggi chiave, 2,51 ogni 90 minuti), affinando tra l’altro le sue qualità di finalizzazione rimanendo lucido sotto porta nonostante un maggiore impegno in fase difensiva. Piano piano, insomma, Boufal sta diventando un giocatore vero.
Ala destra: Bernardo Silva (Monaco)
Bernardo Silva è uno dei pochi reduci del sanguinoso mercato estivo del Monaco. Accostato per tutta l’estate ai principali top club europei, dopo un Europeo Under-21 da protagonista, il fantasista portoghese ha deciso di rimanere nel principato, diventando di fatto la stella della squadra.
Nonostante questo lento processo di responsabilizzazione e la qualità collettiva del Monaco lo abbia fatto leggermente calare nel rendimento quest’anno (7 gol e 3 assist in tutte le competizioni, contro i 10 gol e 4 assist della stagione passata), Bernardo Silva ha comunque mantenuto lo stile funambolico, fatto di accelerazioni, pause e strappi, che l’ha fatto emergere l’anno scorso.
La firma calcistica del talento portoghese, però, rimane il tiro basso a giro di sinistro col piatto aperto, un gesto tecnico che ormai compie con una tale semplicità che sembra assolutamente naturale che segni tutte le palle che gli capitino a limite dell’area.
Trequartista: Hatem Ben Arfa (Nizza)
Quello che tutti speravano è successo. Ben Arfa è tornato in Francia ed è tornato ad essere Ben Arfa. I suoi numeri stagionali, 17 gol e 6 assist, restituiscono solo la parte superficiale di quella che è stata l’incredibile stagione del talento francese. Si sono sprecate, infatti, le giocate dal sapore ronaldesque, i palloni presi sulla linea di centrocampo e portati dentro l’area senza mai staccarsi dal piede, con gli avversari respinti dal campo magnetico del suo talento.
Ci sono stati dei momenti in cui sembrava davvero che Ben Arfa potesse fare quello che volesse, che bastasse dare la palla a lui, in qualunque parte del campo, per fare gol. Qui, ad esempio, salta quattro avversari prima di entrare in area ed il tunnel è l’unico momento in cui il trequartista del Nizza sembra veramente sul punto di perdere il pallone.
In quest’altra azione, di poco più di due settimane fa, invece, gli basta cambiare direzione una volta e staccarsi dal pallone per un attimo per mandare in crisi tutti i meccanismi difensivi del Guingamp. Nella speranza che questa bellezza non t’abbandoni più, bentornato Hatem.
Punta centrale: Michy Batshuayi (Marsiglia)
22 gol e 10 assist in stagione sono tanti. Ancora di più se è il tuo primo anno da titolare, hai 22 anni e giochi in una squadra che cade a picco. Questo è uno dei motivi per cui Batshuay oggi è richiesto da mezza Europa (secondo il DS della Roma, Walter Sabatini, già costa troppo).
L’altra faccia della medaglia è la conformazione fisica e tecnica del giocatore. Batshuay, infatti, si discosta dai suoi compagni di reparto in nazionale, Benteke e Lukaku. Non è particolarmente alto (182 centimetri) e non ha un grande gioco di testa (vince appena 0,32 duelli aerei ogni 90 minuti). In compenso, però, è molto forte nelle gambe, ha una grande accellerazione e un ottima tecnica, corroborata dal fatto che è sostanzialmente ambidestro. Batshuay è molto dinamico ed è difficile da marcare, potendo segnare praticamente in qualunque modo. Dei 17 gol segnati quest’anno, per esempio, 9 ne ha segnati col destro, 5 col sinistro e 3 di testa.
E la cosa bella dell’attaccante belga è che ha ancora grossi margini di miglioramento, nonostante tutto ciò. Può sembrare assurdo viste le cifre, infatti, ma Batshuay non è sempre lucido sotto porta e a volte è pigro senza il pallone impedendo ai propri compagni di trovare gli spazi giusti. Non dovrà quindi sedersi sul numero dei suoi gol se vorrà colmare la distanza che lo separa dal calcio più importa.