Con l'uscita di scena di Djokovic per mano di Sam Querrey Wimbledon 2016 ha iniziato a illuminarsi come un glorioso ultimo treno della carriera di Federer. Eppure quando lo svizzero è andato a servire sul 3-3 nel terzo set, sotto 0-40 e soprattutto di 2 set, Marin Cilic sembrava destinato a spezzare i sogni suoi e di tutti gli apostoli del culto Federeriano, come già successo agli US Open del 2014.
Sul cornicione
Marin Cilic è arrivato fino a quel punto costruendo un ottimo piano ed eseguendo con fluidità ogni singolo colpo, approfittando della forma fisica di Federer in crescita ma ancora scadente e della sua mancanza di ritmo partita derivante dai pochissimi tornei giocati nel 2016.
Prima di ingaggiare Goran Ivanisevic e lavorarci molto soprattutto nella pausa per la squalifica per doping tra il 2013 e il 2014, Marin Cilic era considerato un servitore relativamente modesto (in rapporto alla statura) che eseguiva molto spesso dei kick esterni neanche troppo precisi o arrotati. Già nel 2014 si era invece visto un clamoroso miglioramento al servizio, sia nelle velocità che nella precisione, soprattutto con lo slice interno.
Cilic contro Federer ha adottato a sorpresa soprattutto quest'ultimo tipo di servizio, forse per evitare la risposta di rovescio in back bassa dello svizzero. Federer storicamente è sempre stato un grande esecutore della risposta di dritto in anticipo in allungo, ma la scarsa reattività attuale gli ha impedito di fronteggiare questa soluzione che Cilic ha proposto in luogo di una prevedibile insistenza sul rovescio, colpo sul quale il croato puntava invece durante lo scambio.
Cilic serve più spesso sul dritto di Federer.
In questo modo Cilic si è assicurato addirittura il 95% dei punti con la prima e il 61% con la seconda nel primo set, e rispettivamente l'80% e il 67% nel secondo. Federer mostrava gravi problemi ad organizzare la risposta sia sulla prima che sulla seconda di Cilic: addirittura in alcune occasioni, sulla seconda del croato, Federer è partito da molto lontano per avere tempo di leggere la traiettoria e caricare la palla, ma sull'erba questo implica una perdita di campo difficilmente recuperabile (la SABR è ormai un lontano ricordo).
Fino a un certo punto della partita le risposte in campo di Federer erano addirittura inferiori al 50%. Cilic riusciva invece, anche grazie alla propria apertura alare, ad impattare spesso bene la risposta anche sulla prima di Federer, giocandola profonda centrale o verso il rovescio dello svizzero, e questo gli consentiva di comandare spesso lo scambio anche perché Federer sembrava legnoso all'uscita dal servizio.
Fino al terzo set la velocità media della risposta di Federer sulla seconda era persino inferiore a quella della risposta di Cilic sulla prima dello svizzero.
Chi aveva più bisogno di scambi rapidi era proprio Federer, che nel 2016 non riesce però ad essere molto brillante nel serve and volley e ad accorciare i punti: spesso arriva con un attimo di ritardo sulla prima volée e non è molto reattivo neanche sul successivo passante. Cilic da fondo chiudeva Federer sull'angolo del rovescio e lo svizzero non riusciva a venirne fuori neanche con il suo splendido back, con Cilic che si spostava spesso sul dritto e riusciva ad attaccare molto bene le palle basse o che comunque teneva bene lo scambio in diagonale in back.
Nei primi due set Cilic riusciva quasi sempre a spostarsi per comandare con il dritto, poi la partita è girata.
Dopo aver annullato quelle tre palle break, però, Federer si è sbloccato: ha iniziato a rispondere efficacemente in avanti e in questo modo è riuscito a prendere sempre più spesso lo scambio in mano. Cilic non ha sfruttato 3 match point, aveva probabilmente ancora nella mente le 3 palle break consecutive sul 3-3 nel terzo set e ha perso sempre più lucidità mentale e brillantezza fisica.
A partire dal terzo set Federer ha cominciato a comandare molto più spesso lo scambio colpendo con i piedi sempre più dentro al campo.
Il risultato è che ha risposto al servizio di Federer con sempre meno efficacia, con lo svizzero che nel frattempo ha aumentato le sue prime in campo (nel secondo set ne ha messe il 54%, nel quinto set il 70%) e soprattutto i punti ottenuti rispondendo alla seconda di Cilic, che nei primi due set otteneva molto più del 60% con la sua seconda a fronte di un misero 30% nel set decisivo.
Federer ha così ribaltato una partita che onestamente avrebbe dovuto perdere. Se Cilic avesse mantenuto il suo livello massimo difficilmente lo svizzero sarebbe uscito vivo, pur essendo enormemente cresciuto durante il corso della partita. La condizione atletica pareva in crescita nei primi turni dopo il torneo di Halle, ma al primo vero ostacolo del torneo Federer ha mostrato piccole lacune di tipo fisico in ogni settore del gioco. Come contro Cilic, Federer avrà ora bisogno di tutta la sua intelligenza, esperienza e soprattutto del suo grande cuore per venire fuori dal prossimo scontro con Raonic e, si augurano lui e molti altri, alla finale contro Berdych o più probabilmente Murray.
Un altro bombardiere sulla strada verso la finale
Milos Raonic ha nel frattempo ringraziato Querrey per aver battuto Djokovic, lo ha a sua volta sconfitto e ora sarà lui l'avversario di Federer in semifinale. Lo svizzero è avanti 9-2 nei precedenti totali e 2-0 sull'erba, ma da quando il canadese ha intrapreso il suo nuovo percorso con Carlos Moya, e ora anche con John McEnroe, si sono affrontati una volta - a Brisbane - con Raonic vincitore con un doppio 6-4.
In quella partita Federer veniva da una semifinale con Dimitrov con qualche problema fisico e con lo stesso Raonic ha steccato tantissime palle. La semifinale di Wimbledon sarà una partita giocoforza diversa, anche per la superficie, ma, rispetto al match dominato due anni fa da Federer, il canadese ha migliorato molti aspetti del proprio gioco, a cominciare dalla gestione delle verticalizzazioni e delle esecuzioni a rete.
L'arma che ha maggiormente destabilizzato Raonic contro Federer è la risposta dello svizzero in back verso il suo rovescio. Raonic ha così dovuto impostare lo scambio sulla diagonale sinistra, la sua zona debole, con Federer che a piacimento poteva colpire sull'angolo destro scoperto se il canadese si fosse spostato sul dritto, come fa di solito. Anche nel match di pochi giorni fa contro Goffin, Raonic ha mostrato grossi problemi a colpire il dritto in corsa e Federer ha un'ottima precisione col rovescio lungolinea: non è un colpo pesante ma sull'erba, dove la palla schizza, per un lungolinea efficace è sufficiente calibrare bene la traiettoria.
Così due anni fa.
Raonic è più squilibrato di Cilic nei colpi da fondo, ma è sicuramente più completo e pericoloso al servizio. Federer dovrà ripartire dagli ultimi tre set dei quarti di finale per neutralizzare la battuta del canadese e leggerne le intenzioni, rispondendo in anticipo ma dosando la profondità a seconda della scelta di Raonic di seguire il servizio a rete o meno.
Federer vede la discesa a rete di Raonic e accorcia la risposta, facendolo colpire la volée scomoda in avazamento.
Sarà un altro ostacolo molto duro che si frapporrà tra Federer e il diciottesimo Slam, l'ottavo a Wimbledon. L'amore verso questo sport e il piacere di colpire la palla hanno spinto lo svizzero a proseguire la sua lunga e decorata carriera ad oltranza, regalando altri attimi di piacere edonistico a sé stesso e ai suoi ammiratori. Ma è anche vero che se si ha l'ambizione di vincere un trofeo dello Slam a 35 anni, diventando così il più anziano vincitore di Wimbledon dell'Era Open, si deve accettare di convivere con tutti i problemi che la senilità sportiva comporta.