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In UFC è iniziata l'era Venum
04 mag 2021
Cosa cambia per gli atleti con il nuovo accordo tra UFC e il marchio francese?
(articolo)
7 min
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L’evento UFC on ABC 2 non ha solo segnato il ritorno in gabbia di Marvin “The Italian Dream” Vettori con una fantastica vittoria su Holland, ma la card andata in scena sabato 10 aprile è stata anche la prima dall’accordo tra UFC e Venum, diventato sponsor tecnico della promotion americana al posto di Reebok, come sapevamo già dal luglio 2020.

Il legame tra UFC e Reebok, noto brand specializzato nella produzione di scarpe e articoli sportivi, era nato nel dicembre del 2014. Quando, cioè, i due partner avevano deciso di istituire la cosiddetta “fight week incentive pay”, un bonus aggiuntivo alla paga base dei combattenti (la “borsa”), che gli atleti avrebbero percepito direttamente da Reebok. In cambio questi dovevano impegnarsi a indossare le divise e il materiale tecnico fornito loro da Reebok (che avrebbe realizzato anche tutto il merchandising di UFC, come farà adesso Venum), accettando quindi di prestarsi all’attività pubblicitaria e promozionale del brand come testimonial, e siglando anche un codice di condotta. L’accordo era stato reso ufficiale con un lancio in grande stile nel giugno del 2015, al contrario di quello con Venum, per cui invece non è stata prevista nessuna cerimonia particolare. I kit realizzati dall’azienda statunitense erano stati svelati al pubblico per la prima volta in una sorta di sfilata molto scenografica, con la partecipazione dei fighter nel ruolo di modelli indossatori. L’evento aveva goduto di una diretta streaming. Dana White quel giorno definì l’accordo con Reebok come “uno dei momenti storici” nel percorso di UFC.

La presentazione dei kit Reebok nel 105. Credits: UFC.com.

L’accordo con Reebok impediva quindi ai fighter di esporre sponsor personali durante tutti gli eventi prima del match e poi ovviamente dentro l’ottagono. Di conseguenza da quel momento erano venuti a mancare, per qualsiasi altro brand che sosteneva o era interessato a sostenere un’atleta di MMA, le condizioni necessarie per una collaborazione proficua, visto che questi non avrebbero potuto mostrare e diffondere l’immagine del marchio durante gli incontri e nei giorni precedenti, ovvero quelli più remunerativi per l’azienda

Questo aveva creato qualche scompenso nei pagamenti dei vari fighter, influenzando anche i guadagni totali (argomento di cui ci siamo già occupati). In un sondaggio condotto dal magazine The Athletic su un campione di atleti UFC, il 68% degli intervistati dichiarava come l’accordo tra Rebook e UFC fosse vantaggioso per la promotion, ma non per loro: «Riceviamo una fetta piccola di una grossa torta che in gran parte si mangia l’organizzazione», sostenevano. Anche se il giudizio cambia in base alla situazione dei combattenti: «Per me l’accordo con Reebok è vantaggioso», raccontava un fighter dietro anonimato. «Non ho mai guadagnato molto dagli sponsor, quindi sapere che avrò un incasso da loro senza dovermi impegnare a cercarlo io è positivo. Ho anche combattuto per una cintura, e sono stato pagato molto bene da Reebok in quel caso. Ma ho amici che potrebbero facilmente incassare il doppio, il triplo, se avessero i loro sponsor personali».

The Athleticriporta come negli anni precedenti al 2014 molti fighter ottenessero la maggior parte dei guadagni dai propri sponsor personali (a volte si parlava anche di centinaia di migliaia di dollari, e in diversi avevano un manager dedicato ai rapporti con i brand interessati). Fino a quando, appunto, UFC non ha deciso di concentrare nelle proprie mani la gestione delle sponsorship grazie alla accordo con Reebok, guadagnando 52 milioni di dollari nel 2015, per arrivare a circa 100 milioni entro il 2020.

Con UFC 260 dello scorso 27 marzo si è quindi chiuso un rapporto durato sei anni, con Reebok (che continuerà comunque a fornire calzature a UFC) che ha ceduto il posto a Venum, un brand specializzato nella produzione di materiale tecnico specificatamente per gli sport da combattimento. Se Reebok nasce come un marchio di sportswear “generalista” che nell’accordo con UFC ha trovato una nicchia di clienti da prendere, Venum è già un prodotto rivolto agli appassionati, visto che da sempre produce guantoni da boxe, guantini da MMA, paratibie, caschi protettivi, bendaggi, eccetera. Il nuovo sponsor di UFC nasce 15 anni fa in Francia grazie a Franck Dupuis che nel 2004 decise di creare il primo e-commerce dedicato ad articoli sportivi per praticare sport da combattimento e arti marziali. Inizialmente il sito web vendeva materiale realizzato in Brasile e Dupuis faceva da semplice intermediario tra i clienti europei e i produttori brasiliani. Ma quando l’imprenditore cominciò ad assistere alla crescita esponenziale della domanda, e a causa della poca affidabilità dei fornitori sudamericani, decise di iniziare a realizzare lui stesso gli articoli che aveva sempre venduto. Venum poi era stata capace di sviluppare il proprio marchio negli anni, diventando un punto di riferimento in questo mondo, fino all’accordo con UFC che segna un ulteriore passo in avanti. Di Venum, Dupuis è ancora presidente e unico proprietario del marchio.

I fight kit Venum. Credits: UFC.com.

Lawrence Epstein, UFC senior executive Vice President and chief operating officer, ha spiegato a ESPN che l’intero valore del contratto firmato con Venum verrà ridistribuito agli atleti, con parole molto simili a quelle già sentite nel 2014 per commentare la sponsorship con Reebok. «Non è una fonte di profitto per noi», ha dichiarato, «ma dirotteremo il valore sui fighter, si riverserà essenzialmente su di loro. È un’operazione grandiosa per il brand di UFC, ma se parliamo di soldi, va tutto agli atleti, che si tratti di contante o di materiale sportivo». Epstein ha anche spiegato come UFC incentivi i propri sponsor aziendali (Venum è quello tecnico, ma la promotion ne vanta molti altri, da Harley-Davidson a General Tire, ma anche EA Sports, BodyArmor, e Air Asia), e in particolare Monster Energy, a stringere accordi con i combattenti, che, ricorda Epstein, possono comunque avere sponsor propri al di fuori della fight week e dei match.

Fonti vicine a ESPN rivelano che l’accordo con Venum, valido per «più o meno tre anni» (sempre Epstein), registrerebbe cifre inferiori a quello firmato con Reebok, che aveva un valore totale di 70 milioni di dollari in sei anni tra flusso di contante e materiale fornito (secondo The Athletic però, solo 40 milioni sarebbero finiti agli atleti). «Per quanto buoni fossero i prodotti di Reebok», ha concluso Lawrence Epstein, «Venum rappresenta un passo avanti a livello di qualità dei materiali, con una grande attenzione alle necessità dei fighter».

È bene ricordare che UFC ha il diritto di stringere e modificare unilateralmente rapporti di sponsorship come quello con Venum. Dato che i fighter non hanno un sindacato né accordi di contrattazione collettiva, non hanno voce in capitolo per quanto riguarda la percentuale che spetta loro nella distribuzione delle entrate derivate dallo sponsor tecnico dell’organizzazione, a differenza della maggior parte degli atleti di altri sport. Parlando di cifre, l’avvento di Venum ha comportato un leggero aumento dei bonus percepiti dai combattenti, illustrati nella tabella sotto riportata, che mostra il numero di incontri (“bouts”) e il compenso che i fighter ricevono da Venum (comparato alle somme precedenti versate da Reebok).

Le cifre dell’accordo di sponsorship tecnica. Credits: MMAFighting.com con rielaborazione dell’autore.

Un curioso cambiamento rispetto alle precedenti clausole contrattuali che UFC aveva firmato con Reebok, che per il resto rimangono valide anche nella sponsorship con Venum, riguarda l’utilizzo dei paradenti, che dovranno essere approvati all’inizio della fight week. Passaggio necessario perché è vietato per i fighter indossare paradenti con loghi e marchi commerciali appartenenti a terzi. Sono invece ammesse scritte e decorazioni con il nome dell’atleta, il suo soprannome, ma anche i nomi di figli, coniugi, bandiere dei Paesi di origine e altri design senza marchi (“unbranded”) che hanno ottenuto il via libera di UFC preventivamente.

Dunque la promotion di Dana White e Venum hanno appena inaugurato un sodalizio figlio di interessi reciproci, di cui i fighter sono destinatari finali, ma senza voce in capitolo, anche se godranno di un aumento nei bonus. Resta da chiarire il reale impatto dell’affare nelle finanze di UFC. Intanto in questi giorni i fan stanno dibattendo sull’estetica dei nuovissimi kit rilasciati dal brand di origine francese, tra chi ne è entusiasta e chi invece la giudica anonima, quasi senza carattere. Ma in ogni caso, parafrasando lo slogan con cui UFC ha riassunto l’operazione, è cominciata l’era di Venum.

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