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Thiago Motta usa male Vlahovic?
18 nov 2024
Lo ha suggerito lo stesso attaccante in una recente intervista?
(articolo)
10 min
(copertina)
Foto di IMAGO / Steinsiek.ch
(copertina) Foto di IMAGO / Steinsiek.ch
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Negli ultimi giorni sui media italiani si è parlato molto delle dichiarazioni rilasciate da Dusan Vlahovic al termine del match di Nations League giocato con la Svizzera. Spesso i giornalisti forzano un po’ la mano per cercare di costruire casi e ingigantire dichiarazioni tendenzialmente molto piatte, ma questa volta le parole di Vlahovic sono state talmente dirette e inequivocabili che difficilmente sarebbero potute passare inosservate. Il serbo è stato forse un po’ sfortunato, con l’intervista che gli è stata fatta in italiano e direttamente in video, senza possibilità di scaricare responsabilità su un virgolettato mal riportato o su un errore di traduzione.

Ai complimenti dell’intervistatore, che sottolineava a Vlahovic come lo avesse visto «molto più presente e molto più servito» - presumibilmente rispetto al club - e attribuendo il merito alla presenza di un altro attaccante accanto a lui, Vlahovic ha risposto prontamente con un discorso articolato ma talmente lineare e senza pause da sembrare quasi già pronto nella sua mente da tempo.

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Il centravanti della Juventus ha toccato diversi punti, ma i principali sono tre:

  • giocare con accanto un attaccante forte nei duelli aerei e nelle sponde come Mitrovic rende le cose “più facili”,
  • l’allenatore della Serbia non gli richiede tanti compiti difensivi, perchè con la sua struttura gli è impossibile correre tanto,
  • lavorare meno difensivamente gli permette di essere più fresco in fase di finalizzazione.

Insomma, in generale Vlahovic è sembrato intendere che il CT Stojković lo metta in condizioni migliori rispetto a quanto fatto finora da Thiago Motta. La critica verso l’allenatore della Juventus è sembrata fin troppo esplicita e diretta, tanto da scatenare parecchie reazioni anche sui social: se provate a cercare la parola “Vlahovic” su X, troverete tantissimi video con montaggi degli errori sotto porta più tragici dell’attaccante serbo. I più creativi sono arrivati ad aggiungere in sottofondo l’audio dell’intervista rilascita alla TV svizzera, e sono fioccati anche tantissimi meme su quello che potrebbe essere Vlahovic liberato dai compiti difensivi della Juventus di Motta.

Insomma, quello che è passato è che Vlahovic abbia tentato di giustificare alcuni sui errori in fase realizzativa addossando la colpa sulle scelte di Thiago Motta, nonostante ad inizio stagione si fosse detto più a suo agio con lo stile del nuovo allenatore rispetto a quello di Allegri. Difficile dire se quelle di Vlahovic siano state solamente dichiarazioni un po’ ingenue o se volesse effettivamente lanciare un qualche tipo di messaggio, ma a prescindere dalle percezioni del serbo, cosa dicono i numeri sulle sue prestazioni in nazionale rispetto a quelle con il club?

Per prima cosa è importante sottolineare che Vlahovic non è il centravanti titolare della Serbia, e quando non vengono schierati in coppia quel posto è di Mitrovic. Se si esclude la Nations League, nelle ultime 14 partite giocate dalla Serbia in competizioni ufficiali - Mondiale, qualificazioni e girone degli ultimi Europei - Vlahovic ha raccolto dieci presenze e un totale di 536 minuti, contro i 1173 di Mitrovic.

VLAHOVIC GIOCA MENO SPALLE ALLA PORTA NELLA SERBIA?
Partendo dalla prima parte dell’intervista, Vlahovic ha detto chiaramente che giocare con un altro attaccante rende le cose “più facili” e che la presenza di Mitrovic gli permette di sfruttare meglio le sue qualità. Non è andato troppo nello specifico, ma possiamo provare a immaginare cosa intendesse. In questo momento Vlahovic è un attaccante con un gap enorme tra il livello di quello che sa fare quando è rivolto fronte o spalle alla porta. Nelle sue parole sembra quasi esserci una presa di coscienza, con cui Vlahovic riconosce di avere limiti o comunque difficoltà nel giocare spalle alla porta, fare sponde e associarsi con i compagni e battagliare sui duelli aerei. Quello del gioco di spalle e in generale al di fuori dell’area di rigore di Vlahovic è stato un tema fin dal suo approdo alla Juventus, l’aspetto che si diceva dovesse migliorare di più per potersi dimostrare un centravanti d’élite - come è stato valutato economicamente - e che probabilmente nelle ultime stagioni non ha ancora fatto il salto sperato.

Anche le statistiche confermano che in questo senso la presenza di Mitrovic in Nazionale lo sgravi da alcuni compiti che evidentemente percepisce come difficoltosi. Quando giocano assieme è l’attaccante dell’Al-Hilal a fare maggiore lavoro di raccordo tra i due, venendo più spesso incontro, ingaggiando più duelli aerei e tentando un numero maggiore di passaggi, sia complessivamente che verso l’area avversaria. Vlahovic deve quindi fare un po’ meno lavoro sporco, concentrandosi di più su quello che gli riesce meglio: attaccare la linea avversaria e occupare l’area di rigore: sui 90 minuti Vlahovic tocca più palloni in area rispetto a Mitrovic - 9,06 contro 6,98 - e tira di più, 4,02 a 3,22.

Grafici Statsbomb.

Vlahovic si sente quindi facilitato dalla presenza di un secondo centravanti che lo liberi da alcuni compiti, ma dalle sue parole si può anche azzardare che intenda che Mitrovic con la sua gravity attiri su di sé parte delle attenzioni dei centrali avversari, liberando spazio per lui. Per quanto sia un’ipotesi sensata si tratta di qualcosa di difficile da misurare, se non indirettamente: confrontando i numeri sui 90 minuti giocati nelle ultime competizioni ufficiali per nazionali e quelli con la Juventus, Vlahovic ha effettivamente accumulato maggiori volumi di xG, tiri e tocchi in area con la Serbia. In questo caso bisogna essere cauti nel paragonare statistiche registrate con due squadre diverse e contro avversari di livello non omogeneo, ma se non altro i numeri non sono in aperta contraddizione con questa ipotesi.

VLAHOVIC DIFENDE MENO NELLA SERBIA?
Il secondo passaggio saliente dell’intervista rilasciata da Vlahovic è quello sui compiti difensivi richiesti dall’allenatore, con il serbo che ha utilizzato letteralmente il termine “obbligare”, anche potrebbe essersi trattato di una scelta linguistica non felicissima.

Dando uno sguardo alle statistiche difensive di Vlahovic nel suo complesso, e mettendole in relazione con quelle degli altri attaccanti dei principali campionati europei, può sembrare che il numero di azioni difensive del serbo sia molto basso, ma ci sono due metriche per cui i rank percentili spiccano: pressioni aggiustate per possesso e pressioni nella metà campo offensiva.

Grafici Statsbomb.


Si tratta di una dato un po’ difficile da interpretare, ma quello che ci possiamo leggere è che effettivamente Vlahovic, pur non compiendo tanti interventi difensivi in senso stretto - tackle, intercetti, falli - in questa stagione sia molto sollecitato nella fase di pressing della Juventus. Questo tipo di contributo è aumentato rispetto a quanto richiesto da Allegri fino alla scorsa stagione? Sì, notevolmente.

Grafici Statsbomb.

Per riassumere, nelle parole di Vlahovic sembra nascondersi una vera e propria lamentela per il maggior carico di lavoro in pressione e dispendio fisico richiestogli da Motta in questa stagione. I numeri sembrano tutto sommato confermare questa impressione, ma quello che ha acceso maggiormente il dibattito è la relazione che Vlahovic ha costruito tra questo e le sue performance realizzative, di fatto imputando a questo alcuni suoi errori.

Per dare un po’ di contesto, secondo le statistiche avanzate Vlahovic non è un attaccante inefficiente in termini assoluti, e pur senza mai overperformare in maniera consistente, nelle quattro stagioni di Serie A tra Fiorentina e Juventus ha sempre segnato più di quanto atteso dal modello degli expected goals di StatsBomb. In questa stagione sta invece segnando un po’ meno del previsto, con 3 non-penalty gol da 4,79 xG.

VLAHOVIC SBAGLIA TANTI GOL?
Perché allora è opinione così diffusa che Vlahovic sia un attaccante sciupone, tanto da riempire compilation video di suoi errori e apparentemente da spingere persino lui stesso a giustificarsi? Scavando un po’ più a fondo, le statistiche avanzate suggeriscono che sotto la superficie da modesto overperformer, ci sia dell’altro.

Isolando le big chances - tiri valutati almeno 0.25 xG - di Vlahovic in questa e nella scorsa stagione, il totale è di 22 tiri, 9.22 npxG complessivi, ma soltanto tre gol segnati.

Per dare qualche termine di paragone, nello stesso arco di tempo Lautaro Martinez ha avuto a disposizione 21 big chance, per un totale di 8.83 xG e dodici gol, mentre Osimhen nel 2023/24 ne ha accumulate 10, tradotte in 4.15 xG e sei gol.

Ho crudelmente scelto esempi agli antipodi rispetto a Vlahovic, ma nessuno degli attaccanti che hanno segnato e avuto più occasioni dell’ultimo anno e mezzo - Lookman, Retegui, Giroud, Lukaku - ha neanche lontanamente un tasso di conversione così basso per occasioni qualitativamente così pulite.

Più nello specifico Vlahovic in questo tipo di occasioni sembra avere proprio difficoltà a inquadrare la porta: delle 17 grandi occasioni della passata stagione soltanto cinque sono finite nello specchio, così come i due errori più macroscopici di questa prima parte di campionato.

Contro il Cagliari Vlahovic ha calciato a lato un’occasione che il modello di StatsBomb ha valutato 0.58 xG, con tutto lo specchio della porta a disposizione e Scuffet a terra e praticamente fuori causa, mentre contro il Parma ha alzato sopra la traversa un tiro da 0.52 xG su respinta corta di Suzuki. Volendo rigirare il punto di vista, se nel complesso Vlahovic riesce a chiudere ogni volta le sue stagioni addirittura un leggera overperformance rispetto ai propri xG, nonostante sbagli occasioni così pesanti, significa che è molto bravo a segnare con tiri difficili.

Insomma, dietro le parole di Vlahovic sembra nascondersi più di un messaggio al suo allenatore. Da una parte il serbo dice di trovarsi più a suo agio giocando con un’altra punta vicino, e in particolare una che gli sottragga alcune responsabilità con la palla, permettendogli di focalizzarsi sugli aspetti del gioco che sente più vicini alle sue caratteristiche. Il secondo aspetto evidenziato da Vlahovic è quello dell’impegno difensivo, probabilmente dal punto di vista delle pressioni e dell’applicazione senza palla.

In effetti Vlahovic in questa stagione ha visto aumentare in maniera sostanziale il suo coinvolgimento rispetto alla gestione Allegri, come catturato dalle statistiche, con un impegno superiore anche a quello richiesto in Nazionale. Il serbo ha collegato, quasi giustificandosi, questo maggiore impegno dal punto di vista fisico e atletico alla sua lucidità in finalizzazione: i dati dopo solo dodici partite di Serie A sono assolutamente parziali, ma in questa prima parte di stagione Vlahovic sta effettivamente segnando meno di quanto atteso dalle statistiche avanzate, in controtendenza con il suo storico. Che si tratti di una coincidenza o meno sembra insomma esserci una relazione tra i nuovi compiti difensivi richiesti da Motta e la precisione sotto porta di Vlahovic, ma scavando un po’ più in profondità, il problema sembra essere più profondo.

Vlahovic converte poco le sue grandi occasioni, e non solo da quest’anno. Le ragioni sembrano essere più mentali che atletiche.

Al di là dei numeri e delle statistiche, l’impressione che si ha guardando Vlahovic è che sia un giocatore che risente molto dell’emotività, e non solo dal punto di vista realizzativo. Non sembra neanche trattarsi di pressione della partita o livello dell’avversario: Vlahovic ha giocato ottime partite anche in Champions League, ma la sensazione è che l’attaccante delle Juventus subisca fin dai primissimi minuti l’esito delle sue stesse giocate, e che già dai primi palloni giocati si possa capire se la sua sarà una grande partita o una prestazione deludente.

Probabilmente queste dichiarazioni di Vlahovic non avranno nessuna ripercussione per lui al suo rientro a Torino, e finiranno bene presto dimenticate nel turbinio di eventi delle prossime partite, ma è comunque curioso che l’attaccante serbo abbia deciso di mandare un messaggio così diretto al proprio allenatore in questo momento della stagione.

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