UFC 256, ultima card numerata di questo 2020 drammatico e strano anche per le MMA, è stata una perla inaspettata con cui chiudere in bellezza, una di quelle che non passano inosservate agli occhi dei fan più hardcore come a quelli dei neofiti. Si è trattato, semplicemente, di uno di quegli eventi capaci di far innamorare di questo sport brutale e nobile chiunque l’abbia guardato. Grazie soprattutto al climax del main event, l’incontro più spettacolare e intenso, per Dana White addirittura il più bell’incontro tra Pesi Mosca della storia.
Il campione Deiveson Figueiredo ha mantenuto la sua cintura, dopo un taglio del peso complicato vista la sua fisicità imponente per la categoria e considerando anche che solo qualche settimana fa aveva difeso il titolo contro Alex Perez; il suo avversario, Brandon Moreno, ha dimostrato di essere fatto di granito: ha combattuto ad armi pari con lui e, anzi, potrebbe persino aver fatto qualcosa in più per meritare la vittoria. L’incontro è finito in pareggio, confermando lo stato delle cose, facendo rimanere la cintura intorno alla vita di Figueiredo. Ma con incontri del genere, questi sono dettagli.
Dopo un primo round gestito da Figueiredo, che ha dettato il ritmo forzando Moreno a girare in maniera rapida lateralmente per non incorrere nei suoi colpi, pian piano l'avversario ha iniziato a prendere fiducia. Il jab di Figueiredo si è rivelato pesante come una martellata e ha fotografato l’occhio sinistro di Moreno più volte già nel primo round. E va sottolineato come la “stance” in avanzamento, piuttosto spavalda, sia servita al campione a pizzicare col jab Moreno, variando il livello e mirando al corpo con ganci bassi e potenti quando lo sfidante alzava troppo le braccia per difendersi.
È stato un incontro giocato sulla durezza psicofisica di entrambi i fighter. Moreno ha mostrato una mentalità da campione, con la sua guardia chiusa e la parte superiore del corpo avanzata, con il peso sulle gambe cioè, forse poco mobili ma che concedono al busto grandi movimenti in schivata e bei rientri, specie con il gancio sinistro al corpo per aprire le combinazioni chiuse poi al volto. Nella seconda ripresa ha trovato i tempi giusti per sfondare la guardia di Figueiredo, sorprenderlo in misura maggiore, costringendolo a forzare ancora di più il pressing incappando però nel suo pugilato corto, fatto di combinazioni rapide di media potenza ma molto precise. Moreno ha trovato i primi takedown e Figueiredo per difendersi ha commesso un fallo, infilandogli un dito nell’occhio già malandato a causa dei colpi subiti.
Il terzo round ha visto l’inerzia cambiare in maniera più netta a favore di Moreno, che ha accelerato ancora, arrivando a segno con buone combinazioni, concretizzando ancora di più una volta eseguito il takedown e venendo colpito all’inguine da un calcio di Figueiredo che così ha commesso un altro fallo: stavolta l’arbitro gli ha detratto un punto. In ogni caso, il campione ha mostrato una grande capacità da incassatore, anche quando Moreno ha trovato le misure lui ha continuato ad avanzare, spesso a braccia basse, mostrando orgogliosamente la propria durezza.
Moreno era partito ampiamente sfavorito, quasi nessuno pensava fosse possibile l’upset, ma ripresa dopo ripresa ha finito col meritarsi almeno un pezzo della cintura in palio e se i giudici gli avessero assegnato la vittoria non ci sarebbe stato niente di strano (come può cambiare le cose un incontro di venticinque minuti…). Nel corso del quarto round ha atteso l’iniziativa di Figueiredo, giocando di rimessa e sorprendendolo a volte per primo, col suo ottimo jab; nel quinto, invece, è stato Figueiredo a provare ad esporlo, portandolo a terra proprio nelle battute finali, facendo finire in crescendo un round equilibrato. I giudici alla fine erano combattuti: uno di loro assegna il 48-46 in favore del campione, gli altri due assegnano il 47-47, chiudendo la contesa con un pareggio maggioritario. A mio parere Moreno aveva portato a casa le riprese 2, 3 e 4, con la terza condotta per 10-8.
Il percorso di quest’anno intrapreso da Figueiredo fa pensare a quello di un campione dominante, le sue prestazioni contro Benavidez e Perez rimangono fra le più impressionanti degli ultimi 365 giorni. Figueiredo quindi si presenta nel 2021 come uno dei più duri combattenti nella classifica pound for pound. Ma Moreno è riuscito a combattere all’altezza dell’occasione, meritando un possibile rematch nel 2021.
Oliveira è un serio contendente alla cintura dei Leggeri
Dopo otto vittorie consecutive, le ultime due ottenute nell’anno solare contro due fenomeni dell’ottagono, Kevin Lee e Tony Ferguson, Charles Oliveira si presenta come uno dei prossimi pretendenti alla cintura dei Pesi Leggeri. La divisione orfana di Khabib Nurmagomedov aveva bisogno di nuova linfa vitale, ed essendo una delle categorie più ricche di talenti non ha avuto particolari difficoltà a trovare facce nuove e facce note a costellare le card che verranno: Conor McGregor, Dustin Poirier, Justin Gaethje, Tony Ferguson, Dan Hooker, Rafael dos Anjos, e da adesso anche il fenomeno del grappling Charles Oliveira. La lista dei grandi fighter che si affronteranno per il primo posto nei ranking nei prossimi tempi è lunga e fa venire l’acquolina in bocca.
Sabato notte ha sconfitto con una prestazione dominante e incentrata sul grappling un redivivo Tony Ferguson, che forse ha perso un po’ di motivazione dopo la lezione ricevuta per mano di Justin Gaethje. Già dal primo round Oliveira ha controllato Ferguson dopo l’atterramento, con un grappling posizionale fatto di transizioni e gestione del peso perfetti.
Quando Tony Ferguson avrebbe dovuto affrontare Khabib, la domanda che più balzava alla mente era se Khabib sarebbe stato in grado di gestirlo schiena a terra, considerando la sua pericolosità con colpi da tutte le angolazioni e con tutte le parti del corpo. Oggi una domanda del genere non sarebbe più possibile farsela, considerando come Ferguson è stato dominato da Oliveira in un match trascorso per la maggior parte al suolo. Oliveira è passato dalla mezza monta alla full-mount quasi a piacimento, Ferguson si è ritrovato schiacciato a terra e alla fine del primo round ha subito un armbar da manuale, che si sarebbe probabilmente risolto con la rottura del braccio se la sirena non fosse suonata.
Ma è stata soprattutto la gestione di Oliveira a impressionare, forse frutto dell’esperienza e delle sconfitte brucianti subite in passato, alcune per via di infortuni incredibili (il match contro Max Holloway lo vide dare forfait a causa di uno schiacciamento, a quanto pare, dell’esofago). Si è mosso rapidamente sulle gambe, ha misurato il jab, colpito coi leg kick e dopo quella leva al braccio, pur rendendosi conto che Ferguson non potesse più usarlo, non ha rischiato provando ad affondare in fase di striking, riportando il match a terra.
Il verdetto finale è stato inequivocabile: 30-26 per tutti e tre i giudici. Oggi possiamo dire che Oliveira, in assenza di Khabib, è il grappler più pericoloso della divisione (è il fighter con più finalizzazioni in UFC, 14, e anche il combattente col maggior numero di bonus Performance of the Night vinti, 10). Quella di sabato è stata la vittoria più importante della sua carriera e a 31 anni, con un record di ben 30 successi e 8 sconfitte, è vicino a una chance titolata. Oggi cavalca una striscia di 8 vittorie consecutive.
È stata anche la serata di Mackenzie Dern e Kevin Holland
Il resto della card ha tenuto una qualità altissima. Mackenzie Dern ha vinto di misura contro un’agguerrita Virna Jandiroba. Le due sono state protagoniste di un match selvaggio che ha offerto più spettacolo che tecnicismi: tutti e tre i giudici hanno assegnato il match a Dern con verdetto unanime di 29-28, ma entrambe le combattenti sono uscite a testa alta.
Paradossalmente, invece, è sembrata semplice la prova di Kevin Holland, che ha demolito Jacare Souza nel corso del primo round. Souza avrebbe dovuto combattere contro Marvin Vettori, ma si è trovato invece davanti un fighter molto diverso, meno dominante dal punto di vista del grappling ma creativo e tosto in ogni aspetto. Holland ha resistito ad alcuni tentativi di atterramento di Jacare e ha restituito ogni centimetro rubato in grappling a suon di colpi a mano aperta e gomitate in testa dalla posizione di schiena a terra. Souza ne è uscito stordito. Da quella posizione, con Jacare rimasto in ginocchio ma senza controllo, Holland si è rimesso in posizione eretta e lo ha messo KO. Una rarità che troverà spazio negli highlights con cui verrà presentato Holland, e sappiamo quanto questo genere di cose conti per l’UFC.
Forse l’unico errore di Holland è stato sfidare, nell’intervista post match, Khamzat Chimaev, il fighter che tutti sembrano voler evitare, una chiamata a cui il ceceno potrebbe rispondere positivamente. Come si dice: attento a quello che desideri, perché potrebbe avverarsi… in ogni caso, anche questo sarebbe un match che vedremmo volentieri nel 2021 - un anno che, facendo i dovuti scongiuri, promette bene per le MMA.
Infine, va segnalata anche la grande vittoria di Cyril Gane, ancora imbattuto e protagonista di una prestazione paziente ma chirurgica contro Junior dos Santos. Il brasiliano, nel corso dei due round, si è trovato più volte in difficoltà contro il footwork e la capacità di controllare lo spazio d’azione del fighter francese. Gane ha puntato alle gambe di dos Santos che, frustrato, ha iniziato a forzare il lavoro per tagliare le distanze: ma non aveva fatto i conti col pugilato corto e con le combinazioni letali di Gane, che ha trovato invece il TKO al secondo round con una gomitata. Anche questa è una grande notizia per una categoria, quella dei Massimi, in fase di stallo da un po’, e che potrebbe aprire prospettive interessanti per il futuro. Qualcuno ha fatto il nome di Francis Ngannou? Noi no, ma ce lo guarderemmo volentieri un match tra i due, aspettando Miocic.