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La vittoria convincente che mancava al Milan
18 feb 2019
La squadra di Gattuso ha sofferto nel primo tempo ma poi ha vinto una partita brillante.
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7 min
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Foto Spada/LaPresse
(copertina) Foto Spada/LaPresse
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Al campionato del Milan mancava ancora una vittoria come quella a Bergamo con l’Atalanta, su uno dei campi più difficili della Serie A, cioè, e contro una squadra in un gran momento di forma, che in campionato aveva una striscia aperta di sei partite senza sconfitte e in Coppa Italia aveva eliminato la Juventus battendola 3-0. Anche se al momento la squadra di Gattuso occupa il quarto posto, l’obiettivo stabilito a inizio anno, finora il suo campionato ha dato messaggi contraddittori: il Milan ha perso poco, ma ha anche pareggiato molto, soffrendo sempre le partite contro le squadre di alto livello. Prima del 3-1 sull’Atalanta, l’unica vittoria contro le prime sette in classifica era arrivata a fine agosto contro la Roma.

Anche le prestazioni non sono state costanti: nella prima parte del campionato il Milan subiva sempre gol, a dicembre aveva invece attraversato un periodo in cui non riusciva più a segnare. Nelle ultime settimane ha però trovato una buona solidità difensiva, mantenendo la porta imbattuta in sei delle ultime dieci partite, e con l’inizio del nuovo anno sembra anche segnare con maggiore facilità: dopo i tre gol al Cagliari, il Milan ne ha segnati altrettanti all’Atalanta. Era da inizio ottobre che non realizzava almeno tre gol in due partite consecutive.

È probabile che il ritorno al 4-3-3 abbia dato qualche certezza in più, ristabilendo meccanismi che la squadra conosce meglio, ma è difficile non collegare questa crescita al momento di forma di alcuni giocatori. A migliorare il rendimento difensivo hanno contribuito soprattutto le parate di Donnarumma e la protezione degli spazi davanti alla difesa garantita da Bakayoko. A Bergamo sono però entrambi sembrati al di sotto dei loro standard recenti: Donnarumma è stato poco reattivo sul tiro di Freuler che ha portato in vantaggio l’Atalanta, Bakayoko è parso invece meno dominante del solito contro una delle squadre più intense e fisiche del campionato. Ha perso 3 contrasti sui 4 tentati e non è stato sempre pulito nella distribuzione della palla sotto pressione. Nonostante ciò ha completato 4 dribbling (il dato più alto tra i rossoneri) e ha recuperato 12 palloni, il secondo migliore della squadra. Il suo contributo è stato insomma determinante anche in una serata in cui ha dato meno nell’occhio.

Piatek si fa bastare qualsiasi pallone

L’Atalanta ha il secondo miglior attacco del campionato dopo quello della Juve ed era quindi un ottimo banco di prova per la tenuta difensiva del Milan, che alla fine ha concesso solo due chiare occasioni: il gol di Freuler e un tiro di Kulusevski da centro area all’80’ con Bakayoko fuori dal campo dopo aver subito un colpo in faccia. Con 1,4 xG, oltre la metà dei quali (0,79) prodotti appunto dai due tiri di Freuler e Kulusevski, l’Atalanta è rimasta al di sotto della sua media stagionale.

L’influenza di Ilicic, che con 4 tiri è stato il giocatore che ha cercato di più la porta, si nota anche dall’accumulo di conclusioni sul centro-destra.

A dare brillantezza all’attacco del Milan ci ha pensato invece Piatek. A Bergamo la squadra di Gattuso ha segnato 3 gol tirando in tutto 7 volte, l’attaccante polacco ha segnato una doppietta con 3 tiri e con 0,61 xG prodotti ha concentrato su di sé quasi tutta la produzione complessiva, ferma ad appena 0,8 xG. Insomma, la manovra del Milan continua ad avere problemi a portare la palla negli ultimi metri e a creare occasioni pulite, ma ora può contare su un attaccante che sa farsi bastare quel poco che gli arriva, anche se si tratta soltanto di un cross dalla trequarti ricevuto con le spalle alla porta e un difensore in marcatura. Il tiro al volo di sinistro con cui Piatek ha segnato l’1-1 pochi secondi prima dell’intervallo ha cambiato la partita proprio nel momento di maggiore sicurezza dell’Atalanta, che forse sperava di poter giocare in maniera più controllata nel secondo tempo e di avere maggiori spazi se il Milan fosse stato costretto a spingersi in avanti.

L’impatto avuto da Piatek è evidente e ha alzato la pericolosità dei rossoneri nascondendo in parte i problemi di una manovra che ancora fatica a produrre occasioni, ma a creare i presupposti per la vittoria sull’Atalanta è stato soprattutto Paquetá. L’influenza del centrocampista brasiliano sul gioco del Milan è stata più sottile e meno quantificabile con i numeri. Paquetá a Bergamo non ha mai tirato, non ha creato neanche un’occasione e ha perso ben 18 palloni, il dato peggiore dopo Calabria. Con il suo talento per la protezione della palla è stato però un riferimento nella fase più delicata per la manovra, l’uscita dalla difesa. Paquetà era l’unico centrocampista in grado di dare continuità al possesso anche in situazioni complesse, assorbiva la pressione e poi restituiva la palla in modo pulito facendo avanzare l’azione.

Dopo il gol di Freuler il Milan ha passato diversi minuti in cui sembrava davvero in difficoltà a portare la palla nella metà campo dell’Atalanta ed è stato proprio Paquetá a sbloccare la situazione con un appoggio corto a chiudere uno scambio con Rodríguez, che rischiava di essere anticipato da de Roon o da Gómez. Aver dosato quel passaggio ha dato continuità all’azione e ha permesso a Rodríguez di controllare la palla in mezzo a tre avversari prima di scaricare all’indietro di nuovo a Paquetá, libero di pensare la mossa successiva. La palla a quel punto è arrivata a Bakayoko e poi è stata girata a sinistra ancora a Rodríguez, mentre Paquetá si è spostato verso il centro attirando de Roon. Il terzino svizzero ha così avuto lo spazio per avanzare e far partire il cross girato in porta con una magia da Piatek.

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Il contributo sottile di Paquetá

Con un passaggio all’apparenza banale, Paquetá ha fatto uscire palla in modo pulito dalla difesa e ha aiutato a portarla nella metà campo dell’Atalanta, creando i presupposti per il primo gol di Piatek. Il suo contributo non si è espresso attraverso un gol o un assist, ma con questo tipo di giocate che permettevano alla squadra di conservare il possesso e creavano spazi per i compagni. Dando un appoggio sicuro in uscita dalla difesa, alzandosi per palleggiare con Suso e Calhanoglu e lasciando quindi Kessié più libero di muoversi senza palla e di inserirsi in area, Paquetá ha svolto compiti essenziali con una qualità forse unica nella rosa del Milan, dimostrando una maturità non così comune per un ragazzo di appena 21 anni alla prima esperienza in Europa.

L’ex Flamengo è entrato in maniera indiretta anche negli altri due gol segnati dal Milan, con due giocate decisive per far avanzare l’azione. La prima è una gestione della palla molto tecnica resistendo prima alla spallata di Freuler e poi al raddoppio di Castagne: Paquetá li attira entrambi, scarica a Calabria e crea lo spazio alle spalle di Palomino in cui può inserirsi Kessié, che avanza e guadagna il fallo laterale che innesca il gol di Calhanoglu. La seconda è un lancio dalla fascia sinistra sullo scatto di Calhanoglu, che dopo aver controllato la palla conquista il calcio d'angolo che indirizzerà sulla testa di Piatek. Dopo quasi un anno dal gol di Bonucci alla Juventus, il Milan è tornato a segnare sugli sviluppi di un corner.

Paquetá ha appena assorbito la spallata di Freuler e si è spostato il pallone con la suola del piede sinistro, attira anche Castagne e poi passa indietro a Calabria, che può giocare in avanti su Kessié.

Buoni segnali per il futuro

Dopo aver giocato contro il Napoli, la Roma e l’Atalanta, la squadra di Gattuso è rimasta imbattuta e ha conservato il quarto posto, mettendo un margine di quattro punti non solo sull’Atalanta ma anche sulla Lazio, sconfitta dal Genoa. I rossoneri sembrano aver trovato solidità in fase difensiva e hanno aggiunto due giocatori abili a coprire i difetti di una manovra non sempre brillante, che ultimamente sembra aver rinunciato a un po’ di palleggio nella risalita del campo.

La continuità con cui Piatek che sta riuscendo a trasformare i pochi palloni giocabili legittima forse la squadra a cercare presto il suo centravanti, Paquetá sa invece facilitare la manovra dandole continuità anche in situazioni complesse e creando spazi per farla avanzare, aspetti decisivi per dare ordine alla risalita del campo e collegare i due creatori principali, Suso e Calhanoglu. Quest’ultimo in particolare sembra migliorato anche grazie alla vicinanza dell’ex Flamengo e contro l’Atalanta ha trovato il primo gol in campionato, oltre ad aver dato l’assist del 3-1 a Piatek su calcio d’angolo.

Anche se non hanno risolto le contraddizioni mostrate nella prima parte della stagione, le ultime settimane hanno detto che il Milan, grazie al momento di forma di alcuni suoi giocatori e ai due nuovi acquisti di gennaio, è una squadra più solida e in fiducia.

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