Marvin Vettori è tornato sull’ottagono dell’UFC in una versione se possibile ancora più dominante di quella vista l’ultima volta, come un caterpillar pronto ad asfaltare chiunque si ponesse sulla sua strada. Saltato il match con Darren Till a causa di un infortunio occorso all’inglese (la frattura della clavicola) è toccato al temerario Kevin Holland, reduce dalla sconfitta con Derek Brunson di appena 21 giorni prima.
Nel suo match precedente Marvin Vettori aveva accettato con breve preavviso di affrontare l’allora numero 4 di categoria, Jack Hermansson, dominato in cinque riprese. Grazie a quell’impresa (la più importante della storia delle MMA italiane) aveva guadagnato il quinto posto nel ranking dei Pesi Medi, poi sottrattogli proprio da Brunson in seguito alla vittoria su Holland.
Vettori si è presentato all’incontro di sabato da numero 6 di categoria, non senza aver prima mostrato il proprio disappunto sui social. Ad aumentare la tensione, oltre alle provocazioni di e con Till, continuate anche dopo il forfait (e anche dopo il match stesso, se è per questo) e una cerimonia del peso elettrica, in cui un Vettori in versione “Italian Psycho”, più che “Italian Dream”, ha fissato con occhi da pazzo un Holland stranamente taciturno.
Nell’incontro precedente, con Brunson, Holland era stato fortemente criticato perché, pur perdendo, ha trovato il tempo per ridere e scherzare, tra una ripresa e l’altra (chiedendo consigli all’unico spettatore presente, Khabib Nurmagomedov) e persino con la schiena a terra. Per questo stavolta ha preferito fare il serio.
È probabile che la preparazione di un match contro Darren Till, in termini strategici, dovesse essere parecchio differente da quella adattata negli ultimi alle caratteristiche di Kevin Holland. Con un allungo superiore a 205 cm, una misura da peso massimo, Holland si presentava come un brutto cliente che prima del match con Brunson aveva vinto 5 match consecutivi, tutti nel 2020, e aveva messo KO anche Jacare Souza.
Estroso e creativo, Holland poteva leggersi come un avversario forse meno solido nel complesso di Till, ma dotato di un arsenale ben più vasto e benedetto dal dono dell’imprevedibilità. Con un buco tecnico, però, grande quanto un cratere vulcanico.
Vettori è il miglior “difensore” della sua categoria
Grazie anche al suo allungo esagerato, Kevin Holland ha potuto permettersi di aprire l’incontro in maniera sciolta e diretta, iniziando a colpire coi leg kick Vettori, che ci ha messo poco per riassestare il proprio footwork per bloccarli. Coi leg kick interni si punta a far rimanere l’avversario sguarnito, a farne un bersaglio meno laterale e mobile, più facilmente raggiungibile; cosa che Vettori ha evitato una volta prese le misure.
Nel corso dell’incontro, più volte, dopo un calcio alla testa, spesso assorbito dalla guardia di Vettori, Holland ha provato ad accompagnare con un destro al volto immediatamente successivo, sfruttando l’inerzia del calcio: il calcio ferma il pendolo per preparare il pugno. Ma il primo risultato eccezionale ottenuto da Vettori è proprio questo: per quanto Holland abbia riprovato il colpo nel corso dell’incontro, non lo ha mai raggiunto. Sempre guardingo e attento, Vettori lo schiverà in ogni occasione, mettendo in mostra un’ottima capacità di riadattare la gestione delle distanze, soprattutto contro un fighter con un allungo molto superiore, e che in genere fa di questi colpi e della gestione delle distanze la sua arma migliore.
Marvin Vettori è, oggi, il Peso Medio UFC con la miglior percentuale di difesa dallo striking avversario (66.2%, dei colpi tirati contro di lui va a vuoto o è parato, lo segue Israel Adesanya con il 65.2%) nonostante ciò c’è stato un momento dell’incontro nel quale proprio la mancanza di punti di riferimento nel footwork di Holland gli ha creato grattacapi. In ogni match, in fin dei conti, ci sono indizi su cosa va ancora migliorato per poter essere la miglior versione di se stesso, cosa che Vettori ha in mente di diventare dal primo giorno che ha messo piede in una palestra.
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Vettori schiva in tempo il destro discendente di Holland, dopo aver parato il suo headkick.
Poi ci sono da gestire gli imprevisti. A interrompere i primi scambi è stato un colpo basso da parte di Holland, esattamente sulla conchiglia, che ha fatto saltare Vettori in giro per l’ottagono. L’arbitro Herb Dean ha ammonito Holland verbalmente, dicendogli che non avrebbe più tollerato un gesto simile, seppur involontario (?) e quando i due sono tornati al centro del ring è stato chiaro che Vettori non aveva perso un briciolo di concentrazione.
È iniziato subito il suo pressing, anche se Holland è andato a segno con buoni diretti d’incontro. Vettori ha incassato benissimo, quasi senza batter ciglio, e ha continuato con il lavoro di clinch a parete, accorciando con successo la distanza e spaccando la guardia di Holland. Con Holland ancora fresco, Vettori non ci ha messo molto col pummeling (lavoro di lotta in legata che vede utilizzare il proprio peso e la propria pressione) e a imporsi in maniera decisa e a costringerlo spalle a parete.
Il lavoro di pummeling di Vettori.
Vettori ha dovuto mettere molta energia fisica per costringere Holland a subire il suo grappling, ma non è mai parso esausto neanche dopo cinque riprese. Quando il ritmo pareva calare, riprendeva le redini e riportava l’inerzia sempre dal suo lato. Il primo takedown è arrivato con poco più di un minuto e mezzo dalla fine del primo round, ed è stato tecnicamente splendido: lavoro di pendolo su un lato dalla parete, outside trip e top position nella guardia di Holland, controllato poi decentemente. Ma questo tipo di lavoro andrà in crescendo.
Il primo takedown portato a segno da Vettori nel match. Vettori metterà a segno un totale di 11 takedown su 14 totali tentati, un nuovo record assoluto per un match nella divisione pesi medi.
Il dominio netto dei round centrali
Nel secondo round, Vettori è partito bene verticalmente, pressando Holland fino a costringerlo a parete e portandolo a terra grazie ad un double-leg takedown. Qui Holland ha tentato una sorta di guillotine choke, ma Vettori si era già spostato dal lato giusto, riguadagnando la top position. Dalla guardia di Holland, Vettori ha poi iniziato a colpirlo in ground and pound a ritmo variabile: ha stabilizzato la posizione e ha schiacciato più volte l’americano a terra, costringendolo con le gambe piegate su se stesso e colpendolo al volto.
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Vettori stabilizza e costringe Holland al tappeto, poi inizia a colpirlo in ground and pound. Quando poi Cordeiro ha chiesto più azione, Marvin non se l’è fatto ripetere.
Il controllo ottenuto da Marvin Vettori nel secondo round è stato praticamente totale: dopo il primo takedown Holland non è stato più capace di rimettersi in piedi ed ha dovuto subire le sue sfuriate. Vettori inizialmente ha colpito in maniera continua, poi ha preferito centellinare le energie, restituendo i colpi migliori quando Holland provava a muoversi per trovare spazio. Un lavoro molto intelligente.
Dopo un secondo round subìto in maniera netta, Kevin Holland sapeva che non poteva ripetere gli stessi errori anche nel terzo. Potenzialmente da 10-8, nella seconda ripresa è parso di assistere al lavoro di una mietitrebbia che ara un campo anche se, in proporzione al tempo che ha passato al tappeto, Holland ha riportato danni lievi: una tumefazione all’occhio sinistro e un taglio, controllato fra un round e l’altro dal medico.
Dopo appena trenta secondi dall’inizio del terzo round, Vettori ha spinto ancora Holland e, aiutandosi con la parete, lo ha portato giù di nuovo, costringendolo all’ennesimo calvario di difesa e frustrazione. Una delle cose più impressionanti viste nel match (in questo, ma anche nel precedente) è la crescita esponenziale in termini di cardio da parte di Vettori. Quanti altri fighter hanno avuto il beneficio di trasformare uno dei loro più grossi limiti in una delle migliori risorse? In questo senso, quello di Vettori è una specie di miracolo: è passato dall’essere criticato per via di una gestione non perfetta del ritmo e delle energie, nelle prime uscite in UFC, a essere elogiato per la resistenza e l’intensità con due riprese in più del “normale” da combattere, oltretutto.
Portato a segno il takedown all’inizio della terza ripresa, Vettori ha continuato il suo dominio prima in full mount e poi col tentativo di arm-triangle choke, non riuscito probabilmente perché non ha schiacciato completamente Holland portando l’addome a terra, preferendo magari conservare energie. Holland, in ogni caso, ha avuto una strenua difesa contro un’azione soffocante, ed è riuscito a uscire da una situazione più che complicata, rimettendosi poco dopo in piedi.
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In ogni caso, nello stand-up, sebbene fosse più sicuro, Holland ha iniziato a centellinare le energie, forse conscio che non avrebbe più potuto evitare i takedown che Vettori continuava a mettere a segno. Da questo momento al termine della terza ripresa, Holland ha incrementato l’attività e ha provato a sorprendere Vettori con un footwork fatto di in-&-out improvvisi, finendo comunque vittima del clinch dell’italiano per l’ennesima volta. Appena i due hanno slegato, Holland ha trovato dei buoni diretti e una gomitata che avrebbero potuto preoccupare l’italiano, ma Vettori ha limitato i danni accorciando e spaccando la guardia per trovare il clinch.
Il solo momento di difficoltà
È vero che in questo frangente particolare Vettori è parso insicuro nello stabilire il range di scambio ma tutto considerato (il cambio di game plan da Till a Holland, le sue misure fuori scala con cui probabilmente Vettori non si era mai confrontato prima, la sua creatività) va sottolineato ulteriormente quanto Vettori sia stato rapido, e lucido, a tornare a quello che sa far meglio per limitare i rischi: legando e portandolo nuovamente a terra.
Quella situazione specifica però deve spingere Vettori a lavorare per trovare delle contromisure più efficaci contro Israel Adesanya, qualora il rematch si dovesse mai concretizzare. Nel match con Holland è bastato uscire da quel momento durato pochi secondi per rimettere le cose al loro posto. E in apertura del quarto Vettori ha ristabilito le gerarchie trovando immediatamente il volto del suo avversario con un diretto.
Non sarà il fighter più elegante in fase di striking, ma quando Vettori colpisce fa male.
C’è da dire una cosa sulla difesa dei takedown di Holland: lo statunitense non ha mai provato quello che gli anglofoni chiamano “fight the hands” ovvero spezzare la presa con le mani che Marvin ha legato per portarlo a terra. Ha preferito piuttosto mettersi spalle a parete e da lì cercare una soluzione di equilibrio che comunque non è riuscito ad avere. Per il successivo atterramento, è bastato aspettare 30 secondi.
Da una dura mezza monta imposta da Vettori, Holland è riuscito a recuperare presto la full guard, ma non ha potuto nulla contro il perpetuo ground and pound di Marvin, non dannoso nel colpo singolo, ma sicuramente stressante sul piano del volume. Quando Holland ha provato a girarsi, Marvin lo ha trattenuto, bacino e schiena alla sua mercé. Vettori è parso fresco fino all’ultimo takedown e, in pieno controllo in full mount, ha tentato un’altra arm-triangle choke.
Qui Marvin prova a preparare un’altra arm-triangle choke, una costante di questo incontro.
Sicuramente il match non è stato divertentissimo per gli amanti dello striking spettacolare; non può però non riscuotere successo dai feticisti dell’arte del grappling. Per la tecnica, la pressione e l’esecuzione delle proiezioni e delle posizioni a terra. D’altronde, fra i coach di lotta di Vettori, oltre a Romulo Barral, c’è anche Markus Mollica, due volte campione NCAA Division I. Il controllo con le spalle e col bacino a terra da parte di Vettori era semplicemente troppo per Holland che, sfinito, ha tentato di lavorare con le gambe, non trovando però mai un’apertura.
Persino nell’ultima ripresa, Vettori ha affondato subito il takedown. Il quinto è stato un round, quasi nella sua totalità, di controllo. Vettori sapeva di aver vinto con certezza almeno la seconda, la terza e la quarta ripresa (in realtà, a giudizio di tutti i giudici, ha vinto anche la prima) e che per Holland la sola possibilità era un colpo da KO.
Così, dopo aver subito l’iniziale offensiva di Holland, che avrebbe voluto affondare con jab e diretto incrociati, Vettori ha alleggerito l’attacco indietreggiando e, subìto un colpo, ha sfruttato l’inerzia di quest’ultimo per perfezionare l’atterramento. Lo sforzo di Holland nel tentativo di rimettersi in piedi è stato evidente e anche se non ci è riuscito e, in generale, la difesa dei take-down è un difetto troppo grande per competere a quei livelli, si può dire che la sua prestazione sia stata superiore a quella offerta contro Brunson. Va dato merito a Vettori per non avergli concesso appigli di alcun genere.
Quanto manca al re-match con Adesanya?
Un match semplice da valutare (50-44 in favore di Vettori per tutti e tre i giudici) ma complesso nel suo svolgimento. Da Holland in fase di striking ci si può aspettare di tutto (basti pensare come ha messo KO Souza, con un colpo da terra, che ha provato a usare come soluzione creativa anche con Vettori); secondo poi perché Vettori, preparatosi per un fighter cosiddetto “well-rounded” come Till, buono in ogni aspetto del combattimento, e per di più mancino, si è ritrovato davanti uno striker creativo e destrorso.
Le distanze coperte dai colpi di Holland sono esagerate, ragion per cui Marvin ha avuto inizialmente dei momenti di titubanza prima di iniziare il suo lavoro di pressione, culminato con tentativi di sottomissione e ground and pound perpetuo, senza battere un ciglio in termini di cardio, ancora integro a fine match.
Quando Cormier gli ha detto che aveva stabilito un nuovo record nella divisione, con 11 takedown messi a segno (impreziositi da ben venti minuti di controllo totale su venticinque), Vettori ha risposto di essere contento di continuare a macinare record, ma di non essere altrettanto felice per la prestazione, perché avrebbe voluto finalizzare Holland. D’altra parte, Holland è un fighter, schiena a terra, capace di sfruttare ogni singolo spazio concesso e sa rendersi pericoloso da ogni angolazione, ma è stato reso innocuo. Marvin Vettori ha chiesto senza giri di parole un rematch titolato contro Israel Adesanya, un match forse realizzabile anche adesso, ma che vede incombere l’ombra del prossimo match eliminatorio tra Kelvin Gastelum e Robert Whittaker (il numero uno nel ranking, cioè il primo dopo il campione).
E se Holland è sicuramente meno solido di Adesanya e meno capace nel grappling difensivo, può sicuramente essere considerato una sua versione minore, ancora con grosse falle, ma dal futuro radioso, se effettua i corretti aggiustamenti. A Vettori non resta che correggere alcune reazioni a delle situazioni pericolose, in riferimento particolare al controllo delle distanze, ma il papabile match titolato non pare così lontano. Al massimo, ad un altro match (se di vittoria si tratta) di distanza.