Questo articolo è uscito originariamente in inglese per il blog di Wyscout. Lo trovate a questo link.
Zinho Vanheusden è arrivato al’Inter quando aveva 16 anni e con la Primavera nerazzurra, nella stagione 2016/17, ha vinto Coppa Italia e campionato, segnando un gol di testa nella finale con la Fiorentina. Proprio quando era prossimo all’esordio in prima squadra, però, si è rotto i legamenti crociati e l’Inter ha deciso di prestarlo allo Standard Liegi – suo club di provenienza – per poi venderglielo un anno dopo per 12,5 milioni. Adesso si dice che tra Standard e Inter ci sia un accordo per far tornare il giocatore in Italia per circa 20 milioni, anche se su di lui c’è l’interesse anche di altre squadre (il campionato belga è sospeso per via del Covid-19 e l’ultima notizia giunta in Italia parlava di un “licenziamento” dello Standard Liegi, dovuto al rifiuto del giocatore di un taglio al proprio stipendio, ma a giudicare dalla sua attività social sembrerebbe che si stia allenando regolarmente).
Negli ultimi due anni, nonostante un secondo infortunio al menisco dello stesso ginocchio sinistro (nel maggio 2019), ha giocato quasi 60 partite e a 21 anni si può considerare a tutti gli effetti un giocatore maturo. Sempre schierato in una difesa a 4, la maggior parte delle volte a destra, Zinho (in onore del calciatore brasiliano Campioni del Mondo nel 1994) ha evidenti qualità ed altrettanto evidenti difetti. Cominciamo col dire che non ha una grandissima mobilità o esplosività, forse anche per via degli infortuni al ginocchio, copre molto campo grazie al passo lungo – è alto quasi un metro e novanta – ma preferisce temporeggiare nei duelli in campo aperto, forse per non essere saltato da giocatori più rapidi e veloci, anche a costo di portarsi l’avversario nei pressi dell’area di rigore. Questa passività, legata alla difficoltà nell’affrontare duelli su un campo lungo, è il più grande ostacolo a un possibile adattamento a una difesa a 3 come quella di Antonio Conte, che spesso chiede ai suoi giocatori di difendere con quasi una metà campo intera alle spalle.
In questo esempio, Vanheusden porta l’avversario fino al limite della propria area, mantenendo una distanza tale che permette a quello di spostarsi la palla sul destro e calciare, mentre lui ancora sta tornando in equilibrio dopo il cambio di direzione.
Detto questo, va comunque lodata l’intelligenza tattica di Vandheusden, che spesso riesce ad evitare sia il duello in campo aperto che il tiro all’avversario. È uno di quei difensori tecnici che non perde mai di vista la palla, anziché usare le maniere forti in zone delicate del campo, in area di rigore, cioè, preferisce trasformarsi in un portiere aggiunto, murando le conclusioni con il corpo, anche in scivolata. Ma la sua tecnica difensiva si esalta maggiormente negli anticipi: è aggressivo e duro il giusto, riesce a spostare molti avversari grazie alla stazza ma con il piede arriva spesso per primo sul pallone, anche quando la palla sembra sotto controllo dell’attaccante. E questa qualità è quella più direttamente e facilmente adattabile a una difesa a 3 alta e aggressiva.
Qui Vanheusden legge la situazione come fosse un attaccante e riesce ad anticipare il diretto all’avversario con una pulizia da fuoriclasse.
Quasi non servirebbe aggiungerlo, dato che la scuola di centrali di difesa belga che va da Kompany a Alderweireld è una garanzia (e Zinho ha fatto tutte le nazionali giovanili, dall’Under 15 all’Under 21), ma in fase di impostazione Vanheusden mostra un’ottima confidenza. Niente di trascendentale, sia chiaro, ma sa alternare un gioco più conservativo, passandola al terzino o al portiere quando è sotto pressione, a passaggi maggiormente ambiziosi in avanti.
Quest’ultimo aspetto, con allenatori come Conte che fa dell’uscita bassa un utilizzo insistito ed elaborato, studiando smarcamenti e movimenti di centrocampisti e attaccanti proprio per mettere in condizione i difensori di cominciare l’azione in modo pulito, può solo che migliorare. Certo il salto dal campionato belga sarà grande, ovunque vada, ma se il ginocchio reggerà e Vanheusden potrà giocare con una certa continuità i margini di crescita, atletici e tecnici, sembrano molti, pur partendo da un’ottima base per un difensore centrale così giovane.