
Qualche anno fa avevo provato a scegliere il peggior rigore mai calciato, ora sono qui a fare l’esatto contrario: qual è il miglior rigore mai calciato?
Il concetto di bellezza in un calcio di rigore è piuttosto difficile da definire. Un rigore è un rigore, e tutto quello che ci importa è che venga segnato. Possiamo certo definire una scala di valore: un rigore segnato in finale dei Mondiali è più importante di uno segnato in una balneare partita di fine stagione tra due squadre che non hanno nulla da chiedere. Ma tra importanza e bellezza c’è un collegamento più emotivo che estetico. Tutti ricordiamo il rigore di Grosso con gioia, a nessuno importa come è stato calciato (bene, comunque). Insomma, non un’operazione facile, anche perché - più o meno - non è che esistano tantissimi modi per calciare un rigore: o tiri a destra o tiri a sinistra o tiri al centro; o tiri forte o la piazzi; o guardi il portiere o non lo guardi. Proprio per questo, i rigori segnati che riescono a uscire da questo stretto imbuto di possibilità sono i primi che mi viene da considerare. Partiamo da questo di Aritz Aduriz contro il Valladolid:
Il centravanti basco porta la genialità, anzi meglio, porta l’inganno all’interno di un processo estremamente lineare. Vende al portiere l’idea che sta per prendere la rincorsa e invece poi calcia all’improvviso, da fermo. Gli basta aprire il piattone, il gol l’ha già fatto con la mimica. Aduriz non segna un bel rigore, ma organizza un bell’inganno: come aggiusta il pallone sul dischetto, la nonchalance che usa nel mettere il piede d’appoggio al suo posto come per contare i passi, come guarda l’arbitro. Tutto sembra propedeutico a una classica rincorsa, e invece no. Come si dice: Il più grande inganno di Aduriz è stato quello di far credere ai portieri che lui prendesse rincorse.
Quello della rincorsa è un possibile tema per scegliere il miglior rigore mai calciato, ma forse non abbastanza solido. Di solito una rincorsa fuori dal canone finisce solo per essere ridicola, come Zaza contro la Germania per fare l’esempio più immediato. Uno dei pochi ad aver avuto una rincorsa atipica e bella è Diego Perotti. Perotti è stato un rigorista cool, uno che se ti immaginavi i suoi rigori mentre fumava una sigaretta erano uguali, e per quanto il fumo sia una terribile abitudine, l’estetica occidentale ci ha abituati a considerare questa una cosa estremamente cool.
Le rincorse dei rigori di Perotti sono più o meno tutte simili (e questo è un male, rispetto ad esempio al rigore di Aduriz, mai più riprovato: l’unicità è bellezza): Perotti cammina verso il pallone, sempre guardando il portiere per non dargli nessun tipo di indicazione su dove tuffarsi. Arrivato quasi al momento del tiro fa una leggera finta, per indurre il portiere a scegliere e poi calcia dall’altra parte, almeno questa è l’intenzione. È un tipo di rincorsa che se segni sei figo, ma se sbagli sei il contrario di un figo. Per questo, dovendo sceglierne uno dei 27 segnati (3 sbagliati), ho scelto un rigore segnato da Perotti in un derby tra Roma e Lazio, perché comunque ci vuole un po’ più di coraggio per mettere l’estetica davanti al possibile odio di mezza città.
Per la categoria rincorse cool, devo citare anche Lyle Taylor, molto simile a Perotti.
Rimaniamo nella categoria rigori tirati con l’inganno: cosa pensare dei rigori a due? Io non un granché, però sempre per il solito discorso che l’atipico in un rigore ha una sua forma di bellezza, mi sento in dovere di citare quello realizzato da Johan Cruijff e Peter Olsen nel 1982 con l’Ajax. Non solo qui Cruijff inganna il portiere, battendo il suo rigore da fermo, subito dopo aver fatto il gesto di sistemare il pallone sul dischetto, ma - a differenza di quasi tutti gli altri rigori segnati così, Olsen invece di tirare la ripassa a Cruijff, rendendolo di fatto un rigore-triangolo: una roba che comunque la devi immaginare e poi realizzare. Ma, insomma, lo sappiamo che Cruijff ha rivoluzionato il concetto di spazio.
Tecnicamente non un rigore segnato, visto che la passa, ma non abbiamo la polizia dei rigori alle calcagne.
Ora passiamo ai rigori calciati bene, nel senso che proprio li guardi e pensi: ammazza che bel rigore. Andando a memoria, uno dei miei rigori preferiti - e qui ovviamente c'entra anche chi lo calcia e per che squadra - è di Claudio Marchisio. Ufficialmente Marchisio ha tirato solo 4 rigori in carriera (2 con la Juventus, uno con la Nazionale e uno con lo Zenit) e li ha segnati tutti e 4. Il migliore, però, non è considerato, visto che i rigori della “lotteria dei rigori” non rientrano nelle statistiche. Lo ha calciato e segnato nella lotteria della finale di Supercoppa Italiana 2014 giocata a Doha (poi persa dalla Juventus).
Nel mio ricordo era più “sotto l’incrocio”, ma la sostanza rimane: Marchisio calcia di mezzo collo esterno, una scelta strana. Guardate il replay da dietro, tutta la rincorsa fa pensare che - o avrebbe aperto il piatto per cercare l’angolo alla sua destra, o avrebbe chiuso il tiro verso sinistra con l’interno del piede. Marchisio invece calcia a destra, ma di forza, col busto spostato dall’altro lato, col pallone che esce veloce e forte verso l’incrocio. Un’esecuzione bella da vedere, con un alto rischio di diventare un errore marchiano, se eseguita con appena troppo esterno.
Rimanendo in questa categoria, quella dei rigori calciati di mezzo collo esterno, forti e all’incrocio, Marchisio è stato sorpassato a destra da Harry Maguire. Qui possiamo veramente iniziare a chiederci se siamo davanti al miglior rigore mai tirato:
Anche considerando il momento - Belotti aveva sbagliato il rigore precedente, dando all’Inghilterra l’opportunità di passare in vantaggio nella lotteria dei rigori della finale degli Europei 2020, giocata a Wembley, dopo un mese di it’s coming home - c’era da avere paura. Invece prima di tutto il rigore di Maguire è un rigore calciato a ca**o dritto, senza compromessi. Maguire calcia lo stesso rigore di Marchisio, ma lo calcia meglio, cioè più forte, più preciso. Per il difensore una realizzazione del genere con un finale positivo poteva significare il riscatto nella percezione generale che lo ha trasformato in un meme, ma sappiamo come i rigori segnati in una lotteria persa vengono dimenticati come le parole nel vento, e che comunque non può essere di Maguire il miglior rigore di sempre. Lo metto comunque in alto, perché con il suo tiro ha anche rotto una telecamera:
Sempre per i rigori calciati forti di mezzo collo all’esterno che fanno cose, devo metterci questo rigore di Djibril Cissé calciato in un Panathinaikos-Panionios.
L'esecuzione è simile a quella di Maguire, in un contesto ovviamente molto meno stressante. Qui però la bellezza è sia in chi tira - mi dispiace per Maguire, ma qualunque cosa fatta da Djibril Cissé è meglio di una cosa fatta da quasi chiunque altro - e perché il pallone rimane incastrato nella rete, lì proprio nel punto più in alto a destra possibile. Il pallone dopo qualche secondo ricade però da solo. È un peccato: se fosse rimasto incastrato, se cioè il portiere fosse stato costretto all’umiliazione di andare a toglierlo dall'incrocio delle reti, per me avremmo parlato di un candidato credibile alla vittoria finale.
Cosa che è invece riuscita a Stijn Schaars, capace di far incastrare il suo rigore nella rete, costringendo Muslera all’onta di andare a scastrarlo. Qualcuno in giro su internet lo definisce il miglior rigore di sempre proprio per questo, ma io non sono molto d’accordo.
Prima di tutto, è un rigore calciato bene, ma non meglio di quello di Cissé o di Maguire; poi sì, la sua peculiarità è di rimanere incastrato, ma ci rimane soltanto perché è di quelle porte con i pali dietro per tenere la rete, una cosa che nel calcio professionistico si vede davvero raramente. Inoltre, questo rigore è stato calciato nella lotteria dei rigori di Olanda-Uruguay per vincere la Copa Confraternidad, una coppa di cui non ho trovato nessuna informazione, ma certamente che Olanda e Uruguay si disputano una coppa della fratellanza non è solo strano, mi suona proprio sbagliato.
Rimaniamo ai rigori calciati proprio lì, precisi, i rigori che spesso vengono definiti “perfetti” (esiste il rigore perfetto? Questa è un’altra domanda, per un altro articolo). È il secondo rigore calciato da un calciatore della Juventus che porto nella discussione, e capisco che c’è un bias da parte mia, ma questo è anche un lavoro di memoria (ovviamente invito anche voi a fare lo stesso tipo di ricerca, memoria + internet e farvi la vostra classifica). Lo ha calciato Vidal, e se io sono di parte, avete mai visto un rigore andare così perfettamente sotto l’incrocio? Guardate il povero Amelia che parte prima, lo intuisce, eppure non ci va neanche vicino a prenderlo.
Ogni tanto mi chiedo perché i calciatori non calcino sempre così i loro rigori: potendo calciare da fermi, sempre dalla stessa distanza, sempre verso una porta uguale dovrebbero essere abbastanza dotati da eliminare tutte le variabili e metterla sempre sotto l’incrocio (certo, a quel punto i portieri si metterebbero lì, ma poi basta cambiare incrocio).
La ricerca del rigore perfetto - dove per perfetto si intende forte e molto angolato - può occupare molto spazio: per il canale YouTube della federazione spagnola è questo di Xabi Alonso contro l’Argentina (ma lo è meno di quello di Vidal, mi sembra), ma potrei citare anche molti rigori di Cristiano Ronaldo, forse il rigorista contemporaneo con il miglior rapporto forza e precisione sul totale dei rigori calciati. O, più in generale, tutti i rigori che toccano il palo o la traversa prima di entrare (esiste un rigore più preciso?).
Mi limito allora a segnalare questo rigore di Kevin Pressman, anche per tutto ciò che lo circonda. Siamo ai rigori del replay del quarto turno di FA Cup tra Sheffield Wednesday e Wolverhampton. Pressman, che è il portiere dello Sheffield, prima para un rigore, poi va sul dischetto e tira così.
L’immagine non ci aiuta, ma siamo nel campo del rigore di Vidal, cioè col pallone che si infila proprio all’incrocio. In questo caso, però, Pressman non la piazza, ma ci va di pura potenza, come se stesse rinviando dal fondo, cercando di arrivare il più lontano possibile. Inoltre Pressman è mancino, il che è una interessante variazione sul tema. La cosa che poi non possiamo proprio ignorare è che Pressman è un portiere, e solitamente i portieri chiamano brutti rigori, quando devono calciare. Infine, c’è la tipica maglia-pigiama dei portieri di quegli anni, che è sempre un piccolo + in ogni classifica. Insomma, un serio candidato alla vittoria finale.
Io, però, sono un grande fan della forza fine a sé stessa, chiamiamola dell’arte per l’arte e allora in questa macro-categoria dei rigori calciati forti il mio preferito è questo di Oscar Cardozo.
Cardozo se ne frega della rincorsa, se ne frega del gioco mentale col portiere, se ne frega anche del principio generale con cui si calciano i rigori, cioè scegliendo un angolo. Cardozo sembra non aver neanche scelto di tirare al centro, è come quei maschi alfa davanti alla pungiball della fiera: devi solo far vedere quanto sei forte, quanto il tuo pugno è potente, il resto non è importante, poteva anche finire sulla luna. Il fatto che il portiere rimanga fermo, ma non perché abbia battezzato il tiro centrale, ma come incenerito dalla potenza di Cardozo, lo mette ovviamente sopra tutti i rigori calciati centrali e molto forti (inoltre si parla di un 38enne Cardozo, e già questo basterebbe).
A questo punto mi tocca infilare anche questo rigore di Virgil van Dijk, che ho qualche difficoltà a categorizzare, ma in qualche modo rientra nell'idea del rigore di Cardozo.
Ho sempre avuto il dubbio che in realtà l'olandese non si fosse accorto del posizionamento assurdo di Kepa, riguardando ora, soprattutto come lo guarda dopo il gol credo di essermi sbagliato. Van Dijk semplicemente ignora il portiere, è il contrario di volerlo ingannare, Kepa non è neanche un avversario, neppure una sedia, semplicemente non è niente.
In qualche modo anche questo è un rigore umiliante per un portiere, ma certo non come il prossimo. Questo rigore di Theyab Awana forse l’avete già visto, perché è la risposta alla domanda che ci siamo fatti tutti almeno una volta nella vita: se tiro un rigore di tacco, che succede?
Indubbiamente è un rigore che rientra nei parametri di cui abbiamo discusso finora, ma anche un rigore giusto? In questo caso l’autore, Theyab Awana, lo ha segnato in un’amichevole tra Emirati Arabi Uniti e Libano, sul risultato di 5-2. Subito dopo Awana è stato ammonito (sembra per una generica “condotta antisportiva”) e sostituito dal CT Katanec, nonostante fosse entrato in campo da appena 10 minuti. Lascio a voi la valutazione morale, ma se dovessi scegliere un rigore calciato di tacco, a questo punto vado con Totti in questa specie di allenamento aperto a tutti all’Olimpico.
Se umiliare il portiere è una discriminante, allora personalmente preferisco questo rigore di Ezequiel Calvente all’Europeo u19, contro l’Italia. L’esecuzione di Calvente è di quelle che devi rivedere almeno un paio di volte per capire, e se poi vuoi provare a riprodurre in campo, il tuo cervello semplicemente non ci riesce. Per tirare così, infatti, prima di tutto devi dimenticare tutto quello che sai su come si calcia un rigore, e poi usare il piede d’appoggio per calciare (qui, comunque, lo stesso Calvente ha provato a spiegare come fare)
Meno umiliante di un rigore di tacco, ma comunque abbastanza umiliante visto che il portiere Simone Colombi ha una reazione scomposta (non vi riporto le sue parole, ma dal video potete sentirle) e si capisce anche che dopo c’è una mezza rissa (non ho trovato tutta la partita, ma subito dopo questo rigore risultano ammoniti Colombi e Mattia Destro).
Abbiamo fatto un lungo giro ma siamo tornati all’inizio: ovvero ingannare il portiere, un bel rigore non solo come gesto pratico, ma anche e soprattutto come rottura della monotonia del gesto. Se siamo tornati qui, è arrivato il momento di parlare del rigore ingannatore per eccellenza, il cucchiaio o scavetto, nella sua definizione italiana. Il cucchiaio è un rigore nel rigore, ha una sua storia, una sua estetica, una sua classifica a parte. Potrei benissimo scrivere un altro articolo altrettanto lungo solo per decretare il miglior cucchiaio di sempre. Inoltre è forse l’unico tipo di rigore che davvero rimane impresso nella memoria, a cui diamo poteri taumaturgici. I due più famosi del calcio italiano sono probabilmente quello di Totti contro l’Olanda a Euro 2000 e quello di Pirlo contro l’Inghilterra a Euro 2012.
Sono due rigori piuttosto simili nella loro esecuzione, quello di Pirlo forse più delicato, quello di Totti più “di punta” diciamo. Sono soprattutto due rigori calciati da due calciatori in un momento di forma strabiliante, con talmente tanta fiducia in loro stessi da far sembrare questa scelta assolutamente naturale. Scelgo quello di Totti perchè mi sembra in definitiva il più bello dei due: più importante il momento, più bella la maglia, più iconico tutto il processo che porta Totti a fare il cucchiaio, dall’averlo dichiarato prima a Di Biagio, alla tranquillità con cui va sul dischetto davanti a un van der Sar lungo due metri.
Ora però bisogna parlare di un cucchiaio subito, come italiani. Lo scavetto di Zidane nella finale del Mondiale del 2006 è spesso definito in giro per internet come il miglior rigore di sempre. Certo, è facile farsi trascinare: avviene nella partita più importante che esiste nel calcio, a eseguire è uno dei migliori calciatori della storia, a subirlo è uno dei migliori portieri di sempre. Il rigore di Zidane è poi perfetto nella sua conclusione, se il cucchiaio seguisse le regole di un rigore comune: e cioè che se prende uno dei pali è meglio, perché più imparabile. L’imparabilità del cucchiaio è però nel gesto stesso, nell’aver ingannato il portiere. Zidane fa tuffare Buffon, ma se Buffon fosse rimasto fermo, l’averlo messo sotto la traversa non sarebbe servito a nulla. Anzi, possiamo dire che non è neanche propriamente un cucchiaio il suo, visto che gli manca la parte discendente della parabola. Rimane comunque un esecuzione coraggiosa, e mostrare questo coraggio durante la finale del Mondiale non è certo banale.
Per il resto, dicevamo, i cucchiai si assomigliano tutti, almeno quelli segnati. Solo Messi ne ha segnati diversi, e Messi è uno che rende tutto un po’ migliore, figurati un rigore. Secondo Panenka il miglior Panenka mai tirato è proprio uno dell’argentino, calciato contro il Getafe quando era al Barcellona. Ora, a me i Panenka di Messi sembrano tutti uguali, ma chi sono io per contraddire Panenka, l’uomo che dà il nome a questo tipo di rigore?https://youtu.be/ogooSnw9kSo
Se finora ho usato il termine cucchiaio e scavetto, è stato per non spoilerare il finale di questa ricerca, e cioè quello che - per me, ma credo per molti altri - è il miglior rigore di sempre. Il miglior rigore di sempre è questo Panenka di Panenka.
Come detto il rigore non permette grandi voli pindarici, e nel 1976 dovevano essere ancora meno. Al momento della rincorsa di Panenka, che sta per tirare il rigore che può regalare la vittoria dell’Europeo alla sua Cecoslovacchia, la prima finale a decidersi ai rigori, un rigore si calciava o forte o di precisione, ma comunque in linea retta diciamo. Panenka aggiunge una terza dimensione che d’ora in poi farà parte delle possibilità di un calcio di rigore. Prima non c’era, ora c’è: la grandezza della creazione sotto i nostri occhi. Nel rigore di Panenka c’è tutto: l’importanza (con il suo gol la Cecoslovacchia vincerà il primo trofeo della sua storia, e forse anche l’unico), c’è la rottura della monotonia del rigore (cosa è più di rottura che inventare un nuovo modo di calciare un rigore?), c’è l’inganno al portiere (il tocco sotto nascosto fino all’ultimo), ma non l’umiliazione (so che i portieri non saranno d’accordo, ma questo rigore non è umiliante) e infine c’è l’estetica. Tra tutti i Panenka calciati dopo, infatti, questo mi sembra comunque il più bello: la rincorsa veloce a far credere al tiro di potenza, l’improvviso tocco sotto, il pallone che parte morbido e preciso, Panenka che continua a correre e quasi accompagna il pallone in rete, i baffoni spioventi, le braccia alzate e una Nazione che festeggia.