Lo scorso febbraio Wu Lei ha esordito con la maglia dell’Espanyol, destando grande attenzione mediatica, almeno in Cina. Il motivo di tanto trambusto era dovuto al fatto che, dopo anni di tentativi a vuoto, un giocatore cinese fosse riuscito finalmente a ben figurare in uno dei cinque principali campionati europei. Un successo non solo per il prestigio nazionale del "Dragone" ma anche a livello di marketing per il piccolo club spagnolo, se pensiamo che per vedere il suo esordio ben 40 milioni di cinesi si sono sintonizzati sulla TV nazionale PPTV mentre 5000 maglie venivano vendute con il suo nome nel giro di due settimane.
A dire la verità, però, Wu Lei non è la prima stella cinese nel calcio europeo contemporaneo, né tanto meno quella più importante: nell’estate dello scorso anno, infatti, Wang Shuang, la giocatrice più di talento della squadra femminile del Wuhan, è stata acquistata dal Paris Saint Germain, accendendo l’entusiasmo dei tifosi e le speranze della Nazionale femminile cinese in vista dei Mondiali che si stanno disputando in questi giorni in Francia.
Luci e ombre del calcio cinese femminile
Il risultato raggiunto da Wang Shuang è per certi versi persino più clamoroso di quello di Wu Lei, per una serie di ragioni. Innanzitutto c’è da dire che nel calcio cinese sopravvivono grossi problemi di natura culturale che hanno a che fare con la stessa conformazione della società cinese e che sembrano favorire lo sviluppo degli sport individuali o quelli in cui prevale l’esecuzione del singolo gesto atletico, come i tuffi o la ginnastica, a scapito degli sport di squadra nei quali si richiede di lavorare in gruppo e leggere i cambiamenti del gioco.
Ma in realtà il discorso cambia molto quando passiamo dallo sport maschile a quello femminile. Se la Cina maschile latita al 74esimo posto nel ranking FIFA, con un futuro che appare piuttosto oscuro vista la regressione del sistema professionistico della Chinese Super League, le “Steel Roses” (cioè, letteralmente, le rose d’acciaio), come vengono chiamate le componenti della Nazionale femminile, occupano la 16esima posizione.
Il 2018 è stato un grande anno per la Cina femminile: arrivata terza alla Coppa d’Asia, ha perso solo in finale ai Giochi Asiatici a Jakarta, venendo sconfitta in entrambi i match dal Giappone vice campione del mondo. La Cina sta ben figurando anche ai Mondiali che si stanno tenendo in questi giorni in Francia. Le “Steel Roses” affrontano oggi gli ottavi di finale della Coppa del Mondo femminile contro l’Italia, dopo aver archiviato il terzo posto nel girone con 4 punti alle spalle di Germania e Spagna. La Cina ha centrato l’obiettivo grazie ad alcune spiccate individualità nella formazione come quella della fantasista Wang Shuang o dell’attaccante Shanshan e la solidità mentale della portiera Shimeng Peng.
E se oggi il confronto fra Cina ed Italia sembra alla vigilia tutto sommato equilibrato è solo perché la nazionale asiatica ha perso molto terreno negli ultimi anni. Fino allo scorso decennio, infatti, la stessa partita sarebbe stata considerata fortemente squilibrata a favore della selezione asiatica.
Negli anni ‘90 la Cina era la principale potenza asiatica del calcio femminile, avendo vinto 7 Coppe d’Asia consecutive tra il 1986 e il 1999, oltre ad aver sfiorato il titolo mondiale, perdendo la finale della Coppa del Mondo ad Atlanta, contro gli Stati Uniti, solo ai calci di rigore. La Cina ha iniziato a perdere terreno solo a metà degli anni 2000, soprattutto per via del ritiro dalle scene della leggendaria Sun Wen (106 gol in Nazionale): l’ultima Coppa d’Asia è stata vinta nel 2006, mentre nel 2011 è arrivata addirittura la clamorosa esclusione al Mondiale tedesco.
Oggi rimane quindi la consapevolezza che i fasti del passato siano solo un lontano ricordo e per questo motivo le “Steel Roses” si aggrappano proprio al talento di Wang Shuang, una delle giocatrici più brillanti dell’intero panorama asiatico, per tentare un’impresa che per la Cina avrebbe anche un’enorme rilevanza politica e sociale.
La carriera di Wang Shuang
In questo senso, paragonare Wang Shuang a Wu Lei solo per il fatto che sono i due principali giocatori cinesi in Europa sarebbe poco corretto e soprattutto ingiusto per la calciatrice classe 1995 nata a Wuhan. Se proprio dovessimo paragonarla ad un calciatore per impatto sul calcio europeo si potrebbe più che altro fare il nome di Son Hueng Min al Tottenham. Come il coreano, Shuang milita infatti in un top club europeo e nel 2018 agli Awards della AFC (la Confederazione Asiatica di calcio), è stata nominata miglior calciatrice del continente, titolo che in precedenza era stato conferito solo ad altre tre giocatrici cinesi (e che Son ha vinto per ben due volte).
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Wang Shuang è una trequartista dotata di una tecnica fuori dal comune tanto che i fan parigini l'hanno nominata senza troppa fantasia “Lady Messi”. Alta 1.69, fa delle rapidità la sua arma vincente, non solo da un punto di vista della corsa, ma sopratutto di esecuzione della giocata. Wang preferisce partire da una posizione centrale, giocando dietro le punte, facendo del primo controllo e della visione di gioco i suoi punti di forza. La creazione del gioco è l’aspetto dominante dello stile di Shuang, molto più della finalizzazione. Il suo score con la Nazionale parla infatti di 25 reti in 93 presenze, mentre alla sua prima stagione in Francia è andata a segno 7 volte in 18 partite di campionato.
In ogni caso, quello che più stupisce è la precocità della sua ascesa al calcio europeo. La carriera di Wang Shuang comincia in un training camp a Pechino a 12 anni, dopo aver iniziato a giocare a calcio da bambina insieme agli amici del fratello, come ha raccontato lei stessa a The Players’ Tribune. Shuang ricorda con dolore quel periodo, per le enorme pressioni esercitate su di lei dagli insegnanti e dagli allenatori, secondo cui non era sufficientemente intelligente tatticamente per giocare a calcio.
Una pressione che le ha fatto vivere gli esordi tra mille difficoltà a partire dalla sua prima partita con la Nazionale maggiore, avvenuta a soli 17 anni, in una partita di un torneo amichevole contro il Canada vissuta tra ansia e imbarazzo. Il CT cinese fece entrare Wang Shuang a mezz'ora dalla fine togliendola nuovamente dal campo appena venti minuti.
Nonostante un inizio che non faceva promettere nulla di buono, Shuang è però diventata presto uno dei talenti più brillanti del calcio cinese e nel 2013 si è trasferita in Corea del Sud al Daejon Sportstoto. Nel biennio in Corea le sue prestazioni hanno attratto l'interesse di alcune squadre inglesi, ma la federazione cinese ha voluto che Wang tornasse in Cina in modo focalizzarsi sulla Nazionale. Ed è per questo che ha accettato il trasferimento al Dalian Quanjian, dove ha vinto il titolo da protagonista nel 2016 e nel 2017.
Completando il percorso di crescita in patria, Shuang ha sublimato il suo ruolo di icona nazionale, diventando la grande speranza della Nazionale cinese. Nel giugno del 2016, il giornalista Jonathan White sul South China Morning Post, ad esempio, evidenziava come Yuning Zhang e Wang Shuang fossero le speranze del futuro del calcio cinese maschile e femminile. Ma se all'epoca Zhang (19 anni) aveva esordito con una doppietta nella Nazionale di Lippi, Wang Shuang vantava già 40 presenze e una partecipazione ad una Coppa del Mondo, quella in Canada nel 2015. Proprio nel dicembre del 2015 Wang Shuang con un suo gol permise alla Cina di battere in amichevole gli Stati Uniti, interrompendo così l'imbattibilità interna della nazionale a stelle e strisce che durava da 11 anni e 104 partite.
Ma è stato il 2018 l’anno decisivo, sia per Shuang che per le “Steel Roses”. Mentre la Cina arrivava fino alle semifinali della Coppa d’Asia, dove venne battuta dal Giappone per 3-1, e fino in finale agli Asian Games, Shuang si accordava senza alcun preavviso con il PSG per il trasferimento in Europa. Un affare lampo, concretizzatosi nella città di Shenzhen, dove la rappresentativa maschile del PSG disputava la Supercoppa francese, vinta per 4-0 contro il Monaco.
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L’affermazione in Francia
Con la maglia del PSG, Wang Shuang ha fatto il suo debutto da titolare lo scorso 9 settembre nel derby contro il Paris FC mettendo subito in chiaro la sua statura tecnica e ribadendo il suo ruolo all’interno della sua nuova squadra. Al 30esimo del primo tempo ha segnato infatti il suo primo gol in Europa con un tiro dai 25 metri, procurandosi successivamente anche un calcio di rigore. Una prestazione che ha subito messo Wang Shuang sotto i riflettori come uno dei principali talenti del movimento calcistico asiatico.
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Altro evento che ha generato un forte impatto mediatico è stata la rete di Wang Shuang nella Champions League femminile negli ottavi di finale della manifestazione lo scorso 31 ottobre, lo 0-2 nella partita d'andata agli svedesi del Linkoping. Un evento storico - dato che rappresenta il primo gol in assoluto, quindi anche per quanto riguarda il calcio maschile, ad essere stato segnato da un giocatore cinese in Champions League – ma anche l’unico per Wang Shuang in Champions League, dove il PSG si fermerà al turno successivo dopo la doppia sfida con il Chelsea.
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Il PSG non è riuscito nemmeno a vincere il campionato francese, arrivando a soli quattro punti da un Lione che vince ininterrottamente il titolo dalla stagione 2006\07, ma è stata comunque una stagione dall’incredibile impatto per Wang Shuang, che ha concluso l’anno con 7 gol e 8 assist.
Nessuno si aspettava che potesse giocare un ruolo così importante fin da subito, soprattutto per i problemi d’ambientamento che i giocatori e le giocatrici cinesi devono affrontare in Europa. Wang Shuang ne ha parlato su The Players Tribune, descrivendo la diversità dello spogliatoio che, mentre in Cina era vissuto come un ambiente quasi familiare a Parigi veniva concepito più come un vero e proprio lavoro, dove si timbra il cartellino e se ne torna a casa in solitudine.
In questo senso, la confessione di Wang Shuang sembra stridere fortemente con l’immagine che viene restituita dallo stesso PSG, che ha realizzato un breve documentario per il mercato cinese sull’esperienza della calciatrice nella capitale, che visita i luoghi più iconici oltre a vederla in bar e ristoranti a cimentarsi con il cibo locale, come se fosse completamente a suo agio in questo nuovo ambiente, che in realtà per lei è ancora alieno.
Wang Shuang infatti ha sempre sentito la lontananza di casa, da quando a 12 anni viveva a migliaia di chilometri di distanza da casa. Poco prima del Mondiale infatti, si è parlato di un suo eventuale ritorno in Cina: alcune fonti affermano che la stessa calciatrice stia cercando di ritrattare i termini del contratto, altri che la Federcalcio cinese la vorrebbe in patria in vista delle Olimpiadi di Tokyo della prossima estate.
L’orizzonte del Mondiale
La Nazionale cinese, comunque, spera che l’affermazione di Shuang possa riflettersi positivamente anche sulle sue prestazioni al Mondiale francese.
Le “Steel Roses” sembrano puntare più che altro sulla solidità difensiva, e questo di certo non aiuta Shuang che, relegata sull’esterno destro, è costretta ad un lavoro di ripiegamento che ne pregiudica la lucidità sulla trequarti. Il CT della Cina, Jia Xiuquan, ha puntato su un calcio semplice e diretto, ed il rapporto con Wang Shuang non sembra essere esattamente dei migliori, nonostante la calciatrice ne abbia sempre parlato bene come è possibile leggere in un’intervista a Cgtn, dove Wang dichiara che Jia ha ridato speranza e serenità all’ambiente dopo le prestazioni continentali del 2018.
Wang Shuang è partita dalla panchina nel match inaugurale del Mondiale perso per 1-0 contro la Germania. Le "Steel Roses" hanno optato per una partita estremamente conservativa, con lo scopo di spezzare le sortite offensive avversarie e ripartire in contropiede, strategia che ha funzionato nel primo tempo - con l’attaccante Li Ying che ha colpito pure un palo - per poi infrangersi nella ripresa.
Wang Shuang è entrata a inizio secondo tempo senza incidere sulla partita, perdendo molti palloni nel tentativo di risolvere la partita attraverso giocate individuali. E il giorno successivo alla partita l’allenatore Jia non le ha risparmiato una frecciatina, sostenendo di aver bisogno di una squadra per raggiungere i propri obiettivi e non di stelle.
Come da pronostico la Cina ha conquistato i tre punti contro il Sudafrica vincendo per 1-0, con Wang Shuang in campo dal primo minuto, sempre sacrificata larga sulla destra. La vittoria ha proiettato la Cina in una situazione alquanto scomoda: che fare nell’ultima gara contro la Spagna? Provare a vincere con il rischio concreto di giocare gli ottavi di finale contro gli USA campioni del mondo in carica, oppure accontentarsi di pareggiare e passare come terze al fine di ottenere un ottavo di finale più benevolo?
La risposta a questa domanda ha prodotto una delle peggiori partite della Cina degli ultimi anni, uno 0-0 in cui la Nazionale asiatica non ha praticamente mai provato a giocare a calcio. 24 tiri a 1 per le spagnole con la portiera Shimeng Peng che ha realizzato 9 parate, 6 delle quali dentro l’area di rigore. L’unico calcio verso la porta avversaria da parte della formazione cinese è stato realizzato proprio da Wang Shuang, con un tentativo fra il tiro e il cross nel secondo tempo che si è spento banalmente sul fondo.
Cina e Italia arrivano dunque a questo ottavo di finale con prospettive opposte: se le "Azzurre" hanno generato entusiasmo durante la fase a gironi con l’inaspettata vittoria contro l’Australia e i 5 gol rifilati alla Giamaica, la Cina invece ha passato il turno con molte difficoltà giocando un calcio prettamente speculativo. Per questa ragione, sembrano poco realistiche le dichiarazioni di Jia Xiaoquan secondo cui l'obiettivo sarebbe quello di vincere la manifestazione in Francia. In realtà, alla Cina basterebbe non sfigurare, ridando fiducia ad un movimento che spera di poter rinascere nei prossimi anni sull’onda delle riforme recentemente adottate dalla federazione che costringeranno ogni club professionistico della Chinese Super League ad istituire una propria rappresentativa femminile.
In ogni caso, la Cina per il futuro potrà ancora sperare nel talento di Wang Shuang, non solo la stella della Nazionale ma anche la principale bandiera cinese piantata nell’Europa calcistica, un’icona che potrà ispirare le future generazioni di giocatrici del "Dragone".
Per Shuang, che è emersa nonostante l’insicurezza generata dalle pressioni di allenatori e compagni, significherà ulteriori responsabilità, come quella di caricarsi sulle spalle le aspettative di un'intera nazione, che guarda con speranza a una delle giocatrici più importanti del calcio femminile in Asia. Visto il suo passato, sembra che Shuang abbia le spalle sufficientemente larghe.