Con le corse sotto la curva, i capelli lunghi e bagnati, i gol famelici in area, i tifosi che urlano RUUD-RUUD-RUUD mentre scivola sul prato per festeggiare, van Nistelrooy ha segnato la nostra giovinezza plasmando la nostra idea di quello che doveva essere un attaccante. La sua vitalità ci ha ispirato a scegliere i suoi 10 migliori gol, in un momento in cui di vitalità ne abbiamo bisogno.
Van Nistelrooy era creativo sotto porta
Nei più di 350 gol di van Nistelrooy ce ne sono tanti più belli di questo, ma pochi più originali. Se classificassimo i gol dei grandi centravanti seguendo un ordine tematico, nella categoria “scavetti di esterno di prima su cross col portiere in uscita” non so quanti ne potremmo inserire. Mi viene in mente solo questo, arrivato su cross basso di Solskjaer, per battere il portiere dell’Aston Villa, che era uscito bene. Non so se era l’unico modo per batterlo o il più efficace, di sicuro il più geniale e anche il più difficile. Più difficile anche di un colpo di tacco alla Crespo, per dire. Le compilation di van Nistelrooy sono, a dire il vero, piene di scavetti davanti alla porta; è stato fra i più furbi a scavalcare portieri precipitosi ad andare a terra. Questo è il mio preferito.
Van Nistelrooy in area di rigore era una ballerina
Crescendo, van Nistelrooy è diventato uno dei miei attaccanti preferiti. Per qualche motivo, mentre i centravanti iniziavano con Ronaldo un processo che li avrebbe portati a essere sempre più dei mostri di tecnica, velocità e intelligenza, io stavo in fissa con quelli che dentro l’area di rigore sapevano spizzare, girare, toccare palloni e spingerli in rete. In realtà van Nistelrooy era molto di più di un totem dell’area di rigore, ma insomma a quel tempo la mia conoscenza del calcio era quella che era e identificavo l’attaccante olandese per la sua capacità di essere letale negli ultimi 16 metri.
Tra i tanti, questo gol è la dimostrazione più lampante di come van Nistelrooy in area di rigore si trasformava. Fuori dall’area un giocatore un po’ legnoso, dentro l’area di rigore: una ballerina. Non credo esista un gol più simile al movimento di una danzatrice classica su un carillon (o anche forse di danzatrici vere, purtroppo non guardo molta danza) di questo. L’attaccante olandese prima usa il controllo di petto per difendersi dall’avversario, girandogli intorno. Poi pianta la gamba sinistra come un perno e ruota divinamente per calciare in mezza rovesciata. Se tutto il movimento sembra un unico armonico passo di danza, il tocco da attaccante vero è come corregge la posizione del piede all’ultimo, andando a colpire quasi di piatto per dare precisione al tiro e infilarlo sotto l’incrocio.
Van Nistelrooy non era solo un centravanti “da area di rigore”
È uno dei gol più famosi di van Nistelrooy, forse il più citato da chi vuole dimostrare che non fosse solo un attaccante d’area. In effetti in questo caso controlla una palla innocua girato spalle alla porta nel cerchio di centrocampo (forse fa fallo quando si gira e colpisce il difensore col braccio sinistro?) e la trasforma in un gol attraversando palla al piede la metà campo del Fulham.
Eppure, anche qui, la giocata davvero eccezionale è quella che fa in area. Non la corsa un po’ goffa, ingobbita, o il dribbling sull’ultimo difensore, spostandosi la palla verso sinistra. Ma la sequenza controllo di esterno-tiro rapidissima, fatta sullo stesso passo, propria di un centravanti abituato a stare in area e a rubare centimetri, decimi di secondo per anticipare il difensore e prendere in controtempo il portiere. Anche in uno dei suoi gol più celebrati, che dovrebbe dimostrare che non era solo un finalizzatore, è in area che van Nistelrooy compie il gesto più incredibile, ruotando l’anca, piegando in modo innaturale la caviglia, deformandosi per sorprendere il portiere e mettergli il pallone alle spalle.
Van Nistelrooy non sembrava un attaccante olandese
Di van Nistelrooy si dimentica spesso quanto sia atipico rispetto alla tradizione calcistica olandese. Stiamo parlando di una prima punta forte fisicamente, che amava attaccare a testa bassa e palla al piede le difese avversarie, con un talento per la finalizzazione da assassino nato in un calcio che da sempre si contraddistingue per creare difensori con i piedi da centrocampisti e trequartisti con l’anima da artisti geometrici. Com’è successo? Quel che è certo è che guardando i gol di van Nistelrooy raramente ci si ricorda che è un giocatore olandese. Forse perché con quei capelli lunghi e quel senso di onnipotenza che emana sembra più un attaccante sudamericano alla Mario Kempes, o forse perché quando era in Nazionale l’Olanda non ha attraversato di certo il momento migliore della sua storia. Questo segnato con la maglia del PSV è uno dei pochi gol che rinconciliano van Nistelrooy con il suo DNA calcistico e non solo perché geograficamente è avvenuto in Olanda. Van Nistelrooy è giovane, ha il fisico asciutto e slanciato, le gambe magre: quando calcia da centrocampo ha la leggerezza nel passo di Bergkamp e quando si coordina con le braccia lo fa con l’eleganza non affettata di van Basten. È talmente lontano da quello che ci aspettiamo da van Nistelrooy che non sembra essere lui.
Van Nistelrooy trovava la soluzione più semplice a problemi complessi
Si sa che l’efficacia di un cross dipende in gran parte dall’abilità di un finalizzatore. È vero anche il contrario, però, e non tutti i centravanti hanno avuto crossatori come David Beckham a mettergli la palla perfettamente in testa o comunque nello spazio che si erano ricavati. Quando un grandissimo crossatore, forse il migliore di sempre, incontra un finalizzatore come van Nistelrooy le difese avversarie si trasformano in statue di sale - oppure, visto che parliamo di calcio, in sagome piantate in area per eseguire un esercizio. In questo gol, in realtà, Ruud punisce l’aspetto più umano del portiere: l’indecisione. La palla sembra un pochino lunga e il portiere fa un passo in fuori, d’altra parte se van Nistelrooy l’avesse fatta rimbalzare, lui ci sarebbe arrivato per primo, e se non fosse uscito per niente l’attaccante avrebbe controllato e segnato senza nessun disturbo. Van Nistelrooy allora decide di anticipare la giocata e colpire al volo il lancio/cross di Beckham, allungandosi e colpendola sotto, per scavalcare e al tempo stesso prendere di sorpresa il portiere, facendo sembrare quella sua piccola indecisione un errore gravissimo e imperdonabile. È questo che fanno tutti i grandi attaccanti: fanno sentire i portieri e i difensori non all’altezza del proprio mestiere, li fanno dubitare di aver scelto lo sport giusto.
Van Nistelrooy sapeva trovare tiri dove non c’erano
Secondo Johann Cruyff van Nistelrooy era un grande finalizzatore ma uno scarso giocatore. Alcuni sostengono sia una citazione che Cruyff aveva destinato al suo odio più grande, Pippo Inzaghi, ma il fatto che altri abbiano pensato si riferisse a van Nistelrooy ci dice comunque qualcosa sulla sua percezione. Bisogna capire cosa si intende per calciatore, e in che modo essere un grande finalizzatore non basta a renderti un bravo calciatore. Di certo van Nistelrooy non era tra quei centravanti che avevano bisogno di tiri banali da posizioni comode per segnare. Era uno che anche distante dalla porta sapeva costruirsi un tiro complicato da solo, e segnarlo. Questo è più che complicato, è quasi visionario. Dopo essere entrato in area guarda al centro, ha la palla sul destro, sembra dover crossare, prima di sterzare all’ultimo momento come le macchine negli inseguimenti dei film. A quel punto, se possibile, ha ancora meno specchio della porta, e riesce a segnare con un tiro dritto e secco come un tiro di balestra, geometricamente assurdo. Nella rivista del Manchester United il giorno dopo la partita si scrive: «Il modo in cui è passato attraverso la difesa del Basilea, come se non fosse lì per segnare». Nell’esultanza ha il viso sorpreso, non sembra crederci nemmeno lui. Siamo all’inizio della stagione 2002/03, quando con la maglia del Manchester United van Nistelrooy ha vissuto il momento di maggiore supremazia fisica e tecnica sulle difese avversarie.
Van Nistelrooy sapeva segnare come Bergkamp
Van Nistelooy aveva poco più di vent’anni, nessuna stempiatura e sembrava più piccolo e meno carismatico dentro la maglia a righe del PSV. La sua media gol era ridicola: nelle prime due stagioni 73 gol in 78 partite. Questo è uno dei suoi più raffinati e controintuitivi: decide di eseguire il pallonetto subito dopo un controllo a seguire di sinistro che sembrava sbagliato. Tira pochi attimi prima che il difensore gli arrivi addosso. Risulta difficile capire in quale momento van Nistelrooy abbia pensato questo gol. La palla disegna un arco preciso che colpisce la parte sotto della traversa prima di entrare. È un gol incredibilmente simile a quello segnato da un altro attaccante olandese che associamo però di più a questo tipo di reti, cioè Dennis Bergkamp, a cui effettivamente gli riuscivano con la semplicità dei tap-in sulla riga di porta.
Van Nistelrooy sapeva coordinarsi in maniera sorprendente
Una delle caratteristiche che contraddistingue di più i grandi attaccanti è quella di riuscire a piegare la propria fisicità all’ambizione delle proprie idee. Van Nistelrooy aveva una legnosità evidente, dettata dalla sua altezza e dalla lunghezza delle sue gambe, eppure dentro l’area di rigore non pensava in maniera troppo differente da quanto fanno oggi Agüero o Lewandowski - due giocatori che, in maniera diversa, potrebbero tranquillamente fare gli acrobati. Questo lo portava spesso a tentare giocate che non ci aspetteremmo da uno con quel fisico, come per esempio questo controllo arpionato con cui, con un solo tocco, mette letteralmente a terra il diretto marcatore - che forse davvero non si aspettava questa giocata. Van Nistelrooy sembra sul punto di spezzarsi, o comunque di doversi sforzare troppo per eseguire quel controllo e coordinarsi per il tiro sufficientemente in fretta per anticipare il ritorno degli altri difensori, eppure, come un orso in bilico su un filo sospeso tra due grattacieli, eccolo lì, a tirare una bomba sotto la traversa di collo pieno, mentre si appoggia al difensore per mantenersi in piedi. Purtroppo il video si interrompe subito dopo che il pallone è entrato in rete, ma è fin troppo facile immaginarsi van Nistelrooy che corre verso la curva, scivolando con le ginocchia sul prato, mentre i tifosi gridano RUUD. Il tipo di coro tribale più adatto per questo strano animale impacciato che con un’efficacia sorprendente camminava sulle teste dei suoi avversari, utilizzandoli per mantenersi in equilibrio.
Van Nistelrooy segnava solo gol belli
Abbiamo scelto 10 gol di van Nistelrooy, i più belli diciamo, ma il dubbio è che tutti suoi gol fossero belli. Avevano come un'aura di precisione chirurgica, come se ogni volta avrebbe beffato difensori e portieri avversari con un tocco in controtempo, un dribbling scaltro, un colpo di biliardo. Forse non è un bel termine di paragone, ma in area di rigore van Nistelrooy aveva la destrezza di un borseggiatore, di quelli che ti fregano e neanche te ne accorgi, non capisci proprio come hanno fatto.
Qui riceve un passaggio difficile da Veron, con un tocco anticipa l’avversario, ma il pallone gli va alle spalle, e a quel punto sembra perso, ma non è così perché van Nistelrooy negli ultimi metri di campo era in vantaggio anche quando non lo era: con la suola fa fesso il recupero del secondo avversario, con l’interno si porta il pallone dentro l’area di rigore come se - la soluzione naturale - volesse calciare poi di sinistro. L’olandese invece con un impercettibile tocco d’esterno destro rientra mandando a vuoto la copertura del terzo avversario per poi calciare quasi nello stesso istante d’esterno destro, beffando il portiere con un tiro non angolatissimo ma inaspettato e imparabile. Sei tocchi, uno più impronosticabile dell’altro, per trasformare un brutto passaggio in un gol eccezionale. Anche questo era van Nistelrooy negli ultimi metri.
Van Nistelrooy era fenomenale nell’area piccola
A Euro 2004, quello vinto dalla Grecia, Ruud ha segnato 4 gol, tutti nel girone iniziale. Peccato, sarebbe bastato un solo gol per raggiungere Milan Baros in cima alla classifica dei marcatori. In compenso ha segnato uno dei gol più belli della competizione, appunto questo contro la Germania (partita finita 1-1). Sembra un gol assolutamente normale, trattandosi di van Nistelrooy, ma se guardate bene vi accorgerete che quella è una mezza rovesciata. Lo so, è strano, perché la palla è quasi rasoterra, ma per colpirla come vuole lui, Ruud deve mettere il proprio corpo orizzontale al terreno e restare sospeso una frazione di secondo per aria, il tempo necessario a colpire di collo la palla, con un angolo vicino ai 180°. Mandandola, cioè, sul secondo palo, perché sul primo era ben piazzato Oliver Kahn. E fa tutto questo con un uomo, Christian Wörns, letteralmente incollato alla schiena. Anzi, probabilmente van Nistelrooy ha anche dovuto resistere alla pressione di Wörns che, come qualsiasi difensore al suo posto, deve aver provato a spingerlo il più lontano possibile dal primo palo. Non c’è niente di comune, medio, nel modo in cui Ruud van Nistelrooy leggeva le posizioni degli avversari, quella della porta e la traiettoria del pallone, trovando la soluzione tecnica per sbatterla dentro. E la sua era la soluzione che richiedeva un fenomeno per essere eseguita, alla portata di pochissimi centravanti, anche tra quelli di classe mondiale.