Piazzamento lo scorso anno: 7°
Chi in più: Bonifazi (SPAL), Lyanco (Bologna), Edera (Bologna)
Chi in meno: Moretti (ritirato)
Una statistica interessante dallo scorso anno: Lo stile di gioco del Torino 2018/19 è stato plasmato sull'atletismo dei suoi interpreti. La fisicità della squadra di Mazzarri si è espressa tramite il pressing in fase difensiva e la ricerca del gioco sulle fasce e di Belotti come terminale offensivo in fase di possesso.Oltre a essere la squadra che ha pressato di più in serie A secondo l'indice PPDA, il Torino è stata la compagine che ha giocato più duelli aerei nell'intero campionato. I 45.3 duelli aerei ogni 90 minuti testimoniano sia dei lanci lunghi cui il pressing del Torino costringe gli avversari che della fin troppo insistita ricerca del proprio centravanti sia per risalire il campo che per finalizzare il proprio gioco.
La passata stagione il Torino, insieme all'Atalanta, è stata la squadra ad aver più aumentato il numero di punti conquistati in campionato, ottenendone ben 9 in più rispetto all’anno precedente. Con un totale di 63 punti, la squadra di Mazzarri ha addirittura ottenuto il record granata di punti in un torneo a 20 squadre e con i 3 punti a vittoria.
Tuttavia, all’interno di una stagione sicuramente positiva, al Torino è probabilmente mancato il guizzo che avrebbe tramutato un buon campionato in uno ottimo o addirittura eccezionale: dopo un girone d’andata piuttosto anonimo, chiuso al nono posto con 29 punti, l'accelerazione nel girone di ritorno ha fatto sperare persino in una qualificazione alla prossima Champions League. Ma nei momenti cruciali la squadra ha mancato le occasioni per fare il definitivo salto di qualità: alla trentaduesima giornata, con il quarto posto distante soli 3 punti, il Torino si è fatto rimontare in casa dal Cagliari, perdendo 2 punti dalle rivali; subendo nuovamente la stessa sorte alla trentacinquesima giornata, facendosi rimontare questa volta da una Juventus già in vacanza e perdendo definitivamente ogni speranza, finendo addirittura fuori dall’Europa League, rinconquistata poi a tavolino a causa delle disavventure finanziarie del Milan.
Nonostante il record in termini di punti, il Torino non è riuscito a conquistare un posto in Europa sul campo, lasciando aperto qualche dubbio sulla sua capacità di fare il salto di qualità che tifosi e società sperano da qualche anno.
Come è andato il mercato
Proprio l’impressione di essere vicino allo status di squadra in grado di competere stabilmente per una qualificazione europea (più o meno prestigiosa) forse avrebbe dovuto stimolare la società ad intraprendere una campagna acquisti per alzare il livello qualitativo della rosa. Alcuni dati statistici infatti confermano la sensazione che per fare il definitivo salto, il Torino debba passare dal mercato.
Il processo di consolidamento di una rosa funzionale alle esigenze di Mazzarri, cominciato con la campagna acquisti della scorsa estate quando a Torino arrivarono Bremer, Izzo, Djidji, Ola Aina, Meité e Zaza, e completato con la cessione dei giocatori non funzionali al progetto tattico dell’allenatore come Ljajic e Niang, sembra avere consegnato al tecnico granata un gruppo di giocatori perfettamente adatti ad interpretarne le richieste, ma che necessita di un’aggiunta di qualità per stabilizzare il Torino nel gruppo delle migliori squadre della Serie A.
La scorsa stagione, ad esempio, la squadra di Mazzarri ha prodotto 1.22 xG a partita, un dato rimasto praticamente invariato rispetto alla gestione Mihajlovic (1.27 xG a partita), così come per la fase difensiva, che ha registrato valori pressoché identici di xG concessi. Pur aumentando il pressing della squadra, e aumentando il numero di punti conquistati, Mazzarri non è riuscito a migliorare i dati statistici nelle due fasi di gioco della sua squadra, che pare quindi arrivata ad un limite difficilmente migliorabile senza l’apporto di nuovi giocatori.
Dal prestito sono rientrati Bonifazi e Lyanco, due giovani centrali di prospettiva, che si integrano bene in un reparto cha ha perso Moretti, ritiratosi, e Edera, un’ala poco adatta al gioco di Mazzari. Per il resto il Torino non ha effettuato al momento nessun nuovo acquisto, né ceduto nessuno rispetto alla seconda parte della scorsa stagione.
Il presidente Cairo, orfano del DS Petrachi passato alla Roma, ha più volte affermato che la conferma del gruppo della passata stagione, compresi Izzo e N’Koulou molto cercati sul mercato, vale più di ogni acquisto. Il mercato non è tuttavia fermo: le voci più insistenti finora hanno riguardato un esterno, con Fares principale obiettivo (almeno prima che si infortunasse) per completare la rosa - assieme ad Ola Aina, De Silvestri e Ansaldi - in un ruolo fondamentale nel calcio di Mazzarri. Ma soprattutto è emersa l’intenzione di acquistare un giocatore offensivo di qualità, utile ad aumentare l’imprevedibilità sulla trequarti, spesso eccessivamente monotona contro le difese schierate. Il nome individuato dalla dirigenza granata e da Mazzarri è quello dell’ex Simone Verdi, ma ad oggi la trattativa appare arenata per la troppa distanza tra la domanda di De Laurentis e l’offerta di Cairo.
Il progetto tattico
Con una rosa praticamente immutata, dei buoni risultati alle spalle e un allenatore fedele alle sue idee, è certo che il Torino 2019/20 sarà parecchio simile alla versione vista lo scorso campionato. A caratterizzare la squadra di Mazzarri sarà quindi ancora un pressing offensivo fortemente orientato sull’uomo (il Torino ha avuto l’indice PPDA più basso dell’intera serie A), beneficiando dell’aggressività dei giocatori in rosa. I granata sono infatti una squadra estremamente fisica, che si esalta nel corpo a corpo e che per questo prova a recuperare il pallone il prima possibile e il più avanti possibile, trasformando le sue partite in continui duelli individuali in tutte le zone del campo.
I centrocampisti vengono invitati a difendere in avanti, cercando immediatamente l’uomo più vicino da marcare, mentre i difensori sono tutti naturalmente predisposti alla ricerca dell’anticipo. Persino il centravanti, Belotti, grazie alla sua naturale generosità e combattività in fase di recupero palla, è perfettamente funzionale al calcio difensivo di Mazzarri, impegnandosi a pressare sin dalle prime battute il possesso avversario, rendendolo complesso e frettoloso.
Una fase difensiva che ha fruttato un discreto ottavo posto in termini di xG concessi e un ottimo quarto in quella dei gol subiti, una notevole overperformance (34 gol subiti contro gli oltre 46 previsti) ascrivibile in gran parte all’ottima stagione di Sirigu, che ha dimostrato di essere uno dei migliori portieri della Serie A. La fase offensiva si è invece dimostrata meno efficace: il Torino ha avuto il tredicesimo attacco della Serie A in termini di xG e una performance realizzativa in linea coi risultati attesi dal modello statistico.
Le ragioni delle prestazioni modeste dell’attacco vanno ricercate in una fase offensiva molto carente di imprevedibilità e fin troppo lineare, basata sulle qualità fisiche dei giocatori a disposizione e sui cross, sia su azione che da calcio piazzato. Il capocannoniere della squadra, Belotti, ha segnato solo 10 gol su azione, seguito da Iago Falque fermo a 5 (sempre escludendo i rigori).
Un dato è abbastanza significativo: il primo giocatore per Expected Assist è stato proprio Belotti (3.7 xA, ma 0 assist), solo 46esimo in serie A, a testimonianza delle difficoltà creative e di rifinitura del Torino, e che spiega la ricerca sul mercato di un giocatore capace di regalare qualità tecnica e imprevedibilità nell’ultimo terzo di campo.
Il modulo di gioco sarà ovviamente basato sull’intoccabile difesa a 3 e i due esterni a tutta fascia. Per completarlo Mazzarri prevede diverse varianti: un 3-4-2-1, un 3-4-1-2 o un più prudente 3-5-2, tutti moduli già visti nei preliminari di Europa League di quest’estate.
Il 3-5-2 visto nella partita di ritorno contro gli ungheresi del Debreceni.
Giocatore chiave
Il giocatore chiave per il Torino, insomma, sembra essere proprio quello che non è stato ancora acquistato sulla trequarti offensiva e che, nelle intenzioni della società e dell’allenatore, dovrà fornire qualità e imprevedibilità in attacco. Il profilo individuato è quello di Simone Verdi, teoricamente impiegabile sia come trequartista puro dietro la coppia Belotti-Zaza che, leggermente sfalsato, in coppia con Berenguer o Iago Falque, alle spalle di Belotti. Verdi di certo fornirebbe un notevole contributo alla fase offensiva grazie alla sua pulizia tecnica.
Pur avendo giocato sia come attaccante nel 3-5-2, che come trequartista nel 4-3-1-2 (con Sarri), Verdi sembra perfetto nel 3-4-2-1 dove, sfruttando la propria ambidestria, potrebbe giocare su entrambe i lati del campo, alternando movimenti ad uscire con altri ad entrare dentro al campo, agevolato dal riferimento più prossimo e per questo più comodo fornito dalle linee laterali. Dal rendimento di Verdi o, in ogni caso, del giocatore che acquisteranno i granata per migliorare la cifra tecnica e di imprevedibilità del proprio attacco dipenderà la possibilità per il Torino di fare un’ulteriore passo in avanti nella prossima Serie A.
Il 3-4-1-2 della partita d’andata contro il Debreceni. L’interno Meité si è alzato tra i due trequartisti Berenguer e Iago Falque. Che sia una soluzione progettata da Mazzarri per migliorare il gioco interno e tra le linee del Torino?
Giocatore da acquistare al Fantacalcio
Per larghi tratti della scorsa stagione, Cristian Ansaldi è stato il coltellino svizzero di Mazzarri. Se la sua capacità di giocare quasi indifferentemente con tutti e due i piedi lo rende impiegabile nel suo ruolo di esterno, su entrambe le fasce, Mazzarri ha sfruttato la sua intelligenza tattica ed una qualità tecnica superiore alla media per schierarlo praticamente in ogni zona del campo. Ansaldi ha giocato come interno in coppia con un altro centrocampista, come mezzala in un centrocampo a tre e persino nella coppia di trequartisti alle spalle del centravanti.
Lo ha fatto sempre con estremo profitto, chiudendo la stagione con 3 gol e 2 assist, pur avendo saltato un terzo delle partite per infortunio. Ansaldi può essere quindi un acquisto solido e remunerativo per il vostro fantacalcio.
Migliore scenario possibile
Dopo un appassionante doppio confronto con il Wolverhampton, il Torino si qualifica alla fase a gironi dell’Europa League. L’impegno in Europa convince Cairo ad effettuare uno sforzo sul mercato per migliorare ulteriormente la rosa. I granata sfruttano il rodaggio fornito dai preliminari di coppa e il fatto di non avere cambiato praticamente nulla rispetto alla scorsa stagione per piazzare una partenza sprint che porta il Torino nelle parti altissime della classifica, persino avanti, dopo tempo immemorabile, alla titubante Juventus di inizio stagione di Maurizio Sarri.
Il rendimento si normalizza con il passare delle giornate, ma rimane sufficientemente elevato per sopravvivere ai margini della zona Champions League. Belotti segna con discreta continuità, Sirigu si ripete su ottimi livelli, il pressing rende la vita impossibile alla fase offensiva degli avversari. Al termine del campionato il Torino si qualifica, stavolta sul campo, all’edizione successiva dell’Europa League, competizione nella quale è giunta gli ottavi di finale, eliminato dopo un grande derby con l’Atalanta retrocessa dalla Champions League
Peggiore scenario possibile
Gli sforzi per giungere alla fase a gironi vengono fiaccati dall’eliminazione ad opera del Wolverhampton di Nuno Espirito Santo. In campionato il Torino scotta la delusione europea con una partenza a rilento, i numeri difensivi peggiorano a causa di un calo di rendimento di Sirigu e l’attacco continua a battere in testa contro le difese schierate. Il Torino dà il meglio contro le grandi squadre, in cui riesce ad impostare una partita reattiva basata su un feroce pressing orientato sull’uomo, ma anche in questi match raccoglie poco per i suoi limiti offensivi. Contro le piccole, invece, qualche calo di intensità e la difficoltà nel fare la partita, fanno perdere punti preziosi ai granata che si trovano impelagati fino al termine della stagione in un deludente campionato di metà classifica.