Dopo l’insurrezione dell’anno scorso guidata con successo dal Monaco di Jardim, il PSG è tornato ad esercitare la sua fredda dittatura sul calcio francese vincendo tutti i titoli nazionali a disposizione per la terza volta negli ultimi 5 anni. Il club parigino è già di fatto in una zona grigia tra un’eventuale Superlega europea futura e l’attuale Ligue1, ormai ridotta ad una sorta di torneo d’allenamento per le partite di Champions League. Per evitare che il PSG monopolizzasse anche questa Top XI ho deciso quindi deciso di escludere i suoi giocatori.
Sotto il dominio asfissiante del PSG il campionato francese continua a crescere in competitività e ad arricchirsi, tatticamente e tecnicamente. Il Monaco è riuscito a confermarsi come contender credibile, conquistando il secondo posto e confermando l’ottimo lavoro di Jardim nonostante il sanguinoso depredamento della propria squadra che deve subire ogni estate. Il Lione è riuscito a sfruttare l’onda della nuova generazione di talento proveniente dalle sue giovanili arrivando subito dietro. Il Marsiglia, infine, ha completato il quadro dei primi quattro posti, coronando una stagione eccellente sia in campionato che in Europa League.
Così come la Ligue1 non è solo PSG, però, allo stesso modo non è nemmeno solo Monaco, Lione e Marsiglia. Per dare una rappresentazione il più possibile varia e completa del campionato francese, quindi, ho deciso di prendere un solo giocatore per squadra, con le uniche eccezioni di Lione e Montpellier, che hanno due giocatori a testa. Chissà, magari questa squadra potrebbe contendere seriamente il campionato al PSG.
Benjamin Lecomte (portiere, Montpellier)
Se il Montpellier ha finito il campionato con la seconda difesa della Ligue1 (dietro, sorprendentemente, al PSG) una buona fetta del merito è di Benjamin Lecomte, portiere parigino affermatosi quest’anno dopo una lenta crescita al Lorient. Lecomte si è dimostrato uno dei portieri più completi e sicuri del campionato francese, caratterizzato quest’anno da portieri eccentrici e peculiari (come Maignan, il portiere con più dribbling nei cinque principali campionati europei, o Reynet, istintivo ma con un’incredibile sensibilità tecnica nei rilanci). Lecomte, invece, non sembra eccellere veramente in nulla se non nella completezza delle caratteristiche tecniche che servono ad un portiere per essere considerato affidabile: riflessi, uscite alte, tempismo. Il portiere parigino quest’anno è stato uno di quelli che ha parato più tiri pericolosi, subendo poco più di 10 gol rispetto agli Expected Goals subiti (meglio di lui hanno fatto solo Ludovic Butelle e Alexandre Letellier, dell’Angers). A 27 anni, un’età relativamente bassa per un portiere, è già molto.
Lucas Lima (terzino sinistro, Nantes)
Lucas Lima è un terzino molto fisico, con una progressione imperiosa con il pallone e una tecnica molto pulita. È offensivo senza essere sbadato, rappresentando un’ottima fonte di gioco senza essere del tutto moderno. Lima ha concluso la stagione con 3 assist e 1.5 passaggi chiave ogni 90 minuti, derivante per lo più da una grande capacità di mettere cross in area (tra i difensori della Ligue1 hanno fatto meglio di lui solo Dani Alves e Léo Dubois, sempre del Nantes). Il terzino brasiliano, dopo una lunga gavetta in patria, sembra arrivato a maturazione dopo un paio di stagioni in Francia, affermandosi come un terzino completo e affidabile. Nonostante abbia rinnovato ad inizio anno con il Nantes, potrebbe muoversi in estate ad una cifra relativamente contenuta.
Joris Gnagnon (difensore centrale, Rennes)
Gnagnon è uno dei giovani centrali più interessanti del campionato francese. Dopo l’affermazione ad alti livello lo scorso anno, quest’anno si è confermato all’interno dell’ottima stagione del Rennes (arrivato quinto), dimostrando oltre al talento una buona continuità di rendimento per un difensore di appena 21 anni. Gnagnon è un centrale estremamente aggressivo, con un’attenzione vecchio stampo verso il pallone e una grande tecnica nell’utilizzare il corpo per difendere. A fine stagione ha parlato delle difficoltà di diventare un professionista (nel suo caso soprattutto legate a problemi di peso) e della sua ambizione di passare presto in un grande club. Chissà se lo vedremo anche l’anno prossimo in Ligue1.
Issa Diop (difensore centrale, Tolosa)
Parlando di giovani centrali in ascesa è impossibile non citare anche Issa Diop, una delle speranze principali nel futuro della nazionale francese in difesa. Nonostante la stagione disastrosa del Tolosa (ad essere precisi, Diop l’ha definita “di merda”), che ha evitato la retrocessione solo grazie ai play-off di fine stagione contro l’Ajaccio, il centrale francese è presto diventato un titolare inamovibile nella formazione allenata Mickaël Debève accanto all’altrettanto talentuoso Christopher Jullien. Diop è alto e con delle gambe lunghissime con cui arriva ovunque ma che lo rendono un po’ impacciato nella copertura della profondità. Alle qualità fisiche, il centrale del Tolosa aggiunge un grande tempismo in scivolata e un buon destro nel gioco lungo. Se riuscisse a compensare con la lettura del gioco la sua macchinosità potrebbe fare un salto di livello ulteriore. D’altra parte, su di lui girano già le voci di mercato più altisonanti, che lo vorrebbero vicino a club come l’Atletico Madrid.
Nordi Mukiele (terzino destro, Montpellier)
Chi si è già mosso è Nordi Mukiele, una delle più grandi rivelazioni del Montpellier di quest’anno, passato al Red Bull Lipsia per una cifra intorno ai 16 milioni di euro. Mukiele è un terzino destro con un fisico da centrale e un animo da regista, con un destro raffinatissimo nel gioco lungo e una grande aggressività in anticipo. Il difensore francese ha ancora molte lacune senza il pallone, fidandosi a volte troppo delle sue capacità di lettura, ma viste le caratteristiche tecniche potrebbe avere un grande futuro come centrale di una difesa a tre, che gli permetterebbe di andare in anticipo senza troppi patemi d’animo e di portare a massima espressione la sua visione di gioco. L’anno prossimo sarà interessante seguire la sua evoluzione in un campionato intenso come la Bundesliga.
Fabinho (mediano, Monaco)
Un’altra grave perdita per il patrimonio tecnico della Ligue1 è la cessione di Fabinho al Liverpool, ufficializzata solo pochi giorni fa. Forse l’interprete più sottovalutato dell’incredibile stagione 2016/17 del Monaco di Jardim, Fabinho quest’anno ha acquisito il ruolo di leader tecnico della squadra monegasca completando definitivamente la sua metamorfosi da terzino destro a regista: il centrocampista brasiliano è il rigorista della squadra ed è il giocatore del Monaco che ha completato più passaggi, più tackle e più duelli aerei. È proprio il passato tecnico a rendere Fabinho unico da molti punti di vista. Pur avendo una gestione del possesso più conservativa di quanto forse si richiede ormai ai registi, Fabinho sa uscire dal pressing avversario in progressione e ha anche ottime qualità di inserimento in area. Queste caratteristiche lo rendevano perfetto per l’identità fluida voluta da Jardim e forse pagheranno anche in una squadra verticale come il Liverpool di Klopp.
Tanguy NDombèlé (mediano, Lione)
Grafico di Barça Numeros.
Insieme a Aouar, Mendy e Maolida, NDombèlé rappresenta la punta di diamante della nuova infornata di talento che sta lentamente cambiando pelle al Lione. Il centrocampista proveniente dalle giovanili dell’Amiens ha un’interpretazione ancora molto istintiva del ruolo che lo porta ad esprimere il suo talento per lampi. La qualità più appariscente di Ndombèlé al momento è la progressione, con cui riesce ad uscire palla al piede anche da situazioni caotiche e porzioni di campo affollate: il centrocampista del Lione ha un’impressionante score di 3 dribbling riusciti ogni 90 minuti (Mbappé, per intenderci, ne ha 3.4). Pur non avendo una tecnica di primissimo livello, Nbombèlé ha una vena creativa molto spiccata, che oltre ai 1.7 passaggi chiave ogni 90 minuti gli ha fruttato un totale di 8 assist tra campionato e Europa League. Ndombèlé sembra avere insomma tutte le potenzialità per essere un centrocampista completo e moderno, e chissà che già l’anno prossimo non saremmo costretto ad inserirlo nuovamente nella TopXI del 2019.
Malcom (ala sinistra, Bordeaux)
Ad inizio stagione, quando ha fatto registrate 5 gol e 4 assist nelle prime 10 giornate, sembrava che questo potesse essere l’anno in cui il talento di Malcom sbocciasse definitivamente, diventando più grande della squadra che lo conteneva. In realtà la sua stagione è stata meno continua di quanto le prime battute promettessero, dimostrando che la sua maturazione non è ancora arrivata del tutto a compimento. Interessante comunque la sua evoluzione tecnica: arrivato in Francia con la nomea dell’ala dribblomane, al Bordeaux sta dimostrando come la creatività sia in realtà il suo punto forte. Non dotato particolarmente fisicamente, Malcom si sta comportando sempre più da trequartista, venendo dentro al campo e sfogando la sua visione di gioco in zone sempre più centrali. Ottavo in Ligue 1 per passaggi chiave ogni 90 minuti (2.7), l’ala del Bordeaux è anche l’Under 21 che ha realizzato più passaggi chiave nei cinque principali campionati europei. Malcom, d’altra parte, ha compiuto 21 anni alla fine di febbraio e sotto questa luce la sua crescita discontinua assume tutto un altro valore.
Dimitri Payet (trequartista, Marsiglia)
Forse tra 10 anni l’evoluzione di Malcom l’avrà portato ad avvicinarsi Dimitri Payet, senza ombra di dubbio il re della creazione di occasioni da goal in Europa. Anche quest’anno il trequartista del Marsiglia ha dominato la statistica dei passaggi chiave in Ligue 1 e nei restanti quattro principali campionati europei: in campionato ne ha realizzati 121 in totale (l’unico a superare quota 100), almeno 25 più di qualunque altro giocatore. Payet, dopo una carriera tormentata, è finalmente riuscito a trovare una squadra che girasse intorno a lui come se fosse il suo sole, coronando una stagione memorabile e drammatica, con l’infortunio in finale d’Europa League e l’esclusione dalla lista della Francia in vista del Mondiale. Alla luce dei 10 gol e dei 24 assist stagionali (sì, avete letto bene), sarebbe un vero peccato se questa stagione al Marsiglia fosse stata il picco della carriera di Payet.
Nabil Fekir (ala destra, Lione)
L’ascesa di Nabil Fekir verso l’élite del calcio europeo sembrava inarrestabile prima del settembre del 2016, quando un grave infortunio al legamento crociato del ginocchio lo aveva costretto a rimanere fuori per quasi tutta la stagione. L’anno scorso, a seguito di una stagione non esaltante e dell’esplosione di Lacazette che lo ha parzialmente messo in ombra, quell’ascesa sembrava essersi in qualche modo impantanata, per un giocatore che sembrava non poter fare a meno di una fisicità dirompente. In questa stagione Fekir si è ripreso prepotentemente le luci della ribalta con un’annata da 23 gol e 8 assist in cui si è anche preso la fascia da capitano dopo il passaggio di Gonalons alla Roma. Fekir quest’anno ha dovuto fare i conti con la perdita di esplosività ed elasticità dovuta all’infortunio, trasformandosi in trequartista puro e avvicinandosi molto di più alla porta. Il capitano del Lione ha affinato la sua accuratezza di tiro aumentando la sua presenza in area e diventando uno dei migliori giocatori nella conversione delle occasioni in gol (quest’anno ha tratto 15 non-penalty goals da 8.6 Expected Goals). Chi ha intenzione di strapparlo al Lione quest’estate (si parla insistentemente di Liverpool) si ritroverà con un giocatore molto diverso da quello esploso un paio di anni fa.
Mario Balotelli (punta centrale, Nizza)
In una stagione sostanzialmente anonima per il Nizza (finito ottavo a 23 punti dal quarto posto), Mario Balotelli si è definitivamente ripreso quella scena che aveva perso anni fa. I suoi 18 gol in campionato hanno rappresentato il 34% del totale della sua squadra (solo Ekambi all’Angers ha dato un contributo maggiore) e adesso il suo talento sembra essere più grande del club francese, con voci di mercato che lo vorrebbero al Marsiglia o in club europei ancora più importanti. Balotelli, però, non è cambiato molto da come ce lo ricordiamo qui in Italia: senza palla è ancora pigro e innamorato del pallone (c’è bisogna del dinamismo di Plea per abbassare le difese avversarie), e la sua specializzazione è rimasta la bomba di destro dalla distanza: tra i giocatori con almeno 850 minuti di gioco, Balotelli è quello che tira di più da fuori area. Nonostante ciò, è bello tornare a vedere il suo talento splendere, che poi è stata una delle poche ragioni per seguire il Nizza quest’anno.