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Come fa il Verona ad avere la migliore difesa del campionato
08 nov 2019
Le ragioni degli appena 9 gol subiti.
(articolo)
8 min
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A inizio stagione l’Hellas Verona era considerato da molti l’ennesima neopromossa destinata a funzionare da squadra cuscinetto nella nuova stagione di Serie A, soprattutto a causa di un calciomercato che sulla carta era considerato scadente e inadeguato. La squadra di Juric ha invece sorpreso tutti e oggi è nona in classifica, con un bottino di punti che forse finisce per starle persino stretto rispetto a prestazioni quasi sempre convincenti. Il Verona mostra un’identità tattica ben definita, che la sta rendendo una formazione difficile da incontrare per chiunque. La costanza di rendimento è eccellente: i gialloblù hanno fatto quasi sempre risultato contro squadre di livello simile e creato grossi problemi alle rose più tecniche del campionato, come per esempio Juventus e Napoli.

Pressing orientato sull’uomo

Nel 3-4-2-1 di Juric spicca la fase di non possesso della formazione veneta. Con appena 9 gol subiti, l’Hellas ha la migliore difesa del campionato insieme a quella della Juventus. Tuttavia, le sole 9 reti realizzate non devono dare la falsa impressione di una squadra sparagnina, rinunciataria e con un modo di attaccare male organizzato. La produzione offensiva del Verona è infatti sufficiente, come conferma la classifica degli Expected Goals. La presenza costantemente alta degli esterni Lazovic e Faraoni in fase di possesso consente di coprire bene il fronte offensivo, e la squadra riesce a far girare bene palla da una fascia all’altra del campo, servendo gli esterni in isolamento sul lato debole. Gli scaligeri peccano però di scarsa precisione sotto porta. Il gol di Salcedo realizzato contro il Brescia rappresenta la prima rete segnata fin qui da una prima punta.

Tuttavia, non c’è dubbio che la fase difensiva sia la chiave dell’efficienza tattica dell’Hellas Verona. Come sappiamo, Juric è cresciuto alla scuola di Gasperini, e questo è ancora visibile nelle marcature a uomo e nell’intensità senza palla che rappresentano un concetto cardine del suo calcio. Si tratta quindi di una squadra con una fase di pressione particolarmente aggressiva e che cerca di recuperare palla in zone avanzate del campo. La densità centrale creata dai mediani e dai trequartisti è particolarmente efficace, e rende molto difficile agli avversari la costruzione pulita per vie centrali, con le vie esterne come unico sbocco. Un aspetto che si è visto con chiarezza all’Allianz Stadium, partita in cui la Juventus ha incontrato grosse difficoltà nel far progredire la manovra. Verre si occupava di schermare Bentancur (l’uruguaiano ha finito per effettuare appena 28 passaggi riusciti nei 51’ giocati), mentre Amrabat e Miguel Veloso hanno seguito con attenzione e generosità Matuidi e Ramsey.

Il pressing del Verona sui 3 centrocampisti della Juventus. In alto a destra, Faraoni segue il movimento di Ronaldo a venire incontro.

Insomma, è una costante vedere l’Hellas Verona mettere in difficoltà le squadre che impostano dal basso. Va sottolineata la presa che Juric ha avuto nel gruppo, visto che non è scontato convincere i propri giocatori a giocare con un atteggiamento così intenso e coraggioso. Se questo stile tattico sembra cucito alla perfezione sulle caratteristiche di un calciatore aggressivo come Amrabat (3.6 tackle per 90’), oggi tra i migliori centrocampisti del campionato, su altri profili c’erano più dubbi. Per esempio, Miguel Veloso sembrava un mediano più di posizione, eppure anche il portoghese si sta esaltando in una squadra che chiede ai centrocampisti di difendere in avanti. Se Amrabat spicca più per i tackle, l’ex Genoa lavora meglio sulla copertura delle linee di passaggio, visto che è il secondo giocatore del Verona per intercetti (1.4 per 90’).

Kumbulla, giovane difensore classe 2000, guida il centro della retroguardia e sta mostrando coraggio nell’interpretare i dettami tattici dell’allenatore, con uscite profonde per seguire il proprio avversario anche nella metà campo avversaria (3 tackle tentati e 1.5 intercetti per 90’). D’altronde, se si sceglie di difendere a uomo, è indispensabile avere difensori in grado di seguire gli avversari anche lontano dalla propria zona di competenza. Anche Gunter e Rrahmani si distinguono per una grande intraprendenza nelle uscite. Juric dispone così di una retroguardia che ci ha messo poco ad assimilare i principi tattici del proprio tecnico.

Esempio di pressing fortemente orientato sull’uomo dell’Hellas Verona. Da notare l’altezza dei difensori, con Gunter e Kumbulla che seguono Insigne e Callejon nella metà campo del Napoli.

A voler trovare un difetto, l’eccessiva aggressività dell’Hellas Verona rischia di rivelarsi compromettente nell’arco dei 90’. Quella di Juric è la quarta squadra del campionato per falli effettuati (166) ed espulsioni, già 3. Per quanto il dato sui cartellini gialli sia nella media della Serie A (27, al decimo posto), spesso capita che l’Hellas approcci la partita con un'intensità anche eccessiva, con molti giocatori che vengono ammoniti già nella prima parte di gara. Per esempio, contro la Juve ci furono 3 cartellini gialli nei primi 35’, mentre contro il Sassuolo addirittura 5 nei primi 40’. Ovviamente, ciò condiziona poi il resto del match, poiché basta un intervento irruente per lasciare la squadra in inferiorità numerica.

I compromessi difensivi

Nonostante le molte similitudini col suo mentore Gasperini, ci sono in realtà alcune differenze tra lui e Juric su come viene interpretata la fase di non possesso. Come mostrano le ultime partite dell’Atalanta (tanto quelle in Champions League quanto il pareggio in rimonta contro la Lazio), è molto difficile adottare una fase difensiva concentrata su duelli individuali a tutto campo, che quindi non mira a mantenere un determinato modulo in non possesso. Un avversario efficace nel dribbling può creare grossi problemi, visto che ogni volta che un giocatore viene saltato si creano scompensi in grado di disordinare la struttura difensiva generale. Inoltre, è uno stile che non può prescindere dal dominio fisico sulla partita: quando c’è un calo d’intensità e l’Atalanta sbaglia i tempi del pressing, l’avversario incontra parecchi spazi (lo si è visto nel secondo tempo di Roma).

L’Hellas, invece, non esaspera in ogni partita la parità numerica quando la squadra rivale costruisce dal basso e si sa anzi adattare a seconda della situazione. Capita spesso di veder lasciato libero un difensore avversario contro squadre che impostano a 3 dietro, così come è raro vedere gli esterni (Lazovic e Faraoni) in costante uscita sui terzini avversari. Gasperini tiene i laterali alti in fase di non possesso per recuperare palla in avanti, mentre Juric punta di più al mantenimento della linea difensiva, che si dispone a 5 quando gli avversari riescono ad avanzare con il pallone.

Nella prima slide, tutti i centrocampisti del Brescia sono marcati mentre Mateju, difensore sinistro, è lasciato libero. Nella seconda, si vede la linea a 5 dell’Hellas nonostante il solo Piatek al centro dell’attacco. Lazovic e Faraoni restano quindi più bassi e non vanno in aggressione sui terzini, per occuparsi meglio di Suso e Calhanoglu proteggendo i difensori. I due mediani si occupano invece delle mezzali rossonere.

Lazovic e Faraoni sono quindi in media più prudenti rispetto agli esterni di Atalanta e Torino (altre squadre del campionato che adottano una fase di non possesso fortemente orientata sull’uomo), sono anzi più i centrocampisti o i trequartisti che si defilano quando l’avversario allarga il gioco sui terzini. Ciò permette di proteggere meglio i difensori, evitando loro duelli in campo aperto contro gli attaccanti rivali. Contro il Parma, per esempio, Lazovic e Faraoni erano costantemente bassi per coprire la retroguardia dalla pericolosità di Gervinho e Karamoh. Di conseguenza, era spesso Amrabat che si muoveva per andare a contrastare il terzino parmigiano.

L’Hellas Verona fa densità in mezzo, con i laterali bassi avversari lasciati liberi. Quando il Parma allarga il gioco su Pezzella, è Amrabat che va in pressione, con Faraoni che resta più prudente per occuparsi di Gervinho.

A seconda del contesto, l’Hellas Verona accetta di difendersi posizionalmente, soprattutto nella seconda parte di gara. Quando aumenta la stanchezza, è difficile per chi difende a uomo mantenere l’attenzione nelle marcature: al contrario, una squadra che sa anche aspettare l’avversario è in grado di proteggere bene la propria trequarti pure nel finale. L' Hellas riesce a essere compatto e preciso fino alla fine, visto che anche negli ultimi minuti è difficile trovare spazi contro gli scaligeri. Gli attaccanti di Juric dimostrano una generosità encomiabile nei ripiegamenti difensivi, mantenendo la squadra molto stretta.

Il finale del match di Parma mostra come l’Hellas Verona sappia difendersi bene anche nella propria metà campo. Da notare il posizionamento di Stepinski.

Bisogna dire che il Verona è appena dodicesimo nella classifica degli Expected Goals difensivi e che per certi parametri quindi ci si aspetta che possa subire più gol in futuro. Per ora però bisogna anche sottolineare l'ottima stagione di Marco Silvestri, portiere arrivato in Serie A a fari spenti ma che statisticamente si sta rivelando fra i migliori portieri del campionati.

In questi anni sta crescendo molto il coraggio delle italiane nel pressing, anche per quanto riguarda le piccole. Ci sono sistemi di aggressione sempre più intensi e organizzati, in cui è forte il desiderio di recuperare palla in avanti senza aspettare passivamente l’avversario nella propria metà campo. La forza dell’Hellas Verona di Juric è quella di unire una forte intensità nel pressing offensivo a un’attenzione eccellente quando gli scaligeri si chiudono dietro per difendere la propria trequarti. Pur essendo un allievo di Gasperini, il suo gioco scende a più compromessi e di certo le sue squadre sono meno entusiasmanti da veder giocare. In Italia, però, lo sappiamo: il pragmatismo paga, e oggi il Verona è la difesa meno battuta del campionato. Ottime fondamenta su cui costruire una difficile salvezza.

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