Pubblichiamo un estratto del libro La storia del calcio in 50 ritratti, scritto da Paolo Condò e con le illustrazioni di Massimiliano Aurelio, uscito per la casa editrice Centauria. L'estratto è un piccolo ritratto di Zvonimir Boban, incontrato da Condò nel 1999 a Zagabria.
8 ottobre 1968 (Imotski, Croazia)
Nella primavera del 1999 la federazione pensò di omaggiare Paolo Maldini, che doveva giocare la sua centesima partita in Nazionale, con un’amichevole in casa del suo caro amico Zvonimir Boban, capitano della Croazia.
La gara venne organizzata a Zagabria, e come sempre succede in certe situazioni un gruppo di giornalisti italiani titolari di un buon rapporto con Boban gli chiese consiglio per un ristorante. Al momento del caffè – saranno state le 11 di sera – Zvone entrò nel locale e, dopo il rituale di baci e abbracci, ci condusse in un meraviglioso giro turistico notturno della sua città. La partita era un’amichevole e Boban il ras assoluto dello sport croato: ugualmente faceva un certo effetto che occupasse così la notte della vigilia.
Dopo dieci minuti, però, eravamo tutti rapiti dalle sue spiegazioni, degne senza esagerare di un professore di storia: passeggiando tra chiese e palazzi per arrivare fino alla cattedrale, ogni edificio recava il racconto della vita di un santo o delle avventure di un manigoldo. Ci ritirammo alle 2 innamorati di Zagabria, e chi c’era quella notte ha conservato l’antica passione. Ricordo di aver pensato che quella splendida mezzala di regia, ormai a fine carriera dopo aver accompagnato il Milan alla sua Champions più bella – il 4-0 al Barcellona del ’94 – e la Croazia al formidabile terzo posto mondiale del ’98 in Francia, avesse tutto per diventare il presidente della Croazia.
Nel suo cursus honorum, infatti, c’è anche la scazzottata col poliziotto federale allo stadio Maksimir, nel 1990, in difesa dei tifosi della sua Dinamo Zagabria contro quelli della Stella Rossa Belgrado, episodio da molti citato come casus belli delle guerre balcaniche (e dell’indipendenza croata). Concettualmente non ho sbagliato, se non di ambito: Boban è stato un ottimo vicepresidente della Fifa, e ora promette di portare la sua qualità nella gestione del Milan, il club che gli è rimasto più caro. Perché il segno di Zorro è la fedeltà allo spirito del gioco sopra ogni altra considerazione.