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Giovanni Bongiorno

Il miglior Whittaker di sempre?

Nell'incontro di sabato, un saggio del suo talento.

È stata la Kingdom Arena di Riyad, in Arabia Saudita, a dare il bentornato a uno dei campioni più eccitanti degli ultimi tempi. Robert Whittaker, due anni or sono, aveva fallito nel tentativo di riconquistare la cintura contro Israel Adesanya, che lo aveva battuto una prima volta per conquistare la cintura dei pesi medi. Whittaker, poi, era tornato in grande spolvero, battendo Marvin Vettori, ma era capitolato poco dopo contro il nuovo che avanza, l’attuale campione di categoria Dricus Du Plessis, subendo un KO abbastanza devastante. Il sudafricano ha scombussolato i piani di rivincita di Whittaker battendo poi anche Sean Strickland (che aveva superato incredibilmente Adesanya strappandogli il titolo) e diventando così campione dei pesi Mesi.  

 

Nel frattempo, “Bobby Knuckles” (uno dei due soprannomi di Whittaker, l’altro è “The Reaper”, il Mietitore), aveva ricominciato la scalata battendo in maniera convincente Paulo Costa. Dopo quell’incontro anche noi avevamo scritto che, forse, era arrivato il momento di dargli un’occasione, perché se c’è uno che ha la stoffa del campione, quello è Whittaker.

 

Paradossalmente in molti definiscono il suo stile come fatto “di grandi blitz, ma solo quelli”. Solo quelli. Come se la capacità di sorprendere e inserirsi fra i tempi dell’avversario, mettendolo KO senza fargli capire da dove arrivano i colpi, fosse una cosa comune a chiunque. Whittaker possiede l’abilità più estrosa e istintiva dell’intera categoria, quello che sarebbe un talismano nei giochi di ruolo alla Elden Ring, per intenderci. La rapidità di pensiero e di braccia di Whittaker è stata messa in mostra, sabato scorso, contro un dark horse della divisione, Ikram Aliskerov, che si era fatto le ossa nella promotion Brave CF, perdendo finora in carriera contro nientemeno che Khamzat Chimaev. 

 

E proprio Chimaev, che avrebbe dovuto combattere con Whittaker ma ha avuto un (sembra piuttosto grave) problema medico, è stato sostituito in brevissimi tempi da Aliskerov, un sambista piuttosto classico, con ottime doti nel wrestling, grande capacità di gestione delle distanze e una durezza psicofisica difficilmente riscontrabile. Lo aveva dimostrato finalizzando, due volte per KO/TKO e una per sottomissione, i tre avversari che la promotion, a partire dalle Contender Series, gli aveva messo davanti. Il rischio poteva valere la candela, ma prendere in short notice un veterano  come Robert Whittaker (che oggi a 34 anni offre ancora delle prestazioni incredibili) non è una scelta salutare, neanche per un fighter di categoria di peso superiore – lo ricorda bene Yoel Romero, che ci combatté senza riuscire a rientrare nel peso, perdendo ben due match stratosferici. 

 

Aliskerov, 31 anni, era assolutamente certo dei propri mezzi. Ma il Whittaker dentro all’ottagono è stato il solito Whittaker, solo all’ennesima potenza, senza sprecare un movimento, senza regalare un attimo di presunto vantaggio. Aliskerov ha provato a caricarlo, ma a Whittaker sono bastati meno di due minuti per metterlo fuori combattimento, con un’azione che andrebbe fatta vedere in ogni palestra di MMA.

 

Whittaker, dotato di un pugilato plastico, rapido ed efficace, tende a spingersi avanti col corpo per sfruttare al meglio l’allungo. Il suo footwork multidirezionale gli consente di fintare e creare reazioni, spazi che poi sfrutta, per indurre insomma l’avversario a fare ciò che vuole lui. 

 

E infatti, misurando con un jab, corto di proposito, la distanza, ha creato i presupposti per l’azione definitiva del match, quella del KO. Con quel jab (poi ripetuto per accertarsi dell’esattezza della sua intuizione) ha indotto Aliskerov a muovere le braccia in avanti e ad alzare la gamba sinistra per intercettarlo con un calcio. Inutile dire che il jab non ha mai colpito il russo ma è servito, appunto, ad aprire uno spazio in cui l’australiano ha colpito con un diretto clamoroso al volto. 

 

Con le gambe molli, il russo ha provato ad allontanarsi ma Whittaker gli si è avventato addosso, creando altro spazio nella guardia di Aliskerov, che probabilmente si aspettava un gancio, avendo allargato le braccia sui lati della testa. Whittaker così ha infilato un montante da cineteca che ha chiuso il match. Non c’era più nulla da vedere a quel punto, neanche il ground and pound, l’arbitro ha interrotto subito evitando danni superflui ad Aliskerov. 

 

La magnificenza di Robert Whittaker passa da prestazioni come queste: la vittoria su fighter estremamente quotati facendo sembrare il tutto semplice. Non ho dubbi in merito, o quantomeno ne ho davvero pochi: nel massimo stato di forma e nella serata giusta, Robert Whittaker è il peso medio più pericoloso al mondo. Lui si definisce ancora il migliore, come ha fatto nell’intervista post-match, come dargli torto dopo una simile prestazione? 

 

Certo, un eventuale secondo incontro con Du Plessis non sarà una passeggiata, ma a questi livelli non lo è nessuno e Whittaker sembra pronto a riprendersi la corona. Con Chimaev sarebbe dovuta essere una title eliminator: vedremo se la promotion deciderà di dargli direttamente una nuova chance titolata in un rematch contro il campione, o se sfrutterà la sua onda provando a spremere ancora il marketing di un incontro contro Chimaev. Ciò che è certo è che questa versione di Bobby Knuckles sembra superiore a quelle che l’hanno preceduta. Nessuno faccia l’errore di metterlo in secondo piano quando si parla di contendenti al titolo.

 

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Giovanni Bongiorno scrive di MMA e ne parla nel podcast di MMA Talks.