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Una prima occhiata al Draft 2017
07 mar 2017
Prima dell’inizio della March Madness, stiliamo la nostra Big Board in vista di giugno.
(articolo)
14 min
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Marzo è un mese speciale per la pallacanestro d’oltreoceano: i rapporti di forza nella NBA iniziano a delinearsi tra squadre pronte per battagliare ai playoff e quelle che invece devono iniziare a programmare la stagione seguente, mentre il College Basketball entra nella sua fase calda con il Torneo NCAA e tutto quello che riguarda la March Madness. Per questo, non c’è momento migliore per iniziare la nostra marcia di avvicinamento verso il Draft NBA del prossimo 22 giugno.

Un Draft che nelle prime dieci posizioni vede un gruppo solido che difficilmente vedrà inserimenti dell’ultimo minuto, caratterizzato da una talentuosissima infornata di point guard ed esterni per tutti i gusti. Di seguito abbiamo un ulteriore gruppo di giocatori che parte un gradino indietro nell’attuale scala dei valori, ma con un potenziale tale da poter essere un ottimo investimento a lungo termine per le squadre NBA. Andiamoli a vedere nello specifico.

#1 Markelle Fultz - Guardia - Washington (Fr)

A inizio stagione la corsa per la prima scelta assoluta del Draft 2017 sembrava essere tutt’altro che scontata, ma con il passare dei mesi Markelle Fultz è riuscito a spazzare via gli altri pretendenti confermando tutta la portata del suo talento.

Non è facile trovare in un diciottenne (Fultz è il più giovane di questo Draft dopo Frank Ntilikina) una tale combinazione di elementi atletici e fisici, qualità realizzative e tempi offensivi. E sebbene la stagione di Washington non abbia avuto più niente da dire già dopo le prime settimane di partite, Fultz non ha modificato il suo modo di stare in campo, cercando sempre di dare il massimo contributo a squadra e compagni nonostante il loro livello non sia neanche lontanamente paragonabile al suo.

Nel suo gioco impressiona la varietà di soluzioni offensive a sua disposizione. Può passare dai 37 punti senza tiri da tre contro Colorado a far registrare 8/15 dalla lunga distanza (al momento tira col 41%) nelle due partite seguenti. Se a questo aggiungiamo l’innata capacità di dettare ritmi sul pick and roll prendendo spunti dai maestri NBA della specialità, la grande visione di gioco anche nelle situazioni più complicate e la possibilità di essere un solido realizzatore sia in campo aperto che a difesa schierata, ci rendiamo conto che abbiamo di fronte un giocatore con pochissimi punti deboli nel suo repertorio.

Pick your poison

Ha ancora molto da imparare, soprattutto quando si analizzano difesa e scelte, ma un prototipo di point guard con queste misure (193 cm di altezza con apertura di braccia da 210 cm) è impossibile da passare alla 1.

#2 Dennis Smith Jr - PG - North Carolina State (Fr)

Prendete il primo Steve Francis, portatelo ai giorni nostri e avrete già una prima idea del gioco di Dennis Smith Jr, razzente point guard di NC State che sta dimostrando di essere uno dei giocatori più futuribili di questo Draft.

Dotato di gambe alla dinamite - parzialmente frenate dall’intervento al crociato sinistro avvenuto nella scorsa estate - Smith è un vero e proprio slasher da pick and roll capace di affrontare gli avversari più alti e fisici grazie alla possibilità di gestire questa potenza atletica con ottimo controllo del corpo e una robustezza che gli permette di concludere molto bene nei pressi del ferro (1.28 punti per possesso via Synergy Sports), ma allo stesso tempo capace anche di creare soluzioni per i compagni, come testimoniano i 6.3 assist di media.

E se decide di andare al ferro è dura impedirglielo

Rispetto a Fultz ha misure più contenute ed è molto più indietro nella costruzione di un tiro dalla distanza. Inoltre continua a prendere qualche scelta avventata di troppo, ma difensivamente è già un pericolo nelle linee di passaggio - senza ancora aver recuperato al 100% dall’operazione al ginocchio - e a rimbalzo ha fiuto e gambe per dare valido aiuto ai suoi lunghi e per scatenare la transizione nel minor tempo possibile.

#3 Lonzo Ball - PG - UCLA (Fr)

Ball è sicuramente il giocatore che più divide appassionati e non solo in vista di quello che succederà nella notte del 22 giugno prossimo.

Non c’è alcun dubbio che sia il giocatore più divertente da vedere in azione in questa stagione collegiale, un passatore incredibile che con la sua presenza ha cambiato la (triste) storia recente di UCLA e che mentalmente pare di un altro livello rispetto agli altri ragazzi, pienamente consapevole delle proprie capacità e potenzialità, come dimostra tutte le volte che gioca un finale di gara. Sa come avere in mano una partita senza dominarla dal punto di vista realizzativo, ma piuttosto con un QI cestistico che gli permette di prendere sempre la giusta decisione in entrambe le fasi di gioco. E il tiro, seppur brutto come meccanica, tende a entrare, come dimostra il 67% di eFG da situazioni di catch & shoot.

Ball è un passatore creativo che però non pecca di efficacia, riuscendo a trovare sempre il modo per muovere l’attacco coi tempi giusti

Il problema quando parliamo del futuro di Ball si presenta quando dobbiamo pensare a quanto possa incidere in NBA una point guard che fa ancora molta fatica a crearsi la propria conclusione e il cui stile di gioco rischia di scontrarsi con allenatori e/o differenza di ritmi.

Rimane un prospetto quasi impossibile da tenere fuori dalla top-5 per stazza, efficienza difensiva ed equilibrio tra creatività e maturità, ma è chiaro che la sua unicità può far nascere dei dubbi.

#4 Josh Jackson - SF - Kansas (Fr)

In un Draft così ricco nei ruoli più perimetrali, Jackson potrebbe essere la prima vera alternativa per quelle (poche) squadre che non hanno bisogno di particolari innesti nel backcourt.

Il freshman di Kansas si presenta alla NBA come il potenziale “Glue Guy Definitivo”, ovvero un giocatore che nonostante la poca sostanza realizzativa - soprattutto al tiro - può essere inserito in un contesto NBA per la miriade di cose che sa fare su un campo da basket. Attitudine, mobilità, stazza e atletismo sono le caratteristiche che fanno di lui un difensore pronto al salto tra i professionisti ma allo stesso tempo futuribile: nel ruolo in pochi sono capaci di passare la palla come lui e rendersi utile in attacco anche senza palla.

Playmaking, un valore aggiunto.

Nonostante non sia la stella più luminosa di questo Draft, ha le potenzialità per essere un solido titolare, uno dei preferiti dei coach che lo avranno tra le mani.

#5 Jonathan Isaac - F - Florida State (Fr)

Isaac è il giocatore che più si avvicina ad essere il vero game-changer difensivo del lotto, nonostante sia un prodotto allo stato grezzo. Con i suoi 210 centimetri di altezza e un’apertura alare ben oltre i 2.13, il giovane prodotto della Florida ha dimostrato di poter essere un difensore élite nel suo ruolo, grazia anche alla mobilità di piedi che gli permette di seguire le tracce anche di giocatori più piccoli e veloci.

Due chiari esempi del suo potenziale difensivo: recupero dopo l’aiuto in tempi brevissimi e scivolamento laterale con sfondamento subito, sfruttando tutta la lunghezza di cui dispone.

In attacco è ancora bello visibile il cartello dei lavori in corso, ma ha fatto vedere di poter lavorare e migliorare sul tiro e di poter mettere palla in terra in entrambe le direzioni.

Rispetto a Jackson è ancora grezzo, un progetto di cui non si ancora bene tutte le potenzialità - ed è forse questo che lo rende uno dei prospetti più intriganti.

#6 Malik Monk - SG - Kentucky (Fr)

È sempre molto difficile valutare il futuro di tiratori monodimensionali come Monk, capaci di dare il loro contributo agendo principalmente lontano dalla palla, soprattutto quando il giocatore in questione è una guardia purissima che supera a malapena l’1.90 con pochi margini per agire in altri ruoli e/o situazioni di gioco, anche in prospettiva futura.

Nessuno però è in grado di portare punti facili come riesce a lui: Monk non ha bisogno di essere messo continuamente nelle condizioni per dare un contributo realizzativo continuo, gli basta veramente poco per entrare in ritmo, e questo è un valore da non sottovalutare in squadre sempre alla ricerca di questo tipo di giocatore in uscita dalla panchina.

Uscite dai blocchi: velocità, uso dei piedi, controllo del corpo, elevazione.

In più, grazie ad un atletismo di primissimo livello purtroppo ancora non ben inserito nel suo gioco, ha margini di crescita notevoli su entrambi i lati del campo. Per capire la sua pericolosità offensiva basta guardare le statistiche - 21.2 punti con 41% da 3 su 7 conclusioni a partita - e considerare che nessuno ha segnato così tanto sotto coach Calipari, uno che negli ultimi anni ha visto passare tra le sue mani All-Star attuali (Wall, Cousins, Davis) e futuri (Towns, Booker).

#7 Lauri Markkanen - PF - Arizona (Fr)

Il passaggio dal freddo finlandese al caldo torrido dell’Arizona non ha assolutamente scalfito il gioco di Markkanen, che sotto la guida di Sean Miller non ha fatto altro che confermare quanto di buono mostrato agli Europei U20 della scorsa estate. Prima del ritorno in squadra di Allonzo Trier, Markkanen guidava la squadra in punti, rimbalzi, minuti, ma ancora più importante in tiri (4.5) e percentuale (42.8%) da oltre l’arco, che per un 7 piedi puro hanno una valenza ancora più determinante, rendendolo un attaccante dentro-fuori capace di colpire le difese sfruttando continui accoppiamenti a suo favore.

Non vedrete molti altri giocatori di quelle dimensioni passare con naturalezza dall’uscire da un blocco per un tiro da 3 a un sapiente uso del post basso per far valere la differenza di centimetri.

Le perplessità su difesa e durezza mentale sono legittime e per questi motivi lo spettro di ritrovarsi in mano un Andrea Bargnani più che un Ryan Anderson esiste, ma le qualità offensive del ragazzo sono indiscutibili.

#8 Jayson Tatum - F - Duke (Fr)

La stagione di Tatum con la maglia dei Blue Devils è stata altalenante, in gran parte colpa dell’infortunio che lo ha tenuto ai box fino a dicembre, ma non c’è alcun dubbio sulle qualità realizzative e per l’incredibile pulizia tecnica che gli permette di essere uno dei realizzatori più pericolosi in situazioni di isolamento.

Il sapiente uso del jab step gli permette di creare subito separazione con il difensore per poi scegliere come meglio attaccarlo.

Ed è proprio questo il grande dubbio sul suo gioco: nonostante sia molto più avanti rispetto ad altri prospetti nelle movenze e nell’uso dei piedi, ha sempre dato l’impressione di essere ancora in grande difficoltà nell’entrare nel ritmo offensivo di squadra e l’efficacia al tiro ne ha risentito notevolmente (neanche il 50% di eFG, brutto valore per un volume shooter).

Per il resto parliamo comunque di un prospetto che difficilmente uscirà dalle prime 10, grazie appunto a grande tecnica individuale, misure per giocare da 3 e 4 anche a livello NBA, e una difesa che sembra sulla buona strada per dare buoni frutti nonostante non si parli di un vero e proprio mastino.

#9 Frank Ntilikina - PG - SIG Strasburgo

Altro prodotto di scuole europea, protagonista assoluto degli ultimi Europei U18 in Turchia in cui si è preso senza grossi dubbi il premio di MVP dimostrando di essere un uomo in mezzo ai bambini in termini di personalità ed esperienza.

A differenza degli altri prospetti appena elencati il francese non sembra avere le potenzialità per essere una stella da un punto di vista prettamente offensivo, ma nel ruolo di point guard in pochi possono vantare la sua combinazione di centimetri, abilità e comprensione tattica. A Strasburgo - squadra di alto livello in Francia, impegnata anche in Champions League - si è ritagliato un ruolo nelle rotazioni grazie al grande lavoro fatto in estate su tiro e gioco lontano dalla palla.

Gran parte del suo futuro dipenderà da come saprà mantenere il suo gioco nella traversata oceanica, con tempi e fisicità completamente differenti. Potenzialmente una safe pick a questo punto del Draft.

#10 De’Aaron Fox - PG - Kentucky (Fr)

Come detto in precedenza, questo è un Draft particolarmente ricco nella posizione di PG e Fox, nonostante la grande difficoltà al tiro che sta dimostrando nella stagione con gli Wildcats, rimane comunque un prospetto che merita di battagliare per le prime dieci posizioni.

Grande atleta dotato di velocità e accelerazione ma anche controllo del corpo e di palla negli spazi più ristretti, impressiona la sua capacità di fare le giuste scelte ad alti ritmi, permettendogli di essere un pericolo costante nel momento in cui riesce a prendere un primo vantaggio sul suo difensore.

Difficilmente diventerà un realizzatore affidabile dal palleggio a meno che non migliori le percentuali del suo tiro in sospensione - lavoro particolarmente difficile, considerando che dovrà partire da 0 su meccanica e rilascio - ma riesce a compensare queste carenze con una grande presenza in difesa, dove è un ottimo difensore sull’uomo, dotato di grande tecnica e aiutato da piedi rapidi e soprattutto lunghe leve che gli permettono di poter lavorare anche su giocatori più alti.

#11 Miles Bridges - F - Michigan State (Fr)

La stagione degli Spartans è ben al di sotto delle aspettative iniziali, ma fortunatamente per Bridges questo non ha in alcun modo influenzato le sue prospettive al Draft.

Giocatore moderno, capace di poter giocare entrambi i ruoli di ala anche in ottica NBA, sa come far leva sulle sue impressionanti qualità atletiche per rendersi utile in entrambe le fasi di gioco nonostante da un punto di vista tecnico sia ancora in fase embrionale. Come ogni elemento uscito dagli insegnamenti di Tom Izzo, anche Bridges fa della versatilità il suo punto forte, ma nonostante la grande differenza con Draymond Green e Denzel Valentine nella conoscenza dei fondamentali, riesce a portare la sua grande esplosività in vari aspetti del gioco a cominciare dalla difesa, dove potenzialmente può prendersi cura di almeno 4 ruoli.

Definizione di “freakish athlete.”

Altro elemento su cui apporre il bollino “Progetto”, rischioso a causa di mille variabili ma la cui curva di apprendimento può essere particolarmente alta.

#12 Justin Patton - C - Creighton (Fr)

Vista la carenza di lunghi nel lotto delle primissime scelte, l’inaspettata ascesa di Patton è stata talmente poderosa che non è da escludere un’ulteriore crescita delle sue quotazioni da qui a fine giugno.

Grazie al suo tocco morbido nei pressi del canestro - potenzialmente espandibile anche dietro l’arco (solo 13 conclusioni da 3 finora, ma con il 54%) - e alla sua qualità di intimidatore d’area dovute a un mix di tecnica, fiuto e stazza, Patton sembra avere tutte le carte in regola per uno sviluppo da centro moderno, capace di dare due dimensioni offensive e un valido contributo in difesa.

La coordinazione è un lascito del liceo, in una storia che ricorda sinistramente quella di Anthony Davis: cresciuto rapidamente di 25 centimetri, è sostanzialmente stato obbligato al cambio di ruolo - di cui ora però trae enorme profitto.

#13 Robert Williams - FC - Texas A&M (Fr)

Altra sorpresa di questi ultimi mesi che ha fortificato la sua candidatura per il Draft dimostrando qualità e potenziale per essere un ottimo intimidatore anche al piano di sopra, grazie ad eccellente verticalità e un fisico molto più maturo dei pari età a cui aggiunge un’apertura alare (223 centimetri) che bilanciano un’altezza non eccelsa per un lungo NBA.

Anche lui dispone di buon tocco e, nonostante sia ancora indietro nella comprensione dell’uso dei piedi, può correre il campo come un piccolo, coprendo la distanza da ferro a ferro in pochi secondi. Molto acerbo nelle fasi mentali del gioco, ma con buone basi e margini di crescita per renderlo un prospetto su cui voler lavorare.

#14 O.G. Anunoby - Ala - Indiana

L’infortunio e il seguente intervento al crociato destro, che ha anticipatamente chiuso la sua stagione, non dovrebbero compromettere più di tanto le sue aspettative in vista del Draft.

Nel suo anno e mezzo a Indiana infatti Anunoby ha dimostrato di essere un difensore con potenziale élite per la capacità di adattarsi a ogni tipo di attaccante, un aspetto che in NCAA lo ha portato a essere impiegato su cinque ruoli, una vera e propria macchina da guerra per la capacità di cambiare su qualsiasi giocatore.

Semmai il rischio maggiore è che decida di voler continuare la sua carriera collegiale, ma nel caso decidesse di provare il salto, uno con quelle qualità difensive e un gioco offensivo tutto da costruire difficilmente verrà scelto lontano dalla Lottery.

Oltre la Lottery

Dietro i giocatori elencati c’è un gruppo di lunghi che per alcuni aspetti potrebbero rientrare nella corsa alla lottery. Harry Giles (Duke) è un giocatore talentuoso ma rischioso dal punto di vista medico dopo aver avuto brutti infortuni a entrambe le ginocchia; John Collins (Wake Forest) è un altro che sta scalando posizioni e potrebbe rientrare nelle discussioni dopo la Combine; e Ivan Rabb (California) è un rimbalzista verticale di una solidità pazzesca che però sembra abbia pochi margini di miglioramento - o almeno non alti quanto i ragazzi sopra elencati. Di seguito, trovate invece altri tredici nomi che vanno così a completare la nostra scelta in vista del Draft.

#18 Isaiah Hartenstein - PF - Zalgiris Kaunas

#19 Terrance Ferguson - SG - Adelaide 36ers

#20 TJ Leaf - PF - UCLA (Fr)

#21 Tyler Lydon - PF - Syracuse (So)

#22 Josh Hart - SF Villanova (Sr)

#23 Bam Adebayo - C - Kentucky (Fr)

#24 Donovan Mitchell - G - Louisville (So)

#25 Anzejs Pasecniks - C - Gran Canaria

#26 Caleb Swanigan - FC - Purdue (So)

#27 Luke Kennard - SG - Duke (So)

#28 Juwan Evans - PG - Oklahoma State (So)

#29 Johnathan Motley - PF - Baylor (Jr)

#30 Mikal Bridges - F - Villanova (So)

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