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Tutto quello che sa fare Naby Keita
27 apr 2017
Il centrocampista del Red Bull Lipsia è una delle più belle rivelazioni di questa stagione.
(articolo)
11 min
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Il RasenBallsport Leipzig è uno dei progetti calcistici più interessanti del momento. Grazie all’ottimo lavoro di scouting della dirigenza guidata da Ralf Rangnick, e sotto la guida tecnica dell’austriaco Ralph Hassenhüttl, la società calcistica di proprietà della Red Bull ha rapidamente scalato i vertici del calcio tedesco, piazzandosi praticamente subito nella zona alta della classifica della Bundesliga. Nonostante il Bayern Monaco stia preparando la fuga decisiva in campionato, il Lipsia ha comunque ottime possibilità di conquistare un posto in Europa, forse addirittura in Champions League, il che rimane comunque un grande risultato per una neopromossa.

Merito di questi successi sportivi va soprattutto al 4-2-2-2 molto aggressivo e diretto di Hassenhüttl (descritto qualche mese fa da Flavio Fusi), che fa del gegenpressing e delle rapide combinazioni palla a terra nella trequarti avversaria due dei suoi migliori pregi. Sarebbe sbagliato però pensare che questo sistema di gioco sia privo di individualità interessanti, su tutte sono tre gli elementi cardine su cui si regge la struttura tattica del Red Bull Lipsia: Timo Werner, Emil Fosberg e Naby Keita.

Il primo è una seconda punta molto (17 gol e 5 assist), il secondo un trequartista con qualità tecniche e visione di gioco (8 gol e 15 assist). Il terzo, Naby Keita ha invece un ruolo meno appariscente: gioca principalmente nei due trequartisti, ma può occupare anche i posti più indietro, e la sua importanza è assolutamente centrale.

Small kid, big dreams

Naby Laye Keita nasce il 10 febbraio del 1995 a Conakry (Guinea francese) in una famiglia piuttosto povera. Durante una recente intervista ha raccontato la grande vergogna provata nel chiedere del cibo alla gente al termine degli allenamenti: «Sapevo che era dura la situazione, ma dovevo continuare a lottare e dare il massimo».

Naby non scalfisce la nostra idea precostruita del calciatore di origini umili con il calcio al centro del suo universo. «Ero sempre entusiasta quando si trattava di andare al mercato con mia madre. C’erano un sacco di cose rotonde con cui giocare a calcio. Sfortunatamente, anche cose come paralumi, che quasi sempre finivano per rompersi. Mamma mi ha sempre detto che fare la spesa con me era molto costoso».

A nove anni Keita inizia a dare i suoi primi calci a un pallone vero, nell’Horoya AC, una squadra locale. All'età di sedici anni decide di spostarsi però in Francia, per inseguire una carriera ad alti livelli assieme al futuro compagno di nazionale Guy-Michel Landel. I primi provini però non vanno come sperato: viene inizialmente scartato sia dal Lorient che dal Le Mans. È grazie a un torneo di talent-scouting organizzato a Marsiglia da Bobo Balde, ex-difensore con un passato nel Celtic, che Keita riesce a mettersi in luce.

Lo acquista l'Istres, club militante in Ligue 2 dove partecipa attivamente a 11 gol (4 gol e 7 assist) in 23 gare di campionato alla prima stagione da professionista.

Qui decide il match contro il Tours grazie a un colpo di testa: non esattamente il pezzo forte del suo repertorio. È curioso però notare lo stacco e la buona torsione aerea, simile al balzo di un grillo.

Tutto ciò è sufficiente perché Keita inizi ad essere seguito dal RB Salisburgo, un’altra delle squadre che fanno parte della galassia Red Bull, che lo preleva dal club francese nel 2014. In Austria esplode definitivamente: vince per due volte il campionato e la Coppa d’Austria realizzando 20 reti e 11 assist in 81 presenze. Il picco è nella stagione 2015-16, quando, schierato da trequartista, mette a segno ben 12 gol e 8 assist in campionato. In estate viene visionato da alcuni club di Premier League.

https://m.youtube.com/watch?t=1m34s&v=hDTEMUl05Ms

Il meglio, secondo YouTube, del periodo di Keita in Austria.

Il Lipsia decide di spendere una grossa cifra per aggiudicarselo: nell'estate del 2016 lo acquista per ben 15 milioni di euro. Keita è solo uno dei tanti giocatori che hanno traslocato presso la squadra sorella del Salisburgo e rispecchia a pieno quello che è il progetto della Red Bull: un piano di formazione di giovani (l’età media della squadra è di 24,1 anni) che deve seguire rigidamente le caratteristiche e la filosofia del club.

Alla sua presentazione Rangnick ha dichiarato:«Siamo molto contenti che Naby abbia scelto […] di continuare il suo percorso di crescita presso il Lipsia. Ha il profilo ideale per la nostra giovane squadra, grazie al suo dinamismo, la sua tecnica straordinaria, le sue abilità tattiche e la sua personalità». Un rapporto di stima, ma anche di affetto umano, confermato dallo stesso Keita: «Ralf mi ha trattato come un figlio. È venuto personalmente in Francia per portarmi al Salisburgo [nel 2014 Rangnick era il direttore sportivo della squadra austriaca, nda] e mi fido pienamente di lui».

https://m.youtube.com/watch?v=OaQ1GoYTB2w&t=1m17s

Segnare al debutto in Bundesliga con la nuova squadra dopo essere subentrato dalla panchina poco prima del 90’: fatto.

Tecnica e pragmatismo

Keita è un giocatore versatile, capace di giocare a centrocampo sia da mezzala che da vertice basso. In entrambi i casi, comunque, interpreta il ruolo con grande dinamismo e intensità, che aiuta la squadra in transizione coprendo ampie porzioni di campo. Nel RB Lipsia il suo ruolo varia a seconda dell'avversario e del piano gara di Hasenhüttl: solitamente gioca davanti alla difesa accanto a Demme o Kaiser nel 4-2-2-2 del Lipsia, mentre in presenza di Ilsanker viene allargato in una posizione ibrida tra il trequartista e la mezzala, disegnando sul campo un 4-3-3 asimmetrico.

Il guineano è un elemento chiave della squadra di Hasenhüttl nella fase di circolazione del pallone prima della giocata nella trequarti avversaria, dove poi avvengono le rapide combinazioni tra le linee, con i movimenti esterno-interno di Forsberg e Sabitzer e l’attacco della profondità di Werner. Keita, però, non può essere definito un regista: riesce a dare ordine alla squadra ma non è in grado di influenzare col possesso il ritmo della partita.

Destro naturale, gioca prevalentemente sul corto (la distanza media dei suoi passaggi è di 15 metri) e solitamente a due tocchi. Usa discretamente bene il piede sinistro e sa destreggiarsi molto bene sia di prima intenzione, quando deve dare profondità alla manovra, che con l’esterno del piede per cambiare fronte di gioco e sfruttare l'ampiezza del campo. Non sempre però riesce ad imprimere la giusta forza al pallone, e la sua distribuzione sul lungo ne risente.

È un giocatore molto associativo ed in perenne movimento: sa venire incontro al compagno per offrire soluzioni di passaggio, sa allargarsi o abbassarsi a seconda dei casi e garantire superiorità numerica in fase di costruzione dal basso con la salida lavolpiana, oppure alzarsi alle spalle della prima linea di pressione e ricevere spalle alla porta.

È bravo nell’accompagnare l’azione e finalizzare (8 gol finora), ma anche a mandare in porta i suoi compagni. Quest’anno ha già messo insieme 7 assist, 36 occasioni create e 1,6 passaggi chiave ogni novanta minuti: numeri che certificano il suo istinto verticale per il gioco.

Verticalizzazione perfetta per Werner contro il Colonia.

Keita è dotato di un’ottima tecnica individuale, la sua conduzione palla si caratterizza per l’estrema qualità nel dribbling: ne completa 3.3 ogni novanta minuti su 5.2 provati, peggio solo di Dembélé e Douglas Costa. Il suo dribbling sa essere straordinariamente efficace, soprattutto grazie a una corsa fluida e alla sua capacità di cambiare velocità, direzione e passo senza mai rallentare la velocità della palla.

La sua capacità di creare superiorità numerica va anche contestualizzata; a impressionare è soprattutto la capacità di Keita di usare il dribbling in zone di campo pericolose: non tanto in prossimità delle fasce, dove le opzioni di passaggio si riducono, il raggio visivo è meno ampio e si è facilmente esposti a raddoppi e alla pressione avversaria. Keita preferisce dribblare in zone centrali del campo, senza soffrire troppo la pressione, con una grande fiducia nei propri mezzi tecnici.

Il gol segnato al Mainz è un saggio impressionante di queste qualità.

L’utilizzo che Keita fa del dribbling è sintomatico della sua visione pragmatica del calcio: il dribbling è un'arma sistematica per velocizzare la manovra contro difese posizionali. Se l'avversario è ben schierato e la circolazione palla diventa prevedibile e lenta, il saper tagliare più linee di pressione grazie a un’azione individuale permette alla Lipsia di penetrare in zone di campo altrimenti inaccessibili ed effettuare un gegenpressing efficace in caso di perdita del pallone, grazie alla forte densità centrale in fase di possesso.

Keita ha un set di movimenti molto ampio che gli permette anche di compiere ottime scelte quando riceve spalle alla porta partendo dal centro o uno degli half-space.

Il guineano può combinare velocemente nello spazio sfruttando il movimento dei trequartisti pronti a ricevere tra le linee, avanzare lui stesso portando fuori posizione gli avversari e creare spazi di inserimento centrali per i compagni. In caso contrario può finalizzare in prima persona l'azione individuale.

Tenendolo la sfera quasi sempre attaccata al corpo grazie al suo basso baricentro, Keita ha un dribbling in progressione che ricorda quello dei migliori, come Modric e Iniesta, e rispetto a loro ha una migliore resistenza fisica ed accelerazione, nonché una maggiore forza esplosiva nelle gambe.

Nonostante ciò, il centrocampista del Lipsia rimane ancora un giocatore molto istintivo: a volte, infatti, tende a non farsi troppi problemi a perdere il pallone facendo un eccessivo affidamento al "caos controllato" del gegenpressing, come se fosse una coperta di Linus.

Il suo dinamismo e la sua stazza compatta (172 centimetri per 64 chili) gli hanno più volte fruttato paragoni con N’Golo Kanté, nonostante i due giocatori siano in realtà abbastanza diversi tra loro: Kanté per natura è piuttosto scolastico nei passaggi (quasi sempre laterali e conservativi) e ha una tecnica di base qualitativamente inferiore rispetto a Keita, oltre a non avere un senso eccelso per le letture che gli permetta di evitare di creare situazioni di caos a cui è costretto a rimediare. Keita è un giocatore più offensivo, meno bravo quando deve ricucire il campo senza palla, ma con una grande padronanza tecnica in tutti i suoi fondamentali.

Keita mostra però una certa pigrizia quando il primo pressing viene saltato ed è costretto a rientrare velocemente in difesa. In questo senso confida ancora molto, forse troppo, nelle coperture dei compagni.

Keita chiama l’uno-due con Poulsen ma sbaglia il primo controllo, perde il duello aereo con Frantz e il gegenpressing di Demme salta: Grifo può così attaccare frontalmente la linea difensiva del Lipsia, brava però a rinculare immediatamente a palla scoperta.

Keita rimane comunque molto efficiente quando entra in contatto diretto con l'avversario (vince 2.7 tackle ogni novanta minuti), e ha una naturale tendenza a seguire l'azione per attaccare subito le linee di passaggio, mostrando un notevole senso della posizione nelle sue letture difensive. Non a caso, sulle situazioni di palla inattiva, si posiziona a ridosso dell'area di rigore sfruttando la sua buona reattività nell'attacco delle seconde palle.

Può vantare 3 intercetti ogni novanta minuti, in un contesto come quello del Lipsia in cui il recupero immediato del pallone in zone alte del campo permette di sfruttare velocemente le rapide combinazioni tecniche nello stretto.

L’asse Keita-Forsberg-Werner in azione contro il Gladbach.

Appunti per il futuro

Fra le cose che rendono Keita un giocatore ancora incompleto, bisogna citare una gestione non perfetta del pallone spalle alla porta quando riceve dalla difesa (perde 1.9 palloni ogni novanta minuti). Un difetto da non sottovalutare per un giocatore che fa il mediano in un centrocampo a due. Nonostante sembri essere conscio di questi limiti, Keita viene spesso esposto a situazioni poco piacevoli dove palesa tutti i suoi limiti.

A inizio gif si può notare la densità di uomini del Bayern al centro e Keita che col braccio destro indica chiaramente di proseguire lo sviluppo dell'azione per vie laterali. Orban però non è dello stesso avviso e cade nella trappola di pressing del Bayern, scaricando centralmente la sfera sul guineano, il quale viene puntualmente aggredito da Vidal e regala il pallone per il 2-0 dei bavaresi.

Keita non sembra avere ancora la necessaria freddezza per poter occupare in pianta stabile il ruolo di mediano. Visti i suoi difetti spalle alla porta, forse sarebbe più auspicabile vederlo in un centrocampo a tre o ancora più avanti, da trequartista in coppia in un quadrilatero di centrocampo. Per poter giocare in questi ruoli sarebbe però necessaria una maggiore pulizia tecnica nei passaggi – lacuna di cui è ben consapevole – e l’intensità a cui spesso gioca il Lipsia in questo senso non aiuta.

Attualmente è nelle fasi di pura transizione che Keita riesce a far brillare al meglio la sua stella. Ma le sue qualità andrebbero valorizzate in contesti dove mancano interpreti di raccordo tra la difesa e l’attacco, capaci di mantenere intatta la struttura posizionale della squadra con un giro palla efficace e in grado di rendere la squadra diretta e verticale: non è perciò da escludersi un possibile futuro in Premier League, dove la sua razionalità nelle scelte lo aiuterebbe a sopravvivere in un contesto in cui l’intensità spesso azzera il pensiero.

Il suo futuro si prospetta, in ogni caso, decisamente roseo: a 22 anni Keita è uno dei maggiori talenti del calcio africano e l’ambizione non gli manca di certo. In una recente intervista al sito della FIFA ha dichiarato: «Tutto quello che faccio, tutto il mio lavoro, è per diventare il migliore».

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