La ricchezza tecnica e tattica delle prime sei squadre della Premier League è stata annichilita dal dominio incontrastato del Manchester City di Pep Guardiola. Non ha potuto nulla il muscolare e cinico United di Mourinho, l'intensità del Liverpool di Klopp, l’incompiuto ma comunque competitivo Chelsea di Conte, né il caotico Tottenham di Pochettino. Tra queste squadre (e all'ultimo Arsenal di Wenger che resta più o meno aggrappato al treno di testa) e le altre c'è un divario abbastanza netto, fatta eccezione per il grande exploit del Burnley di Sean Dyche, eletto manager dell'anno e arrivato a un soffio dalla Europa League.
La classe media inglese 2017/18 è quanto mai grigia (un gruppone abbastanza omogeneo guidato da un deludente Everton, che era attesa al salto di qualità, e da un Leicester lontano dai fasti di due anni fa), con sfumature più o meno tragiche: le enormi difficoltà di Stoke City, West Bromwich e Swansea, la sofferenza di squadre tutto sommato attrezzate come Southampton e West Ham. Molte di queste squadre non sono riuscite a portare a un numero di punti più cospicuo a causa di rendimenti ondivaghi o remi tirati in barca troppo presto, ma nel marasma di metà-bassa classifica possiamo riuscire a stilare una top XI di giocatori che, nonostante le difficoltà del contesto, hanno saputo distinguersi sia nel rendimento che come valore assoluto.
Partiamo dunque dal settimo posto del Burnley ed andiamo a vedere quali sono stati gli undici migliori, schierando un 3-4-3 tatticamente il più coerente possibile. La domanda di fondo è se questa squadra se la giocherebbe con le prime della classe oppure no.
Portiere: Nick Pope (Burnley)
La grande stagione del Burnley si fonda sulla capacità della squadra di Sean Dyche di serrare i ranghi nella propria metà campo e difendere i pali presidiati dal classe 1992 di Soham, che ha enormi meriti nell’ottimo score dei goal subiti dai "Clarets".
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Dopo aver addirittura rischiato di smettere col calcio appena dieci anni fa, finendo per lavorare come lattaio part time, risale la china con dedizione dall’undicesima divisione inglese fino a guadagnarsi l’acquisto del Burnley la scorsa stagione. Ma l’esordio da titolare arriva solo il 10 settembre 2017, contro il Palace, per sostituire l’infortunato Tom Heaton. Le gerarchie cambiano e a forza di grandi prestazioni riesce addirittura a guadagnarsi la nazionale di Southgate.
Pope trasmette sicurezza a tutta la linea arretrata, ha una buona reattività e un grande coraggio, con cui sceglie sempre l’ultimo istante utile per andare a terra, coprendo sempre bene lo specchio della porta. Quando esce ha uno stile quasi da portiere da hockey. Pope dà il suo meglio nelle uscite, dove dimostra un ottimo senso del posizionamento e di lettura anche sui tiri più angolati dalla media distanza. In questa stagione è riuscito a neutralizzare 13.77 xG, contribuendo in maniera tangibile alla classifica del Burnley.
Difensore centrale destro: James Tarkowski (Burnley)
Nella grande stagione difensiva del Burnley è spiccato anche il lavoro di James Tarkowski, 25 anni, difensore centrale che nella comfort zone costruitagli attorno da Sean Dyche ha sfoggiato delle doti difensive di livello.
Tarkowski si esalta quando può difendere con il corpo, frapponendosi fra l’avversario e il pallone. Quando deve far ripartire l'azione gioca spesso lungo, ma non disdegna delle conduzioni palla al piede. Tarkowski è un difensore old school, bravo a seguire gli attaccanti in marcatura e a tenere la posizione esatta tra avversario e pallone. Questo gli consente di collezionare anticipi, sia aerei che bassi, e di sporcare la ricezione degli avversario, scegliendo sempre bene quando mantenere la linea o uscire in aggressione sul movimento a sganciarsi del centravanti.
Difensore centrale: Christopher Schindler (Huddersfield)
Schindler è stato eletto dai tifosi dell’Huddersfield miglior giocatore della stagione, nell'anno del ritorno del club in prima divisione dopo 46 anni. È un difensore carismatico, nonostante sia una matricola assoluta sia per la Premier League che per un campionato di questo livello, avendo giocato per tutta la carriera nel Monaco 1860, in Zweite Bundesliga.
A 28 anni, Schindler ha avuto una grande stagione usando bene le proprie doti fisiche e tecniche, con cui ha guidato la difesa dei "Terriers". Ha una grande pulizia di intervento, un razionalità estrema e una prudenza peculiare nel calcio di oggi. Non si distingue per interventi spettacolari o anticipi aggressivi ma cerca di controllare il gioco con tranquillità, aspettando che l'avversario entri nella propria zona per scegliere bene il tempo d'intervento.
Difensore centrale sinistro: Jamaal Lascelles (Newcastle)
Priviamo James Tarkowski del suo compagno di difesa Ben Mee (autore anch’egli di una stagione eccellente) per affiancargli un altro difensore centrale dal grande rendimento, protagonista in quella che è la settima miglior difesa della Premier League: Jamaal Lascelles del Newcastle. Il poderoso capitano dei "Magpies", ancora venticinquenne, è il più "ball-oriented" del nostro trio, sia in possesso che in non possesso. Attento a seguire le traiettorie di cross e lanci avversari, si sgancia spesso dalla linea per marcare la traiettoria ed intercettare o sporcare la direzione della palla.
Se la cava discretamente anche con il pallone tra i piedi, diventando una risorsa importante in fase di costruzione e gestendo bene i ritmi della circolazione, senza difficoltà nel verticalizzare anche di prima quando la situazione lo richiede. Lascelles ha anche un buono score in termini di gol segnati, sfruttando bene la sua presenza in area avversaria soprattutto sui calci piazzati.
Esterno destro: Cedric Soares (Southampton)
Le ragioni della deludente stagione dei "Saints" sono da ricercare soprattutto nell’inefficienza di una manovra offensiva che è stata capace di produrre appena 37 reti, a causa della diffusa impotenza realizzativa dei suoi attaccanti, oltre che di una difficoltà complessiva nel costruire e portare a termine in maniera pulita le azioni.
Per quanto riguarda la fase difensiva, invece, il rendimento complessivo è stato tutto sommato accettabile, soprattutto se consideriamo che la squadra di Mark Hughes è addirittura la quinta in Premier per Expected Goals subiti. Per la nostra top XI abbiamo scelto l’estrema diligenza tattica di Cedric Soares, seppur proveniente da una stagione complessivamente non agli standard delle precedenti (tra club e nazionale portoghese), che lo avevano portato ad essere cercato con insistenza da Chelsea e Juventus.
Il 26enne ha pagato la sterilità della manovra collettiva dalla trequarti in su, ma si è fatto trovare comunque pronto con le sue consuete sovrapposizioni, i suoi lanci, i dribbling che consentivano al Southampton di uscire in maniera rapida dal pressing alto degli avversari. In difesa, poi, è difficile da saltare in uno contro uno sebbene non sia velocissimo. Sarà verosimilmente un nome da seguire per la prossima sessione di mercato, Mondiali permettendo.
Mediano: Pascal Gross (Brighton)
Quando i dirigenti del Brighton & Hove Albion hanno acquistato per 3 milioni di euro dall’Ingolstadt Pascal Gross difficilmente si sarebbero aspettati un rendimento di questo calibro alla prima stagione in Premier League.
Pascal Gross è il fuoco creativo della squadra di Chris Hughton, capace di realizzare 7 goal e 8 assist e di illuminare sensibilmente la circolazione di palla della sua squadra. Giocando prevalentemente sulla linea dei centrocampisti, in coppia o da mezzala, il tedesco ha avuto in ogni caso compiti offensivi, accompagnando l’azione per poi inserirsi in area a finalizzare, o coadiuvando la salita in maniera più attiva grazie alle sue doti associative. Gross è il vero punto di riferimento per il Brighton, il giocatore a cui consegnare il pallone nelle situazioni più complicate affidandosi alla sua lettura dei movimenti e ai suoi passaggi chiave. Il titolo di miglior giocatore del Brighton è più che meritato.
Mediano: Idrissa Gueye (Everton)
Per bilanciare il nostro 3-4-3 ed aggiungere un po’ di fisicità in fase di non possesso, affiancheremo a Gross il mediano senegalese dell’Everton.
Schierato da mezzala o nella coppia al fianco di Schneiderlin, Gueye assomiglia, con le dovute proporzioni, a Kanté per atteggiamento e stile di gioco. Infatti, i punio di forza del 28enne di Dakar sono senza dubbio i contrasti e la capacità di rincorsa ed aggressione del portatore avversario. Un’attitudine che talvolta può portare scompensi a livello tattico nello scaglionamento della squadra di Allardyce, ma che rimane fondamentale per le velleità di riconquista del possesso.
Oltre al contributo difensivo, Gueye cerca di destreggiarsi nella distribuzione in maniera più ordinata possibile, cercando di limitare i rischi (e risultando a volte troppo scolastico). Questo gli consente di portare a casa anche una buonissima percentuale di passaggi riusciti: 84.7% su 51.1 palloni giocati ogni 90 minuti.
Esterno sinistro: Marc Albrighton (Leicester)
Marc Albrighton è il comprimario perfetto, ingiustamente poco celebrato già nell’annata del miracolo del Leicester, ma che anche oggi riesce a mantenere un livello di rendimento assolutamente notevole.
Il suo apporto nella manovra della sua squadra è fondamentale per garantire ampiezza e rapidità alla manovra offensiva. I suoi cross sono puliti (anche col piede debole) ed i suoi movimenti ad attaccare il secondo palo puntuali. Il contributo difensivo è impeccabile nei raddoppi e nei contrasti. Da segnalare anche una buona predisposizione al lancio lungo, che gli consente sia di poter cambiare campo che di poter lanciare un contropiede lungo dal basso. Insomma, un’interpretazione da manuale del ruolo, su entrambe le fasce, coronata anche da 2 gol e 7 assist stagionali.
Ala destra: Riyad Mahrez (Leicester)
Il grosso problema nel valutare le leggende del Leicester che hanno trionfato insieme a Claudio Ranieri nel 2015/16 è paradossalmente il fatto di averli vissuti ed aver goduto delle loro prodezze irripetibili in quella stagione. Anche a posteriori, quell’anno somiglia ad un grosso bug nelle stagioni dei calciatori che ne hanno fatto parte. Diventa complicato scindere il valore dimostrato in quella magica stagione dal valore assoluto e soprattutto dal rendimento attuale, che ci sembra sempre inferiore alle possibilità dei giocatori rimasti al Leicester.
Riyad Mahrez è la personificazione di ciò: pur non raggiungendo i picchi della stagione 15/16, la sua stagione 17/18 è stata comunque ottima. Il calcio essenziale di contropiede giocato da Claude Puel si sposa bene con le sue caratteristiche e riesce a delegargli le giuste funzioni in termini di sviluppo e rifinitura della manovra. Agendo nella posizione naturale di esterno destro, Mahrez ha messo a segno 12 gol e 10 assist, collezionando inoltre 1.7 passaggi chiave e 2.5 dribbling riusciti ogni novanta minuti. Conosciamo bene le sue caratteristiche: conduzione elegante del pallone, eccellenti doti di passaggio, visione di gioco e della porta, dribbling irresistibile, capacità di dare profondità ed imprevedibilità all’offensiva di tutta la squadra anche solo con la sua presenza.
Ala sinistra: Wilfried Zaha (Crystal Palace)
Il jolly offensivo degli "Eagles" di Londra si guadagna la posizione di ala sinistra con la stagione della definitiva consacrazione, soprattutto dal punto di vista relizzativo, avendo segnato 9 goal e 5 assist. La sua annata si è chiusa in crescendo, con 4 goal in 4 partite nel mese di aprile, che sono valsi anche il titolo di giocatore del mese della Premier League, e questo potrebbe presagire un interesse di mercato da parte dei più grandi club inglesi.
Con una media di 4.2 dribbling riusciti ogni 90 minuti, Zaha si esalta nelle situazioni di uno contro uno in cui può scatenare tutto il suo estro e la sua rapidità sul breve. Predilige partire da sinistra per rientrare sul destro, ma è abile anche nell’utilizzo del piede debole, mandando in tilt le letture dei difensori avversari. L’ivoriano abbina la pulizia tecnica nel controllo e nella conduzione palla ad un fisico brevilineo e potente, a cui aggiunge anche delle buone qualità in fase di rifinitura (1.9 keypass p90).
Punta: Jamie Vardy (Leicester)
Dopo il forte calo dell'anno scorso, Jamie Vardy sotto la guida di Puel è tornato su livelli realizzativi notevoli, mettendo a segno 20 gol a fronte di soli 15.27 xG totali. L'attaccante inglese, per capacità di conversione, è inferiore solo a Salah e si è ritrovato sopra addirittura ad Harry Kane. Quest'anno Vardy ha segnato a Chelsea, Liverpool, Arsenal, Tottenham, Manchester United e Manchester City: impossibile, quindi, non farne il numero 9 titolare della nostra Top XI.