E così Virgil van Dijk non è diventato il quarto difensore a vincere il Pallone d’Oro. Almeno per un altro anno gli unici difensori premiati col Pallone d'Oro resteranno quindi Franz Beckenbauer, Matthias Sammer e Fabio Cannavaro. Negli anni Settanta Beckenbauer rivoluzionò l'interpretazione del ruolo di libero e fu premiato due volte, nel 1972 e nel 1976. Sammer vinse nel 1996 sulla scia del successo agli Europei con la nazionale tedesca e della Bundesliga vinta con il Borussia Dortmund, mentre Cannavaro era ovviamente il simbolo dell'Italia campione del mondo nel 2006.
Quest'anno van Dijk ha vinto la Champions League, è arrivato secondo in campionato ma con il record di punti nella storia della Premier League (97) e ha raggiunto la finale di Nations League con l'Olanda. Considerando solo i traguardi di squadra, ha avuto un anno migliore rispetto a Messi, ma nemmeno il migliore in assoluto. Ad esempio Firmino e Alisson, suoi compagni al Liverpool, hanno aggiunto alla vittoria della Champions League quella in Copa América con il Brasile. Firmino però non è mai sembrato un candidato credibile e Alisson invece è un portiere, un ruolo così particolare che da quest’anno viene premiato con un trofeo diverso, intitolato a Lev Yashin, l’unico portiere capace di vincere il Pallone d’Oro. Prevedibilmente, il primo vincitore del premio Yashin è stato proprio Alisson.
Ridurre un premio individuale a una raccolta di titoli di squadra avrebbe però poco senso. E per quanto si possa considerare deludente la stagione del Barcellona (che comunque ha vinto la Liga), l'anno di Messi ancora una volta non è stato normale. Nel 2019 Messi ha segnato 45 gol col Barcellona, ha vinto la Scarpa d’oro, è stato capocannoniere della Champions League e ha giocato un’altra partita memorabile, la semifinale di andata in Champions contro il Liverpool. Prendendo in considerazione tutti i giocatori dei cinque migliori campionati europei, Messi nel 2019 è dietro solo a Lewandowski, Mbappé e Immobile nella somma di gol e assist (30 in tutto, 23 gol e 7 assist), è nella top 5 per dribbling riusciti (85), tra i primi 10 per Expected Assist (10,3). Insomma, Messi è ancora il giocatore più creativo al mondo e non mostra segni di declino.
Jürgen Klopp, l’ispiratore della rimonta che ha tolto a Messi la possibilità di vincere la Champions e ha quindi reso incerta la corsa al Pallone d’Oro, schierandosi dalla parte di van Dijk ha comunque riconosciuto la superiorità del fuoriclasse argentino: «Se il Pallone d’Oro premia il miglior giocatore della generazione, allora andrebbe sempre dato a Messi. Ma se lo dai al miglior giocatore della scorsa stagione, allora lo merita Virgil van Dijk». E questa idea è condivisa da quella parte del pubblico che avrebbe voluto premiare il difensore olandese, come prima avrebbe voluto consegnare il premio a Wesley Sneijder o Andrès Iniesta a coronamento delle loro straordinarie stagioni. Una parte del pubblico vorrebbe che il Pallone d'Oro premiasse le stagioni eccezionali, in termini individuali e di squadra, con un occhio alla diversità.
Anche van Dijk, del resto, ha una statistica impressionante a supporto del rendimento mantenuto quest’anno. Nella stagione 2018/19, considerando tutte le partite con il Liverpool e l’Olanda, è stato saltato solo una volta, in nazionale da Leroy Sané, un record interrotto per alcuni da Gabriel Jesus nel Community Shield, per altri solo a fine agosto da Nicolas Pépé, il primo giocatore a saltarlo dopo 50 partite in Premier League.
Evitare di farsi superare con un dribbling è una qualità fondamentale per un difensore, ma è facilmente aggirabile, se l’avversario combina con un compagno, invece di dribblare, oppure se semplicemente sceglie di puntare un altro difensore, considerato più vulnerabile. La fase difensiva è una questione di squadra, l’organizzazione e l’intesa tra compagni è ancora più importante che in fase offensiva, e poter contare su un difensore eccezionale non basta a non subire gol. Pur schierando van Dijk, dall’inizio della stagione il Liverpool ha mantenuto la porta imbattuta solo tre volte, forse la debolezza più evidente di una squadra che sta avendo una continuità di rendimento incredibile.
Anche se è ormai accettato che le qualità puramente difensive siano solo uno degli aspetti con cui valutare un difensore, tutto ciò che può misurare e quantificare il suo impatto su una partita non dà un senso immediato alle sue prestazioni come il dato dei gol segnati o degli assist per un giocatore offensivo. E anche il fondamentale contributo di van Dijk alla fase di possesso del Liverpool - l’olandese è uno dei migliori difensori al mondo a impostare l’azione e i suoi lanci lunghi sono un innesco determinante per la manovra dei “Reds” - non colpisce allo stesso livello di una giocata decisiva per un gol.
Per un difensore è insomma più difficile lasciare la propria impronta sulle partite, e vale anche per van Dijk, tra i migliori al mondo nel suo ruolo anche nell'area avversaria (come ha mostrato con la doppietta segnata al Brighton proprio nell'ultima giornata di campionato prima dell'assegnazione del Pallone d'Oro) e capace di assist meravigliosi come quello per Sadio Mané nella partita contro il Bayern Monaco della scorsa Champions League.
Farsi notare per un difensore
Il Pallone d’Oro ha l’ambizione di premiare una categoria sfuggente e forse impossibile da definire, il miglior giocatore dell’anno, o almeno quello che si è "distinto", attraverso un metodo imperfetto (le votazioni di una giuria scelta di giornalisti) che dà molto peso alle sensazioni, alle opinioni personali su un giocatore, al suo valore percepito.
Una delle distorsioni più comuni, che non riguarda solo i discorsi sul Pallone d'Oro ma che proprio in questi discorsi si rivela in modo molto chiaro, è quella che associa il talento alla parte creativa del gioco, all’abilità nel segnare, nel creare occasioni, nel dribbling. I difensori in questo senso sono gli antieroi, perché impediscono al talento offensivo di manifestarsi. Oltretutto, più sono bravi più tendono a non farsi notare. I difensori delle migliori squadre al mondo, che durante le partite normalmente dominano il possesso, non solo hanno meno occasioni per intervenire ma meno sbagliano e più passano inosservati.
È più facile notare l'errore di un difensore che la sua abilità a stare sempre al posto giusto, a leggere in anticipo le situazioni, a non dover forzare gli interventi. Misurare l’impatto di un difensore non è semplice nemmeno con le statistiche: contrasti, intercetti e spazzate descrivono solo una parte del talento difensivo e non bastano a spiegare cosa rende speciale un difensore. In questa Premier League van Dijk è tra i migliori per duelli aerei vinti (75) e spazzate (77) ma sono dati che confermano il fatto che sia un grande colpitore di testa, e non dicono molto di più. I migliori difensori al mondo danno una sensazione di controllo, di dominio anche nelle situazioni più difficili che è impossibile da descrivere con le statistiche.
Prendiamo per esempio questa azione dalla partita in campionato tra Liverpool e Tottenham dello scorso marzo. I “Reds” hanno perso la palla e sono così sbilanciati sulla ripartenza degli “Spurs” che van Dijk resta da solo a coprire l’intera metà campo difensiva contro due avversari, Sissoko e Son. Il difensore olandese inizialmente è in marcatura su Son, ma vede l’inserimento di Sissoko e non interviene, preferendo staccarsi per rimanere a metà tra i due avversari e rallentare la loro azione.
Van Dijk resta sempre rivolto verso il giocatore con la palla (Sissoko), avvicinandosi sempre più mentre Sissoko avanza verso la porta, e al tempo stesso copre la linea di passaggio verso Son. Alla fine non interviene ma la sua pressione è fondamentale per disturbare la giocata di Sissoko che, dopo essersi spostato la palla sul sinistro, tira alto. Senza mai intervenire sulla palla van Dijk condiziona la giocata di Sissoko e gli impedisce di segnare, con un’azione difensiva non inquadrabile in una statistica ma fondamentale per il risultato. Pochi minuti dopo il Liverpool segnerà infatti il gol decisivo per vincere la partita.
«Non sono mai nervoso», ha dichiarato van Dijk in un'intervista. Forse solo una persona così sicura di sé poteva gestire così bene una situazione del genere.
Il paradosso dell’invisibilità del talento difensivo, di quanto siano sottili e difficili da cogliere le abilità che distinguono i grandi difensori vale ancora di più per van Dijk, di cui si è iniziato a parlare in modo diffuso più o meno due anni fa, e solo perché era considerato sopravvalutato, nel senso più letterale possibile. Spendendo 75 milioni di sterline, il Liverpool lo aveva fatto diventare il difensore più costoso della storia e ci si chiedeva se davvero valesse tutti quei soldi. Van Dijk aveva già 26 anni e fino a quel momento aveva giocato nel Groningen, nel Celtic e nel Southampton. Oggi van Dijk è uno dei migliori difensori al mondo ma, anche se il suo rendimento è esaltato dal fatto di giocare in una delle migliori squadre al mondo, le sue qualità non sono uscite dal nulla.
In aprile, in occasione della trasferta del Liverpool a Barcellona, l’account ufficiale della Champions League aveva pubblicato su Twitter un video con gli highlights della prestazione di van Dijk in una precedente visita al Camp Nou, con la maglia del Celtic. In quel video van Dijk sembra un gigante, l’unico ostacolo tra i giocatori del Barcellona e la porta, e addirittura riesce a salvare un gol a porta vuota di Pedro.
Quella partita il Barcellona l’ha però vinta 6-1, e ovviamente la maggior parte delle risposte al tweet sono commenti ironici che sminuiscono l’intento celebrativo del video ricordando il risultato finale. Certo, non si può ricostruire una partita o conoscere un giocatore solo guardando gli highlights, ma le qualità che hanno portato van Dijk a essere uno dei candidati più forti per il Pallone d’Oro sono già visibili nel modo in cui gestisce tutte quelle situazioni disperate.
Separare la prestazione di un difensore dal risultato finale, riconoscere le sue abilità considerando il particolare contesto e senza farsi condizionare dal risultato, specie in partite così sbilanciate come in quel 6-1 subito dal Celtic, è un’operazione complessa. In mezzo a compagni decisamente poco ispirati quella sera - Ambrose, che affiancava van Dijk al centro della difesa, subisce un tunnel incredibile da Neymar in occasione di uno dei suoi gol - van Dijk ha finito per somigliare al famoso scoglio che non può arginare il mare.
Quei commenti al video sulla sua partita al Camp Nou con il Celtic, e il percorso tortuoso che lo ha portato a consacrarsi ai massimi livelli, credo descrivano bene i motivi per cui è così complicato per un difensore emergere e battere i migliori talenti offensivi al mondo per vincere il Pallone d’Oro.