Il 12 maggio, in occasione dell’evento «UFC FN: Smith vs Teixeira», Marvin Vettori si presenta sulla bilancia e rientra nel limite della categoria dei pesi medi; il suo avversario, invece, Karl Roberson, fa registrare il peso di 187.5 libbre, una libbra e mezza (poco meno di un kg) al di sopra del limite consentito. Vettori lo affronta nel faccia a faccia e come sempre fa con i suoi avversari alza il livello dello scontro: «You’re a broken man, you can’t even make weight»: Sei a pezzi, non riesci nemmeno a fare il peso. L’accordo per quell’incontro stabiliva che Roberson avrebbe dovuto versare il 20% della propria borsa nelle casse di Marvin, ma poco dopo la commissione medica non ha dato il via libera e l’incontro è slittato a un mese.
Quella sera i due fighter si incontrano ancora nella hall dell’hotel che ospitava entrambi, Vettori confronta Robertson che gli risponde che volendo possono darsele anche lì dove sono. Vettori sbrocca. La scena sembra ingenua o semplicemente inutile, ma viene ripresa da più persone (come Matteo Capodaglio, nutrizionista di Marvin, o Walt Harris, perso massimo UFC) e genera un certo comprensibile interesse da parte dei media di settore. Così, un mese dopo, il match viene promosso a co-main event e lo sbrocco sincero di Vettori alla fine si rivela una buona trovata mediatica.
Il 12 giugno, alla nuova cerimonia del peso, stavolta all’interno dell’evento «Espn 10», Roberson si presenta con ben 4.5 libbre (poco più di due kg) in più rispetto al limite di tolleranza. Il faccia a faccia è ancora più teso; se gli sguardi potessero uccidere, quello di Marvin meriterebbe l’ergastolo.
Ma per capire la frustrazione di Vettori bisogna pensare alla sua lunga storia di incontri saltati e lunghe pause dovute a ragioni diverse. Lo scorso marzo doveva combattere con Darren Stewart ma all’ultimo l’incontro è stato cancellato per via della pandemia del coronavirus. Ma già lo scorso settembre 2019, quando doveva affrontare Andrew Sanchez, Vettori aveva visto l’incontro slittare all’ultimo per un’infezione all’occhio, e non l’aveva presa benissimo. Prima ancora, nell’agosto 2018, per una presunta contaminazione da ostarina poi di fatto liquidata dall’UFC stessa, Vettori era dovuto restare fermo a lungo: negli ultimi due anni ha combattuto solo tre volte (compreso l’incontro con Roberson). Da dopo l’incontro perso con Israel Adesanya (che Marvin ha sempre contestato), che nel frattempo invece ha combattuto esattamente il doppio dei suoi incontri (sei) e si è preso la cintura di campione dei Pesi Medi.
Da quando è entrato giovanissimo in UFC, Marvin Vettori è migliorato ogni volta un po’ di più rispetto a quella precedente, diventando effettivamente un fighter scomodo sia stilisticamente che atleticamente per grossa parte della divisione.
Dopo la sconfitta con l’attuale campione, ha vinto sempre e soprattutto sembra essersi messo alle spalle la sua versione più macchinosa e rigida. Persino contro Adesanya, fosse uno dei fighter più fluidi ed imprevedibili della divisione, Vettori era sembrato tranquillo e non aveva mai rischiato di perdere l’incontro prima del limite.
Le ultime vittorie contro Cezar Ferreira e Andrew Sanchez, fighter completi ed esperti, erano state nette: i suoi avversari erano sembrati bambole di pezza trascinate per il pavimento dell’ottagono. Eppure, prima dell’incontro con Roberson, si aveva una percezione di Vettori spaccata in due: da una parte c’era chi credeva che potesse stracciare lo statunitense, dall’altra c’era chi temeva che il peso eccessivo e le abilità in piedi di Roberson potessero rivelarsi decisive. In ogni caso, era chiaro che si trattava di una svolta, magari piccola ma decisiva per vedere Vettori proiettato verso la top 15 di categoria.
Breve ma intenso
Quando l’arbitro Dan Miragliotta ha dato il via all’incontro, i due southpaw (guardia mancina, cioè) si posizionano uno davanti all’altro più con concentrazione agonistica che con rabbia. Come si dice, i due si “saggiano”: ad un jab di Marvin, Roberson risponde col suo diretto mancino. Nonostante il peso diverso, la differenza di stazza non è esagerata: Vettori ha ripreso benissimo la sua condizione e i chili che gli mancavano. La prima fase del match è caratterizzata da una serie di finte, più di Marvin che del suo avversario: finta col jab e a volte il cambio di livello, che però nella prima parte non tenta davvero.
La guardia composta di Marvin e la finta di block (la gamba avanzata che ha alzato con grande anticipo) suggeriscono che si sia preparato a ricevere i low kick di Roberson, un kickboxer esperto ed è molto abile nello stand-up game. Passo dopo passo Vettori accorcia le distanze ed evita un diretto di Roberson che tenta di centrarlo quando gli arriva a distanza ottimale: Vettori sta rischiando qualcosa per entrare nella guardia del suo avversario, ma è accorto, attento e concentrato.
Poco dopo un suo diretto va a segno, mentre il jab in risposta dell’americano a vuoto. Roberson cerca di sorprenderlo con un gancio in avanzamento, ma Vettori ha fiducia nella propria difesa dello striking (che poi, per i dati di UFC, è la seconda più alta nella divisione) e infatti lo arresta con un jab d’incontro. Con una guardia abbastanza larga, Vettori affonda verticalmente e mira al mento, raggiungendolo.
La crescita di Marvin nelle fasi di striking è una delle cose più sottolineate dagli osservatori (non solo italiani). Lucido, morbido, il suo modo di colpire è totalmente diverso dai suoi inizi, ed è merito del lavoro svolto alla Kings MMA, dei suoi compagni d’allenamento e del coach Rafael Cordeiro, che in questi giorni è salito alla ribalta perché sta aiutando Mike Tyson a tornare al meglio della forma.
Vettori e Roberson continuano ad incrociare jab, ma il primo riesce ad evitare colpi e a prendere il tempo grazie ai suoi “parry” con la mano arretrata (deviando i colpi, cioè, anziché schivare con movimenti di testa e busto). Roberson inizia a mettere in mostra i suoi rapidi e pesanti high kick: un calcio mancino cerca di arrivare alla testa di Marvin, che capisce tutto e ancora una volta para. Da fermo, Roberson tenta prima un diretto, poi un calcio quasi ad ascia, che tenta di spezzare la guardia del nostro; ma Vettori stavolta lo elude.
Il gancio destro successivo invece va a segno, e Roberson si illude di poter far proseguire la combinazione: a questo punto Marvin cerca il clintch e lo porta a parete: comincia qui la seconda parte dell’incontro, quella dove Marvin Vettori è uno squalo nell’oceano. La fase in grappling.
All’inizio la situazione è concitata: mentre Vettori afferra una gamba per tentare un single-leg takedown, Roberson lega lateralmente (mette quella che in gergo si chiama “seatbelt”, cintura di sicurezza) e lo trascina al suolo, prendendo momentaneamente la schiena. Roberson sembra volergli prendere il collo, ma Vettori è rapidissimo a girarsi e non gli dà neanche il tempo al suo avversario di trarre vantaggio dalla posizione: tecnicamente è perfetto, esce lateralmente con il sedere alla sinistra di Roberson, che gli rimane aggrappato solo con le braccia, impossibilitato a mettere i ganci con le gambe; poi Vettori si gira, torna sulla single-leg e questa volta concretizza.
Una volta a terra, Vettori è sicuro nella guardia di Roberson, l’americano è pigro con le gambe e lui ne approfitta assicurandosi la half-mount (una posizione ancora più dominante). Stretto quasi a parete e con un polso sotto controllo dell’avversario, Roberson rimane per qualche istante a pensare cosa fare, ma Vettori non gli lascia il tempo di ragionare: col suo ground and pound che, va detto, non è devastante quanto piuttosto asfissiante, continuo, intenso, lavora per migliorare la sua posizione, senza dare modo di reagire al suo avversario.
Quando mancano poco più di due minuti, Vettori sfrutta un’apertura e tenta la tecnica che è un po’ il suo marchio di fabbrica: la “guillotine choke”. Roberson ribalta la posizione e riesce a liberarsi dalla morsa dell’italiano, ma Vettori non ha intenzione di mollarlo e torna a bloccarlo a terra in sprawl (allungando le gambe all’indietro e schiacciandolo verso il tappeto). Lo scramble successivo è favorevole all’italiano, che gira lateralmente, ma Roberson non si dà per vinto e tenta l’attacco. Vettori però è ancora lesto, gli riprende la testa e tenta nuovamente la ghigliottina.
Roberson a quel punto ha un mezzo colpo di genio, riesce a sollevarsi e spinge con entrambi i piedi sulla gabbia per far perdere la presa a Vettori, che però pur arrivando al suolo, riesce a mantenere le braccia strette intorno al suo collo. Il livello nella lotta di Vettori è troppo superiore e il suo serbatoio energetico - a un minuto circa dalla fine del primo round - è ancora pieno: subito dopo quell’invenzione di Roberson si rimette al lavoro per riportarlo a terra e passa dal single-leg al double, ottenendo poi di la mezza monta.
Da qui, inizia a colpire in ground and pound. Controlla la schiena di Roberson e lo schiaccia a parete in posizione semi-laterale, affonda i colpi, mette i ganci con i piedi e gli prende la schiena, premendolo con tutto il proprio peso a terra e mettendo le basi per una rear-naked choke molto stretta.
Roberson prova girare ma non gli resta altro da fare se non arrendersi, la sottomissione è tecnicamente perfetta.
L’urlo liberatorio di Vettori è emblematico della rabbia accumulata nei mesi precedenti. Finalmente ha trasformato le sue parole in un incontro predatorio, non solo in controllo ma che fin da subito mirava a finalizzare l’avversario alla prima occasione. Il suo livello è cresciuto a dismisura, la sua fisicità è complementare al suo stile e le sue energie paiono essersi moltiplicate. Lo striking macchinoso ed incerto dei primi tempi ha lasciato spazio ad una guardia quasi impregnabile e alla scelta sicura dei colpi giusti, a dei movimenti studiati e precisi, al calcolo millimetrico di ogni singolo movimento.
Oggi Marvin Vettori è un fighter completo e pericoloso per chiunque e la certificazione è arrivata in un match che ha anche aiutato a promuovere mediaticamente. Per quanto non possa piacere ad alcuni, il suo stile aggressivo anche fuori dalla gabbia ha portato dei frutti.
La sua evoluzione è sotto gli occhi di tutti e persino Dana White, giusto la scorsa settimana, aveva espresso apprezzamenti, certificati oggi dal bonus Performance of the Night, con tanto di assegno da 50mila dollari che per un fighter che ha combattuto poco negli ultimi tempi (e che si mantiene negli Usa da anni) è una bella manna.
Questa è la prima vittoria di un italiano in un co-main event in UFC. Non sappiamo se le porte della top 10 adesso si sono finalmente aperte per Vettori, la cosa sicura è che il suo sogno continua.