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Emanuele Mongiardo

Top XI: Ligue 1 2023/24

L'undici dell'anno della Ligue 1 esclusi i giocatori del PSG.

Si è conclusa un’altra stagione di Ligue 1 dove il PSG ha dominato senza mai avere una rivale per il titolo. Alle spalle della squadra di Luis Enrique, però, il campionato francese ha avuto tanti protagonisti, che si sono presi i riflettori in momenti diversi della stagione. Dapprima a sorprendere era stato il Nizza di Farioli, con il suo eccellente rendimento difensivo. Poi, ad acquisire costanza e ad appropriarsi del secondo posto ci ha pensato il Monaco di Adi Hütter. Più dietro, Paulo Fonseca ha riportato il Lille a competere per la Champions League, mentre il Brest ha lottato per un piazzamento europeo per la prima volta nella sua storia: alla fine sono stati “les pirates” ad agguantare il terzo posto valevole per la qualificazione diretta in Champions, con il Lille che si è dovuto accontentare del quarto posto tramite il quale accederà ai preliminari.

 

Per quanto riguarda le delusioni, il Lens di Franck Haisé in questi anni ci aveva abituato così bene che forse avrebbe potuto ambire a qualcosa di più della Conference League. I giallorossi ritornavano in Champions dopo vent’anni e il doppio impegno gli avrà sottratto energie in campionato. Il fatto di aver raggiunto anche quest’anno un piazzamento europeo è un indice di consolidamento, tuttavia il cabotaggio delle squadre che li hanno preceduti e i problemi di grandi come Marsiglia e Lione potevano essere un’occasione per puntare ad altro. L’OM ha cambiato ben quattro allenatori in stagione, tra cui Gattuso, e ha compensato in parte con l’Europa League una stagione mediocre, al termine della quale non ha raggiunto nessun piazzamento europeo. Il Lione stava facendo addirittura peggio, visto che ha passato buona parte del campionato in zona retrocessione. Poi, la promozione di un membro dell’academy come Pierre Sage a capo allenatore, ha improvvisamente riacceso l’OL, che trascinato da un immortale Lacazette ha raggiunto il sesto posto, valido per la prossima Europa League.

 

In generale, la Ligue 1 2023/24 ha dimostrato come in un campionato conservatore, un po’ indietro rispetto ai principali tornei d’Europa dal punto di vista tattico, le squadre con una precisa direzione tecnica possano candidarsi seriamente alle posizioni più alte della classifica.

 

Queste le premesse che hanno portato alla redazione dell’undici ideale di quest’anno. Le regole d’ingaggio sono sempre le stesse, in modo da valorizzare un campionato in cui il talento riesce a fiorire a qualsiasi altezza della classifica: nessun giocatore del PSG, massimo due giocatori per squadra e nessun giocatore presente nella top XI dello scorso anno, ragion per cui non vi saranno Todibo, Jonathan David e Lacazette.

 

Il modulo è un 4-4-2 o 4-2-4 vicino alle idee del Monaco di Hütter.

 

Portiere: Brice Samba (RC Lens), Francia, 1994

Brice Samba è uno dei portieri migliori del calcio francese e Deschamps lo ha convocato per i prossimi Europei. Ha anche giocato da titolare alcune amichevoli, per ultima quella contro la Germania qualche mese fa. Se Maignan non dovesse recuperare in tempo per l’esordio dal suo infortunio al dito, dovrebbe essere lui il titolare della Francia.

 

Samba è un classe ’94, ha trent’anni quindi, ma nonostante questo la sua affermazione è piuttosto recente. Non ha giocato mai nelle Under della Francia e per disputare una prima stagione da titolare ha dovuto aspettare i venticinque anni: era il 2018/19 e difendeva i pali del Caen. Quella, fino al 2022, era stata la sua ultima stagione in Ligue 1. Nell’estate del 2019, infatti, si era trasferito al Nottingham Forest, e dopo tre stagioni nella Championship inglese lo ha acquistato il Lens, di cui è titolare da due anni.

 

Samba è ottimo nel posizionamento e ha buonissimi riflessi. Dopo Donnarumma, è il secondo portiere della Ligue 1 per differenza tra post-shot xG e gol effettivamente subiti, con un saldo positivo di +8,3 secondo FBref.

 

 

Terzino destro: Tiago Santos (LOSC Lille), Portogallo, 2002

Di Tiago Santos avrete sentito parlare in queste settimane come obiettivo di mercato di alcune squadre italiane. Il Lille è tornato ad essere una delle botteghe più interessanti d’Europa, con un gioco capace di valorizzare il talento offensivo. Una buona parte della minacciosità dei “dogues” passa proprio dai terzini: Ismaily, fedelissimo di Fonseca a sinistra, e Tiago Santos a destra.

 

Classe 2002, cresciuto nelle giovanili dello Sporting, è esploso lo scorso anno all’Estoril Praia. È il classico laterale portoghese con tecnica da centrocampista, della stessa pasta di Guerreiro e Cancelo (motivo per cui forse Martinez non lo ha convocato per gli Europei, preferendo, come alternativa di Cancelo, un laterale profondo come Semedo).

 

Tiago Santos ha un buon passo, ma, soprattutto, dispone di tecnica eccellente nello stretto, fa passare la palla da un piede all’altro e non resiste al richiamo di provare il tunnel sull’avversario. Per dare il senso di quanto sia virtuoso col pallone, FBref lo situa nel 98° percentile dei terzini dei cinque principali campionati per dribbling riusciti.

 

 

Centrale destro: Leny Yoro (LOSC Lille), Francia, 2005

Leny Yoro è il calciatore con le prospettive migliori di questa top XI, un classe 2005 destinato a diventare uno dei centrali più forti al mondo: l’ennesimo difensore francese in rampa di lancio, quindi. Quella di quest’anno è la sua prima stagione completa tra i professionisti, visto che lo scorso anno si è alternato tra prima squadra e squadra B del Lille.

 

È alto un metro e novanta ed è piuttosto magro, deve ancora sviluppare i suoi muscoli, visto che diciannove anni li compirà a novembre. Nonostante il fisico ha una buona velocità e, soprattutto, un’agilità che verrebbe difficile associare a un giocatore con delle gambe tanto lunghe: Yoro non solo copre bene la profondità, ma riesce ad andare a terra per il tackle in un battito di ciglia. Per essere un difensore di grandi qualità atletiche e alla prima stagione tra i grandi, poi, è anche piuttosto paziente e riflessivo. Col pallone non è elegante, ma sa giocarlo con precisione, da buon centrale francese di nuova generazione.

 

È difficile scrutare quali siano i margini di miglioramento di un difensore con questo potenziale. In ogni caso pare che il PSG voglia già acquistarlo quest’estate.

 

Centrale sinistro: Dante (Nizza), Brasile, 1983

Passano gli anni e Dante Bonfím continua ad essere uno dei difensori migliori della Ligue 1, oltre che uno dei centrali più sottovalutati della sua generazione. Dante è un classe ’83, ciò significa che rispetto al suo compagno di reparto di questa top XI, Yoro, ha ventidue anni in più. Dante ha quarantun anni e in questi giorni ha rinnovato di un altro anno il suo contratto.

 

Siamo abituati a pensare ai centrali più anziani come a dei giocatori capaci di sopravvivere al tempo difendendo nella propria area, con poca profondità da coprire. Dante continua ad essere sicuro e preciso nella difesa bassa, ma il Nizza di Farioli era una squadra tutt’altro che attendista. I rossoneri sono stati la miglior difesa della Ligue 1 con 29 gol subiti: potevano adottare un atteggiamento più aggressivo in pressing oppure abbassare il blocco, ma senza schiacciarsi nella propria area. Per Dante alzare la linea non è stato un problema grazie alla compattezza di squadra e alla sua intelligenza nel prevenire situazioni di pericolo.

 

Terzino sinistro: Bradley Locko (Brest), Francia, 2002

Il Brest è una squadra piuttosto anomala per gli standard del calcio francese. Se la Ligue 1, per propria definizione, è il “campionato dei talenti”, i bretoni invece hanno raggiunto la qualificazione in Champions League con una squadra piena di giocatori esperti. L’unico Under-21 che sembra avere buone prospettive ad alti livelli è il terzino sinistro Bradley Locko.

 

Locko è preciso e puntuale in fase difensiva, con una velocità che lo rende difficile da superare. Il suo contributo al Brest, però, è importante soprattutto con la palla. La squadra di Roy non ha una fase di possesso troppo sofisticata, attacca soprattutto per catene laterali. Per superare la pressione avversarie e aprirne le maglie, le conduzioni di Locko sono fondamentali. Il francese non solo porta palla lungolinea, ma è potente e preciso quando converge col sinistro verso il centro, aprendo spiragli inediti allo sviluppo della manovra. In più, offre anche buone doti nei passaggi.

 

Mediano destro: Youssouf Fofana (AS Monaco), Francia, 1999

Fofana è destinato ad essere uno dei centrocampisti più impiegati da Deschamps al prossimo europeo. Al Mondiale ha disputato da titolare la semifinale contro il Marocco e nelle ultime uscite della Nazionale è partito spesso dall’inizio.

 

Fofana è il pilastro del Monaco di Adi Hütter, mediano nel 4-4-2 del tecnico tedesco. Nelle fasi di pressing alto accompagna le scalate dei compagni dalla seconda linea e se per caso gli avversari riescono a ripartire ha il passo per recuperare all’indietro e affondare il tackle in maniera pulita: spalla a spalla contro di lui agli avversari capita spesso di finire per terra. Alto un metro e ottantacinque e robusto fisicamente, Fofanasi si fa garante dell’equilibrio del sistema, fondamentale per una squadra aggressiva come quella del Principato.

 

Con la palla il suo gioco è piuttosto semplice nei passaggi, mentre gli piace concedersi di tanto in tanto la conduzione o il controllo orientato e la Veronica per prendere controtempo chi lo pressa.

 

Mediano sinistro: Pierre Lees-Melou (Brest), Francia, 1993

Lees-Melou qualche anno fa era tra i protagonisti del Nizza di Lucien Favre, una delle squadre più divertenti partorite dal calcio francese nell’ultimo decennio. La sua carriera, però, nel tempo si è impantanata: il Nizza non è più riuscito a ergersi a protagonista e lui ha scelto di provare l’esperienza inglese al Norwich, senza grandi risultati.

 

Quest’anno, alla seconda stagione con la maglia del Brest, si è affermato come uno dei centrocampisti migliori della Ligue 1. Nella squadra di Roy, Lees-Melou da vertice basso del centrocampo a tre si incarica di prendere palla dai difensori o dalle catene laterali e resistere alla pressione. Se può girarsi, il suo primo pensiero è sventagliare con un cambio gioco verso destra per attivare Del Castillo, l’ala chiamata a fare la differenza in attacco. Lees-Melou è incredibilmente preciso nei lanci, a cui dà sempre la parabola giusta.

 

In fase difensiva, poi, è decisivo per attivare il gegenpressing, uno dei segreti del Brest di Roy: Lees-Melou sale da centrocampo per tappare la possibile ripartenza e determinare la riconquista.

 

La qualità sua e di Del Castillo è stata fondamentale per permettere al Brest di puntare in alto.

 

Ala destra: Maghnes Akliouche (AS Monaco), Francia, 2002

Da buon trequartista francese di sangue algerino, Akliouche è un giocatore con una qualità tecnica unica, irripetibile per qualsiasi giocatore che abbia un lignaggio differente. Mancino naturale, negli ultimi mesi ha giocato soprattutto da ala destra, a piede invertito, ma con libertà di ricevere anche dentro al campo. Con il controllo del pallone di cui dispone, infatti Akliouche non fatica a ricevere e progredire nello stretto: possiede la tecnica di un calciatore brevilineo ma in un corpo di quasi un metro e ottantacinque di altezza.

 

Proprio il fatto di essere più alto della media di ali e trequartisti, lo porta ad essere ingannevole per i difensori, anche quando deve ricavarsi il tiro in area.

 

In questi anni di mezzepunte di origine maghrebina deliziosa tecnicamente ma che poi sono scomparse ne abbiamo viste parecchie in Ligue 1. A differenza dei suoi predecessori, però, Akliouche sembra avere più consistenza: ad esempio, non è uno specialista dei movimenti senza palla, ma sa seguire l’azione per finalizzarla (alcuni dei sette gol che ha segnato quest’anno sono arrivati sul secondo palo); in più, sa essere un giocatore intenso, partecipe anche in fase difensiva, sia in pressing sia in rientro. Senza queste qualità non avrebbe potuto mai emergere con un allenatore come Hütter.

 

Ala sinistra: Yann Gboho (Tolosa), Francia, 2001

Yann Gboho è stato uno degli acquisti migliori del mercato di riparazione in Francia. Il Tolosa, infatti, lo ha prelevato a gennaio dal Cercle Brugge, squadra del campionato belga.

 

Gboho è una delle tante ali partorite dal Rennes in questi anni. A differenza dei vari Doku, Sarr, Tel e Doué, però, non ha trovato fortuna in rossonero e così nella stagione 2021/22 ha deciso di trasferirsi al Vitesse, in Olanda.

 

Il suo percorso, alla fine, lo ha riportato in Francia ed oggi è una delle ali più pericolose di un campionato che di esterni di alto livello ne produce a iosa. È un giocatore che eccelle in campo aperto e che se punta l’avversario può saltarlo sia andando verso il fondo sia convergendo, motivo per il quale può essere schierato su entrambe le corsie. Il fatto di saper usare entrambi i piedi, poi, gli permette anche di ricevere in zone più centrali.

 

 

Punta destra: Thijs Dallinga (Tolosa), Olanda, 2000

Thijs Dallinga era stato acquistato dal Tolosa lo scorso anno dopo aver segnato 32 gol in 36 presenze nella seconda divisione olandese. Se i numeri potevano sembrare gonfiati dal livello del campionato, in Francia Dallinga ha continuato a mantenere discreti numeri: 12 reti in 36 presenze lo scorso anno, 14 in 33 partite quest’anno.

 

Non abbastanza per attirare l’attenzione di Ronald Koeman e spodestare Wout Weghorst, ma comunque cifre sufficienti a considerarlo come uno degli attaccanti più interessanti del campionato francese. Al di là dei gol, poi, Dallinga spicca per la compostezza di ogni sua azione, a partire dal modo in cui si aggiusta la palla per il tiro e dal modo in cui, spalle alla porta, appoggia di prima il pallone ai compagni.

 

Dallinga, quindi, è un centravanti che partecipa alla manovra, ma possiede anche buoni movimenti in area. Il metro e novanta d’altezza, poi, gli permette di imporsi sui cross.

 

Punta sinistra: Pierre-Emerick Aubameyang (Olympique Marsiglia), Gabon, 1989

In Ligue 1 gli attaccanti di vecchia generazione continuano a funzionare alla grande. Lacazette è ancora l’uomo a cui aggrapparsi per il Lione, mentre la qualità di Ben Yedder continua ad essere irrinunciabile per dare senso all’intensità del Monaco. Va da sé, allora, che il giocatore migliore del Marsiglia sia Pierre-Emerick Aubameyang, tornato nel campionato francese a undici anni di distanza dall’esperienza nel Saint-Étienne di Galtier (quello, per intenderci, dei giovani Zouma e Ghoulam), dove ancora giocava da ala sinistra.

 

Nonostante l’età, il gabonese non ha perso l’abitudine di allargarsi verso la fascia per minacciare in profondità gli avversari. Se riceve nell’ultimo terzo di campo, non deve occuparsi solo di finalizzare, ma in una squadra problematica come il Marsiglia ha dovuto anche essere fuoco creativo, cercando di mandare in porta i compagni.

 

Per il resto, con i suoi movimenti ha continuato a procurarsi le sue occasioni, dalle quali ha ricavato diciassette gol in campionato.

 

 

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Emanuele Mongiardo nasce a Catanzaro nel 1997. Scrive di calcio su "Fuori dagli schemi" e di rap su "Four Domino".