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Assist di Kane, gol di Son (x4)
21 set 2020
Contro il Southampton il primo ha assistito i quattro gol del secondo.
(articolo)
8 min
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A marzo Harry Kane e Heung-Min Son si sono infortunati contemporaneamente e per il Tottenham, come non ha avuto certo timore di far notare Mourinho, è stata una tragedia. Con 29 gol segnati su 61 complessivi, i due rappresentano da soli quasi il 50% dei gol della squadra. Il primo a infortunarsi era stato Kane, ma gli Spurs erano riusciti a trovare un nuovo equilibrio con Lucas e il coreano in attacco, esasperando la natura di squadra di transizioni. Era già successo che senza Kane Son aumentasse le proprie responsabilità offensive. Con quell’assetto erano riusciti anche a battere il Manchester City. Poi, contro l’Aston Villa, Son si è rotto il braccio. Un infortunio che, come si nota dalla serie “All or nothing”, hanno cercato di negare fino all’ultimo momento, col giocatore che ha provato a sottrarsi alla radiografia per paura di non giocare. La posta in palio era troppo alta. Mourinho è andato in conferenza con l’aria mesta e ha tirato fuori una frase dal suo breviario del malessere ispirato a Cioran: «Ogni volta che proviamo a rimettere la testa fuori ci arriva un calcio fra i denti».

Per una volta non esagerava: il Tottenham non aveva praticamente più armi offensive, e ha messo insieme 5 sconfitte e un pareggio nelle gare prima del lockdown. La lunga sosta ha aiutato a recuperare le due stelle e con loro gli Spurs hanno infilato la striscia di vittorie che gli ha permesso l’ingresso in Europa League. Dalla stagione 2018/19, nelle 15 partite senza Kane e senza Son contemporaneamente il Tottenham ha subito 8 sconfitte.

I due sono importanti non solo per il loro chiaro e indiscutibile valore, ma anche perché la struttura tattica del Tottenham ha finito per dipendere completamente dai loro movimenti e dalla loro capacità di associarsi e di creare occasioni dal nulla. Ieri, contro il Southampton, la loro importanza è venuta fuori in maniera ridicola. Son ha segnato QUATTRO gol su QUATTRO assist di Harry Kane.

Il Tottenham aveva perso l’esordio in Premier contro l’Everton: non era tanto il risultato ma la passività con cui era maturato a inquietare per il futuro. Era quindi una partita già tesa, diventata complicata quando il Southampton è passato in vantaggio col gol di Danny Ings - con quelli di ieri 5 reti segnate in 9 partite contro gli Spurs. A riequilibrarla è arrivato il primo gol di Son sul primo assist di Kane, nei minuti di recupero del primo tempo.

Ndombélé sale in cattedra

Nel primo gol, a dire il vero, bisogna innanzitutto parlare dell’azione di Tanguy Ndombélé. Un giocatore arrivato la scorsa estate per 62 milioni di sterline, l’acquisto più costoso della storia del Tottenham. Uno dei centrocampisti più eccitanti d’Europa - il miracolo di un dribblatore fisicamente così pesante - diventata una delle delusioni più grandi: partito solo 12 volte da titolare, a giugno aveva detto di non voler più giocare per Mourinho. La serie su Amazon mostra una parte di quel periodo; la scena di Ndombélé a colloquio col presidente Daniel Levy e con lo psicologo del club è una delle più interessanti. Ndombélé sembra sinceramente depresso mentre Levy gli racconta l’aneddoto di quando lo hanno cacciato da scuola con un paternalismo davvero imbarazzante. Continuano a dirgli che Moussa Sissoko è un combattente, insinuando che lui non lo sia.

In quest’azione vediamo Ndombele in purezza, per come riesce a districarsi con una grazia da ballerina in mezzo a due avversari. Sposta il primo con la spalla, percepisce il secondo arrivargli alle spalle, quindi copre la palla suola e dorso, poi lo dribbla con una veronica. Pare arrancare sul proprio peso ma quando ritrova l’equilibrio ha già visto il passaggio largo verso Harry Kane.

È un gol in cui è possibile ancora vedere in controluce - come un relitto del passato visto in diapositiva - il gioco di Pochettino. Una squadra che ruotava in maniera fluida le posizioni dei suoi giocatori offensivi, mettendoli nelle condizioni di esprimere le loro migliori qualità e disordinando le squadre avversarie. Una di queste rotazioni tipiche era questa: Kane che si defila verso l’esterno per fare da regista della transizione, con Son che si inserisce in profondità.

In questo caso Kane va di prima col sinistro, non il suo piede, ed è un passaggio istintivo e impreciso. La palla scorre troppo veloce e verso l’esterno e per un momento l’occasione sembra svanita. Invece Son, nonostante abbia poco specchio, tira forte a incrociare sul secondo palo. Il suo gol.

Un gol scritto sul playbook

Il 2-1 il Tottenham lo segna all’inizio del secondo tempo, in un’azione partita dal piede mancino di Giovani Lo Celso, entrato al posto di Ndombélé. In quest’occasione il dinamismo innato ha portato Son a spostarsi sul lato destro e a sovraccaricarlo insieme Lucas.

Kane viene tra le linee e appena riceve palla Son si è già buttato oltre la linea difensiva. Kane lo serve con un filtrante di interno perfetto nei tempi; Son è bravissimo soprattutto a tagliare la corsa del difensore verso l’interno. Per lui non è un problema preparare il tiro sul piede debole perché calcia benissimo anche col sinistro: lo fa di interno, forte e abbastanza alto da sorvolare il corpo steso del portiere.

Il talento senza palla di Son

L’intesa tra Son e Kane è tale che al coreano basta percepire il passaggio di Kane. In questo caso il centravanti è ancora piuttosto distante dalla porta, col corpo sbilanciato, è difficile immaginare una rifinitura. Son è l’unico in campo che se l’aspetta e approfitta della linea difensiva del Southampton non in linea - è anche di questa che dovremmo parlare, ribaltando la prospettiva. La squadra di Hasenhuttl ha avuto un inizio di stagione traumatico, 3 sconfitte in 3 partite, ma questo è un articolo su Son e Kane.

Son negli anni al Tottenham ha spesso oscillato tra una posizione di punta e una più esterna, ma è la dimostrazione vivente che i ruoli non esistono davvero. La sua funzione è quella del finalizzatore, specie se può approfittare di linee difensive alte e che lavorano male di reparto. Oggi forse non esiste un attaccante migliore al mondo a scattare senza palla in profondità con i tempi giusti: un tipo di azione che un paio d’anni fa in Premier era stato Salah a portare a livelli di eccellenza.

Il talento artigianale di Kane

Non è così assurdo associare la coppia Kane-Son a quella Salah-Firmino: il centravanti che scende tra le linee per fare il rifinitore e il finalizzatore che parte dall’esterno per scattare sul filo del fuorigioco, fra centrale e terzino avversario. È chiaro che Kane non ha la sensibilità tecnica e l’eleganza di Firmino, che sembra nato per quel tipo di gioco a svuotare gli spazi e a dare l’ultimo passaggio in corridoi stretti come tane di vipere. A Kane viene meno naturale, come se l’abilità di regista offensivo e rifinitore l’ abbia costruita nel tempo, scontrandosi e superando i propri i limiti.

Essendo nato senza il talento puro degli eletti, Kane ha un approccio artigianale al gioco del calcio: ha lavorato su ogni parte del suo gioco con piglio da secchione, fino ad aver imparato a fare tutto. Facendo attenzione sembra esserci sempre qualcosa di impacciato e faticoso nel suo gioco, oppure di troppo elementare, come se stesse recitando un manuale del gioco del calcio imparato a memoria da autodidatta. Eppure è difficile non intravedere del talento naturale dietro quest’ultimo passaggio nel quarto gol di Son. Kane riceve una palla forte e il primo controllo con l’interno sinistro è lungo e impreciso; lui si ingobbisce un po’ e, fateci caso, non rivolge neanche uno sguardo alla sua sinistra. Sembra rincorrere la palla con la più assoluta innocenza, come prima di una giocata interlocutoria. Poi getta un’occhiata furtiva al centro e Son, ovviamente, è scattato. La palla che gli dà è sontuosa; di nuovo data col corpo girato, con una parabola di venti metri che passa sopra la testa dei difensori e ricade all’altezza del dischetto del rigore. Il coreano sceglie il sinistro per concludere, arrivando a definire due gol col sinistro e due col destro. È la prima volta di assoluto che un giocatore che realizza una quaterna nel massimo campionato inglese, viene servito da un solo compagno di squadra.

La dimensione del talento di Son è da almeno un paio d’anni una certezza. Se Lucas nell’ultimo anno sembra aver perso brillantezza negli ultimi metri, mentre Alli pare vittima di continui saliscendi di forma, il coreano sta mantenendo una consistenza nel tempo indipendente dai momenti della squadra. Se avete visto “All or nothing” avrete riconosciuto non solo la sua importanza ma anche la sua leadership: forse non c’è nel Tottenham un calciatore con la stessa mentalità, così felice di sentirsi responsabile dei risultati della squadra.

Dall’altra parte Kane è diventato il primo calciatore inglese a servire quattro assist in una sola partita; il sesto in assoluto a esserci riuscito nella storia della competizione. Come sempre Kane ci ricorda attraverso le statistiche e i numeri della grandezza del suo impatto sulla Premier in questi anni. Da ormai quasi due anni si parla di una sua involuzione, ma pochi giocatori continuano a produrre quanto lui in Premier League, anche attraversando problemi fisici gravi e uscendone come se niente fosse.

A fine partita, con un ormai consolidato senso dello show, Mourinho ha interrotto una sua intervista per definirlo “Man of the match”. Nella sua visione del mondo Mou non può sperare di meglio: due giocatori che creano reti e occasioni in totale autonomia e facendosi bastare due passaggi, senza scomodare architetture tattiche sofisticate, solo attivando il loro innato senso del gioco e un’intesa affilata in anni, lasciando che le opposte caratteristiche si incastrassero fra loro in perfetta armonia.

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